venerdì 4 giugno 2021

Chiusi in villa per la paura: incontro con Marco D'Amore e Peter Chelsom, regista di Security

Il mare d’inverno, quando le ville di una località ben frequentata mettono in funzione le camere di sorveglianza, per tenere fuori “gli indesiderabili”, mantenendo al caldo e in salotto la paura. Security è un thriller, il primo firmato Sky Original, dal 7 giugno sulla paytv e in streaming su NOW. Sceneggiato dallo stesso regista insieme a Tinker Lindsay, Silvio Muccino, Michele Pellegrini e Amina Grenci, il film è interpretato da Marco D’Amore, Maya Sansa, Silvio Muccino, Valeria Bilello, Ludovica Martino, Giulio Pranno, Tommaso Ragno, Beatrice Grannò, Antonio Zavatteri e con la partecipazione di Fabrizio Bentivoglio. La fotografia è di Mauro Fiore, nato a Cosenza e ormai naturalizzato americano, vincitore del Premio Oscar nel 2010 per Avatar.

Un nuovo adattamento di un romanzo di Stephen Amidon, dopo Il capitale umano, sempre con cambio di ambientazione: in Italia al posto dell’America della provincia di lusso del nordest. Alla regia il britannico Peter Chelsom (Serendipity, Shall We Dance?), cittadino onorario di Fivizzano, in Lunigiana, dove ha una cosa da molti anni. Proprio da quelle parti, dalla spiaggia di quella Forte dei Marmi in cui Security è ambientato, Chelsom ha raccontato la sua esperienza in un incontro stampa via zoom

È un sogno realizzato, per me, ci avevo provato tre volte prima a fare un film in Italia, ho casa dall’altra parte delle Alpi Apuane. Avevo dei timori, ma lavorare con attori italiani è stato fantastico, sono tutti stati bravissimi. Avevamo una lingua in comune, quella del cinema. Abbiamo adattato il romanzo come era, creando un protagonista che non c’era, era utile per vedere tutta la storia attraverso i suoi occhi. Non è stato difficile, perché i temi sono universali. Forte dei marmi funziona benissimo, meglio dell’ambientazione del romanzo, per il contrasto fra estate e inverno, una stagione introspettiva. Non ti aspetti una storia così in una realtà in cui ti senti al sicuro, per questo funziona. Poi ovviamente è molto fotogenica, come entrare in una cartolina. Cerco sempre di creare un’altra realtà nei miei film, fuori dalla banalità del quotidiano, fra sogno e incubo.”

A proposito di protagonista, è Marco D’Amore a guidare un cast composito, nei panni di Roberto Santini, il responsabile della sicurezza delle tante ville protette dai suoi sofisticati circuiti di video-sorveglianza. "Roberto si muove nella semioscurità, è un essere notturno, a cui è stato stato sottratto il sonno, 'balsamo dei giusti'. Cerca di attraversare questa oscurità per trovare anche sé stesso, oltre alla verità delle cose. Il doppio gioco di inquadrature ha reso la lavorazione molto interessante anche per noi. Le visione attraverso le telecamere di sicurezza aggiunge un filtro, come lo sono altri, da quello narrativo del regista a quello emotivo, per vedere la realtà. Nel racconto ci sono una moltitudine di punti di vista, lasciando la possibilità al pubblico di concludere il percorso in autonomia, con spirito critico. Lascia interrogativi e non risponde alla domanda che pone fin dal romanzo: quanto sei disposto a pagare per essere al sicuro?”

D’Amore è in fase di sperimentazione, finita l’avventura che l’ha lanciato, quella di Ciro nella serie di Gomorra. “Con grande rispetto sacro per l’attore, non mi importano i personaggi, ma molto di più le storie. Mi sono messo al servizio di Peter Chelsom, cercando di carpire il più possibile da un regista che reputo un maestro. Mi auguro sempre di essere indipendente nelle scelte e se necessario scrivere o produrre o dirigere. Mi sto allenando a fare vari sport insieme, un decathlon artistico. Nella realtà ho un faticoso rapporto con la tecnologia, anche a usare un telefono, ma la cosa bella di fare l’attore è poter interpretare un personaggio molto distante da te.”

La moglie di Roberto è Claudia Raffaelli (Maya Sansa), candidata a sindaco per una destra ostile agli “indesiderabili”, agli immigrati e emarginati, ossessionata dal tema della sicurezza. “È la moglie, possessiva e una volta anche innamorata”, ha detto la Sansa. “È determinata, adora la figlia ed è pronta a fare qualsiasi cosa per proteggere la famiglia e il suo paese, finendo in una zona d’ombra. Per fare del bene, ma con arroganza, complicherà la risoluzione dell’intrigo. Ha la presunzione, come tanti, di fare del bene, di proteggere chi ama, la cultura e le tradizioni, ma in realtà è un atteggiamento che porta a commettere grandi ingiustizie o addirittura guerre, ad arrestare innocenti. I personaggi ambigui, per un attore, sono i più interessanti, anche se è difficile interpretarlo se non lo capisci e non gli vuoi almeno un po’ di bene. 

foto di Riccardo Ghilardi



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