sabato 31 agosto 2024

Marco, l'incredibile storia dell'impostore più celebre di Spagna

Un uomo che ha vissuto pericolosamente il Novecento. Prima anarchico impegnato nella lotta di strada, poi una lunga carriera da sindacalista, e infine, in una maniera che segnò la sua biografia e il suo lascito ai posteri, come sopravvissuto ai campi di concentramento e leader dell'associazione spagnola che li rappresentava.

Una vicenda in realtà ben più complicata e ambigua di così, che ha spinto un grande scrittore come Javier Cercas a raccontarla in un libro magnifico, L'impostore, e ora due registi catalani come lui, Aitor Arregi e Jon Garaño, raccontano la vicenda in un film, Marco, che è stato presentato al Festival di Venezia, nella sezione Orizzonti.

Ecco la video recensione di Mauro Donzelli del film, direttamente da Lido.



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Diciannove, un anno vissuto in cerca: presentato a Venezia l'esordio di Giovanni Tortorici

Si affaccia fuori di casa in cerca di una direzione da prendere verso il futuro. Opera prima di Giovanni Tortorici, Diciannove ci conduce insieme a Leonardo fra città e università, studi economici e crisi letterarie. Presentato nella sezione Orizzonti del Festival di Venezia.

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venerdì 30 agosto 2024

Tim Burton's Labyrinth, per la prima volta in Italia la mostra-labirinto che celebra il visionario regista

Siete pronti a perdervi nel labirinto di geniali idee e grottesche suggestioni nate dalla magica mente di Tim Burton? Dal prossimo 13 dicembre, la mostra immersiva Tim Burton's Labyrinth arriva per la prima volta in Italia. Precisamente a Milano, in esclusiva, alla Fabbrica del Vapore. I biglietti sono in vendita da oggi su www.ticketone.it e c'è da aspettarsi il sold out a strettissimo giro.

Dopo il successo di Beetlejuice Beetlejuice, che ha riportato Burton alla Mostra del Cinema di Venezia, ecco un'altra entusiasmante novità che riguarda l'inconfondibile universo del papà di Edward Mani di Forbici. Il Bel Paese, dopo il successo della mostra Il Mondo di Tim Burton, ospitata dal Museo Nazionale del Cinema di Torino da ottobre 2023 ad aprile 2024, ha deciso di celebrare ancora una volta la preziosa e prolifica produzione dell'artista, ripercorrendo le orme della sua straordinaria immaginazione.

Tim Burton's Labyrinth, quanto costano i biglietti della mostra?

Tim Burton's Labyrinth sarà aperta dal 13 dicembre 2024 al 9 marzo 2025. Il prezzo dei biglietti va dai 18 euro della tariffa base ai 28 euro del biglietto Premium. Quest'ultimo consente due accessi a persona, così da percorrere l'itinerario due volte consecutive all'interno della stessa fascia oraria. Include anche uno sconto del 12% allo shop e un gadget in regalo a tema Tim Burton.

La premessa della mostra è molto accattivante: i visitatori vivranno un'esperienza immersiva indimenticabile, guidati nei meandri della creatività di uno dei registi più originali ed amati di sempre. Cosa dovranno aspettarsi i visitatori? Neanche a dirlo, qualcosa di completamente folle. L'esposizione, come si evince dal nome, si articola in un labirinto che, attraverso 15 stanze con opere d'arte originali, snocciola diversi temi legati al regista. Ogni ambiente è valorizzato da luci, suoni ed emozionanti scenografie direttamente dai celebri film di Burton. Non mancherà una componente interattiva, per far sentire il pubblico ancor più connesso ai mondi caleidoscopici e fiabeschi nati dalla fantasia del regista.

In questo avvincente percorso, i visitatori, esplorando, si sentiranno dentro gli scenari di Beetlejuice, Batman e The Nightmare Before Christmas. Ma incontreranno anche i personaggi di Sweeney Todd, della serie Netflix Mercoledì e chi più ne ha, più ne metta. Questo viaggio incredibile durerà circa 1 ora, in cui ammirare spazi espositivi gremiti di opere d'arte inedite (direttamente dalla collezione privata del regista), schizzi preparatori dei film, sculture e costumi di scena. Tim Burton's Labyrinth è una mostra itinerante, che ha aperto le danze a marzo a Barcellona, per poi toccare Bruxelles, Parigi, Madrid e Berlino, dove sarà visitabile fino al 3 novembre.

Sino ad ora, ha accolto oltre 650mila visitatori. Alla tappa di Milano seguiranno altre due città ancora da annunciare. La rassegna è una creazione originale di LETSGO Company, in collaborazione con Tim Burton e presentata in Italia da Alveare Produzioni, LETSGO Company e da Fabbrica del Vapore - Comune di Milano.



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Jurassic World: Rebirth, Scarlett Johanson e Jonathan Bailey nelle prime immagini del film

I dinosauri sono pronti a riconquistare la Terra nelle prime immagini di Jurassic World: Rebirth, titolo ufficiale del quarto capitolo del franchise di Jurassic World. Nella giornata di ieri, giovedì 29 agosto, Universal Pictures ha svelato il logo e le prime immagini del film, con protagonisti Scarlett Johanson e Jonathan Bailey.

Jurassic World: Rebirth, Scarlett Johanson e Jonathan Bailey nelle prime immagini del film

Graize a Variety sono state diffuse le prime immagini ufficiali di Jurassic World: Rebirth, il quarto film della saga sui dinosauri iniziata nel 1993 e proseguita con la trilogia di Jurassic World, conclusa nel 2021. Diretto da Gareth Edwards (Rogue One: A Star Wars Story) e con una sceneggiatura curata da David Koepp, che ha lavorato al primo Jurassic Park, il film arriverà nelle sale nel 2025. Nel cast Jonathan BaileyScarlett Johanson Mahershala Ali.

Secono la sinossi ufficiale svelata da Universal Pictures, il film sarà ambientato 5 anni dopo gli eventi di Dominion, quando "l'ecologia del pianeta si è dimostrata inospitale per i dinosauri"Gli esemplari rimasti esistono in ambienti isolati, vivendo in climi equatoriali simili a quelli in cui un tempo prosperavano. L'unica soluzione per salvare i rettili dall'estinzione è contenuta nel DNA delle tre creature più colossali che vivono in queste biosfera tropicali e da cui sarà possibile ricavare un farmaco che permetterà all'umanità e ai dinosauri di sopravvivere. 

Universal ha anche rivelato alcuni dettagli sui protagonisti del quarto film: Scarlett Joahnson sarà Zora Bennett, a capo della squadra incaricata di recuperare il DNA dalle tre specie di dinosauri più grandi rimaste in vita in quella che è a tutti gli effetti una pericolosa missione top secret, Jonathan Bailey è il Dr. Henry Looms, un paleontologo e Mahershala Ali sarà Duncan Kinkard, il più fidato collaboratore di Zora. Quando il destino della squadra di Zora si intreccerà con quello di una famiglia di civili, la cui barca è stata capovolta da un gruppo di dinosauri predatori acquatici, il gruppo resterà bloccato su un'isola e inizierà una lotta per la sopravvivenza, mentre un pericoloso segreto tenuto nascosto per decenni verrà portato alla luce.

Il resto del cast comprende anche Manuel Garcia-Rulfo, che interpreta Reuben Delgado, il padre della famiglia di civili naufragati e composta da Luna Blaise, David Iacono e Audrina Miranda, infine, Rupert Friend sarà Martin Krebs, il rappresentante del conglomerato della droga che finanzia la spedizione di Zora.



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Thor: Ragnarok, Cate Blanchett sulla Marvel: "Non sono abituati a lavorare con una sceneggiatura completa"

Cate Blanchett è di ritorno al cinema alla guida del cast di Borderlands, ma ha un ricordo preciso del suo lavoro sul set Marvel. Apparsa in Thor: Ragnarok, ha interpretato Hela, sorella maggiore di Thor e Loki di ritorno dall’oscurità per scatenare panico ad Asgard. Quello che Hela non aveva messo in conto, dopo la morte di Odino, è che Thor non avrebbe agevolato la sua ascesa. Ragionando su quella parentesi della sua carriera, l’attrice ha rivelato un dettaglio relativo al processo di lavoro dei Marvel Studios che ha appurato con i propri occhi.

Thor: Ragnarok, Cate Blanchett ricorda l’esperienza e rivela un dettaglio del processo Marvel

In Thor: Ragnarok, Odino racconta a Thor e Loki che la sua morte avrebbe liberato Hela, la primogenita imprigionata millenni prima per la sua sete di potere. Hela era il braccio destro di Odino, ma la sua brama di potere era cresciuta a dismisura e il padre fu costretto a metterla dietro le sbarre finché fosse stato in vita. Alla sua morte, infatti, Hela ritorna e il primo incontro con Thor finisce in uno stato di shock: Hela distrugge il Mjolnir, l’iconico martello di Thor che in pochissimi hanno potuto sfiorare o addirittura impugnare. Sua sorella lo riduce in mille pezzi, dimostrando sin da subito l’oscurità dentro di sé. Nel corso del film, però, il figlio di Odino dovrà trovare un modo per salvare Asgard dalla furia cieca di Hela, ormai consumata dalla rabbia e dalla vendetta. Ad interpretarla è stata Cate Blanchett, attrice premio Oscar che per la prima volta ha collaborato con l’universo Marvel interpretando una villain. In merito a quella parentesi della sua carriera, l’attrice ha rivelato che in realtà gli Studios in questione non devono necessariamente avviare la produzione con una sceneggiatura completa, ma anche semplicemente con qualche bozza di scene d’azione per poi completare il tutto strada facendo.

