L'uscita di Downton Abbey 3 - Il Gran Finale si avvicina, e con lei il momento di dire addio ai Crawley e alla lussureggiante e splendida dimora che per tanti anni li ha ospitati assecondando i cambiamenti sociali, politici ed economici di un paese in cui la divisione in classi sociali ha continuato ad essere un elemento fondante. Fortunatamente, episodio dopo episodio, è diventata sempre meno netta la linea di demarcazione fra "il sopra e il sotto", laddove il sotto è il mondo dei domestici e il sopra il mondo dei signori, così ben raccontati da Julian Fellowes in Gosford Park e, prima di lui, da Jean Renoir ne La regola del gioco.
Quest'ultimo film era ambientato nella Francia del 1939 e risentiva del clima della guerra imminente. Il "ciclo" di Downton Abbey, che dobbiamo sempre a Fellowes, si ferma invece al 1930, quando il capitolo dei ruggenti anni '20 si è ormai chiuso e Lady Violet torna per l’ultimo saluto, non fra i vivi ma nelle parole e nei ricordi dei familiari, nonché nel suo ritratto con l'abito azzurro con cui si era chiuso Downton Abbey 2 - Una nuova Era.
Ne hanno fatta di strada i Crawley da quando il Titanic è affondato, portando via con sé il promesso sposo di Mary, come a introdurre il tema della ben nota sfortuna in amore della primogenita di Robert Crawley e di sua moglie Cora. Il viaggio è durato quindici anni nel mondo reale, quindici anni e sei stagioni, e tre film in perfetto stile Merchant/Ivory ma con quella verve mista ad arguzia che gli inglesi chiamano wit. Non è semplice mantenersi per tanto tempo sul confine tra dramma e commedia sofisticata, ma la squadra che ha reso possibile Downton ci è riuscita, e noi vogliamo celebrare il suo successo con un’incursione nell'ultimo film della "saga", che arriva in sala l’11 settembre ed è distribuito da Universal Pictures.
Downton Abbey 3: Il Gran Finale: la trama e il trailer del film
Downton Abbey 3 - Il Gran Finale vede il ritorno di interpreti che tanto amiamo e abbiamo amato: Hugh Bonneville, Elizabeth McGovern, Laura Carmichael, Jim Carter, Michelle Dockery, Joanne Froggatt, Brendan Coyle, Phyllis Logan, Robert James-Collier, Kevin Doyle, Robert James-Collier e tanti altri. A questi si aggiungono Paul Giamatti, Dominic West, Arty Froushan e Alessandro Nivola. La regia del film è di Simon Curtis e la sceneggiatura, come già detto, del favoloso Julian Fellowes.
Passando alla trama del film, ecco la versione breve della sinossi ufficiale, seguita dal trailer italiano:
Downton Abbey 3 - Il Gran Finale segue le vicende della famiglia Crawley e dei loro domestici mentre si affacciano agli anni Trenta. Quando Mary si trova al centro di un pubblico scandalo e la famiglia è costretta ad affrontare incresciosi guai finanziari, l'intera tenuta deve fare i conti con la minaccia di una disgrazia sociale. I Crawley devono abbracciare il cambiamento mentre i domestici si preparano a un nuovo capitolo in cui le nuove generazioni porteranno Downton Abbey nel futuro.
