mercoledì 29 novembre 2023

Un anno difficile, dai registi di Quasi amici una nuova commedia sociale che racconta il presente

Un bel triangolo, una delle figure geometriche ma soprattutto sociali più amate dal cinema francese. Anche se i due maschietti di Un anno difficile, Albert e Bruno, sono lontani anni luce, per stile di vita e dinamica sociale, dalla militante Cactus. Loro vivono di espedienti per arrivare alla fine del mese, sono scrocconi da manuale, cialtroni ma irresistibili nella loro simpatia, mentre lei è posseduta da un ideale tanto sincero quanto semplice: salvare il pianeta e lottare contro chi non si rende conto come sia una battaglia cruciale per l’umanità. In sostanza le istituzioni politiche e finanziarie, e per farlo cerca di spronare altri esseri umani come lei a diventare attivista, assumendo un bel nome d’arte come il suo, Cactus.

Un anno difficile segna il ritorno al cinema di Eric Toledano e Olivier Nakache, maestri del cinema di commedia con risvolto sociale diventati celebri per Quasi amici, ma che hanno diretto due gioielli anche più riusciti come C’est la vie e The Specials. Dopo qualche anno di pausa televisiva, come autori e registi della versione francese di In Treatment, affrontano la storia dell’incontro, casuale e in chiave comica, fra due mondi della società di oggi: chi è sommerso dai debiti e chi lotta per salvare il pianeta. Come si dice ormai in Francia, si contrappongono quelli della fine del mese e quelli della fine del mondo

Un anno di contrasti, insomma, quello di un anno difficile. Ma c’è mai stato un anno positivo e sereno? Sembra di no, a giudicare dall’esilarante montaggio di discorsi di fine anno di presidenti francesi, da De Gaulle a Macron, con cui si apre il film. Passano i decenni, ma nella loro rassicurante ma severa analisi del futuro tutti mettono in guardia, con fare paternalista, i propri cittadini: sarà un anno difficile.

La trama e il trailer di Un anno difficile

Albert e Bruno sono sommersi dai debiti e dall’irrefrenabile ossessione per l’acquisto. Uno dorme sul posto di lavoro, l’altro ha la casa vuota dopo un passaggio dell’ufficiale giudiziario. Per scroccare un aperitivo si trovano a incrociare un gruppo di giovani militanti ambientaliste. Per una birra gratis e delle patatine gratis, più che attirati dalle argomentazioni di coscienze pronte ad agire. 

Un passo per volta verranno coinvolti però dalle loro azioni clamorose, integrandosi in un movimento in cui non credono, fra occasioni di riscatto e una cialtroneria innata e insuperabile. C’è poi l’amore, che potrebbe alla fine risultare l’anello di congiunzione di universi così distanti, fra consumismo e ambientalismo, con la sua semplicità e il dono da sempre di unire e mettere in comunicazione. Redenzione e un nuovo ordine in vista, per Albert e Bruno?

Un cast di fuoriclasse

Se il film riesce a mantenere un equilibrio non semplice fra risata e riflessione, un merito importante è sicuramente degli attori. Tre sono i protagonisti, ognuno con lo spazio giusto, insieme a un piccolo ruolo esilarante di un Mathieu Amalric in una veste piuttosto inedita. I due uomini sono Pio Marmaï, attore di grande sensibilità e ironia, fra i protagonisti proprio della versione francese di In Treatment di Toledano Nakache, e Jonathan Cohen, un Jim Carrey in salsa parigina, asso della commedia televisiva transalpina, ma sempre più amato e valorizzato, con risultati sempre più interessanti, anche dal cinema.

La protagonista femminile, poi, non ha bisogno ormai di troppe presentazioni. Noémie Merlant è un’interprete sempre più affermata, capace di trasmettere ai suoi personaggi decisione implacabile e grande sensibilità, ultimamente dimostrando doti di commedia da fuoriclasse. Basti pensare, oltre a Un anno difficile, a L’innocente di Louis Garrel. In patria, il ruolo che l’ha lanciata definitivamente è stato quello di protagonista di Ritratto della giovane in fiamme, per il quale è stata candidata ai premi César, mentre a livello internazionale ha duettato senza timori reverenziali con Cate Blanchett in Tàr.

Ambientalismo e consumismo, uno sguardo nel sociale

I due autori francesi sono capaci, come di consueto anche in questo film, di mescolare la commedia - qui a tratti davvero spassosa - con un’attenzione al sociale sempre ficcante e sincera. La loro è una sensibilità mai retorica né sbrigativa, in cui l’umanità di personaggi raccontati in profondità permette un’identificazione, sia negli aspetti che li rendono empiricamente vicini al pubblico che nelle loro contraddizioni. Delle fragilità in cui ci specchiamo senza drammi, ma non ignorandole.

Toledano e Nakache così hanno raccontato la volontà che li ha spinti a scrivere e dirigere Un anno difficile. “Volevamo mettere in luce i paradossi che sono presenti nella vita di ciascuno di noi. A volte anche noi ci sentiamo tirati da una parte o dall’altra, con le nostre contraddizioni. Abbiamo scelto protagonisti apparentemente molto lontani - due uomini che vivono di espedienti e dei ragazzi impegnati per salvare il pianeta - in cui trovare però similitudini e parallelismi. 

Molti attivisti vengono da ambienti borghesi e sono molto istruiti, ma ciò non toglie l’urgenza delle loro istanze. Non è solo un atteggiamento, ci credono veramente. Volevamo raccontare i paradossi e le contraddizioni della nostra società che è diventata sempre più complicata e nel farlo abbiamo incontrato per mesi volontari delle associazioni ambientalisti e membri di un’associazione che si occupa di persone indebitate all’eccesso. Cerchiamo sempre di attingere alla realtà”.

L’amore di Toledano e Nakache per la commedia all’italiana è sincero e duraturo. Come amano dire, gli manca solo la nazionalità del nostro Paese. Si domandano come mai questa eredità sia così importante per loro, che vengono dalla Francia, e poco utilizzata dagli autori italiani. Ammirano il Risi del Sorpasso o Monicelli, i cui film non smettono mai di vedere e rivedere, per la loro capacità di usare la chiave comica per incidere in profondità nel racconto dei vizi e delle virtù del nostro presente. “Mai come questa volta abbiamo pensato alla commedia all’italiana”, hanno detto, per essere ancora più chiari.



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