La Marvel non è necessariamente abituata ad avere un’intera sceneggiatura sin da subito. Spesso, partono dalle battaglie essenziali e poi iniziano a lavorare a ritroso e a costruire le loro storie. È un intero, enorme puzzle, non so. Quello che non avevo realizzato allora era che era la prima volta che una donna cattiva veniva proposta sullo schermo, quindi era emozionante, ma sapevo che Taika Waititi ci avrebbe messo il suo tocco personale e che Chris Hemsworth era così pronto a tutto ed incredibilmente generoso e divertente, pronto a guidare il tutto verso un’altra direzione. Sembrava che ci fosse un’energia davvero giocosa ed emozionante.

Nell’intervista riportata da ComicBook, Cate Blanchett ha rivelato di essersi unita a Thor: Ragnarok proprio perché fan di Taika Waititi, che ne ha firmato la regia. Quando si sono incontrati, non aveva idea che le volesse proporre di entrare a far parte del cast del film.



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giovedì 29 agosto 2024

Separated, la spietata politica americana al confine messicano raccontata da Errol Morris

Vincitore dell'Oscar, Errol Morris è uno dei grandi documentaristi americani. In Separated, presentato fuori concorso al Festival di Venezia, racconta la brutale politica americana al confine messicano che divide figli e genitori.

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Finché Notte non ci Separi: gli adorabili Pilar Fogliati e Filippo Scicchitano presentano il film

Finché Notte non ci Separi è un film sui trentenni fatto da trentenni: un giovane regista, Riccardo Antonaroli, e due giovani protagonisti, che sono Pilar Fogliati e Filippo Scicchitano, e se il primo è al suo secondo lungometraggio dopo La svolta, nemmeno gli ultimi due sono esattamente degli esordienti. Entrambi si muovono fra cinema e televisione ,solo che Scicchitano lo conosciamo e lo apprezziamo dai tempi di Scialla!, mentre Pilar è letteralmente esplosa negli ultimi due anni, firmando anche una regia.

Finché Notte non ci separi non è esattamente una commedia sentimentale. C’è del romanticismo, certo che sì, ma la movimentata notte che trascorrono i protagonisti, non in camera da letto ma per le strade di Roma, è come un grido di libertà prima di fare la vita da grandi e prendersi responsabilità che spaventano. Ecco perché un anello trovato da Eleonora nella tasca di Valerio diventa un pretesto per sfuggire a quella suite dell'hotel che ha ospitato il ricevimento e che fa rima con le paroline "per sempre".

In uscita oggi nelle sale italiane con 01 Distribution, Finché Notte non ci Separi è stato presentato, nel mese di luglio, al Taormina Film Festival 2024. L'indomani abbiamo incontrato, insieme ad alcuni colleghi, proprio gli interpreti principali, che ci hanno raccontato qualcosa dei loro personaggi per poi parlare dei temi forti del film: la gelosia, la paura del giudizio altrui, il matrimonio, la recitazione. Quasi intimiditi da tante domande, Pilar Fogliati e Filippo Scicchitano hanno risposto con pudore ma in modo molto sincero.

La gelosia

Filippo Scicchitano: Io sono molto geloso, ma credo che dipenda dalla mia insicurezza, il personaggio di Valerio è gelosissimo e devo dire che mi sono riconosciuto in lui Penso che la gelosia "sana" possa anche andare bene, ma quando sfocia in altro, la trovo esagerata. La mia gelosia per fortuna è sana, ci tengo a specificarlo.

Pilar Fogliati: Io appartengo alla specie peggiore: quelle che sono gelose ma fingono di non esserlo, quindi fanno le sportive e dicono: "Ma che bella ragazza!". In realtà sono molto gelosa, anche se cerco di controllarmi, però la cosa bella di questo film è che la gelosia appare come un sentimento che ha una sua dignità meravigliosa. Nel film in fondo è un pretesto, perché parte da una mancanza e viene raccontata in maniera molto tenera perché alla fine sia Eleonora che Valerio sanno di non essere veramente gelosi l'uno dell'altra e capiscono che avevano semplicemente bisogno di smuovere le acque. Volevano insomma altre 8 ore per realizzare quello che avevano fatto. 

L'abito da sposa

Pilar Fogliati: Dicono tutti che porta sfiga indossare l’abito da sposa, quindi se non mi sposerò mai non è perché sono una trentenne in crisi esistenziale ma perché ho già indossato un abito. Però è stato bello, e in più non sono poi così superstiziosa, e infatti ero contenta di indossare un favoloso abito bianco che ha un bel significato. Inoltre mi divertiva molto indossare le scarpe da ginnastica. Era un  contrasto divertente.

Recitare

Pilar Fogliati: Penso che questo lavoro sia un privilegio e una gran fortuna, perché ti dà l'occasione di conoscere delle cose di te, perché comunque la materia con cui noi attori lavoriamo siamo noi stessi ed è stranissima come cosa, dal momento che presti il tuo modo di muoverti, suonare, vibrare ed emozionarti a un'altra persona. Diciamo che ti metti al servizio di una storia, e questo distaccarti un po’ da te stesso e guardarti da lontano ti aiuta a capirti.

Filippo Scicchitano: Effettivamente il nostro mestiere ti regala sempre la possibilità di lasciarti andare ed è un'occasione sempre interessante per scappare da questa realtà nella quale a volte non mi trovo. Spesso la recitazione diventa per me l'unico modo per divertirmi e sperimentare cose nuove e diverse.

Lavorare di notte

Filippo Scicchitano: Abbiamo girato di notte anche le scene in interno e a un certo punto abbiamo tutti preso il ritmo. Per me era la prima volta, quindi è stata veramente un'esperienza unica, e poi adoravo godermi il momento in cui si lascia il set, si torna a casa e si ha ancora addosso l'adrenalina. Non riuscivo ad andare subito a dormire: dovevo stare in piedi, fare cose. Quindi prendevo il motorino, giravo per la città, andavo a prendermi un cornetto, guardavo con curiosità la gente che andava a lavorare.

Una coppia perfetta

Pilar Fogliati: Sicuramente è merito del regista e del produttore che ci hanno dato la possibilità di provare tanto, in più io ero già una grande ammiratrice di Filippo. Non avevamo mai lavorato insieme ma ero certa che ci saremmo trovati benissimo. Sai quando dici: "Sento che ci staremo simpatici, che andremo d'accordo"?: è una cosa che puoi capire almeno un po’  anche solo guardando come lavora un attore.

Filippo Scicchitano: Anche secondo me certe cose le senti, solo che… non voglio dire che mi pesi raccontarlo, ma più parlo bene di Pilar e più non mi sento a mio agio, perché è una cosa che è difficile spiegare, anche se la percepisci con chiarezza. In ogni modo mi sono proprio trovato bene con lei: è una delle migliori attrici con cui abbia lavorato. Questa frase l'avrete sentita cento volte, quindi che c'è da aggiungere? C'è da aggiungere un film. Speriamo che il nostro arrivi al pubblico. Sono convinto che almeno la nostra intesa perfetta arriverà agli spettatori, perché l'alchimia c'è stata.

Gli uomini bugiardi

Pilar Fogliati: Come si gestisce un uomo bugiardo? Se mi accorgessi che un uomo mi dice una bugia, magari cercherei di andare oltre, e se sentissi che lo sta dicendo perché sta nascondendo qualcosa di sé, magari un'insicurezza o una paura, una cosa utile potrebbe essere parlargli di una mia paura o insicurezza, dandogli così l'occasione di essere sincero, perché così penserebbe: “Wow, ma guarda com'è stata autentica! Mi ha detto una cosa imbarazzante di sé stessa, e allora le dico la verità". Non so se questo metodo funzionerebbe, però so che ti fa sentire a tuo agio una persona che ti mostra il suo orrore, il suo sbaglio, la sua debolezza.

Il giudizio degli altri

Pilar Fogliati: È un discorso che vale per un milione di campi, perché probabilmente la responsabile a volte sono anche io e non solo gli altri. Sei tu che a volte dai il permesso alle persone di dirti le cose. Secondo me Eleonora lo fa, e io stessa a volte mi stupisco di me, perché anche mentre faccio scrolling col telefono, vengo sommersa di esempi, consigli, suggerimenti. Guardo un video che mi dice: "La vita è una, va vissuta" e penso: "Basta, mollo tutto e apro un ciringuito”. Il giorno dopo leggo una cosa e magari cambio idea, poi dico: “Devo mangiare in quel modo, devo mangiare in quell’altro modo".  È tutto così, ci sono troppi stimoli, e tutte queste opinioni, quando abbiamo voglia di ascoltarle, in realtà ci mettono un po’ in crisi.

Filippo Scicchitano: Io vado ancora in terapia, quindi potete immaginare che il peso che do al giudizio degli altri è sempre troppo. Scherzi a parte, è ovvio che mi condiziona, e però so, visto che ho un po’ di anni di lavoro alle spalle, che prima accetti di essere giudicato e meglio stai. So bene che esiste un giudizio non sano, che passa per l'invidia della gente o per l'odio. Poi ci sono dati che appartengono all'oggettività e infine il parere del pubblico, che conta moltissimo, perché noi abbiamo un lavoro che ha molto a che fare con il pubblico, quindi là non si sfugge.

L'autocritica

Pilar Fogliati: Quando un regista mi dice: "Vuoi rivedere il ciak?", gli rispondo: "Non ti preoccupare, è una cosa che non ti chiederò mai". Mentre giro un film non voglio rivedermi,  quando però entro nella visione del regista e il film è montato, e io mi sento una parte di un qualcosa, allora ogni tanto ci provo, anche se non voglio vedere il singolo ciak perché altrimenti rischio di aggiungere o togliere qualcosa e invece magari andava bene così. E poi sono una che si affida abbastanza, tuttavia penso che devo ancora imparare tanto, migliorare tanto. Forse dovrei essere meno autocritica, però mi piacciono queste montagne russe emotive.

