A causa di un imprinting non ancora bene identificato, fin da piccolissima mia figlia minore ha una passione smodata per cavalli ed equini di varia natura.
La parola "cavallo" è stata pronunciata probabilmente prima di quella "papà", video di cavalli venivano rischiasti al mattino appena svegli durante le vacanze estive: perlomeno di quelle non trascorse a cercare asinelli per pascoli e monti del centro-sud italiano.
Altra passione che la bambina ha fin da piccola, questa maggiormente identificabile nelle sue radici, considerato il contesto familiare, è quella per il cinema.
E quando le due cose si sposano, il tasso di soddisfazione - capirete bene - è altissimo.
Free Rein (che pure è una serie, vabbe') e Spirit - Cavallo selvaggio su Netflix; Bibi e Tina (dove c'entra pure la magia, terza ossessione: bingo!) e Windstorm su Prime Video: lì dove c'erano cavalli, pony, somarelli, noi abbiamo visto.
Poi, qualche giorno fa, su Disney+ è arrivato Black Beauty - Autobiografia di un cavallo: che non solo è un film su un cavallo, ma è un film dove il narratore è il cavallo stesso! Il cavallo che parla e racconta la sua storia, avventurosa e drammatica ("un po' troppo drammatica papà," ha detto la quasi settenne, dall'alto della sua ritrosia al mélo, perlomeno a quello altrui, "però bella."
Diretto da Ashley Avis, altra "cavallara" prestata al cinema, Black Beauty è l'ennesimo adattamento di un romanzo del 1877 scritto da Anna Sewell che si chiama, appunto, "Black Beauty - Autobiografia di un cavallo", e che la Disney ha furbamente adeguato allo spirito del tempo, trasformando i due protagonisti (equini e umani) in due protagonista: una giumenta e una ragazza di nome Jo, interpretata da Mackenzie Foy, la giovane attrice lanciata dalla saga di Twilight, dove ha interpretato Renesmee Cullen, e vista in film come The Conjuring e Interstellar.
A dare la voce alla mustang protagonista di Black Beauty, invece, è Kate Winslet, nella versione originale, doppiata in quella italiana da Nicoletta Romanoff. E nel cast c'è anche una rediviva Claire Forlani.
Alleggerita dalle sue derive più dickensiane, quella di Black Beauty in versione Disney+ diventa sopra ogni cosa una storia d'amicizia tra una ragazza e una cavalla, con tutto quello che questo può comportare, in termini di commozione e di entusiasmi, in giovani spettatrici che hanno un debole per i film e soprattutto per i film dove c'entrino animali, e ancor di più i cavalli.
La settenne, che comunque è una dura e non ama farsi vedere nei momenti di debolezza, ha avuto un momento di cedimento quando sembrava che Jo e la sua famiglia fossero costretti a vendere tutti i loro cavalli per far fronte alle loro difficoltà economiche. Da lì in avanti l'andamento del film si fa più malinconico, ma il lieto fine - lo sappiamo - è dietro l'angolo, con grande soddisfazione degli spettatori più piccoli, e pure un po' di quelli grandi: "un po' troppo drammatico, ma comunque bello" è una tagline che, fossi nella Disney, prenderei in seria considerazione.
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