Mentre il mondo del cinema nostrano si organizza con la forza della commedia italiana per fronteggiare la carenza di titoli di grande richiamo, con Ritorno al crimine in uscita il 29 ottobre e Si vive una volta sola il 26 novembre, il circuito cinematografico americano risente come tutti dell'assenza dei grandi blockbuster, rimandati a Natale o al 2021 causa Covid-19, ingressi contingentati e zone in quarantena. La situazione è talmente grave che il presidente dell'associazione degli esercenti americani ha inviato al Congresso una richiesta per fondi di assistenza al settore, con in calce un'ottantina di firme di grandi registi e produttori: Martin Scorsese, Clint Eastwood, Edgar Wright, Alfonso Cuarón e Christopher Nolan sono soltanto alcuni dei grandi nomi che potete leggere nell'elenco qui in basso. Si tratta di un allarme non molto diverso da quello lanciato alla fine di giugno dal presidente dell'Anica Francesco Rutelli al Senato, dove si spiegava come il mercato italiano avesse perso (fino a quel momento) 25 milioni di spettatori, invocando un sostegno e un allargamento del tax credit. In sostanza cosa dichiara e cosa richiede invece la lettera americana?
Il mondo del cinema statunitense domanda il dirottamento di alcuni fondi del CARES Act (Coronavirus Aid, Relief, and Economic Security) al settore cinematografico, oppure l'avvio urgente del RESTART Act, un altro provvedimento di assistenza causato dall'emergenza sanitaria. Ecco i numeri che destano allarme: il 93% delle sale ha perso il 75% del fatturato all'agosto 2020. Si calcola che, proseguendo così, il 69% delle piccole sale o delle catene medie sarà costretto inevitabilmente a dichiarare bancarotta e chiudere per sempre i battenti, con la conseguente perdita del 66% dei posti di lavoro legati al settore.
Si parla di 150.000 persone che operano nel circuito, per i 268 milioni di americani che usufruiscono in tempi normali dell'esperienza cinematografica. La chiusura delle sale, oltre ad avere un contraccolpo senza pari sulle stesse produzioni (streaming o non streaming), colpirebbe anche i settori "limitrofi" alle sale, come i bar accanto ai cinema.
In parole povere, quando le major proporranno nel 2021 i film che stanno rimandando adesso, semplicemente troveranno un numero ben diverso di cinema in cui programmarli. Ecco l'elenco completo degli 82 firmatari della petizione.
Adewale Akinnuoye-Agbaje, Pedro e Agustin Almodovar, Wes Anderson, Judd Apatow, Jon Avnet, Sean Baker, Noah Baumbach, Michael Bay, Susanne Bier, Barbara Broccoli, James Cameron, Antonio Campos, Damien Chazelle, Jon M. Chu, Sofia Coppola, Alfonso Cuarón, Lee Daniels, Dean Devlin, Clint Eastwood, Andrew Erwin, Jon Erwin, Paul Feig, Shana Feste, Scott Frank, Cary Joji Fukunaga, Greta Gerwig, Evan Goldberg, Paul Greengrass, Leslie Greif, Luca Guadagnino, Catherine Hardwicke, Alma Har’el, Albert & Allen Hughes, Alejandro Gonzalez Iñárritu, Barry Jenkins, Patty Jenkins, Rian Johnson, Miranda July, Nicole Kassell, Jon Landau, Francis Lawrence, Mimi Leder, Ang Lee, Rob Letterman, Shawn Levy, Richard Linklater, James Mangold, Sam Mendes, Adam McKay, Steve McQueen, Ted Melfi, Reed Morano, Christopher Nolan, David O. Russell, Todd Phillips, Guy Ritchie, Seth Rogen, Joachim Rønning, Michael R. Roskam, Martin Scorsese, M. Night Shyamalan, Zack Snyder, Steven Soderbergh, Joey Soloway, David E. Talbert, Betty Thomas, Emma Thomas, Liesl Tommy, Denis Villeneuve, Taika Waititi, James Wan, Lulu Wang, Chris Weitz, Paul Weitz, Michael G. Wilson, Edgar Wright, Joe Wright, Cathy Yan, David Yates.
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