Filippo Scicchitano: Sono molto autocritico e non mi piaccio mai, e condivido con Pilar  la scarsa voglia di rivedersi, però una volta un collega mi ha detto: "Sai, questa è una debolezza", perché quando non fai altro che ripetere: "Faccio schifo, faccio schifo",  anche quello è egocentrismo. Magari invece il personaggio non va bene e puoi cambiarlo in meglio, solo che io proprio non ce la faccio a rivedere i miei ciak.



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mercoledì 28 agosto 2024

MaXXXine: Intervista a Ti West, regista del capitolo finale della trilogia horror con Mia Goth

La trilogia di Ti West con Mia Goth cominciata con X - A Sexy Horror Story e proseguita con Pearl si chiude con MaXXXine, che si svolge a qualche anno di distanza da X. Nell'omaggio a Non aprite quella porta girato nel 2022, Maxine sognava di sfondare nell'industria del porno e sfuggiva a una carneficina per mano di un'anziana coppia. Ora invece desidera diventare una star hollywoodiana, e il suo ingresso nel dorato mondo dell’intrattenimento "lecito" avviene tramite la porta dell'horror: di un sequel di un horror, per la precisione, intitolato The Puritan II e diretto da una regista britannica che si definisce un'artista. Anche MaXXXine è un omaggio alla settima arte, non a Il Mago di Oz come nel caso di Pearl ma a Psyco, ai thriller di Brian De Palma, al primo Dario Argento. Personaggio importante del film è Los Angeles o meglio Hollywood, dove tutti hanno un sogno e dove imperversano la bassezza, la cattiveria e lo squallore.

MaXXXine debutta nelle sale italiane oggi, 28 agosto, distribuito da Lucky Red, e a un giorno dalla sua uscita abbiamo avuto il piacere di conversare con Ti West, uomo intelligente e arguto e grande appassionato di cinema. Vista la smania di celebrità della bella Maxine Minx, gli abbiamo chiesto cosa renda tale una star e soprattutto se nella Hollywwod di oggi ce ne sia qualcuna. Ecco la sua risposta: "Credo ce ne siano, ma è difficile definire una star. Direi che quando ne incontri una, lo senti, anche se non sai  spiegare esattamente perché. Il fatto è che ci sono tantissimi attori che lavorano sodo, amano il loro lavoro e hanno talento da vendere che però non sono star, o grandi cantanti che non sono star, perché non hanno quello che di solito chiamiamo l'X factor. Ti rendi conto di cosa sia una star quando ne vedi una all'opera. Maxine è una star, Mia Goth certamente lo è e magari Brad Pitt è una star, visto che puntualmente le persone fanno la fila solo per vederlo quando partecipa a qualche evento. Se parlo di lui è perché sono decenni che è un divo del cinema, traguardo che è quasi impossibile raggiungere. Non saprei definire quel non so che per cui si distingue da tanti altri attori, ma so che esiste e lo percepisco.

X e Pearl sono stati girati in una fattoria, qui invece lei ha fatto le cose in grande: c'è Hollywood, ci sono gli Universal Studios, c'è Los Angeles. Com'è stato affrontare questo imponente cambiamento?

È stato certamente difficile perché girare a Los Angeles è davvero un'impresa. Nonostante Hollywood sia il posto dove si fa il cinema, non si vedono tante persone in mezzo alla strada che girano film. Tecnicamente e logisticamente MaXXXine è stato molto più difficile di Pearl e di X, ma mi ha dato grande soddisfazione, perché l'idea di girare un nuovo capitolo di una trilogia che parla del cinema proprio a Hollywood, utilizzando una serie di location che ormai sono entrate nel mito, era per me un sogno, e all'inizio non sapevo se ci sarei riuscito. Invece ce l'ho fatta ed è stata una grandissima soddisfazione mettere nel film tutta l'iconografia hollywoodiana di un passato non troppo lontano.

In MaXXXine Hollywood è un postaccio: è brutta, sporca e cattiva. Come mai?

Perché è veramente così. La cosa interessante di Hollywood è che c'è uno strano contrasto, nel senso che da un lato è uno dei posti più affascinanti del mondo, ma dall'altro è un luogo molto triste e cupo. Tante persone arrivano a Hollywood dall'estero con la speranza di lavorare nel cinema, e la stessa Hollywood Boulevard è una strada turistica ma nello stesso tempo fa parte di una zona della città molto pericolosa: ci sono diversi locali notturni e non è certamente fra le vie più belle si Los Angeles. Eppure ospita le anteprime cinematografiche più importanti. Insomma, c'è qualcosa di inquietante e provocatorio nell'idea che sulla stessa strada possano coesistere un'anteprima molto mondana e diversi senzatetto in cerca di un riparo. In fondo questa è l'essenza di Hollywood. La cosa buffa è che a Hollywood una persona può essere derubata ma anche avere un colpo di fortuna e diventare attore o attrice. È un posto tanto strano, che non ha uguali.

So che lei è un grande appassionato di horror. Quando si è innamorato di questo genere?

Ho cominciato a interessarmi all’horror quando ero molto giovane, perché per me il cinema significava videoteche. È stato grazie a una videoteca che ho conosciuto il cinema, e la sezione degli horror quando sei un ragazzo è sempre quella da cui si comincia, e ci sono cose che puoi vedere e cose che non puoi vedere. Io adoravo guardare film che non avrei dovuto guardare. Pian piano ho allargato la mia conoscenza e il rapporto con i film è diventato per me molto viscerale, e quando ho sentito il desiderio di fare il regista, cosa che è accaduta molto più tardi, l'horror era l’unico genere, così come i film per adulti, che ti permetteva di non avere alcun rapporto con Hollywood. Se avevi abbastanza talento, potevi cominciare con un horror spendendo pochi soldi e andando semplicemente in un bosco. Se avevi fortuna, il tuo film veniva distribuito e la gente andava a vederlo. Non avevi bisogno di volti noti, di un grosso budget e delle risorse tecniche che Hollywood offriva, e per me che non venivo da Los Angeles è stato il genere ideale con cui ciniziare.

Il serial killer che in MaXXXine fa mattanza di attrici di film erotici e dell'orrore indossa dei guanti di pelle nera. In questo ricorda alcuni assassini dei film di Dario Argento. Conosce il suo cinema? È stato per caso influenzato da lui quando pensava a MaXXXine?

Quando ero ragazzo, c’erano dei film che non arrivavano dove vivevo, quindi non sapevo nulla del cinema italiano, e quando ho cominciato a interessarmi al cinema, ho cercato di vedere quanti più film stranieri potevo. È stato allora che ho sentito parlare dei gialli italiani, e quando, dopo averli cercati per una vita, ho avuto la possibilità di vederli, sono rimasto folgorato, ad esempio da Suspiria e Profondo rosso di Dario Argento. Non avevo mai visto niente del genere, perché avevano uno stile completamente diverso da tutto ciò che era stato fatto in America. C'erano una poetica ben precisa e una grande consapevolezza del linguaggio del cinema. Per me è stata come una deflagrazione perché finalmente ho capito cosa poteva essere fatto con la macchina da presa. Quel cinema mi ha influenzato in MaXXXine. Più in generale ho cercato di fare una trilogia in cui ogni capitolo favesse il suo stile specifico e quindi composta da tre film molto diversi l'uno dall'altro. Non a caso sono ambientati in epoche differenti.

Una delle battute più belle del film la pronuncia la regista interpretata da Elizabeth Debicki, che dice a Maxine: "Tutti quanti amano un perdente". Lo pensa anche lei?

Credo che sia così anche nella realtà. Tutti possono riconoscersi nella condizione di chi vive un certo tipo di vita ma in realtà vorrebbe viverne un'altra e si rende conto che passare dalla prima alla seconda forse è troppo difficile.  Così, quando leggi o ti trovi a seguire la storia di qualcuno che supera tutti gli ostacoli e ottiene ciò che desidera - e succede soprattutto nello sport, che è un universo nel quale capita che una persona raggiunga un traguardo che sembrava inarrivabile - non puoi che appassionarti. Ognuno ha la sua versione della vita che avrebbe voluto condurre e anche la paura di non poterla vivere, di fallire, e fallire è terribile. Penso che Pearl sia l’esempio più chiaro di questa disfatta. Sia lei che Maxine hanno un fortissimo desiderio di diventare famose, ma una di loro non ci riesce, e e si tratta di una condizione che molti hanno conosciuto e che nei miei film è uno dei temi principali.



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Demi Moore e la scena in bikini in Charlie's Angels: "Sembrava che fossi fuori posto"

In Charlie's Angels - Più che mai, Demi Moore interpretava la villain e aveva una scena in bikini resa celebre anche dal marketing: ora racconta a Interview che le fece realizzare di essere in una posizione un po' scomoda nell'ambiente...

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martedì 27 agosto 2024

I Quindici è la vera storia degli operai che hanno dato nuova vita a loro stessi e al Birrificio Messina

C'è una storia che potreste non conoscere. La storia di una fine che racconta un nuovo inizio. Sembrerebbe un film, invece ciò che hanno vissuto i protagonisti è successo realmente ed è grazie a un documentario che questa vicenda esce dalla Sicilia per farsi conoscere nel resto d'Italia e nel mondo.

Alcune settimane fa all'Horcynus Festival è stato presentato il film I Quindici del Birrificio Messina, diretto da Alessandro Turchi. Successivamente alla chiusura per fallimento dello storico stabilimento di Messina, dopo un tentativo di speculazione edilizia dei proprietari tra il 2008 e il 2011, 15 ex operai che da anni lavoravano alla produzione della birra, invece di lasciarsi inserire nei percorsi assistenziali di disoccupazione, prendono la situazione in mano. O meglio, prendono concretamente il loro trattamento di fine rapporto e lo destinano all'impossibile progetto di creare una cooperativa che possa realizzare un nuovo stabilimento e riavviare la produzione.

