martedì 12 giugno 2018

Grease compie 40 anni… e noi lo ricordiamo così

La prima volta che vidi Grease fu certamente in televisione, perché ero davvero troppo piccola per convincere qualcuno a portarmi in una sala, ma si tratta di un momento di cui, ahimé, non ho memoria. Quello che invece ricordo è il giorno in cui comprai la colonna sonora, un doppio LP che è stato il primo album di musica leggera da me acquistato e che mi costò ben 15.000 lire. Ricordo anche che, in terza elementare, eseguivo con perizia, nel cortile della scuola, le coreografie di "Summer Nights" con le mie amichette, e soprattutto che, quando nel '79 andai nella leggendaria libreria Strand di New York insieme ai miei genitori, trovai il fotoromanzo usato del film, che lessi per intero e che puntualmente mi feci regalare. Rammento infine che, a ogni nuova visione di Grease, guardavo sempre più incantata gli zoccoli con il tacco indossati da Olivia Newton John nella scena in cui cantava "You’re the One That I Want" con John Travolta (io all'epoca mi dividevo fra sandaletti e kickers) e che per diverso tempo continuai a non capire il significato della battuta "Rizzo ha la pagnotta nel forno" (ricordate la presunta gravidanza del personaggio di Stockhard Channing?).

Personal memories a parte, Grease è stato davvero un mito su celluloide, un'opera epocale, un film perfetto fin dalla sigla animata, accompagnata dal brano "Grease" scritto da Barry Gibb e cantato da Frankie Valli. Pensate che, anche se il singolo rimase per due settimane in vetta alla Billboard Hot 100, la canzone a cui i produttori avevano pensato era un'altra. La trovate negli extra dell’edizione in DVD e Blu-Ray del quarantesimo anniversario del film. Noi comunque l'abbiamo ascoltata e ci è piaciuta di meno della "seconda scelta", forse perché decisamente più old-fashion, in altre parole più anni '50, in linea con l'ambientazione tanto del musical originale di Jim Jacobs e Warren Casey quanto della sua versione cinematografica.

Dei Fities il film di Randal Kleiser non è solo un ritratto, ma una nostalgica celebrazione: delle brave ragazze che sognavano il principe azzurro e indossavano gonne a campana, dei ragazzi ribelli che usavano dosi massicce di brillantina per farsi la "banana", dei drive-in e di una serenità generale, magari di facciata, che si intrecciava con il progresso economico e con la sconfinata fiducia nell'America, che non era ancora diventata il paese dell'omicidio di JFK, di Nixon e del Watergate, e dell'inutile guerra del Vietnam. Al rosso del sangue e al nero della corruzione politica si potevano insomma opporre, su uno schermo e alla fine di un decennio difficile, il bianco di un vestito da sera e il rosa di una tinta per capelli fatta in casa. Che delizia! E che bello preoccuparsi solo del ballo di fine anno e della perdita della verginità.

Grease, che fu il film con il più alto incasso del 1978, segna la quarta apparizione sul grande schermo di John Travolta e il suo secondo ruolo da protagonista dopo La febbre del sabato sera. Prima che a lui, il ruolo di Danny Zuko era stato proposto ad Henry Winkler, che rifiutò. La giacca di pelle l'attore l’aveva già portata abbastanza nei panni di Fonzie in Happy Days e temeva di restare incastrato per sempre nella parte del bulletto. Travolta, all'epoca ventitreenne, era il più giovane del gruppo di attori, cosa curiosa, perché i personaggi erano pur sempre studenti dell'ultimo anno di liceo. La più "anziana" della combriccola era Stockhard Channing, che aveva 33 anni, seguita da Michael Tucci (31), Jamie Donnelly (30), Annette Charles (29), Olivia Newton John (28). Quest'ultima arrivò al film proprio grazie a John Travolta, che andò a trovarla, la supplicò di accettare il ruolo di Sandy ed ebbe il suo sì solo dopo uno screen-test della scena del drive-in. I pettegoli dicono che l'attore fosse innamorato della bionda e bella australiana. Sembra che di lei fosse invaghito anche Jeff Conaway, che anni dopo finì per sposare sua sorella Rona. Sempre Conaway si divertì parecchio sul set con quasi tutte le donzelle, tanto che la sua roulotte era sempre piena e "in movimento". Anche gli occhi azzurri di Travolta spopolarono, e a battere per lui era soprattutto il cuoricino di Dinah Manoff. Il cast, insomma, se la spassò allegramente e la festa di fine riprese è rimasta leggendaria. Didi Conn ha raccontato che fra le vivande offerte c'erano addirittura dei brownies allucinogeni (a tutt'oggi ignoriamo chi li avesse portati). Non erano dunque innocenti come gli studenti che interpretavano gli attori e le attrici di Grease, che per sentirsi giovani e risultare ingenui al punto giusto non uscirono quasi mai dai personaggi nel corso dell'intera lavorazione. Per la Newton John l'unica cosa da cui uscire erano i pantaloni neri attillatissimi indossati a fine film, che per ogni take le venivano letteralmente cuciti addosso.

