Renato, grigio ma scaltro assicuratore, passa le giornate girando per Roma a caccia di vite altrui: non c'è studente, donna in carriera o giovane coppia che possa sfuggirgli. Con l'insistenza meticolosa e un po' ingenua tipica tanto dei frustrati quanto dei nevrotici, egli pone i suoi clienti davanti a tutto ciò che nella loro quotidianità non funziona – o potrebbe non funzionare. Renato è un mago delle ipotesi (disastrose) e degli scrupoli (inutili), l'impiegato perfetto: diciamoci la verità, non brilla per simpatia. Di personaggi simili se ne incrociano parecchi, ultimamente – e non solo al cinema.
Giunto al suo secondo lungometraggio dopo Sulla strada di casa, Emiliano Corapi traccia il proprio personalissimo ritratto del cosiddetto italiano medio. Il quale, tuttavia, sembra distanziarsi parecchio dalla sarcastica rassegnazione di un De Luigi, o dalla sfacciata indifferenza di un Edoardo Leo.
Il protagonista di L'amore a domicilio - dal 10 giugno su Amazon Prime Video - è fin troppo ordinario per riscuotere il pieno consenso di chi assiste alla sua piatta routine, e soprattutto ai suoi disperati tentativi per sfuggirvi o per rientrarvi a piacimento. Renato non ha ambizioni (per davvero!), gli basta trascorrere le sue giornate alternando il lavoro a qualche sporadico tentativo di dialogo con il padre, dal quale ovviamente non si è mai emancipato. Un giorno, forse per ottusità o forse per azzardare un puerile colpo di testa, accetta di dare un passaggio ad Anna, una ragazza dall'aspetto e dai modi decisamente poco ordinari. Si vede lontano un miglio che questa donna misteriosa dal forte accento siciliano nasconde qualcosa – per esempio, il fatto di essere un'ex rapinatrice finita agli arresti domiciliari. E di qui il primo piccolo colpo di scena: Renato ne sembra quasi sollevato. I due si frequentano a casa di lei, in un limbo sospeso fra realtà pubblica e sfera privata.
Ciò che più affascina il nostro italiano medio è proprio il divario che separa e definisce le due dimensioni, impossibile da colmare: da bravo maniaco del controllo, egli si destreggia abilmente fra l'appagante grigiore delle sue giornate e la follia rigidamente vigilata della sua nuova relazione. Nemmeno l'entrata in scena di Franco, ex di Anna appena evaso e intenzionato a portare a termine il colpo perfetto da casa di quest'ultima, può smuovere l'intorpidita tolleranza del protagonista. Al contrario: nell'allucinata pignoleria che lo contraddistingue, Renato si ritroverà coinvolto in un furto a mano armata pur di tenere sotto controllo lo spirito (troppo) libero della fidanzata.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare dalle premesse del film, ciò che anima questo grigio ma scaltro assicuratore non è l'amore folle nei confronti di Anna, quanto il desiderio di assaggiare alcuni frammenti delle esistenze altrui senza mai rendersene partecipe. L'uomo medio di Corapi è davvero medio, perché non si distacca mai dalla propria banalità ma tenta semplicemente di dargli un tono. Renato e Anna sono agli antipodi, eppure non si amano per questo, anzi: si ha quasi l'impressione che non si amino affatto ma, come ripetono costantemente, «stiano bene insieme».
In fondo, entrambi rimangono chiusi nell'esclusività del proprio ordinario, nel proprio bastarsi da soli, la loro reciproca vicinanza è un atto eternamente passeggero. Riuscitissimo e molto delicato, in tal senso, il finale – in cui il registra disattente tutte le aspettative e schernisce i luoghi comuni del genere.
L'amore a domicilio sembra scritto e pensato appositamente per questo periodo, in cui ogni italiano medio si riscopre organizzatore seriale dei suoi tempi e dei suoi spazi, in cui mondo esterno e realtà emotiva finiscono inevitabilmente per dividersi. Miriam Leone (qui immortalata sulla strada di casa per Catania) e Simone Liberati si parlano senza mai veramente parlarsi, ognuno riordinando l'universo a cui è comodamente abituato – che si tratti della rassicurante monotonia di Renato o della sfrenata emancipazione di Anna.
A quanto pare, secondo Corapi, la commedia non ha bisogno di essere sfacciatamente divertente per risultare credibile: al contrario, il film riesce ad attraversare vari generi senza mai perdersi d'animo, le vicende si delineano con un tatto notevole. In certi momenti la sensazione è quella di rivedere Smetto quando voglio in slow motion: una formula che, come la storia fra i due protagonisti, inaspettatamente funziona.
(L'amore a domicilio); Regia: Emiliano Corapi; sceneggiatura: Emiliano Corapi; fotografia: Vladan Radovic; montaggio: Marco Costa; interpreti: Miriam Leone (Anna), Simone Liberati (Renato), Fabrizio Rongione (Franco), Anna Ferruzzo (Silvana), Luciano Scarpa (Sergetto), Valeria Perri (Simona), Antonio Milo (poliziotto), Eleonora Russo (Dori), Gerry Mastrodomenico (professore), Andrea Mautone (avvocato); produzione: Andrea Petrozzi per World Video Production con Rai Cinema, in collaborazione con Frame by Frame e Marvin Film origine: Italia, 2020; durata: 89'
from Close-Up.it - storie della visione https://ift.tt/2CWTLKD
Nessun commento:
Posta un commento