Coniugi, commedia brillante, scritta dal francese Eric Assous, uno dei maggiori drammaturghi contemporanei, è un successo garantito, se incontra una regia intelligente e degli attori in grado di rendere la tragicomica realtà descritta attraverso una storia che, nonostante molti momenti esilaranti lascia l'amaro in bocca. _Tutto verte intorno al tema della fragile felicità, condizione mai permanente, ma instabile, in cerca di un continuo equilibrio. Non è un caso che si parli di coppie: è difatti l'ambigua instabilità del "doppio" che domina tutta la scena e non la molla mai, dall'inizio in cui appaiono i coniugi per eccellenza, Saverio (interpretato da un chirurgico Felice della Corte) e Patrizia (un'impeccabile Francesca Nunzi), fino alla fine quando tutto verrà stravolto dalle vicende della vita, non troppo "lineari", ma che piuttosto definiremmo frutto di una commistione tra opportunismo e stucchevole sentimentalismo.
L'altra coppia invece composta da Luana (interpretata dalla versatile Giorgia Guerra) e Berto (un portento di comicità e astuzia grazie a Roberto D'Alessandro ) sono le due variabili, gli input al cambiamento, che era già in essere, ma al tempo bloccato solo dalla convenienza.
Tutto viene apparentemente sconvolto dalla vincita miliardaria di Berto, amico di Saverio, che sembrerebbe apparire come un gran benefattore nei confronti sia della futura moglie Luana, "presentatagli" dall'amico, sia della storica coppia.
L'opera, portata in scena per il secondo anno, può essere definita un vero e proprio manifesto del matrimonio ai giorni nostri. Sempre più spesso non ci si rende conto che la nostra libertà di pensiero non ha contribuito, come ci saremmo aspettati, ad affrancarci da una visione borghese e ipocrita di un'istituzione ormai vetusta. Viva gli spiacevoli divorzi e le famiglie allargate! Benvenga la coppia che scoppia, se l'alternativa è la tanto detestabile stabilità di cui ci parlavano le nostre nonne: in verità quante doppie esistenze, tradimenti, verità ovvie saranno stati celati nelle nostre case e famiglie? È di questo che vuole parlarci Assous attraverso un testo coraggioso e ben strutturato, con dei meccanismi drammaturgici perfetti negli incastri delle storie delle coppie e nella descrizione subdola e insinuante dei loro veri pensieri.
La scomoda vicenda si dipana, mostrando gli intrighi e gli intrecci più disparati, attraverso dei flashback coerenti nel loro inaspettato mefistofelico significato.
Tutto si accavalla e incastra con ragionevole motivo d'essere, ma anche con quel pizzico di cinismo che contraddistingue tutta la commedia di Assous: lo scambio delle coppie diviene un simbolismo della vulnerabilità dell'amore e i personaggi protagonisti, ognuno con la propria fetta di individualismo contribuisce ineluttabilmente a costruire un'idea dei sentimenti molto poco vicina al romanticismo presente, fino ad arrivare alle commedie di qualche decennio fa.
Insomma l'amore è sceso a compromessi o non è più tanto presente nella nostra società? Potremmo affermare che, alla luce di un testo come questo, come ha dichiarato Felice Della Corte "chi non si è identificato almeno per un momento in uno dei beceri personaggi dello spettacolo?".
Non è un mistero che l'attore di origine napoletana abbia avuto una grande intuizione nell'individuare una drammaturgia che fa molto riflettere e ridere al contempo, con il conseguente malcelato sorriso di chi si dichiara impunemente sempre innocente.
Ottimo risultato grazie alla regia di Giancarlo Fares che è stato in grado di restituirci non dei personaggi, ma delle persone comuni, speciali nei loro comportamenti apparentemente anonimi e che invece sono fonte di innumerevoli sconvolgimenti.
(Coniugi); regia: Giancarlo Fares; interpreti: Felice Della Corte, Roberto D'Alessandro, Francesca Nunzi, Giorgia Guerra; luci: Cristian Massimini; costumi: Lucia Mirabile; teatro e date spettacolo: Teatro de' Servi dal 8 al 27 novembre
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