Pur non parlando di amore libero, Grease era piuttosto moderno per l'epoca. Alcune delle Pink Ladies avevano una regolare vita sessuale e nessuno le giudicava più di tanto. Anzi, il film difendeva il loro diritto a godersi la vita sui sedili di una vecchia automobile, a fumare senza nascondersi e a non essere il prototipo femminile in voga all'epoca, con i capelli biondi lisci e raccolti, l'aria candida e gli occhioni sgranati. Arrivando alla Rydell High School, Sandy impara proprio questo: che le Doris Day hanno finito il loro tempo, e che la donna può servirsi del proprio fascino per mandare al tappeto maschi imbecilli che prima fanno i gradassi e poi si ritrovano a cantare sconsolati di fronte a salsicce e gelati animati. In questo senso, Grease è anche la storia di un'emancipazione, di un addio alla Sandra Dee che è in ognuna di noi, simbolo di un'educazione perbenista e castrante che danni, soprattutto in passato, fece molti.

Sono tanti e tutti irresistibili i personaggi di Grease e, invece di parlare dei più rinomati (i T-Birds e le Pink Ladies), varrebbe la pena di spendere qualche parola su quelli meno conosciuti, alcuni dei quali ancora ci indispettiscono. Ma quanto era odioso, per esempio, il Leo di Dennis Cleveland Stewart detto Crater Face? L'attore, che recitò anche nel poco fortunato sequel Grease 2, purtroppo ci ha lasciato nel '93. Ancora più insopportabile era la ballerina provetta Cha Cha DiGregorio. Mamma mia che antipatia quando si alzava la gonna durante il ballo di fine anno…. E come si atteggiava nel dare il via alla gara automobilistica fra i Thunderbirds e gli Scorpions!
Uno dei nostri personaggi secondari preferiti è invece l’angelo che invita Frenchy a tornare al liceo invece di diventare estetista e che aveva il volto di Frankie Avalon, che per chi non lo sapesse è stato uno dei più acclamati cantanti degli anni '50 e '60. Qualcuno lo rammenterà in un Festival di Sanremo nel quale fece coppia con Tony Renis, cantando "I sorrisi di sera". In Grease il suo pezzo si intitola "Beauty School Dropout". Sembra che prima di lui la produzione avesse puntato niente meno che Elvis Presley, che nel film appare solamente su un poster nella camera da letto di una delle Pink Ladies. Ci piaceva e ci piace molto anche Blanche, la segretaria del liceo, che parla poco, si commuove molto e appare spesso insieme alla Preside McGee. A impersonarla era la graziosa Dody Goodman, che dopo Grease recitò in Splash - Una sirena a Manhattan e Grease 2.

Come abbiamo detto in apertura, una delle meraviglie di Grease è la colonna sonora. Le canzoni di maggior successo dell'album furono quelle scritte appositamente per il film: "Grease", "You're the One That I Want" e "Hopelessly Devoted to You", che venne aggiunta in corner a sottolineare la purezza e l'intensità dell'amore di Sandy per Danny nonostante la stupidità e la superficialità di lui. Anche il singolo "Summer Nights" fece furore, restando in vetta alle classifiche inglesi per 7 settimane e vincendo il Disco di Platino. Alto gradimento anche per "Grease Lightnign'", cantata da John Travolta e Jeff Conaway.
Da bambina chi scrive ascoltava soprattutto il primo disco. Tuttavia nel secondo c'era un brano a cui era impossibile non affezionarsi e che era cantato dal gruppo di ragazzi al completo. Parliamo di "We Go Together". Nel '78-'79 a colpire - e divertire - erano soprattutto i vari scioglilingua sparsi qua e là nel testo ("As shoo-bop sha wadda wadda yippity boom de boom", "Chang chang changitty chang sha-bop", "Dip da-dip da-dip doo-wop da doo-bee doo, boogedy boogedy"). A riascoltare la canzone oggi, magari rivedendo il film, viene invece un po’ di malinconia, perché chissà se Sandy, Danny, Rizzo, Frenchy & Co. sono rimasti veramente amici dopo la fine della scuola e se hanno conservato la stessa energia e joie de vivre. Di certo, il musical di cui sono stati protagonisti non ha perso né smalto né successo. Il 16 giugno soffia su 40 candeline, e noi gli facciamo tanti auguri!



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