venerdì 23 ottobre 2020

La vita che verrà "è la storia di una donna coraggiosa", racconta la regista Phyllida Lloyd alla Festa del Cinema di Roma

Dopo tanto tempo, Sandra trova finalmente il coraggio di fuggire con le sue due figlie da un marito violento. In lotta contro una società che sembra non poterla proteggere e con l’obiettivo di creare un ambiente accogliente per le bambine, decide di costruire da sola una casa tutta per loro. Queste poche righe di trama descrivono la storia raccontata da La vita che verrà, presentato in anteprima mondiale lo scorso gennaio al Sundance Film Festival. Il film esce al cinema nelle nostre sale il prossimo 25 novembre grazie a Bim Distribuzione ed è programmato in questi giorni alla Festa del Cinema di Roma nella sezione autonoma Alice nella Città.

Dopo aver diretto il musical Mamma mia! e The Iron Lady, entrambi con Meryl Streep che ha vinto l'Oscar per quest'ultimo, la regista Phyllida Lloyd si dedica qui a un progetto di dimensioni notevolmente più piccole. Sul set di La vita che verrà "mi sono sentita più comodo, in un progetto più piccolo puoi far sentire più facilmente tutti i membri della troupe partecipi della missione" spiega la regista in collegamento virtuale con la Festa di Roma, "c'è più flessibilità anche di apportare cambiamenti rispetto al copione e io e Clare siamo abituate a un processo di lavoro basato anche sull'improvvisazione".
La Lloyd ha alle spalle anni di esperienza di regia teatrale, soprattutto con Clare Dunne, la protagonista del film che ha anche scritto la sceneggiatura insieme a Malcolm Campbell. "Un amica di Clare è stata vittima di abusi domestici ed è fuggita di casa con i bambini diventando una senzatetto" continua la regista raccontando da dove sia arrivata l'ispirazione, "ed incontrando un architetto che ha pensato di costruirsi una piccola casa da sola. Io e Clare siamo andate insieme al un corso per la costruzione di quella casa che ed era fondamentale capirlo per poterlo raccontare nel film". La costruzione della casa serve infatti come metafora per la protagonista che ha bisogno di ricostruire la propria vita.

Phyllida Lloyd pone anche l'accento sulla questione della violenza domestica che è esponenzialmente aumentata durante la pandemia, a causa del lockdown che dava libertà d'azione alle persone aggressive. "Quando abbiamo chiesto alle associazioni che aiutano le donne vittime di abusi domestici, ci hanno pregato di non mostrare queste donne come vittime, perché quando una donna si allontana da una situazione drammatica e violenta è una donna piena di coraggio" ed così che la Sandra de La vita che verrà è ritratta nel film, una donna che lotta e insegue la luce in fondo al tunnel senza mai perdere la speranza.
Qui sotto il trailer del film di Phyllida Lloyd.



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