Questa storia di riscatto è raccontata dagli stessi mastri birrai che sono diventati dal 2014 imprenditori di sé stessi nel documentario I Quindici del Birrificio Messina, di cui qui sotto potete vedere il trailer.

Birrificio Messina: l'esperienza del passato, passaggio obbligato verso il radioso futuro

Quella della birra messinese è una storia del passato che continua a esistere. I quindici artigiani della birra da oltre 30 anni arricchiscono la tradizione brassicola della città siciliana con la loro esperienza. Grazie a un animo che non si arrende mai, proprio come la terra che da sempre fa da sfondo alla loro storia, proseguono il loro percorso di successo raccontandolo nel documentario.

Sono due i prodotti del birrificio: la Birra dello Stretto (nelle versioni Gran Premio, La Rossa, Non Filtrata e Premium Lager) e la DOC 15, brand che guardano lontano con la voglia di crescere e tramandare tradizioni antiche alle nuove generazioni. L'impegno assunto è quello di trasmettere valori ed esperienza, affinché un domani possano portare avanti quello che i "Fantastici 15" hanno sempre difeso e tutelato con coraggio e passione.

Quest'anno alla 81ª Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, in programma al Lido di Venezia dal 28 agosto al 7 settembre, il quartier generale di Coming Soon presso la Villa il Nidiolo (dove transiteranno attori e registi del titoli selezionati da festival) sarà sempre operativo per accogliere le delegazioni dei film e la stampa accreditata. Birrificio Messina, presente da quest'anno tra gli sponsor dello spazio, renderà i propri prodotti disponibili per gli ospiti. Sarà possibile dunque ritrovare la familiarità del sapore siciliano o gustarlo per la prima volta.

Il Birrificio Messina Società Cooperativa, citato a livello nazionale ed internazionale come uno dei più importanti esempi di Workers Buy Out, rappresenta oggi una solida realtà industriale della città di Messina.



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Jurassic World 4, Bechir Sylvain si unisce al cast del film

Jurassic World continua ad espandersi. Il cast del quarto capitolo guidato dalla regia di Gareth Ewards ha aggiunto anche Béchir Sylvain al suo gruppo di personaggi, ma non è chiaro quale interpreterà. Basato su una sceneggiatura di David Koepp, che ha già lavorato al primo Jurassic Park, il prossimo capitolo è guidato da Scarlett Johansson, attrice che ha raggiunto la popolarità anche in casa Marvel e che si prepara a guidare un nuovo capitolo del franchise giurassico.

Jurassic World 4, Béchir Sylvain farà parte del cast

Il cast di Jurassic World 4 è continua espansione. Prima di Béchir Sylvain, sono stati annunciati altri nomi che hanno già incuriosito il pubblico. È il caso di Mahershala Ali, Jonathan Bailey e Rupert Friend. E ancora Manuel Garcia-Rulfo, Luna Blaise, David Iacono e Audrina Miranda. Con una produzione già avviatasi ad inizio estate, le riprese si svolgeranno tra Thailandia, Malta e Regno Unito. L’uscita, del resto, è stata già fissata per il 2 luglio 2025 e dovrebbe lanciare una nuova trilogia del franchise con nuovi personaggi. Scarlett Johansson si è detta estremamente felice di far parte di questo nuovo capitolo, essendo una fan del franchise sin da bambina:

È uno dei primi film che ricordo di aver visto al cinema. La sceneggiatura è incredibile. L'ha scritta David Koepp. È tornato dopo quasi 30 anni per scrivere la sceneggiatura. Ne è così appassionato, il che è fantastico. Sono una grandissima fan del franchise e una grande nerd da questo punto di vista. Non riesco a crederci, devo darmi un pizzico. Ho cercato di entrare in questo franchise in ogni modo possibile per oltre 10 anni. Proponevo persino di morire nei primi cinque minuti di film, farmi sbranare da chiunque, lavorare all’artigianato. Farei qualsiasi cosa per questo. Il fatto che sia successo in questo momento e in questo modo è davvero incredibile. Non ci posso credere.

In merito a Béchir Sylvain, l’attore ha recitato in progetti come Diarra from Detroit, Black Mafia Family e Blindspotting. In più è apparso in Black Summer. Non è chiaro chi interpreterà in Jurassic World 4: ad oggi la trama resta un mistero.



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Beetlejuice, Jenna Ortega vide il film da bambina e per mesi fece incubi su Michael Keaton

Jenna Ortega, grazie al franchise di Scream e alla serie Mercoledì, ha tutte le carte in regola per diventare la reginetta del genere horror. Tuttavia, la giovane diva non è sempre stata un cuor di leone. La protagonista di Beetlejuice Beetlejuice, durante una chiacchierata per il podcast The Interview del New York Times, ha svelato che, da piccola, era una vera fifona. In particolare, dopo aver visto Beetlejuice (cult diretto da Tim Burton e datato 1988), il bioesorchista interpretato da Micheal Keaton ha popolato a lungo i suoi incubi.

Chissà se la piccola Jenna avrebbe mai immaginato che, un domani, avrebbe recitato nel sequel di quel film che la spaventò al punto da tormentare le sue notti. La prima volta che vide Beetlejuice, Ortega aveva 8 o 9 anni e, ha rivelato alla conduttrice Lulu Garcia-Navarro, è rimasta terrorizzata dall'universo burtoniano. Da quel momento in poi, le è capitato di tanto in tanto di fare sogni spaventosi con protagonista qualcuno vestito come il sudicio personaggio (dunque non precisamente Keaton).

In realtà ho avuto un incubo ricorrente su Beetlejuice. Ho visto un costume di Halloween davvero orribile prima di sapere davvero di cosa parlasse il film, e credo che la muffa e il trucco sbavato e sanguinante verde e nero di Party City mi abbia spaventata. Ricordo solo quell'immagine, e poi ho guardato il film più tardi, e ho pensato: 'Oh cavolo, è così che era vestito quel tizio. Fa paura davvero'.

La parte davvero divertente deve ancora arrivare. L'incubo di Jenna Ortega è completamente privo di senso, come spesso sono le attività oniriche. Ricordando quel sogno ricorrente, la star di Mercoledì ha raccontato: "Ho condiviso la stanza per tutta la mia infanzia. Dormivo nella parte inferiore di un letto a castello e ho sognato che Beetlejuice scendeva e si dondolava attorno alla ringhiera fino al mio letto indossando un mantello di Superman, e mi offriva del succo d'uva e diceva: 'Hai dell'uva?'."

E Michael Keaton? È al corrente di questo strepitoso retroscena? La 21enne ha ammesso di non averne mai parlato con la co-star poiché non vi è mai stata occasione. "Forse avrei dovuto parlargliene - ha riflettuto - ma forse c'era qualcosa in me che era ancora potenzialmente spaventato, sai? Incontrare lui, un gigante della tua infanzia, è intimidatorio, e penso che forse sono regredita ai miei vecchi modi adolescenziali di fronte a lui."

Per scoprire cos'è successo durante il primo incontro tra Jenna Ortega e Michael Keaton, CLICCA QUI!

Jenna Ortega da piccola 'aveva paura di tutto'

Come si accennava, la piccola Jenna non era esattamente a proprio agio con i film dell'orrore. Al contrario, in una recente apparizione al programma Today, Ortega ha svelato che da bambina "aveva paura di tutto".

Amavo i Gremlins ma allo stesso tempo li odiavo. Quindi ero sempre molto confusa, ma credo che, crescendo, ho capito che l'eccitazione è la stessa cosa della paura. Quindi è come se, quando ho paura, potessi semplicemente dire a me stessa che sono eccitata. E viceversa si può fare lo stesso, ma io cerco di collocarlo altrove, perché odiavo avere sempre paura.

Il ruolo di Mercoledì Addams nell'acclamata serie Netflix è stato un ulteriore sprone ad affrontare le proprie paure. Per l'attrice, essere scelta per interpretare la primogenita di Morticia e Gomez è stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno. "Quel ruolo è arrivato davvero dal nulla perché da bambina ero molto espressiva, quindi essere conosciuta per questa personalità impassibile è davvero divertente per la mia famiglia".

Quando Tim Burton, che di Mercoledì è ideatore e regista, l'ha coinvolta in Beetlejuice Beetlejuice (in uscita il 6 settembre 2024), Jenna ha creduto di sognare.

Tim mi ha un po' colta di sorpresa quando me l'ha detto. Mi ha dato la sceneggiatura, mi sono fermata sul ciglio della strada e l'ho letta il prima possibile. Entro due ore, ho chiamato il mio team e gli ho detto: 'Non posso dirvi di cosa si tratta, sappiate solo che sto lavorerò di nuovo con Tim'.

Beetlejuice Beetlejuice, il legame tra Jenna Ortega e Winona Ryder

Durante le riprese di Beetlejuice Beetlejuice, Jenna Ortega e Winona Ryder hanno legato molto. Nel film originale, Winona ha interpretato la giovane protagonista Lydia Deetz. Trent'anni dopo gli eventi narrati nel cult (e a 36 anni dall'uscita di Beetlejuice), Lydia è una donna adulta e mamma della ribelle Astrid, che ha il volto di Ortega.

In The Interview, Jenna ha definito la star di Edward Mani di Forbici la sua mentore. Con lei ha potuto confrontarsi su argomenti diversi e delicati e il feeling tra loro è scattato immediatamente.

È stata così calorosa, accogliente e gentile fin dal primo momento, e non potrei esserne più grata. Era un periodo in cui la mia carriera stava prendendo una piega diversa, e non mi rendevo conto di aver bisogno di qualcuno che potesse capirmi, ma ce l'avevo. Il modo in cui Winona e io andavamo d'accordo era piuttosto strano. Era come se ci stessimo leggendo un po' nella mente.

