I festival di cinema e la pandemia. Una storia tormentata che ha contrassegnato già il 2020, ma che difficilmente non sconvolgerà anche il prossimo anno. Il primo grande evento, il Sundance Film Festival, dedicato al cinema indipendente americano, e non solo, in programma dal 28 gennaio al 3 febbraio 2021, quest’anno perderà la sua specificità locale. Si terrà, infatti, in versione ibrida, oltre che come di consueto a Park City, nelle montagne dello Utah, anche a New York, in Ohio, Tennessee, Kansas, California e Florida, e non solo, dove si terranno incontri, eventi e approfondimenti, tutti socialmente distanziati.
Cosa vuol dire? Le proiezioni saranno solo in digitale, l’evento consueto di Park City sarà virtuale, ovviamente a causa della pandemia di coronavirus, ma Il Sundance si svolgerà in molte città di tutti gli Stati Uniti. Dallo Utah hanno presentato i loro piani per l’evento in digitale, che includerà anche proiezioni in drive-in, cinema indipendenti e organizzazioni culturali.
“Anche in queste circostanze impossibili”, ha detto la nuova direttrice Tabitha Jackson, “gli artisti sono sempre alla ricerca di maniere coraggiose e vitali in cui fare il proprio lavoro. Sundance, come festival di scoperta, porterà il loro lavoro ai primi spettatori che verranno vederlo in ogni maniera possibile. Il cuore del festival sarà una piattaforma online, in cui ognuno dei più di 70 film del programma verrà presentato in un determinato orario, seguito da un Q&A con autori e attori. Ogni proiezione verrà poi riproposta due giorni dopo la premiere, e rimarrà on demand per 24 ore. Oltre alla piattaforma online ci saranno esperienze cinematografiche di vario tipo, mantenendo il distanziamento sociale, grazie a una costellazione di comunità legate al cinema indipendente in tutto il paese, che non lasceranno il nostro festival da solo”.
Il programma di questa edizione ibrida sarà presentato a metà dicembre, ma “gli artisti sono entusiasti delle possibilità di raggiungere nuovi spettatori in giro per l’America”, ha sottolineato la Jackson, “durante una pandemia, è il meglio che potevamo fare, e siamo contenti delle opportunità legate all’inedita struttura”.
Per quanto riguarda il Festival di Berlino, primo grande evento europeo dell’anno, previsto pochi giorni dopo il Sundance, dal’11 al 21 febbraio, cosa succederà? Qualche tempo fa, il 12 novembre, dalla Berlinale avevano inviato una mail piena di entusiasmo e ottimismo, che invitava la stampa ad accreditarsi, dicendo che il festival si sarebbe tenuto fisicamente, con tanto di augurio finale dei due direttori, pronti “a darvi il benvenuto personalmente per il festival 2021”.
Che sia stato uno slancio un po’ ottimistico o prematuro? La seconda ondata sta colpendo la Germania duramente, con Berlino che ha registrato due giorni fa il secondo numero più alto in assoluto, dallo scoppio della pandemia, di nuovi colpiti dal virus, con 1161 nuove infezioni in 24 ore e 24 morti. Tanto che lo stesso vice sindaco di Berlino, Klaus Lederer, ha espresso parole piene di scetticismo sulla possibilità di avere “cinema pieni in tutta la città a febbraio. Non penso davvero che sarà il caso, visti i numeri attuali”. Ha poi ricordato che gli spazi culturali saranno chiusi fino a metà gennaio, sottolineando oltretutto che la chiusura per l’arte potrebbe andare avanti ancora un po’ di più. Secondo notizie non confermate, il sindaco stesso avrebbe detto che la Berlinale andrebbe cancellata, manifestando grande preoccupazione per la possibile invasione di professionisti del cinema, anche se in numero ridotto rispetto al consueto. Lo scorso febbraio vennero venduti più di 330 mila biglietti per il pubblico pagante, con la presenza di 18.500 professionisti e quasi 3500 giornalisti.
La direttrice esecutiva della manifestazione, Mariette Rissenbeek, ha dichiarato alla rete locale RBB 24 che stanno seguendo da vicino la situazione e che stanno “attualmente esaminando la fattibilità del festival a febbraio”.
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