Ci si può innamorare, magari a prima vista, di qualcuno di cui abbiamo solo sentito la voce alla radio? In Insonnia d'amore - traduzione italiana di Sleepless in Seattle, che sarebbe l'etichetta affibbiata al personaggio di Tom Hanks, vedovo apparentemente inconsolabile che è stato costretto a parlare del suo amore e del suo dolore alla radio dal figlio, la notte di Natale, conquistando l'interesse di centinaia di donne in tutti gli Stati Uniti, compresa Meg Ryan, che è a Baltimora invece - Nora Ephron ci ha spiegato che sì, si può.
Certo, era il 1993, e fare una commedia romantica tutta basata su questo assunto, e sull'omaggio a Un amore splendido di Leo McCarey, era più facile di quanto non sarebbe possibile oggi.
Considerati i tempi che corrono - e pure il fatto che una manciata d'anni dopo la stessa Ephron sostituì la radio con la posta elettronica, ma non Hanks e Ryan, in C'è posta per te, guardando invece a Scrivimi fermo posta di Lubitsch - oggi quei due, o chi per loro, finirebbero probabilmente a chattare e fare sexting, manco fossimo in Lockdown all'italiana.
Anche perché di autrici come Nora Ephron, in giro, non ce ne sono più. E la commedia romantica di oggi continua a nutrirsi di quei modelli, quelli dei film della Ephron, senza la stessa intelligenza e apparente naturalezza, e senza saper continuare a far tesoro della lezione della Hollywood degli anni d'oro.
A dispetto di alcuni riferimenti temporali espliciti, tra i quali una battuta memorabile sul trauma provocato alla popolazione maschile dalla visione di Attrazione fatale, Insonnia d'amore sembra infatti un film molto più vecchio di quanto non sia, che sembra provenire da un'epoca precedente agli anni Novanta.
Certo, è una questione di prospettiva. Tantissimi film dei primi anni Novanta sembrano oggi molto più lontani dei trent'anni che ci separano realmente da loro, perché le trasformazioni del cinema e della società sono state rapidissime, ma quello di Nora Ephron sembra essere ancor più lontano degli altri.
E l'impressione è frutto di un disegno precisissimo, neoclassico.
Un amore splendido, certo. Ma anche certi richiami alleniani - come la colonna sonora, splendida, che va da Jimmy Durante a Carly Simon passando per Joe Cocker, Ray Charles e Louis Armstrong, e la fotografia di Sven Nykvist - ne sono un'ulteriore conferma.
D'altronde, Ephron ammirava molto Allen, di cui era amica e per il quale apparve come attrice in Crimini e misfatti e Mariti e mogli: e del suo primo film, This Is My Life, disse di averlo fatto per Woody.
In Italia, dove si conosce poco il suo lavoro da giornalista, o quel libro perfido e divertente che è "Affari di cuore", in cui raccontava del suo matrimonio con Carl Bernstein e del suo tradimento, e che poi è diventato il film omonimo di Mike Nichols con Jack Nicholson e Meryl Streep, Nora Ephron è bollata semplicemente come "quella che faceva i chick flick", i film per donne. Come se, peraltro, si trattasse di un'etichetta spregiativa.
Sì, Ephron faceva chick flick, e ne era consapevole, e lo sapeva fare benissimo, con profonda conoscenza della controparte maschile, anche.
Riguardatevi, in Insonnia d'amore, quella scena- che pure è stata in parte improvvisata - in cui Rita Wilson (nella vita moglie di Hanks) scoppia a piangere mentre gli racconta la storia Un amore splendido, e poi Hanks e Victor Garber, che è suo marito nel film, la prendono in giro fingendo di commuoversi parlando di Quella sporca dozzina.
Immaginatevela, oggi, una commedia romantica dove i due protagonisti (un Tom Hanks che stava lì lì per affrontare la svolta drammatica di Philadelpha e del primo Oscar, e una Meg Ryan nel periodo di suo massimo splendore, prima di perdersi chissà come e chissà perché) non si parlano fino ai minuti conclusivi della storia.
C'è chi dice che sia un film ruffiano, Insonnia d'amore,
Sarà anche ruffiano, ma che bella e che sollievo regala, quella ruffianaggine, con la casa bellissima di Hanks affacciata sul lago Union, amici come Rob Reiner e Rosie O'Donnell che dicono le cose giuste e quelle divertenti, il figlio che trama e riesce nei suoi piani, e quelle musiche e quelle atmosfere che erano d'altri tempi già nel 1993.
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