“Mi pareva ci fosse ancora molto da dire su questa famiglia, soprattutto su questi due genitori e su cosa rappresentano dal punto di vista sociale. E poi ho pensato che era possibile incrociare questa storia col Natale.” Ecco come, in sintesi, il regista e sceneggiatore Alessandro Genovesi spiega come mai ha voluto dare un sequel a 10 giorni senza mamma, intitolato 10 giorni con Babbo Natale, e tornare a raccontare le vicende di Carlo (Fabio De Luigi), sua moglie Giulia (Valentina Lodovini) e i loro tre figli: Camilla (Angelica Elli), Tito (Matteo Castellucci) e Bianca (Bianca Usai).
10 giorni con Babbo Natale (che poi è un amico di Genovesi)
“Questo film è una naturale conseguenza del primo: si era creato il proverbiale e stucchevole bellissimo clima sul set e ci siamo ritrovati a quel punto lì, con la voglia di raccontare un altro pezzettino di questa vicenda familiare,” dice Fabio De Luigi.
“Mi sembrava un’occasione, prima di tutto perché raccontare una storia di Natale, a Natale, è piacevole,” continua Genovesi. “E poi perché puoi muoverti in un ambito di narrazione che è quello della fantasia, e l’idea di mettere un ingrediente fantastico all’interno di una narrazione iperreale come quella di questa famiglia, e in più in commedia mi sembrava una bella occasione. Tanto più che ho la fortuna di avere come amico il vero Babbo Natale, e mi sembrava uno spreco non usarlo,” scherza Genovesi riferendosi a Diego Abatantuono. “Io ho pensato per anni che Babbo Natale fosse Bud Spencer, e forse lo è stato; ma invece ora lo sono diventato io. Da piccolo sono stato anche Gesù Bambino, e ora sarò Babbo Natale per molti anni,” ribatte sullo stesso tono l’attore.
La trama di 10 giorni con Babbo Natale
10 giorni con Babbo Natale riprende le fila della storia raccontata del film che tanto successo ebbe lo scorso anno, esarcerbando però i conflitti: dopo aver lasciato il lavoro, Carlo non ne ha più trovato un altro e si occupa dei figli e della casa, mentre Giulia ha ripreso con successo il suo lavoro di avvocato e sta spingendo forte sul pedale della carriera, anche troppo forse, visto che a casa oramai non la vedono più: ne risentono i figli, e ne risente la coppia. Le tensioni si fanno ancora più forti quando Giulia annuncia di dover andare a sostenere un colloquio di lavoro a Stoccolma la vigilia di Natale, con la prospettiva di non fare in tempo a tornare per trascorrere le feste in famiglia, e di doversi trasferire in Svezia. Carlo, in un ultimo tentativo di tenere insieme le cose e la famiglia, propone allora di partire tutti insieme alla volta di Stoccolma a bordo del loro vecchio camper: in questo modo, almeno, le vacanze insieme saranno assicurate. Solo che strada facendo, tra mille disavventure, Carlo finirà anche con l’investire un signore vestito da Babbo Natale, il quale sostiene di essere quello originale, e che chiede a Carlo e Giulia di poter raggiungere Stoccolma con loro, che tanto per lui è di strada.
10 giorni con Babbo Natale: il trailer
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Un viaggio catartico
“Nel primo film si partiva con la mamma che si occupava dei figli, e lavorava, e il padre che stava quasi tutto il tempo fuori. Qui abbiamo provato a ribaltare i loro ruoli in maniera stabile, con la mamma che si occupa della carriera e un padre fa il mammo, e che comincia ad avere un'età e ha delle difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro,” spiega Genovesi. “Ci sono delle esigenze, personali e familiari, e valeva la pena raccontarle. Ci sono gli egoismi di genitori che chiedono affermazione di fronte a qualcosa che per loro è fondamentale come il lavoro, un lavoro che mina le sicurezze dell’uno e dell'altra, oltre che la situazione familiare.” Il viaggio che affronteranno insieme, quindi, “diventa catartico”, dice Genovesi, “e permetterà a Giulia di capire che forse quello a cui tiene così tanto, tanto importante forse non è.”
La scelta di Giulia (che col genere non c'entra)
Senza voler fare spoiler, 10 giorni con Babbo Natale si conclude in una maniera piuttosto ovvia (che non era il finale originale, modificato in seguito all’insorgere della pandemia e delle limitazioni che ha imposto alle riprese del film) che non mancherà di scatenare qualche polemica ideologica. Ma, a sentire Genovesi, tutto è molto pragmaticamente semplice: “Se fai tre figli qualche rinuncia, piacevole e giusta, la devi fare. E mettere dentro a una commedia natalizia mettere dentro queste dinamiche mi pareva interessante. Non dico non si debba lavorare: dico che se fai tre figli non devi lavorare quindici ore al giorno per sempre.”
“Abbiamo discusso anche noi su questa cosa, il finale del film in origine era diverso,” spiega Valentina Lodovini, che pensa che uno dei punti di forza di questo film e del precedente sia la possibilità di una grande identificazione con i suoi protagonisti. “Ho amato molto il personaggio di Giulia: a me faceva impazzire il fatto di rappresentare una donna che deve trovare un equilibrio tra il lavoro che ama e l'amore della famiglia, e che doveva fare i conti col senso di colpa che prova. Le sue scelte non sono legate a questioni di genere, ma alla necessità di non procurare un trauma ai suoi figli.”
“Un mio amico doveva andare a lavorare in Brasile, ma è rimasto in Italia per stare con i suoi quattro figli,” aggiunge Abatantuono. “Le scelte di vita non hanno genere, e rendono uguali le persone.”
10 giorni con Babbo Natale: in streaming su Amazon Prime Video
10 giorni con Babbo Natale debutterà in streaming il 4 dicembre su Amazon Prime Video. “Le piattaforme in questo momento sono uno strumento di sopravvivenza per il cinema,” dice Lodovini. “La pandemia ha scoperchiato tutte le fragilità, personali e sociali; anche quelle del nostro settore. “pero solo che in qualche modo tutto ciò possa servire ad affrontarle meglio.”
“Bisogna far tesoro delle esperienze,” aggiunge Abatantuono, sostenendo che di questo Natale pandemico gli mancheranno le tavolate, che sono il suo vero vizio. Ma, parlando da Babbo Natale, l’attore promette: "questo 2020, lo farò finire, sarà il mio regalo a tutti. Lo farò finire verso Capodanno. E per quanto riguarda il futuro, penso che peggio di questo presente non potrà essere.”
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