Le riprese di Beetlejuice Beetlejuice sono iniziate non molto tempo dopo l'uscita di Mercoledì e, per Jenna, abbandonare un personaggio per calarsi subito in un altro l'ha fatta sentire smarrita e, in un certo senso, 'prigioniera' nella vita di qualcun altro. Anche Winona Ryder è diventata una celebrità intorno ai vent'anni e anche la sua carriera è esplosa velocemente. Dunque l'attrice ha capito quello che provava la giovane co-star. Con empatia e comprensione, ha messo a sua disposizione la propria esperienza.

Ovviamente con il successo e l'attenzione che ha ricevuto negli anni Novanta, Winona aveva sperimentato ciò probabilmente in misura ancora maggiore, quindi è stata la prima persona con cui mi sono relazionata su quell'argomento. Mi ha fatto sentire compresa laddove altre persone nella mia vita, per quanto lo volessero, non riuscivano a immedesimarsi o a capire.


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lunedì 26 agosto 2024

Stasera in TV: Film da vedere Lunedì 26 Agosto, in prima serata

Stasera in TV, Lunedì 26 Agosto 2024: Scopri cosa c'è da vedere in TV oggi con la nostra Guida TV completa con i Migliori Film in prima serata su Rai, Mediaset e su tutti i principali canali tv in chiaro gratuiti.

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Toy Story 4, Quentin Tarantino si rifiuta di vederlo per una semplice ragione

Non è la prima volta che Quentin Tarantino dichiara il suo apprezzamento per un cartoon Disney / Pixar, ma per i Toy Story ha una reale venerazione. Si rifiuta tuttavia di vedere il quarto capitolo.

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domenica 25 agosto 2024

Star Wars, Mark Hamill era convinto che Harrison Ford avrebbe interpretato Luke Skywalker

Quando Mark Hamill è stato scritturato per il ruolo di Luke Skywalker in Star Wars - Episodio IV: Una Nuova Speranza (1977), che allora si intitolava semplicemente Guerre Stellari, era un esordiente assoluto nel mondo del cinema. Confuso ed entusiasta di far parte di quella galassia lontana lontana, nata dal genio di George Lucas, non riusciva a credere che il suo ruolo fosse quello principale. E le sue perplessità presero il sopravvento una volta per tutte quando apprese del casting di Harrison Ford.

Il giovane attore, all'epoca venticinquenne, non aveva idea che il futuro Cavaliere Jedi e l'intero franchise di Star Wars avrebbero cambiato per sempre la sua vita, rendendolo famoso in tutto il mondo. Hamill, inoltre, non ha recitato solo nella trilogia originale, ma è tornato anche nella trilogia sequel. Inoltre, è apparso in un cameo in The Mandalorian, fortunatissima serie TV targata Disney+. Eppure, da principio, il californiano non credeva che avrebbe impersonato proprio Luke.

Con un attore della popolarità di Harrison Ford a disposizione, decisamente più esperto di lui, come poteva Lucas assegnare ad un novellino la parte del protagonista?

Nel 2020, durante una conversazione televisiva con Frank Oz (noto regista nonché celebre burattinaio che ha animato il pupazzo di Yoda), Hamill ha rivelato di aver avuto la sensazione di essere stato scelto per interpretare la spalla del protagonista. Quest'ultimo, naturalmente, sarebbe stato Harrison Ford, il quale avrebbe prestato sicuramente il volto a Luke Skywalker.

L'ho pensato perché, a giudicare dal provino, Harrison era il protagonista, era simpatico, per me era semplicemente il protagonista perfetto e io ero una specie di spalla fastidiosa, sai.

L'attore ha poi spiegato che aveva dimenticato il ruolo per cui era stato scritturato dopo il suo provino iniziale. Quando ha ricevuto la sceneggiatura completa e ha letto il titolo provvisorio, che riportava il nome Luke Skywalker, ha pensato che si trattasse del personaggio di Ford.

Però, quando lesse la descrizione di Luke, capì che il divo era troppo vecchio per interpretare un adolescente, dettaglio che gli confuse ulteriormente le idee. A quel punto, telefonò al suo agente e gli chiese quale fosse il suo ruolo, scoprendo che sarebbe stato proprio lui ad interpretare il figlio di Dart Vader. A Harrison Ford, Lucas aveva assegnato la parte di Han Solo, contrabbandiere spaccone e pilota del Millennium Falcon.

Mark Hamill adorava la sceneggiatura di Star Wars di George Lucas

Durante la stessa intervista, Mark Hamill ha raccontato come ha reagito alla prima lettura della sceneggiatura definitiva di Una Nuova Speranza. Anche senza ammirare gli straordinari effetti visivi o ascoltare l'iconica colonna di John Williams, immergersi in quella storia fu un'esperienza viscerale.

Non potevo credere ai miei occhi e mi è venuta la pelle d'oca.

L'attore era sbalordito dalla trama di Episodio IV. Durante la sua prima audizione, ha ammesso, si era fatto un'idea completamente sballata del tono del film. Al provino, infatti, gli chiesero di cimentarsi in una versione modificata della scena in cui i protagonisti si avvicinano alla Morte Nera, ma senza Obi-Wan e Chewbacca. Di conseguenza, Hamill non era sicuro di come affrontare la parte, perché, lì per lì, il film gli sembrò una parodia del genere fantascientifico.

Questa non è stata l'unica volta che il divo si è fatto un'idea sbagliata sul franchise. Sapevate che era convinto, ad un certo punto, che Boba Fett fosse la vera madre di Luke Skywalker?



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Ella Purnell elogia il talento di Tim Burton da "scienziato pazzo"

Tim Burton è una sorta di “scienziato pazzo” agli occhi di Ella Purnell, che ha avuto l’opportunità di lavorare insieme al regista durante la realizzazione di Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali. Distribuito in sala nel 2016, ha coinvolto nel cast anche Ella Purnell, oggi nota soprattutto per le Serie TV come Yellowjackets e Fallout. Ragionando sulla propria carriera, la Purnell ha ricordato dell’esperienza con Tim Burton che, seppur non sia considerato ad oggi uno dei suoi capolavori, ha riscosso grande successo al botteghino e aiutato a lanciare la carriera di una giovane Ella.

Ella Purnell ricorda con affetto la collaborazione con Tim Burton: “È il migliore”

Impegnata al FanExpo Chicago, Ella Purnell ai microfoni di Collider ha ricordato di aver lavorato con Tim Burton e di custodire bei ricordi di quell’esperienza sul set di Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali. Prima di tutto, ha chiarito che il regista in genere lascia margine d’azione alle sue star permettendo agli attori di trovare la propria strada. In più ha sempre una risposta pronta ad ogni domanda, così Ella Purnell l’ha descritto come una sorta di scienziato pazzo con una visione incredibile, una persona molto collaborativa e premurosa.

È il migliore. Non lo vedo da anni, probabilmente da quando abbiamo fatto Miss Peregrine. Ma è come uno scienziato pazzo. Ha una tale visione, e il suo spazio di pensiero è qui, quindi non incontrerà mai il tuo sguardo perché pensa tutto il tempo. Mette insieme queste cose e tutto è solo nella sua mente. È incredibile vederlo lavorare.

La Purnell ricorda che Tim Burton le ha permesso di interpretare le scene a modo suo, con grande libertà, almeno per qualche ripresa in particolare prima di intervenire e apportare modifiche. Infatti, quando le è stato chiesto se il regista permettesse ai suoi attori di sperimentare sul set oppure fornire indicazioni precise, ha risposto:

Un po' di entrambe le cose, che è ciò che tutti i buoni registi dovrebbero fare. Ti lascerà sempre un po’ di margine per le prime riprese e poi ti guiderà lui. Sembra sempre collaborativo, il che è essenziale ed è la mia parte preferita del settore. E inoltre, cosa fondamentale, i registi devono avere delle risposte. A volte, non sai perché il tuo personaggio sta dicendo questa battuta, o cosa significa, o cosa ne pensa veramente, e lui avrà sempre una risposta. Ha pensato a tutto. Non ha bisogno di entrare subito e dirti tutto questo, farà in modo che tu capisca da solo.


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Harry Potter, lo scherzo tremendo di Michael Gambon e Alan Rickman a Daniel Radcliffe: "C'era la ragazza che mi piaceva"

Sono numerosi, purtroppo, i protagonisti del franchise cinematografico di Harry Potter che non sono più fra noi. Tra questi, due giganti come Michael Gambon e Alan Rickman. Il primo ha interpretato Albus Silente a partire da Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, subentrando al compianto Richard Harris. Rickman non ha decisamente bisogno di presentazioni, in qualità d'iconico volto di Severus Piton.

Se, da una parte, il tetro e rigido insegnante di Pozioni di Hogwarts è tutto fuorché un buontempone, dall'altra il suo interprete, sul set, amava scherzare con le giovani co-star. E, in un'occasione, ha contato proprio su Gambon come braccio destro. A raccontare l'aneddoto è stato Daniel Radcliffe, vittima di un esilarante tiro mancino da parte dell'improbabile duo.

Harry Potter, lo scherzo a Daniel Radcliffe durante una scena drammatica

Il fattaccio è accaduto durante le riprese del già citato Harry Potter e il prigioniero di Azkaban. Nel terzo capitolo della saga, la spensieratezza dei primi due film comincia a lasciare il posto ad una componente più oscura e drammatica. Un sinistro preludio delle tragiche peripezie che coinvolgeranno i protagonisti nei film successivi. Per contro, la produzione del film non avrebbe potuto essere più divertente, quantomeno per Alan Rickman e Michael Gambon.

I due, infatti, decisero di fare uno scherzo a Daniel Radcliffe durante una delle scene più ricche di tensione della pellicola, mettendo la star di Harry Potter seriamente in imbarazzo. Nel 2014, durante la sua sessione Ask Me Anything su Reddit, il giovane attore ha svelato come sono andate le cose.

