Il fine settimana ha visto protagonista il cinema e l’acqua, con la terza edizione dell’Aqua Film Festival, svoltasi quest’anno a Roma, fra il Cinema Caravaggio e la Casa del cinema. Mon père le poisson di Britta Potthoff e Adrien Pavie e Chao Pescao di Andres Forero Serna, rispettivamente francese e colombiano, hanno vinto il premio Sorella Aqua per il miglior corto e il miglior cortino. Riconoscimenti assegnati da una giuria composta da Enrico Vanzina, Elena Sofia Ricci, Irene Ferri, Francesco Bruni, il direttore della fotografia Enrico Lucidi, il doppiatore Stefano De Sando e il docente universitario Fabien Pruvot Delesalle.
Mon père le poisson narra le vicende di Esteban, un bambino di sette anni che vive con il padre turco in una fattoria in Francia. Tornando a casa dal fiume con una trota, Esteban trova suo padre ansimante come un pesce fuori dall’acqua. Tutto si confonde nell’immaginazione magica del ragazzino: deve salvare il pesce per salvare suo padre. “Il realismo magico di questo film – si legge nella motivazione della giuria - ci ricorda, con una storia intensa che mai indulge al melodramma, la meravigliosa onnipotenza dell’infanzia”.
Chao Pescao, cortino di animazione, racconta la storia di un pesce che raggiunge l'età in cui deve lasciare la propria casa, e si trova a dover dire addio alla famiglia per seguire il proprio destino.“Questo piccolo film d’animazione – si legge nelle motivazione delle giuria - mette in scena efficacemente una massima: che la gioventù è un rischio, ma che va corso”
Menzione AQUA & ANIMATION - novità di quest’anno - è stata attribuita al cortino di animazione Sea di Sabrina Zerkowitz (Spagna, 2017, 3’37’’) sulla storia di una barca di carta che atterra su una piccola imbarcazione che fa animare le piccole vite che ci abitano.
Nel palmares del Festival, fra le altre, anche la menzione speciale ComingSoon per la miglior regia assegnata : Massimo Loi e Gianluca Mangiasciutti per il corto a Je ne veux pas mourir (Italia, 2018, 7'12''), racconto della tragedia dei nostri tempi vista da chi dovrà imparare a vivere il domani. “Un pugno allo stomaco. La tecnica – si legge nella motivazione - che diventa racconto sul tema realtà / finzione e che mette lo spettatore difronte alle proprie reposanbilità. Uno sguardo finale che sa di disperazione ma anche di speranza”.
Ecco il nostro servizio video sul fine settimana dell’Aqua Film Festival
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