Il passaggio di consegne
Anche se non c’è due senza tre, la storia della famiglia Crawley al cinema poteva chiudersi con la morte di Lady Violet. Invece, tanto Julian Fellowes quanto i produttori erano intenzionati fin dal principio a completare la trilogia. Le ragioni sono svariate. Innanzitutto la scomparsa del personaggio interpretato da Maggie Smith, seguito dalla morte dell'attrice, non doveva significare la fine di Downton Abbey e dei Crawley. Inoltre era necessario concludere l’arco narrativo di ogni personaggio, mostrando il modo in cui ciascuno si adattava alla modernità, o meglio alla trasformazione della società britannica. Questo tema è strettamente collegato al succedersi delle generazioni - tanto nei salotti quanto nelle cucine - e a quello che ci piace chiamare il passaggio di consegne. Non si tratta di un processo indolore, e se non possiamo parlare di drammatico cambiamento, è giusto chiedersi se le nuove generazioni saranno all’altezza delle vecchie e come si muoveranno. A questa domanda ha risposto Julian Fellowes, dicendo:
Ogni generazione reinventa come impostare la vita in queste grandi case, e quindi Andy, che va a sostituire Mr. Carson, troverà una nuova maniera di essere un maggiordomo. Non avrà un valletto che lo aiuta, e i valletti scompariranno. Allo stesso modo, non ci sono più le sguattere e Daisy prenderà il posto di Mrs Patmore senza il supporto di nessuna sguattera. Quando ero giovane, la Stagione londinese esisteva ancora, ad esempio con i suoi balli di debuttanti, e io venivo sempre invitato. Li adoravo, ma poi furono aboliti e scomparvero definitivamente. Con Downton funziona un po’ nello stesso modo: continuerà a esistere, ma sarà molto diversa da come l’abbiamo conosciuta nel 1912. Quel genere di vita ormai non esiste più e va sostituito con un altro.
Il divorzio
Nonostante soffi il vento del nuovo, la high society britannica che Downton Abbey 3 ci mostra è spesso vittima del pregiudizio, magari non come ai tempi di Jane Austen e del suo Mr. Darcy, ma comunque in misura notevole. Lo si vede con chiarezza nel modo in cui reagisce al divorzio di un personaggio femminile della famiglia Crawley, che viene ostracizzato e quindi escluso da feste e ricorrenze. È ancora lo sceneggiatore a illuminarci in proposito, spiegando che all’epoca l’aristocrazia desiderava sopra ogni cosa apparire un mondo fatato e in equilibrio, quindi non attraversato da crisi e conflitti. Divorziare equivaleva a gridare al mondo la propria infelicità e insieme la precarietà dei rapporti umani. L'upper class doveva apparire perfetta, altrimenti come avrebbe potuto continuare a essere invidiata?
Ascot
Se nel 1936 Edoardo VIII fu costretto ad abdicare per poter sposare la divorziata Wallis Simpson, è naturale che in Downton Abbey 3 i Crawley, per quanto influenti, debbano tenersi alla larga dal palco reale durante uno degli happening più chic della London Season: le corse di cavalli ad Ascot. Gli appassionati di musical assoceranno subito questo nome e questo luogo di meraviglie, ombrelli, cappellini ed eleganti vestiti da giorno a My Fair Lady, nel quale il blasonato professor Henry Higgins portava appunto ad Ascot l'ex fioraia Eliza Doolittle, rendendosi conto che la ragazza doveva ancora imparare le buone maniere. Ovviamente Fellowes ha frequentato per anni Ascot, e ci teneva che l’evento più mondano del film venisse ben tradotto in immagini, e così il direttore della fotografia si è adoperato affinché la lunga scena delle corse venisse girata con ben 11 macchine da presa. Anche la costumista Anna Robbins ha fatto un lavoro sopraffino. Per lei Ascot significava cappelli, chiffon, merletti e le suggestioni dei tableau di Cecil Beaton e dei disegni di moda di Vogue. Guarda caso, Cecil Beaton era il costumista proprio di My Fair Lady.
Il teatro
Non possiamo concludere la nostra incursione nelle meraviglie di Downton Abbey 3: Il Gran Finale e della Stagione londinese (che era d'estate) senza parlare del teatro. Più dei capitoli precedenti, il terzo film ci porta a Londra, e qui Londra si lascia ammirare nella frenesia di Piccadilly Circus, fra le leccornie di Fortnum & Mason e nei teatri del West End. Non saremo noi a sottolineare l'importanza del teatro inglese nei secoli dei secoli, ma lasciateci dire che, in Downton Abbey 3 come nella vita, e forse più nel passato, il teatro è sempre stato un luogo per tutti i ceti sociali. Il teatro, in Downton Abbey, ci porta a incontrare di nuovo vecchie conoscenze e introduce un personaggio realmente esistito che avrà un ruolo fondamentale nel rivendicare il prestigio dei Crawley, e questo perché all'arte, o meglio agli artisti, ogni stravaganza era concessa, a patto che fosse sempre accompagnata da classe, buon gusto e sense of humour.
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