Il 21 giugno del 1996 arrivò nelle sale americane Il gobbo di Notre Dame, il 34° lungometraggio del canone dei Walt Disney Animation Studios: compie quindi 25 anni questa trasposizione molto libera del classico della letteratura "Notre-Dame de Paris" di Victor Hugo, diretta da Gary Trousdale & Kirk Wise, la stessa coppia che aveva firmato qualche anno prima La bella e la bestia. Parlando della ricorrenza con Slashfilm, il compositore più volte premio Oscar Alan Menken ha rivelato un retroscena sorprendente: nel film le canzoni sono firmate da lui stesso con Stephen Schwartz ai testi, ma un rinomato artista si era proposto per eseguirle e curarne la produzione. Era Michael Jackson. Ecco come andò, stando alle parole di Alan, ricordando che le prime accuse per molestie colpirono il cantante nell'agosto del 1993.
C'erano tre canzoni: "Out There", "God Help the Outcasts" e "Someday" ["Via di qua", "Dio fa' qualcosa" e "Quando" nella versione italiana, ndr]. Michael disse: "Mi piacerebbe produrre le canzoni e registrarne alcune". Wow. Okay. Cosa facciamo ora? Michael se ne andò, contattammo la Disney. Fu come far cadere un tizzone ardente in una fragile scodella piena di esplosivi. "Uh... vi faremo sapere."
Alla fine, com'era prevedibile, la risposta arrivò: "La Disney non vuole lavorare sul film con Michael Jackson". E io allora: "Okay, qualcuno glielo può dire?" Silenzio di tomba, avresti sentito il rimbombo di un ago che cascava. Nessuno rispose, nessuno di noi glielo disse. Toccò al mio compianto manager, Scott Shukat, dirlo a Michael o ai legali di Michael.
Col senno di poi, fu una giusta decisione. Eppure, Quasimodo è un personaggio che... se pensi ai suoi rapporti con la famiglia e con suo padre, secondo me c'era una certa immedesimazione in corso...
Il gobbo di Notre Dame: la Disney fuori dalla sua comfort zone
Il gobbo di Notre Dame fu un vero azzardo da parte della Disney perché, cercando di mantenere le caratteristice del tipico musical fiabesco Disney (comprensivo di comprimari buffi), si spingeva a toccare temi cupi: possesso sessuale, inibizione, umiliazione, razzismo. Un gioco di equilibrismo non omogeneo, con qualche scivolone, seppur concettualmente apprezzabile e coraggioso. Sontuoso fu l'allestimento scenico, con ambienti e alcuni personaggi gestiti dall'allora succursale francese Walt Disney Animation France (chiusa poi nel 2003). In realtà il suo incasso mondiale di 325 milioni di dollari nel mondo, pur non decretando un flop (il budget era di 100), inquadrò chiaramente la parabola dicendente al boxoffice del Rinascimento Disney, dopo l'apice toccato dal Re Leone di due anni prima, con 858! Il film ricevette comunque una meritata nomination all'Oscar per le migliori musiche, uno degli aspetti più riusciti dell'esperienza. Leggi anche La Bella e la Bestia: Disney+ svela nuovi dettagli e un'aggiunta al cast della serie prequel
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