mercoledì 31 agosto 2022

Festival di Venezia 2022 pronto al via con molte star e un'edizione ricca di cinema italiano

79, 90 e 23. Ecco i numeri giusti da giocarsi per il Lotto, sempre che esista ancora, ruota di Venezia. Siamo infatti arrivati al giorno di debutto della 79esima edizione, 90esimo anno, per il Festival di Venezia 2022, o meglio la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, come andrebbe definita in maniera corretta. 23 saranno i film presentati in concorso, con ben 5 italiani e 4 Netflix Original. Sempre più consolidato proprio il rapporto della Biennale con la piattaforma streaming, oltre che con l’Academy, presente per la prima volta in pompa magna al Festival, con il nuovo direttore Bill Kramer che ha partecipato a un convegno e sarà ospite d’onore dell’apertura di stasera. Ha definito gli Oscar le Olimpiadi del cinema e sottolineato la sempre più importante interdipendenza fra il premio più importante dell'anno e i festival internazionali come Venezia.

Ma l'ospite d'onore di stasera sarà Catherine Deneuve, in passato vincitrice di una Coppa Volpi, che riceverà il Leone d’oro alla carriera. A fare da maestra di cerimonia l’attrice Rocio Munoz Murales. Il film che aprirà le danze sarà per l’appunto targato Netflix, Rumore bianco di Noah Baumbach, con protagonisti Adam Driver insieme a Greta Gerwig, adattamento del romanzo di Don De Lillo da parte di un autore amato negli ultimi tempi da queste parti, specie grazie allo splendido e doloroso Storia di un matrimonio, presentato alla Mostra nel 2019, in epoca pre-Covid. 

A proposito, niente più mascherine obbligatorie, né restrizioni alle presenze. Finalmente. Qualche problema di troppo invece per il pubblico e gli accreditati nel prenotare i posti in sala - eredità dell’era pandemica mantenuta - a causa di una piattaforma meno performante di quelle streaming hollywoodiane. Si segnala anche un nugolo di zanzare senza precedenti, assetate del sangue dei cinefili. Ma a parte questo ci attendono undici giorni sulla carta da non perdere, con un programma sempre più ricco, che parla molto americano, con tante produzioni europee, e una presenza italiana molto numerosa, anche se le parole del direttore artistico Alberto Barbera, che ha definito non pienamente convincente la produzione nostrana di questa stagione, hanno aperto un vivace dibattito.



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