Langford, Regno Unito, fine XVIII secolo. Lady Susan è rimasta vedova per l'improvvisa morte del marito. Lascia quindi la residenza di Langford insieme alla figlia Frederica per stabilirsi a Churchill, dai parenti del defunto consorte. La cognata Catherine diffida fortemente di Lady Susan, ma sembra non potere nulla contro lo schema della fascinosa vedova, che intende sedurre il fratello di Catherine, Reginald, e maritare la figlia con il ricchissimo ma ebete Sir James Martin.
Un progetto che da diverso tempo Whit Stillman ha cercato di realizzare senza successo e che infine prende forma, Amore e inganni riesce a essere insieme una rispettosa trasposizione di Jane Austen e un suo sconvolgimento. A partire dal titolo, Lady Susan nel testo originale, che diviene un'accoppiata di sostantivi astratti nello stile di Jane Austen: da Orgoglio e pregiudizio a Amore e amicizia (così recita il titolo originale, per l'uscita italiana trasformato in Amore e inganni). Lady Susan è un romanzetto postumo scritto all'inizio della carriera della Austen, ma probabilmente terminato frettolosamente, ricorrendo alla forma epistolare. Stillman si prende alcune libertà - oltre al titolo, la forma della narrazione - per realizzare quel che Austen avrebbe potuto o forse voluto fare, ma ancor più per infondere ingenti dosi di corrosivo cinismo nei dialoghi austeniani.
L'ibrido riesce in maniera incantevole. Visivamente assistiamo a una meticolosa ricostruzione di ambienti e abiti, come chiede il canone del film in costume, e a inquadrature di geometrica perfezione che incorniciano i personaggi durante il loro dialogare. Ma chiudendo gli occhi è possibile godere della brillantezza di una sceneggiatura che se mantiene la forma del milieu austeniano, si dimostra altresì consapevole delle regole sociali imposte dalla contemporaneità. Lady Susan - manipolatrice di affetti e destini che impariamo ad ammirare e amare, anziché detestare, man mano che ne approfondiamo la conoscenza - concepisce tutto in funzione della propria immagine pubblica, che può brillare anche quando non è assistita dalla reputazione. Se quest'ultima per Susan è irrimediabilmente compromessa dalle dicerie, giocando con la prima la vedova riesce comunque a ottenere ciò che vuole. "I fatti sono qualcosa di orrido", afferma la protagonista quando una delle sue cospirazioni viene alla luce: fortuna per Susan che, nell'Inghilterra del XVIII secolo, così come nel XXI, la manipolazione dei fatti finisca sempre per avere la meglio sulla veridicità degli stessi.
Straordinaria Kate Beckinsale, infine protagonista in una produzione alla sua altezza dopo anni di Underworld e Van Helsing. Con Chloe Sevigny - qui Alicia, unica amica fidata di Lady Susan - torna a formare l'accoppiata che fu di Last Days of Disco, il film dello stesso Stillman che proiettò le due attrici nell'empireo delle star. Ma notevoli sono tutte le caratterizzazioni (introdotte con uno stile volutamente didascalico, accompagnato dall'uso di tecniche come l'iris), a partire dalla fugace apparizione di Stephen Fry, a cui bastano due battute per incantare.
|
|
|
Nessun commento:
Posta un commento