Nel caso non l'abbiate notato, il doppiaggio non può garantire che il labiale di una lingua si adatti a quello di un'altra. Nemmeno con il massimo sforzo esercitabile attraverso l'adattamento dei dialoghi che può ridurre la discrepanza, ma deve pur sempre essere fedele al contenuto narrativo. "Certo che l'abbiamo notato che il labiale non coincide, ma francamente ce ne infischiamo", direte voi giustamente. Questo perché, noi che non siamo di madre lingua inglese, siamo cresciuti cibandoci di prodotti di intrattenimento anglofoni, per lo più americani, e abbiamo sviluppato un'abitudine a non essere infastiditi dalla mancata sincronizzazione della pronuncia. Chi vive nel Regno Unito, negli USA, in Australia o in un paese dove la prima lingua è l'inglese, questa abitudine non ce l'ha e vedere una bocca che si muove non perfettamente in sincronia con quanto dice, è qualcosa di aberrante.
Perché per noi non è un problema? E in Italia comunque lo è molto meno di quanto non sia negli altri paesi che masticano l'inglese meglio di noi. Non è un problema perché con il doppiaggio siamo stati abituati molto bene da sempre, grazie alla bravura di adattatori, direttori e doppiatori. Poi c'è la questione culturale, tra pigrizia e provincialismo, che sorvoliamo. Vero è, però, che quando si iniziano a gustare film e serie TV in lingua originale difficilmente si torna indietro. È come abbeverarsi alla fonte senza edulcoranti, fruendo appieno del valore di una performance artistica proprio di quell'attore o attrice sullo schermo in quel momento. "Sì, ma i sottotitoli..." diranno alcuni di voi. Come per il labiale fuori sync, tranquilli, ci si abitua anche a quelli. E allora questo software di modellazione facciale 3D da dove arriva?
L'idea nasce dal regista Scott Mann che insieme al socio Nick Lynes ha fondato la società Flawless (parola che significa "senza difetti") con sede a Londra. Mann nel 2015 ha diretto il thriller d'azione Bus 657 con Robert De Niro, Jeffrey Dean Morgan, Dave Bautista, Kate Bosworth e Gina Carano, un film che è stato un insuccesso commeciale incassando 3,7 milioni di dollari su un budget (basso per gli standard americani) di 15 milioni. Il regista britannico spiega al magazine Input che lavorare insieme a De Niro e vedere la sua minuzia nell'interpretare un personaggio lo ha colpito molto, ma è stata un'attenzione ai dettagli che, secondo lui, nelle versioni doppiate del film è andata perduta. "I doppiaggi hanno rimosso il modo in cui De Niro prendeva le decisioni sul personaggio, cambiando i dialoghi per adattarli ai suoi movimenti facciali" racconta Scott Mann, "era evidente che il film non funzionasse e che nella migliore delle ipotesi, questo sia un compromesso".
Ciò che Mann dice, alle nostre orecchie suono molto come la scoperta dell'acqua calda. Sappiamo bene che un film doppiato è quanto di più vicino possa esserci al film in lingua originale, senza esserlo. È un compromesso, senza dubbio, e per un numero particolarmente ampio di italiani, francesi, spagnoli, tedeschi e giapponesi, tanto per citare alcune popolazioni, va bene così. Ma il regista si è incaponito e, ispirato dalla tecnica del deepfake (anche se ripudia l'accostamento), ha pensato di investire usando la tecnologia esistente della modellazione facciale 3D per adattare la bocca degli attori alla lingua del doppiaggio in una lingua o in un'altra. Qui sotto la presentazione video della società Flawless.
from ComingSoon.it - Le notizie sui film e le star https://ift.tt/3ekGOuq
via Cinema Studi - Lo studio del cinema è sul web
Nessun commento:
Posta un commento