"Dovunque andassi, Angelville era con me, nella mia testa, come un brutto sogno..."
Jesse Custer
Cosa potrebbe esserci di più pericoloso di un pistolero dannato, rispedito in terra dall'inferno per darti la caccia? Chiedetelo a Jesse Custer, costretto a far ritorno ad Angelville, sua casa d'infanzia, per chiedere alla nonna fattucchiera di riportare in vita l'amata Tulip.
Con un incipit sfrenato, che si riallaccia istantaneamente agli ultimi eventi della seconda stagione, Preacher, la creatura di Seth Rogen, Evan Goldberg e Sam Catlin – adattamento per il piccolo schermo del dissacrante graphic novel di Garth Ennis e Steve Dillon – allarga le maglie narrative per permettere di immergersi nel profondo e burrascoso passato abissale di Jesse (Dominic Cooper), costretto al soldo di sua nonna Marie L'Angelle (Betty Buckley), orribile e spregevole negromante avida di anime che, dopo averlo reso orfano con l'aiuto dei subdoli sgherri Jody (Jeremy Childs) e T.C. (Colin Cunningham), riesce a rovinargli gran parte dell'adolescenza, tra lotte clandestine di dannati poveracci senza più anima – nel vero senso della parola! -, omicidi e oscuri incantesimi; ora che la vecchia L'Angelle é l'unica persona in grado di salvare la vita di Tulip (Ruth Negga), Jesse é di nuovo in debito con l'odiata nonna, mentre il Graal guidato da Herr Starr (Pip Torrens), devono confrontarsi con l'abominevole Altopadre (un Johnny Coyle in un abominevole costume super-extralarge), capo supremo della Chiesa terrestre, desideroso di riconsegnare al mondo un Messia degno di tale nome – e, per riuscirci, deve ovviamente impossessarsi di Genesis...
Non sembra davvero esserci limite all'imprevedibilità di una serie che, nonostante abbia ben abituato lo spettatore a repentini cambi di stile, dall'horror in cornice western, al road-movie, alternando sfuriate di pura azione a momenti riflessivi e catartici, per quanto surreali e più vicini alla commedia brillante, in Preacher si assiste a un costante tentativo di andare sempre oltre, senza adagiarsi su meccanismi riusciti e comprovati; si avverte – ne é un lampante esempio il districamento di alcuni nodi narrativi, già introdotti nel corso della prima stagione – la volontà degli sceneggiatori di infondere carattere e definire il dovuto background dei protagonisti, infierendo sui rispettivi drammi esistenziali; in ciò risiede la vera forza di Preacher che, per quanto a volte si concede il lusso di inserire personaggi inclini a un ruolo da macchietta, riesce sempre a sfruttare le sofferenze e l'inadeguatezza individuale dei suoi protagonisti come collante con una narrazione sorprendente e per nulla canonica: sia Jesse, alle prese con i suoi demoni famigliari, che Tulip, schiacciata dal peso e dalle responsabilità del maledetto nome degli O'Hare – il momento in cui rifiuta l'aiuto di Dio in persona rappresenta, con ogni probabilità, il picco dell'evoluzione di un personaggio ostico, ma sensibile e ancora in via di definizione -, fino alla crisi esistenziale di Cassidy (Joseph Gilgun), traviato dall'antico vampiro Eccarius (Adam Croasdell, una sorpresa graditissima). Ogni personaggio in Preacher persegue i propri obiettivi, si allontana dagli altri, per poi ritrovarsi, rifiuta compromessi, senza snaturarsi o tradire il proprio ruolo di reietto e randagio; grazie a tale certosino lavoro di scrittura dei personaggi, gli sceneggiatori riescono, ancora una volta, a infittire la narrazione, sfamando l'interesse dello spettatore.
L'estro e la spregiudicatezza di Rogen, Goldberg e Catlin é indispensabile per rinvigorire ogni volta una serie che mostra molti pregi e pochissimi difetti – alcune incongruenze sui rapporti di forza tra i personaggi secondari, come Satana (Jason Douglas), il Santo degli Assassini (Graham McTavish) o Jody che, alla lunga, potrebbero infastidire -, in perfetto equilibrio tra farsa e dramma, trash e autorialità. La distanza tra opera originale e adattamento televisivo é spesso evidente, ma non sul piano qualitativo, piuttosto su quello sensoriale, impossibile da replicare in alcune circostanze; ma riuscire a realizzare uno show che non tradisca il valore e la forza iconoclasta di un'opera fuori dagli schemi, senza vituperarne le cupe e struggenti atmosfere e l'asfissiante ricerca di completezza personale insita in ogni personaggio, scadendo nel più becero e sanguinolento intrattenimento, non é affatto roba da poco.
(Preacher); genere: Horror, azione; sceneggiatura: Seth Rogen, Evan Goldberg, Sam Catlin, Garth Ennis (fumetto); stagioni: 3 (in attesa di rinnovo); episodi terza stagione stagione: 10; interpreti: Dominic Cooper, Ruth Negga, Joe Gilgun, Lucy Griffiths, Derek Wilson, Ian Colletti, Graham McTavish, Pip Torrens, Noah Taylor, Julie Ann Emery, Malcolm Barrett, Colin Cunningham, Betty Buckley, Jason Douglas, Adam Croasdell, Jonny Coyne, Tyson Ritter, Mark Harelik; musica: Dave Porter; produzione: AMC Studios, Sony Pictures Television, Vertigo (DC Comics), Warner Bros. Television, Kickstart Productions, Point Grey Pictures, Original Television; network: AMC (U.S.A., 24 giugno-26 agosto 2018), Amazon Prime Video (Italia, 25 giugno-27 agosto 2018); origine: U.S.A., 2018; durata: 60' per episodio; episodio cult terza stagione: 3x06 - Les enfants du sang (3x06 - Figli del sangue)
from Close-Up.it - storie della visione https://ift.tt/2ojHFQZ
Nessun commento:
Posta un commento