mercoledì 1 gennaio 2020

Il Mago di Oz ha 80 anni: 10 curiosità sul capolavoro del 1939


Cinque registi, una produzione esagerata, un film entrato nell'immaginario collettivo.

Il mago di Oz ha compiuto 80 anni proprio nel 2019: il capolavoro prodotto dalla MGM e da Mervyn LeRoy, uscito nel 1939, fu un film ciclopico, uno dei veri blockbuster antelitteram della storia del cinema americano. Con le notizie e retroscena riguardanti la sua lavorazione si potrebbero riempire tre articoli. Qui vi presentiamo dieci curiosità selezionate, tra le più intriganti e significative.

Il mago di Oz e le sofferenze di Judy Garland

Judy Garland, interprete della protagonista Dorothy, aveva 16 anni all'epoca delle riprese, quindi poteva essere sul set massimo per quattro ore, e quando non girava, seguiva lezioni private per tre ore al giorno. Per quanto minorenne, non era di certo una bambina, quindi dovette indossare dei corsetti per simulare una totale assenza di seno. Già la cosa era di per sè dolorosa, ma anche le famose scarpette color rubino erano strette, tanto che Judy finì per indossarle solo e unicamente al ciak. In un caso, nessuno si accorse che dimenticò ai piedi le sue confortevoli pantofole sostitutive : è la scena in cui l'Uomo di Latta danza e cade all'indietro.
Sulle prime non avrebbe Judy dovuto avere quell'aspetto: il primo regista Richard Thorpe le aveva imposto una parrucca bionda e un trucco da bambola, poi respinti e cancellati dal successivo autore George Cukor.

Nel Mago di Oz c'è davvero L. Frank Baum

Più o meno. L'autore del celebre romanzo originale era morto da vent'anni, ma avvenne un fatto straordinario (se non è una leggenda metropolitana). Cercando un capotto per l'attore Frank Morgan che interpreta il Mago, Fleming scelse con il dipartimento costumi una giacca "nobile ma lisa". Incredibilmente, fu l'attore stesso che notò all'interno di una delle sue tasche un'etichetta che confermava come fosse stata realizzata proprio per L. Frank Baum. Stupefatta, la troupe chiese conferma alla vedova dello scrittore, per poi donarle l'indumento a riprese terminate.

Il Mago di Oz e la storia dei Mastichini

La compagnia che diede vita ai Mastichini proveniva dall'Europa. Diversi di loro erano anche ebrei, e avevano colto l'occasione offerta dal manager Leo Singer per abbandonare il Continente attraversato dal Nazismo. Non sapevano parlare inglese, perciò furono doppiati: unica eccezione, sono i Mastichini che donano a Dorothy dei fiori nella scena in cui la ragazzina sale sul carro.
Il loro leader Jerry Maren rivelò in seguito che erano pagati 50 dollari a settimana, contro i 125 del cane Toto!

Over the Raibow e battute celebri del Mago di Oz

La mitica e citatissima canzone "Over the Rainbow" (premio Oscar insieme alla colonna sonora) nel 2004 è stata inserita al primo posto nella lista delle 100 più grandi canzoni del cinema americano. Premiere nel 2007 ha inoltre stilato un'altra lista, quella delle migliori battute della storia cinematografica. All'11° posto c'è "Nessun posto è come casa". Al 24° troviamo "Non prestare attenzione a ciò che c'è al di là della tenda" e solo al 62° "Totò, ho la sensazione che non siamo più nel Kansas".

La tecnica del Mago di Oz

Il film fu girato in Technicolor "three strip", come si sarebbe fatto di lì a poco per Via col vento. La cinepresa girava contemporaneamente tre rulli di pellicola, uno per ciascuna componente cromatica. Un impegno produttivo notevole, perché il colore all'epoca esigeva un controllo totale della luce: tra quest'esigenza e l'ambientazione fiabesca, praticamente il 99,9% del lungometraggio fu girato in studio. Solo le nuvole dei titoli di testa sono riprese all'aperto! Il prologo e l'epilogo sono invece girati in bianco e nero (poi virato in seppia). Nella sequenza in cui il film passa dal bianco e nero al colore, si girò tutto a colori, usando abiti e scenografie in sfumature di grigio: Judy Garland "colorata" sostituiva poi fuori campo la sua controfigura "in bianco e nero".

