lunedì 5 ottobre 2020

Discriminata perché donna: una dirigente marketing accusa la Warner Bros USA

Ancora una volta la cultura maschilista sul posto del lavoro è al centro di una denuncia da parte di una donna americana, con un’anzianità di 31 anni in azienda, dirigente del marketing che ha accusato la Warner Bros, sede centrale di Burbank, appena fuori Los Angeles, California, di essere stata discriminata perché donna, e come tale presa di mira da discriminazioni e ritorsioni.

Susan Steen, questo è il suo nome, è stata assunta come segretaria a metà degli anni ’80 facendo carriera fino al ruolo di executive vice president for worldwide marketing services alla Warner Bros. Il tutto prima di venire licenziata lo scorso dicembre, secondo quanto viene riportato da una denuncia alla corte di L.A., in cui sostiene di aver subito una reazione dura da parte di dirigenti uomini che non accettavano la sua leadership, dopo aver riorganizzato i settori home entertainment e theatrical dello studio. Parla di ostilità da parte di un “old boys club” di manager uomini attempati.

“È stato un colpo devastante perdere il mio lavoro in quel modo, ancora più devastante perdere la mia reputazione in conseguenza del licenziamento”, ha dichiarato in un’intervista la Steen. La Warner Bros nega le accuse con decisione. “Non sono accurate”, hanno detto, “Presenteremo i fatti nel corso del processo legale”.

È solo l’ultima di una serie di cause legali legate al genere scatenate negli ultimi tempi a Hollywood, con protagonisti grandi studio.



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