martedì 3 novembre 2020

Michael Moore invita gli americani pronti al voto presidenziale a "non sottovalutare il genio malvagio Trump"

Ha vinto l’oscar per i suoi documentari di denuncia, e nel 2016 è stato fra i pochi a vedere avanzare l’ondata Donald Trump, anticipando la sua vittoria alle presidenziali. Quattro anni dopo, mentre l’America è duramente colpita, come il resto del mondo, dalla pandemia, siamo arrivati al giorno delle nuove elezioni, con Biden ampiamente in vantaggio, secondo quei sondaggi che avevano fallito quattro anni fa, Trump minaccia di non riconoscere il voto in caso di sconfitta, anche grazie all’appoggio di una corte suprema da lui rimodellata. “Four more years”, urlano nel frattempo i sostenitori del presidente in carica, mentre Michael Moore non fa pronostici ma è profondamente inquieto.

Ne ha reso partecipe The Hollywood Reporter con un lungo monologo notturno, “senza coinvolgimento di marijuana”, ha tenuto a precisare. “Non credo che la gente sia compiacente questa volta, la scorsa elezione ho solo detto quello che vedevo, vivendo nel Midwest potevo anticipare che Hillary avrebbe perso. Stavolta niente previsioni. Una volta i grandi quotidiani avevano uffici anche in città come Detroit, ora non più, e quando hai un pubblico più ignorante, vengono prese cattive decisioni. Ai democratici non è piaciuto quando, un mese fa, mi sono chiesto, “Dov’è Biden? Perché non viene in Michigan?”. Poi è venuto e i primi due viaggi li ha fatti essenzialmente nelle comunità bianche. Non è andato nella Detroit black, o nella Flint black. Che cosa succede? Perché state facendo lo stesso errore?”.

Propone anche la sua ricetta, che prevede di non nascondere la natura molto progressista, ovviamente per gli standard americani, della candidata vice presidente, Kamala Harris. “Vinciamo se ci rivolgiamo alla maggioranza di questo paese, che è progressista, liberal, di sinistra e democratica. È la maggioranza del paese. I democratici hanno vinto il voto popolare in sei delle ultime sette elezioni presidenziali. Basta guardare qualsiasi sondaggio: la vasta maggioranza degli americani sono per un salario minimo di 15 dollari all’ora, per il diritto della donna di scegliere, credono nel cambiamento climatico, vogliono leggi sul controllo delle armi. La pena di morte è stata l’ultima crociata repubblicana su cui la maggioranza degli americani era d’accordo, ma non più. Qualcosa come il 54% delle persone si oppongono alla pena di morte oggi. Ma da quando Trump è stato eletto, solo in questi quattro anni, più di 15 milioni di adolescenti sono diventati elettori. Sono la più ampia fascia democratica per Biden, lo erano per Bernie Sanders e ora sono pronti a dire la loro in questa elezione. Avete visto le statistiche dei voti in anticipo? Il voto giovanile è fra le cinque e le dieci volte più alto di quattro anni fa. Questo non vuol dire che si debba sottovalutare il genio malvagio di Trump, che farà di tutto per provare a vincere”.

Ma il cinema, così martoriato da questa pandemia? Qual è il punto di vista di Moore sulla crisi delle sale? “Sono anche un esercente, ho restaurato cinema in Michigan no profit e li gestiamo come bei vecchi palazzi del cinema. Il fatto è che il cinema sta soffrendo in maniera tragica, ben superiore in proporzione a quanto stia colpendo in generale l’economia. Quando l’elezione sarà superata, affronteremo la cosa in qualche modo, non permetteremo che il COVID-19 ci sconfigga."



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