Nel terzo film c'è un'inquadratura nella sala grande di tutti i bambini che dormono e la telecamera inizia molto molto ampia, e si avvicina in modo tale che sia a un pollice dalla mia faccia. Un set di sviluppo molto lungo, sì, e Alan Rickman ha deciso che avrebbe piazzato una di quelle macchine per scoreggiare nel mio, uh, sacco a pelo... e hanno aspettato fino a quando la telecamera è arrivata per questa enorme e DRAMMATICA ripresa di sviluppo... che ha poi ha scatenato questo tremendo rumore nella sala grande.

Vi divertirà sapere che il sacco a pelo di Radcliffe si trovava proprio accanto a quello di una ragazza che gli piaceva. Nei contenuti extra del DVD, il regista Alfonso Cuaròn ha rievocato lo scherzo di cui sopra aggiungendo questo imbarazzante dettaglio.

È stato molto bello perché c'erano un mucchio di sacchi a pelo e Dan [ci ha chiesto, ndr] di mettere il suo sacco a pelo accanto a questa ragazza in particolare che gli piaceva.

"Avevamo appena finito una ripresa, ci è voluto un sacco di tempo per ottenerla - ha proseguito Radcliffe - Avevano messo una macchina per scoreggiare nel mio sacco a pelo e Michael Gambon l'aveva effettivamente attivata durante la ripresa, ho scoperto". Insomma, il tentativo dei due attori veterani di mettere il novellino in imbarazzo di fronte a tutti i suoi co-protagonisti (e alla sua cotta)è riuscito alla perfezione.

Daniel Radcliffe ricorda Alan Rickman e Michael Gambon

Alan Rickman è scomparso nel 2016, all'età di 69 anni, dopo una lunga battaglia contro il cancro al pancreas. Nel corso della sua brillante carriera, ha vinto un BAFTA, un Golden Globe, un Premio Emmy e uno Screen Actors Guild Award. Daniel Radcliffe lo ha ricordato in numerose occasioni come un artista enormemente generoso con le nuove generazioni di attori - non solo artisticamente, ma anche umanamente. CLICCA QUI per saperne di più.

Michael Gambon si è spento nel 2023, all'età di 82 anni, stroncato dalle complicazioni di una brutta polmonite. Anche in questo caso, l'interprete di Harry Potter ha espresso pubblicamente la propria stima nei confronti del divo inglese, affermando che, senza l'attore inglese, il mondo è diventato meno divertente.

Con la perdita di Michael Gambon il mondo è diventato decisamente meno divertente. Michael Gambon è stato uno degli attori più brillanti e spontanei con cui abbia mai avuto il privilegio di lavorare, ma nonostante il suo immenso talento, la cosa che ricorderò di più di lui è quanto si divertisse a fare il suo lavoro.


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Glen Powell in trattative con Marvel o DC? L'attore chiarisce: "Non mi hanno contattato ma li adoro"

Marvel e DC nel futuro cinematografico di Glen Powell? L'attore di Twisters ammette di essere un fan, ma di non avere contatti con gli Studios in questione.

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sabato 24 agosto 2024

Deadpool & Wolverine, com’è nata la scena di combattimento della Deadpool Corps secondo il regista

Shawn Levy racconta com'è nata l'idea di mostrare la Deadpool Corps sul grande schermo in Deadpool & Wolverine.

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Stasera in TV: Film da vedere Sabato 24 Agosto, in prima serata

Stasera in TV, Sabato 24 Agosto 2024: Scopri cosa c'è da vedere in TV oggi con la nostra Guida TV completa con i Migliori Film in prima serata su Rai, Mediaset e su tutti i principali canali tv in chiaro gratuiti.

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Freakier Friday, Jamie Lee Curtis definisce Lindsay Lohan la "figlia cinematografica per eccellenza"

Le riprese di Freakier Friday giungono al termine e Jamie Lee Curtis ringrazia Lindsay Lohan per la collaborazione, definendola la sua "figlia cinematografica per eccellenza".

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venerdì 23 agosto 2024

Guillermo del Toro ha visto i fantasmi nella stanza di un hotel mentre era in Scozia per le riprese di Frankenstein

Per Guillermo del Toro le riprese di Frankenstein, attualmente ancora in corso, si sono rivelate sorprendenti e in qualche modo vicine agli universi fantastici che il regista messicano ama raccontare nei suoi film. Mentre era in Scozia, il nostro ha infatti avvertito, dentro la camera del suo hotel, vibrazioni e presenze, e si è convinto così di trovarsi in una stanza stregata. La cosa non lo ha turbato più di tanto, anche perché la Scozia, scelta come location per il suo adattamento del celebre romanzo di Mary Shelley, è uno dei paesi in cui sembra si aggirino più fantasmi, 

Guillermo del Toro ha percepito la gente morta

Guillermo del Toro ha condiviso su X il racconto della perturbante esperienza vissuta in Scozia in quella che lui stesso ha definito "la stanza più stregata" del suo albergo, un edificio che risale al 1800 in quel di Aberdeen. Inizialmente non era previsto che ci dormisse lui ma uno dei produttori di Frankenstein, ma quest’ultimo ha cambiato camera dopo essere stato testimone di strane manifestazioni. A quel punto il regista non ha resistito e si è trasferito nel luogo del mistero: “Se accadrà qualcosa, non mancherò di informarvi” - ha scritto alla fine del post, che risale a martedì scorso.

Il giorno seguente, il regista ha informato i suoi follower che non era accaduto nulla di strano ma che l'atmosfera che si respirava nella stanza era opprimente e che avvertiva chiaramente una presenza. Del Toro ha aggiunto di non aver dormito nella camera stregata perché aveva bisogno di fare una bella dormita, cosa che non gli sarebbe stata possibile se fosse rimasto:

Non ho intenzione di trascorrere altro tempo qui. Potrebbe trattarsi di una suggestione, ma a questo punto, pur mantenendo questa stanza preferisco dormire altrove. Ho bisogno di 6 ore di sonno per una giornata di riprese produttiva. Ci vado la mattina presto e la sera tardi e sento che oltre a me c'è qualcosa.

Infine, nella giornata di giovedì, Guillermo del Toro ha raccontato di essere andato nella camera posseduta dopo aver staccato e di aver avvertito qualcosa che andava al di là di semplici vibrazioni:

C’è qualcosa di arrabbiato e di territoriale, come una scia di ira.

Il regista ha aggiunto alla spaventosa informazione una fotografia scattata con il cellulare che ritraeva qualcosa di strano che aveva visto nello specchio. Ha detto anche che stava controllando la presenza di voci paranormali.sul suo cellulare. 

La testimonianza di Guillermo del Toro è davvero inquietante e ci riconduce alle atmosfere di American Horror Story: Hotel. Per quanto riguarda Frankenstein, uscirà nel 2025 con protagonisti Oscar Isaac e Jacob Elordi. Nel cast anche Mia Goth, David Bradley e Christoph Waltz.



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Jurassic World, Jonathan Bailey anticipa che il prossimo film tornerà alle radici del franchise

Dopo Jurassic Park, il cinema ha proposto una nuova trilogia con protagonisti i dinosauri attraverso Jurassic World. Ma non è ancora arrivato il momento dell’estinzione per le gloriose creature mostrate per la prima volta da Steven Spielberg nel 1993, perché dopo la prima trilogia Jurassic World proseguirà con un nuovo film, un quarto capitolo il cui compito sarebbe proprio quello di lanciare a sua volta un’altra trilogia. E la protagonista di questa nuova avventura sarà Scarlett Johansson, che dopo mesi di indiscrezioni ha confermato la sua effettiva collaborazione con Jurassic World. Anche Jonathan Bailey, dopo il successo di Bridgerton, è stato tra i primissimi a confermare il suo coinvolgimento nel film e, in una recente intervista, ha rivelato come il prossimo film tenderà ad esplorare le radici del franchise.

Jurassic World, Jonathan Bailey promette che il film tornerà alle radici del franchise

Ad occuparsi della sceneggiatura del prossimo film del franchise è David Koepp, nome che in realtà ha firmato la sceneggiatura di Jurassic Park. Non stupisce, quindi, la dichiarazione di Jonathan Bailey che anticipa una sorta di ritorno alle radici per il prossimo Jurassic World. A differenza dei primi tre film, il prossimo non includerà Chris Pratt o Bryce Dallas Howard, ma introdurrà nuovi personaggi come quello assegnato a Jonathan Bailey che ad oggi risulta essere sconosciuto. L’attore, però, ha confessato ai microfoni di WMan Magazine che il prossimo capitolo tenterà di ripercorrere le proprie radici:

Posso dire che è stato scritto da David Koepp, che ha scritto l'originale. Sembra che sia nelle mani definitive riportarlo a ciò che l'originale ha raggiunto. [Jurassic Park] è stato il primo film che sono andato a vedere con tutta la mia famiglia, ed ero troppo giovane, ero terrorizzato. C'è una somiglianza tra fare questo e Wicked, ho anche visto la serie originale di Wicked a Londra.

Oltre a Bridgerton, Serie TV che l’ha lanciato nel mondo dell’intrattenimento, Jonathan Bailey sarà al cinema a breve anche con Wicked, film diviso in due parti e tratto dall’omonimo spettacolo di Broadway. Pur non avendo informazioni in merito alla trama del prossimo Jurassic World, sappiamo che il cast è stato ormai delineato grosso modo con Scarlett Johansson che ha dichiarato di essere una grande fan del franchise. Nel cast figurano anche Mahershala Ali, Rupert Friend, Manuel Garcia-Rulfo, Luna Blaise, David Iacono e Audrina Miranda.



