giovedì 17 aprile 2025

I Peccatori: un affascinante viaggio nel Delta del Mississippi tra Blues, gangster, vampiri e magia hoodoo

Se I Peccatori vi piacerà o meno, dipenderà come sempre da cosa vi aspettate dal film. Chi scrive aveva la curiosità di assistere a uno spettacolo epico, incentrato su alcune delle cose che preferisce in assoluto: la musica blues, i vampiri, i gangster, la cultura nera del Delta del Mississippi... e Michael B. Jordan (per di più doppio) e la spettacolarità che solo la visione in pellicola può dare. Sarà per questo che non sono rimasta delusa, perché di tutto questo nel film di Ryan Coogler ce n’è in abbondanza. A dire il vero, era da tempo che non vedevamo un’opera così ambiziosa e somigliante al cinema epico classico, oggi sparito - con poche eccezioni - dal grande schermo. E lo schermo per questo film deve essere il più grande possibile, possibilmente gigantesco ed avvolgente, l’IMAX, perché Coogler è un regista che crede ancora nell’esperienza cinematografica collettiva, e, se vi va di leggere cosa abbiamo scritto qua sotto e di vederlo mentre spiega, usa la tecnologia per ottenere il meglio in termini di immagini e di sonoro.

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Per quel che mi riguarda, anche se l’ho visto su uno schermo “normale e doppiato . mi perdoneranno i fautori del doppiaggio e i professionisti del settore, ma per quanto bravi siano io preferisco sentire le voci, gli accenti, il ritmo degli interpreti originali, specie quando l’ambientazione è il profondo Sud degli Stati Uniti dove la gente non parla in ottimo… italiano - sono uscita soddisfatta e satolla dalla visione. Dovessi scrivere una recensione e analizzarlo scena per scena avrei bisogno di molte pagine, ma mi basta provare ad offrirvi qualche spunto interessante (saltando l'ovvio di cui tutti parlano, qualcuno lamentandosi anche perché "questi registi fanno horror troppo politici e parlano sempre di razzismo": giuro che l'ho sentito), che forse non servirà ad apprezzare maggiormente il film, ma magari vi toglierà qualche piccola curiosità. Prima che ce ne dimentichiamo, un avvertimento: c’è una scena piuttosto lunga a metà dei titoli di coda che perfino molti miei colleghi si sono persi, dunque non uscite non appena vedete un signore anziano - di cui vi diremo - che suona perché c'è dell'altro.

Prima de I peccatori: Il black cinema e i vampiri

Il black cinema, fino ad oggi, non ha mostrato tanta familiarità coi vampiri. I titoli nel genere più famosi sono i blaxploitation Blacula (FOTO) (1972, un sequel l’anno successivo) e il cult Ganja and Hess con Duane Jones, protagonista del romeriano La notte dei morti viventi (ne esiste un remake del 2014, Da Sweet Blood of Jesus, firmato da Spike Lee che, indovinate un po’, da noi non è nemmeno uscito al cinema ma solo in home video). Sono però film dedicati ad un pubblico nero e conosciuti solo da appassionati ed addetti ai lavori. Ci sono poi i piò noti (ma firmati da bianchi) Vampiro a Brooklyn di Wes Craven, e, in margine ma non del tutto in tema, la trilogia di Blade, La regina dei dannati e il teen horror Nero come la notte. Ma di vampiri in Mississippi non ne ricordiamo. E infatti, inizialmente, anche i protagonisti de I peccatori sono convinti che si tratti di entità demoniache. Ma esistono i vampiri nel folclore africano, che gli schiavi hanno portato in America? Esistono in molte regioni fin dall’antichità demoni che succhiano il sangue, diversi dalla figura del vampiro resa popolare dal cinema in seguito al romanzo di Bram Stoker, che in alcuni casi sono anche più mostruosi e spaventosi dei loro omologhi occidentali. Ma nel film di Coogler è come se i reietti del vecchio Continente (il loro capo è irlandese) avessero colonizzato con le loro credenze e la loro cultura anche l’immaginario nero.

I peccatori: le citazioni

Chi ama il cinema dell’orrore noterà nel film di Ryan Coogler molte citazioni e omaggi ai classici dell’horror. Sono evidenti i riferimenti ai film di John Carpenter (non solo a Vampires), a The Faculty di Robert Rodriguez con un pizzico di Dal tramonto all'alba, ma anche a titoli non horror come Non è un paese per vecchi e Fargo dei Coen, ma in due scene in particolare sono evidenti nell’inquadratura stessa il rimando a Shining e a Il giorno degli zombi di George A. Romero (e ovviamente al suo seminale La notte dei morti viventi). Coogler ha citato anche come ispirazione il romanzo "Le notti di Salem" di Stephen King e Ai confini della realtà, in particolare l’episodio intitolato L’ultimo rito di Jeff Myrtlebank (lo trovate su YouTube, se volete vederlo).

I Peccatori: La magia del Delta, lo hoodoo, Robert Johnson e il Blues

Se come noi amate alla follia il Blues e la sua profonda influenza sulla nascita della musica rock e molti altri generi musicali, conoscete sicuramente la leggenda di Robert Johnson, il re del Delta Blues, morto a 27 anni, Era un tale portento con la chitarra che si diffuse la storia avesse fatto un patto col diavolo, incontrato a mezzanotte in un crocevia, per essere il migliore. Visto che Johnson morì in circostanze misteriose, iniziò a circolare l’idea che il signore del male fosse venuto a reclamare la sua anima dopo aver mantenuto la promessa. Di lui si parla anche nel romanzo e nella serie Lovecraft Country. A proposito di magia, ne I Peccatori c’è anche l’hoodoo, tipico della zona, da non confondersi col voodoo o vudù diffuso nel Bayou della Louisiana: niente bamboline con gli spilli, né sacrifici di galli, insomma, ma una pratica magica più affine alla Wicca, dove è importante il potere curativo e di difesa contro gli spiriti maligni di erbe e radici, spesso racchiusi in piccoli scapolari appesi al collo. Nella pratica hoodoo anche la Bibbia ha un potere taumaturgico e Mosè è considerato un maestro. Anche in questo caso si può parlare di sincretismo, di culture e credenze che si incrociano e danno origine a volte a superstizioni e pseudo medicina.

Il Blues è una forma musicale che nasce nel Sud degli Stati Uniti dalla sofferenza e dalla tristezza (da lì molti fanno risalire l’origine della parola) degli schiavi, sviluppatasi dai canti di lavoro, gli stessi che in precedenza avevano dato vita agli spiritual, con connotazioni religiose, a differenza dei temi terreni del blues (l'amore, il tradimento, la miseria). Gli strumenti essenziali erano la chitarra, l’armonica e ovviamente la voce. Nel film di Coogler uno dei personaggi, da vecchio, è interpretato da Buddy Guy, 88 anni, uno dei più grandi esponenti dell’electric blues ancora in vita (è lui il protagonista della scena finale di cui vi parlavamo prima). Ma ne I peccatori non c’è solo il Blues, ma anche un altro canto popolare, le Ballad irlandesi e nella pièce de résistence del film, in una scena assolutamente grandiosa, la musica crea un ponte tra vivi e morti, passato e futuro e i ritmi tribali si mescolano all'hip hop, all’elettronica, al pop e al rock. Anche solo quella sequenza (e non è l’unica) vale la visione di un film travolgente e girato da dio, al cui ritmo, che è quello della vita, dell’amore, del sesso e anche della morte, bisogna solo lasciarsi andare.



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