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Cinema Studi - Lo studio del cinema è sul web
Zucchino non è un ortaggio ma un bambino (il cui vero nome era Icaro) che pensa di essersi ritrovato solo al mondo quando muore sua madre. Non sa che incontrerà dei nuovi amici nellistituto per bambini abbandonati in cui viene accolto da Simon, Ahmed, Jujube, Alice e Béatrice. Hanno tutti delle storie di sofferenza alle spalle e possono essere sia scostanti che teneri. Cè poi Camille che in lui suscita unattenzione diversa. Se si hanno dieci anni, degli amici e si scopre lamore forse la vita può presentarsi in modo diverso rispetto alle attese.
Ci sono dei film (rarissimi) capaci di infrangere una serie di tabù (anche della categoria del politically correct) consapevoli di avere dalla propria parte uno sguardo carico di quellumanità profonda che rivela unaltrettanto profonda e partecipe conoscenza dei soggetti portati sullo schermo. Il film ha trovato il proprio punto di partenza nel libro Autobiographie de une Courgette ma è Céline Sciamma, al suo top nella scrittura, che ha saputo fornirgli il giusto equilibrio tra dramma, commozione e speranza.
Perché ci viene ricordato quanto sia intensa la sofferenza di un bambino che vive una condizione familiare disastrata (la mamma di Zucchino era alcolizzata e lui conserva di lei come ricordo una lattina di birra vuota ma i suoi compagni non hanno vissuto meglio). Ci dice però anche che si può sfuggire allo stereotipo cinicamente pessimista secondo il quale tutti gli istituti per minori sono luoghi di detenzione in cui trascorrere mesi o anni in cui i soprusi sono pane quotidiano. Non è così per Zucchino e i suoi amici anche se la speranza di trovare una possibilità di vita al di fuori resta non può venire a mancare.
Ci viene anche detto (e questa consapevolezza viene comunicata ai giovanissimi spettatori) che le prime domande sulla sessualità non sono forse mai state (e oggi lo sono ancor meno) riservate a quel periodo della vita che si chiama pubertà. Nascono infatti molto prima e bisogna aiutare i piccoli a coniugarle con il sentimento, come accade con Zucchino e Camille dopo che ci si era interrogati, dando risposte catastrofiche, su cosa accade tra due persone di sesso differente quando vanno oltre lamicizia.
Claude Barras ha saputo mettersi ad altezza di bambino deprivato senza mai farsi tentare da uno sguardo dallalto in basso. Lo ha fatto consegnando ad ognuno dei protagonisti (pupazzi animati in stop motion) dei grandi occhi capaci di attrarre qualsiasi spettatore (bambino o adulto che sia) che non sia privo di sensibilità.
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