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Bridget Jones: Un Amore di Ragazzo, il primo poster del film svela la data d'uscita

Bridget Jones sta per tornare e il primo poster del quarto capitolo anticipa la data d’uscita. Si intitola Bridget Jones: Un Amore di Ragazzo il nuovo film atteso in sala con protagonista Renée Zellweger. Diretto da Michael Morris, riporterà il franchise ancora una volta sullo schermo. Tratto dall’omonimo romanzo di Helen Fielding, racconta di una Bridget matura alle prese con una devastante perdita. Superati i 50, Bridget Jones dovrà affrontare il mondo degli appuntamenti ancora una volta e dovrà anche avere a che fare ancora una volta con Daniel Cleaver, interpretato naturalmente da Hugh Grant.

Bridget Jones: Un Amore di Ragazzo, svelato il primo poster del film e la data d’uscita

Prestando fedeltà all’omonimo romanzo, Bridget Jones: Un Amore di Ragazzo seguirà Bridget Jones alle prese con un grande dolore: il suo Mark Darcy non c’è più e, ormai vedova e di nuovo single, Bridgeton deciderà di concedersi una seconda occasione lanciandosi nel misterioso mondo degli appuntamenti. Nel cast del quarto film tornerà anche Hugh Grant, grande assente di Bridget Jones’s Baby: nella trama del film, Daniel era stato dapprima dato per morto a seguito di un incidente aereo per poi cambiare rotta e suggerire che tutto sommato Daniel non fosse poi deceduto. La conferma arriverà con Bridget Jones: Un Amore di Ragazzo, ma in che modo Daniel si infilerà di nuovo nella vita della protagonista?

Il cast include anche Emma Thompson, che interpreterà di nuovo la dottoressa Rawlings. Il nuovo poster promozionale condiviso via X (precedente Twitter) da Universal Pictures India mostra Renée Zellweger in primo piano, con l’iconico font colorato di Bridget. “Nuovo decennio, nuovo anno”, si legge in alto nel poster mentre in basso spicca la data d’uscita del film prevista per San Valentino 2025.



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giovedì 22 agosto 2024

Wicked, il cameo di Kristin Chenoweth è stato rivelato secondo i fan

Prima ancora di diventare un film musical per il grande schermo, Wicked (tratto dal romanzo di Gregory Maguire Wicked: The Life and Times of the Wicked Witch of the West) ha conquistato Broadway. Debuttando sul palcoscenico nel 2003, ha potuto contare sul supporto canoro di Idina Menzel e Kristin Chenoweth, rispettive interpreti di Elphaba e Galinda. Passando al grande schermo, poi, quei ruoli sono stati affidati a Cynthia Erivo e Ariana Grande, che tra non molto debutteranno al cinema. Finora, però, gli affezionati al musical hanno sperato che anche le protagoniste di Broadway fossero coinvolte nel progetto e pare che un piccolo indizio abbia rivelato la presenza di Kristin Chenoweth.

Wicked, è proprio Kristin Chenoweth quella che appare tra i cittadini di Oz? La teoria dei fan

Wicked, diretto da Jon M Chu, è stato diviso in due parti: la prima è attesa nel 2024, mentre la seconda nel 2025. Ambientata nel Regno di Oz, la storia narrata è quella di due amiche che finiranno per schierarsi su fronti opposti poi più avanti nel Mago di Oz. Dopo il successo a Broadway, è la volta del grande schermo. Elphaba e Glinda avranno le fattezze di Cynthia Erivo e Ariana Grande, ma potrebbe esserci posto anche per Kristin Chenoweth, amica di Ariana Grande ed interprete di Glinda per Broadway. Sul web è apparsa una serie di promo che mostrano diversi scorci di Wicked, alcuni dettagli dietro le quinte del cast e delle comparse. In un fermo immagine, con Elphaba e Glinda circondate dai cittadini di Oz, appare quella che sembra essere a tutti gli effetti Kristin Chenoweth. Indossa una parrucca bionda e indossa un abito composto, mescolandosi tra la folla.

Ammesso e concesso che si tratti proprio di Kristin Chenoweth, chi potrebbe mai interpretare in Wicked? I fan hanno già una teoria: potrebbe anche essere introdotta come la madre di Glinda. In precedenza, Kristin Chenoweth ha affrontato la possibilità di un cameo seppur con timidezza, senza sbilanciarsi più di tanto. Ai microfoni di ET, aveva semplicemente commentato con un: “Vedremo”. Il cameo, infatti, non è stato confermato ufficialmente, ma potrebbe essere uno dei tanti easter egg voluti dal regista in Wicked, per cui bisognerà probabilmente attendere il debutto del film al cinema per saperne di più.



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mercoledì 21 agosto 2024

Megalopolis: un nuovo trailer del nuovo film di Francis Ford Coppola

Nuove immagini dello straordinario film del regista americano che ha fatto il suo debutto al Festival di Cannes lo scorso mese di maggio.

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Joker: Folie à Deux, l'idea originale di Todd Phillips prevedeva che Joker si esibisse in uno show a Broadway

Joker: Folies à Deux è l'atteso sequel indipendente dei DC Studios che riporterà in azione Arthur Fleck, interpretato da Joaquin Phoenix, che sarà affinacato da Lady Gaga, nel ruolo di Harley Quinn. Nonostante sia stato già ampiamente mostrato nei vari trailer diffusi che la pellicola conterrà dei numeri musicali, il regista Todd Phillips ha anche rivelato che l'idea originale del sequel prevedeva che Joker si esibisse in uno show a Broadway.

Joker: Folies à Deux, Todd Phillips svela l'idea originale del sequel: Joker si sarebbe esibito in uno show a Broadway

In una recente intervista, Todd Phillips Joaquin Phoenix hanno raccontato che l'idea originale del sequel di Joker (2019) prevedeva molti più numeri musicali e una performance a Broadway. A Variety, l'attore protagonista ha ricordato che, durante una delle prime discussioni su come impostare il sequel, Todd Phillips aveva addirittura proposto una versione teatrale a Broadway, ma l'idea è stata scartata quando è arrivata la pandemia da Covid-19:

"Quando abbiamo iniziato a pensarci seriamente - ha dichiarato il regista - ci siamo resi conto che ci vogliono quattro anni per mettere insieme una cosa del genere. E Joaquin avrebbe davvero dato sei mesi della sua vita per recitare uno sera sul palco. Poi abbiamo pensato di farlo al Carlyle come una cosa più piccola. Ma è arrivato il Covid"

L'idea aveva stuzzicato la fantasia di Phoenix, che ha raccontato al sito di informazione di aver sognato di essere diretto da Philips mentre era sul palco, nel ruolo di Fleck. Il palco in questione era quello di un teatro di New York, di fronte a un pubblico dal vivo: 

"Todd era dietro le quinte e mi parlava attraverso un auricolare. Mi sono svegliato euforico e l'ho chiamato, sperando che volesse fare uno spettacolo con me"

Ambientato due anni dopo Joker, il sequel del cinecomic riprende dalla fine degli eventi del primo film: Arthur Fleck è rinchiuso all'Arkham Asylum, dove incontra e instaura un complesso legame con Harleen 'Lee' Quinzel. Nonostante, inizialmente, Joker non prevedesse un sequel, il regista a distanza di 4 anni ha deciso di proseguire e aggiungere un nuovo capitolo alla storia di Arthur Fleck. Ma ci sarà anche un trequel? Sempre a Variety il regista ha rivelato che almeno per il momento non è interessato alla possibilità di un terzo film che concluda la trilogia, anche se non esclude di voler continuare a collaborar con Joaquin Phoenix nel prossimo futuro: "Mi piacerebbe continuare a lavorare con Joaquin, ma in una commedia, perché sa essere sciolto e divertente".



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Joker 3, quanto è fattibile un trequel secondo il regista Todd Phillips

Todd Phillips riporterà Arthur Fleck di nuovo sul grande schermo con Joker: Folie à Deux, ma c'è la possibilità di un trequel a detta del regista?

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martedì 20 agosto 2024

Bestiari, Erbari, Lapidari: il trailer del documentario di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti che sarà al Festival di Venezia

Uscirà nelle sale italiane distribuito da Luce Cinecittà il 5 ottobre e verrà presentato fuori concorso all'ottantunesima Mostra del Cinema di Venezia Bestiari, Erbari, Lapidari, nuovo documentario di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti. I due registi non sono nuovi al festival, dove nel 2016 avevano portato in concorso Spira Mirabilis. Nel 2018 erano tornati in laguna con il cortometraggio Blu e nel 2020 con Guerra e pace, che faceva parte della sezione Orizzonti.

Prodotto da Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, David Fonjallaz e Louis Mataré, Bestiari, Erbari, Lapidari è un'opera in tre atti con una durata totale di 208 minuti. D'Anolfi e Parenti si sono occupati anche della fotografia, delle riprese, del suono e del montaggio, mentre le musiche originali sono di Massimo Mariani.

Bestiari, Erbari, Lapidari: di cosa parla il documentario

Bestiari, Erbari, Lapidari viene descritto come  un documentario "enciclopedia" e si articola dunque in tre parti o capitoli, dedicati il primo agli animali, il secondo alle piante e il terzo alle pietre. Si tratta di omaggi a mondi spesso sconosciuti nella loro complessità o considerati addirittura alieni con cui dovremmo invece “essere in costante dialogo dal momento che costituiscono la parte essenziale della nostra esistenza sul pianeta Terra”. Come si legge nella sinossi ufficiale del doc, "gli atti del film disegnano uno sviluppo drammaturgico unico, attraverso tre diversi dispositivi di messa in scena. Ogni atto è infatti un omaggio a uno specifico genere del cinema documentario. Bestiari è un found-footage su come e perché il cinema ha ossessivamente rappresentato gli animali; Erbari un documentario poetico di osservazione all’interno dell'Orto Botanico di Padova; Lapidari, infine, un film industriale sulla trasformazione della pietra in memoria collettiva. Un coro unico di protagonisti, attraverso multiformi voci e suoni, racconta di noi e preserva il nostro sapere".