Lo sforzo produttivo del Mago di Oz

Quando il capo della MGM, Louis B. Mayer, realizzò che Walt Disney era interessato ad adattare il romanzo, spese ben 75.000 dollari per assicurarsene i diritti cinematografici, battendolo sul tempo, ancora invidioso del trionfo di Biancaneve e i sette nani (1937). Le riprese durarono più del previsto, ben sei mesi, dall'ottobre 1938 al marzo del 1939, per un budget allora "monstre" di 2.777.000 dollari (più di 50 attuali, calcolando l'inflazione).
Vero autore del film fu però a tutti gli effetti il producer Mervyn LeRoy, responsabile anche dei tagli successivi alle prime proiezioni: in origine infatti il lungometraggio durava 120 minuti. Il film fu quindi ridotto a 112 minuti per la seconda anteprima, poi infine agli attuali 101 per la terza proiezione pubblica antecedente all'uscita definitiva.

Il Mago di Oz e i cinque registi

LeRoy si sentiva responsabile del grande investimento della MGM e gestì il set con pugno di acciaio. Il primo regista Richard Thorpe fu licenziato dopo un paio di settimane, con George Cukor a sostituirlo in un breve interregno in cui modificò il look di Dorothy, preparando il terreno per il regista principale del Mago di Oz, cioè Victor Fleming. Sarebbe stato poi King Vidor a completare le riprese con il prologo e l'epilogo, ma solo per cause di forza maggiore: Fleming era richiesto sul set di Via col vento. Nel montato finale comunque ci sono anche sequenze dirette dallo stesso LeRoy.

Il Mago di Oz, il successo in ritardo

Il film negli States non recuperò all'uscita quanto costato: portò a casa solo 3 milioni di dollari, troppo vicini al budget per generare profitto, ma globalmente non fu un flop come si crede, dato che all'estero fu accolto meglio. Stranamente, Il mago di Oz ottenne un migliore risultato al boxoffice nella riedizione del 1949, quella che lo rese effettivamente popolare e amato dalla critica, aprendo la strada a una colossale audience di 44 milioni di persone nel giorno della sua prima tv, il 3 novembre del 1956.
Pare inoltre che sia il film più visto nella storia del cinema, per via delle numerosissime repliche televisive e delle tantissime riedizioni nei vari formati casalinghi, non ultimo l'Ultra HD 4K.

Il Mago di Oz e la terribile strega dell'Ovest

La perfida Strega dell'Ovest fu interpretata dall'in realtà assai gentile Margaret Hamilton, che passò un momento terribile sul set durante una delle sequenze. Quando la strega abbandona il paese dei Mastichini, si può notare che il fumo rosso appare prima che lei raggiunga la piattaforma della sua "sparizione". E' un ciak sbagliato e impreciso, ma è rimasto nel film perché il secondo take fu tragico: il mantello dell'attrice prese fuoco e parte del suo trucco, per il calore, le si fuse in faccia procurandole delle ustioni gravi. Di certo non era possibile proporle di rifare quella sequenza!

Il Mago di Oz e i segreti del piccolo Totò

Il cagnolino di Dorothy era interpretato da Terry, al quale Judy Garland si affezionò terribilmente, dopo tutto il tempo trascorso sul set in sua compagnia. Al termine delle riprese, avrebbe voluto tenerlo con sè, ma il suo proprietario nonché addestratore non era affatto d'accordo. Terry continuò a interpretare piccoli cani sullo schermo, fino alla sua morte avvenuta nel 1945. Sul set del Mago di Oz il cane s'infortunò: una delle guardie della Strega lo schiacciò inavvertitamente. Per due settimane fu sostituito da una controfigura.



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