mercoledì 1 novembre 2023

Parola di Michel Gondry: intervista al regista francese di Il libro delle soluzioni

Esce il 1° novembre nei cinema italiani Il libro delle soluzioni, il nuovo film diretto dal geniale regista francese Michel Gondry, quello di Se mi lasci ti cancello, L'arte del sogno, Be Kind Rewind e altri grandissimi film. Erano molti anni che Gondry non girava un film, l'ultimo era stato Microbo & Gasolina nel 2015, e questo anche per alcuni problemi legati alla depressione, che vengono anche affrontati in questo nuovo Il libro delle soluzioni, che è un film bellissimo, autobiografico, autoironico, autocritico, come potete leggere anche nella nostra recensione.
Gondry è stato ospite della Festa del Cinema di Roma, nel cui programma è stato presentato il documentario In Bed with Michel Gondry, diretto da Francois Nemeta, lo stesso autore del Michel Gondry Do It Yourself visto a Venezia Classici qualche mese fa: entrambi i documentari, che vi raccomandiamo, sono disponibili in streaming sulla piattaforma di I Wonder, chiamata IWonderfull.
A Roma Gondry ha tenuto una Masterclass l'ultimo giorno di festival, e poi ha incontrato la stampa italiana. Noi c'eravamo.
Gondry era un po' teso, e un po' annodato, ma anche spiriritoso: esattamente come te lo potevi aspettare. Al suo fianco ha voluto la montatrice del Libro delle soluzioni, quella vera, che si chiama Elise Fievet.
Qui di seguito quello che Gondry e Fievet ci hanno raccontato, ma prima il trailer e la trama ufficiali di Il libro delle soluzioni:

“Il fallimento è una sequenza di soluzioni intervallate da problemi. Il successo è una sequenza di problemi, intervallati da soluzioni.” Il libro delle soluzioni, cap. I
Marc, estroso e impulsivo, per terminare il suo nuovo film si rifugia con un manipolo di fedelissimi a casa di sua zia, in uno sperduto villaggio nelle Cevennes. Ma qui, la sua creatività esplode in mille direzioni diverse, gettando la lavorazione nel caos. Per fronteggiare la situazione, Marc inizia a comporre Il libro delle soluzioni, un manuale che raccolga le soluzioni a tutti i problemi del mondo…
Dal genio di Michel Gondry (Se mi lasci ti cancello), una commedia imprevedibile e scatenata, una parabola sulla creatività sfrenata e sulle sue incognite, con un clamoroso Pierre Niney.

Tra il "manipolo di fedelissimi" che il protagonista di Il libro delle soluzioni porta con sé c'è la sua montatrice, nel film interpretata da Blanche Gardin. "Penso che quello della montatrice del film sia un bellissimo personaggio, e la sento molto vicina a me al modo in cui mi approccio al lavoro dei registi in generale, non necessariamente a quello con Michel", ha raccontato Elise Fievet. "Nel Libro delle soluzioni si racconta un momento particolare della vita di Michel, io ho fortunatamente non ho vissuto quel momento, l'incontrato solo successivamente, quando certe questioni erano state risolte, è stato molto più facile e piacevole per me lavorare con lui. Il film è molto personale e legato alla sua vita ma il lavoro per me è stato gradevole perché si trattaa di capire cosa avesse vissuto in prima persona in quel frangente, cosa avesse provato, e l'essere riuscita a arrivare così vicina ai sentimenti che ha provato in quel momento lo considero un grande regalo".

"Ci sono certamente molte cose personali nel film", ha confermato Gondry, specificando però che "non tutto quello che si vede nel film l'ho fatto veramente, sebbene molte cose siano successe realmente". 
Di fronte a un personaggio come Gondry molte delle domande che gli sono state rivolte hanno riguardato ovviamente il suo processo creativo. "Quello che mi permette di concentrarmi sulla mia creatività", ha spiegato Gondry, "è il modo in cui mi approccio al risultato, la curiosità che ho per il risultato finale. C'è uno scienziato che ha vinto il premio Nobel perché ha fatto una coltura batterica la sera, ha lasciato di notte avvenisse ciò che doveva avvenire, e il giorno dopo ha osservato il risultato che ne era derivato. Mi ritrovo perfettamente in questo sentimento, nel far partire un processo che riguarda la creatività e lasciarlo andare, lasciare che le cose facciano il loro percorso e solo dopo affrontare il risultato finale".
E commentando la frase che chiude il documentario In bed with Michel Gondry, nella quale struttura un parallelo tra la creatività e una certa qual mancanza di equilibrio, Gondry ha detto che "forse quello che intendevo cheho uno squilibrio naturale, ma che riesco fortunatamente a fare lo stessi il mio mestiere".

Pur non avendo mai realizzato un film con protagonista una donna, Michel Gondry ha una grande capacità di ritrarre i personaggi femminili, e se gli si chiede se farà mai un film con protagonista una donna risponde "Certo, ho molti progetti con delle protagoniste femminili", per poi aggiungere con un sorriso sardonico e infantile al tempo stesso: "ma per puro opportunismo".  "Del resto non è complicato", ha aggiunto dopo la battuta che ha fatto ridere tutti i presenti. "È sufficiente mettere un personaggio femminile al posto di uno maschile: ci sarà qualche differenza biologica, ma io non ne vedo molte altre. Io poi lavoro spesso con montatrici e altre collaboratrici donne, e questo mi aiuta: loro mi danno la possibilità di avere una prospettiva diversa dalla mia".
"Michel ha un lato femminile molto sviluppato, anche il suo personaggio, e quando lavoriamo insieme si sente questa caratteristica", ha aggiunto Elise Fievet. "La collaborazione tra uomo e donna sul lavoro permette una visione più completa, si parte da punti di vista diversi ma si ottiene una prospettiva più giusta, ma non credo che Michel per capire una donna debba immedesimarsi in una donna o presentare per forza un personaggio femminile".

Ma le soluzioni di cui si parla nel film, sono soluzioni che possono andare bene anche per noi, nella nostra vita quotidiana? "Non penso che siano per forza delle soluzioni alla vita di tutti i giorni, ma forse, a pensarci, un po’ lo sono", ha detto Gondry. "Penso che spesso ci siano delle soluzioni che non vogliamo adottare perché ci sembrano troppo semplici, troppo evidenti, e ci censuriamo, non le applichiamo. Il mio ruolo è forse quello di ricordare che ci sono delle possibilità di risolvere le cose che non sono troppo semplici come pensiamo, e che in realtà funzionano".



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