A proposito di Bestiari, Erbari, Lapidari Massimo D'Anolfi e Martina Parenti hanno dichiarato:

Crediamo che il nostro compito sia quello di "re-inventare" una visione e una rappresentazione del reale e cercare di instaurare relazioni vitali fra gli elementi che compongono le inquadrature dell’opera. Così facendo, non cerchiamo il "reale", ma la rappresentatività del reale e l’occasione per raccogliere i racconti, le storie, le riflessioni su noi umani. A ogni spettatore il compito di arricchire il film con il proprio bagaglio di esperienze, interessi, letture o visioni cinematografiche

Bestiari, Erbari, Lapidari: il trailer del documentario

Di Bestiari, Erbari, Lapidari è appena stato diffuso il trailer, in cui scorrono immagini sia contemporanee che d'archivio, mentre nelle didascalie leggiamo: "Un unico coro di protagonisti umani e non umani" e "Un viaggio sentimentale tra cultura, scienza e arte del nostro vecchio continente". Ci sono soldati a cavallo, un edificio che crolla, un uomo che familiarizza con un pinguino e un altro che innaffia le piante di una serra.

Ricordiamo che Bestiari, Erbari, Lapidari è una produzione Montmorency Film con Rai Cinema e Lomotion con SRF Schweizer Radio Und Fernsehen / SRG SSR. 



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Batgirl, Michael Keaton sulla cancellazione del film: "Non mi importa"

Michael Keaton avrebbe ripreso il ruolo di Batman anche in Batgirl, ma il progetto è stato accantonato da Warner Bros: l'attore ha ammesso di non essere interessato al destino del film.

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Azrael: ecco il trailer del nuovo film horror con Samara Weaving

Debutterà a breve su Shudder quesyo nuovo film di E.L. Katz con protagonista la bionda attrice australiana di Ready or Not e Babylon.

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lunedì 19 agosto 2024

Cattivissimo Me, il regista non è interessato ad un live action: "Spero non accada"

Cattivissimo Me potrebbe mai diventare un film live action? Il regista Chris Renaud non è esattamente favorevole all'idea.

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Divano di Famiglia: una clip in anteprima esclusiva del film con Ewan McGregor ed Ellen Burstyn

Arriverà al cinema il 29 agosto con Academy Two il film Divano di famiglia, con Ellen Burtyn nel ruolo della madre, e Ewan McGregor, Rhys Ifans, Lara Flynn Boyle, Taylor Russel e F. Murray Abraham. Vi presentiamo la mamma in questa scena in esclusiva anteprima.

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Wake Up Dead Man - A Knives Out Mystery: concluse le riprese

Le riprese di Wake Up Dead Man – A Knives Out Mystery sono giunte al termine. Il terzo capitolo ideato da Rian Johnson e atteso fortemente dal pubblico in streaming su Netflix ha concluso le riprese avviatesi non molto tempo fa. Il cast della prossima avventura mystery è particolarmente ricco di stelle del grande e piccolo schermo, ma a non mutare è proprio il protagonista Benoit Blanc, interpretato ancora una volta da Daniel Craig. Avvistato sul set, l’ex 007 negli ultimi anni si è cimentato sempre più nella saga mystery di Rian Johnson interpretando un detective privato alle prese con omicidi misteriosi da risolvere. Dopo Cena con delitto, Blanc è approdato su un’isola privata in Glass Onion. In merito a Wake Up Dead Man – A Knives Out Mystery, la trama ad oggi risulta ancora pressoché sconosciuta.

Wake Up Dead Man – A Knives Out Mystery, terminate le riprese del terzo film

Wake Up Dead Man – A Knives Out Mystery ha impiegato pochi mesi per completare le riprese del terzo capitolo diretto da Rian Johnson ed è stato proprio il regista a confermare via X (precedente Twitter) di aver ormai concluso le riprese. Avendo azionato la telecamera ad inizio giugno, il terzo capitolo con protagonista Benoit Blanc ha già terminato le riprese sul set ed è destinato alla fase di post-produzione, in attesa di debuttare in streaming su Netflix nel corso del 2025. Il regista ha rivelato:

Riprese terminate per Wake Up Dead Man – A Knives Out Mystery. È stato tutto così veloce! La migliore troupe, un cast incredibile, è stato un set davvero speciale e non vedo l’ora di mettere tutto insieme.

Della trama si conosce ancora troppo poco. Sicuramente non rinuncerà alla componente mystery, per cui è probabile che Benoit Blanc si ritroverà ancora una volta alle prese con un omicidio da risolvere. Il cast è ricco di star come Josh Brolin, Mila Kunis, Josh O’Connor e Andrew Scott. E ancora Jeremy Renner, Glenn Close, Cailee Spaney e Kerry Washington. Ad oggi Netflix non ha ancora annunciato una data d’uscita per il film, ma sappiamo che il debutto è previsto nel corso del 2025.



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domenica 18 agosto 2024

Deadpool & Wolverine, il cameo di Iron Man c'era ma è stato tagliato

In principio era previsto un cameo di Robert Downey Jr in Deadpool & Wolverine, che avrebbe riportato Iron Man di nuovo sul grande schermo: perché non è stato poi aggiunto al montaggio finale?

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Addio a Alain Delon, stella del cinema e sex symbol internazionale

C’è una foto famosissima, e che sui social viene condivisa e ricondivisa da anni. E stata scattata nel 1967 ritrae tre icone del Novecento sedute vicine vicine su un divanetto. Uno è Mick Jagger, l’altra è la sua fidanzata dell’epoca, Marianne Faithfull. Il terzo, Alain Delon, che con Faithfull ha recitato l’anno successivo nel film di Jack Cardiff Nuda sotto la pelle.
Ecco, in quella foto, a sembrare il terzo incomodo è Jagger, che nello scatto, oltre a dei celebri calzini spaiati, ha lo sguardo basso e l’aria smarrita, mentre Faithfull sorride rapita a un Delon che trasuda bellezza, figaggine e potere seduttivo da ogni poro della pelle perfetta, da ogni cucitura dell’abito grigio e impeccabile.
Potrebbe bastare questa foto, per far capire chi sia stato Delon e cosa ha rappresentato a chi non abbia mai visto un suo film: e oggi, specie tra i più giovani, temo siano purtroppo in tanti a non averlo fatto.
Giovani che magari non hanno mai sentito la battura canzonatoria “è arrivato alendelòn!”, rivolta a qualche esemplare maschile vanesio e spaccone, che millantava magari un fascino e delle conquiste tutte presunte.

Alain Delon, che era nato nel 1935 e dal 2018 aveva abbandonato le scene, è stato un’icona del cinema francese e mondiale, oltre che un sex symbol internazionale, e in qualche modo il cinema l’aveva nel sangue: il padre, che poi lasciò la famiglia quando Alain aveva quattro anni e rimase lontano da lui a lungo, era il direttore di un piccolo cinema di provincia. Prima però di far fotografare quel viso angelico e quegli occhi azzurri intensi che ti ipnotizzavano attraverso lo schermo, Delon ebbe una gioventù irrequieta: si arruolò in marina, passò anni in Indocina e mesi di reclusione a causa della sua indisciplina. Tornato in Francia, fece mille lavoretti, trascinato nel gorgo della bohéme di Parigi di fine anni Cinquanta.

Il debutto sul grande schermo arriva nel 1957 grazie al regista Yves Allégret, che lo convince a recitare nel film Godot, e subito dopo Marc, il fratello maggiore di Yves, lo inserisce nel cast di Fatti bella e taci, film in cui recita anche Jean-Paul Belmondo, che in qualche modo sarà sempre il “rivale” di Delon, per la supremazia artistica e seduttiva sul cinema e il pubblico francesi.
Subito dopo, nel 1958, sul set di L’amante pura Delon incontra uno dei grandi amori della sua vita, la splendida Romy Schneider. Con l’attrice austriaca formerà una delle coppie più belle di tutti i tempi, e porterà avanti una relazione burrascosa, e ricca di tradimenti, fino al 1964. Assieme a Romy, Delon reciterà in uno dei suoi film migliori, La piscina di Jacques Deray, un concentrato di erotismo e bellezza che, ancora oggi, fa girare la testa, il film che ha ispirato a Luca Guadagnino il sottovalutato A Bigger Splash.

A parte La piscina, e le collaborazioni con il grandissimo Jean-Pierre Melville in film straordinari come Frank Costello faccia d’angelo, I senza nome e Notte sulla città, i ruoli e i film migliori della sua carriera Alain Delon li ha avuti grazie all'Italia e al cinema di casa nostra. È il 1960 quando Luchino Visconti gli affida il ruolo di protagonista in Rocco e i suoi fratelli. Arriva poi Michelangelo Antonioni che lo fa recitare assieme a Monica Vitti in L’eclisse, e poi di nuovo Visconti, che lo vuole nel ruolo di Tancredi nel Gattopardo. Ma è forse con Valerio Zurlini, che nel 1972 lo fa recitare nel ruolo del professor Dominici in La prima notte di quiete, un altro dei ruoli più personali e intensi dell’attore, che Delon riesce a dare ancora di più.

Bastano pochi fotogrammi dei film che abbiamo citato fino a questo momento, o magari anche di Mr. Klein di Joseph Losey, per capire chi sia stato Alain Delon, la sua qualità come attore, il suo fascino spaventoso, il magnetismo irresistibile di cui era in possesso e che diventava parte integrante di personaggi spesso misteriosi e tormentati.
E non c’è niente nella fase finale della carriera di Delon, di certo non all’altezza di quella degli anni Sessanta e Settanta, né nel suo giocare fino all’ultimo con atteggiamenti anticonformisti e politicamente ambigui, o il suo essere presidente di giuria di mille Miss Italia, che possa scalfire il mito di un attore che ha fatto la storia del cinema. Di un cinema che, oggi, appare tristemente ancora più lontano.



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