Il 1 dicembre 1935 nasceva a Brooklyn Allan Stewart Konigsberg, conosciuto in tutto il mondo col nome d’arte di Woody Allen. Dal suo esordio dietro la macchina da presa Prendi i soldi e scappa, uscito nel lontano 1969, l’autore newyorkese ci ha regalato una serie incredibile di pietre miliari del cinema contemporaneo, adoperando in particolar modo la commedia sofisitcata per raccontarci la sua visione del mondo. O meglio, del suo mondo. Scrivere di Woody Allen non è facile oggi, poiché si deve necessariamente contraddire se stessi e assimilare l’idea che in questo caso non si tratta di un errore, tutt’altro. Nella mia pre-adolescenza il cineasta, insieme ad altri grandi autori come Stanley Kubrick, John Cassavetes o Martin Scorsese, ha contribuito in maniera fondamentale a sviluppare quella mia passione per il cinema che ancora oggi mi spinge a scriverne. Aspettavo ogni suo film come un momento importante della mia vita, non solo come mero evento cinematografico. Vedere in sala il bianco e nero straordinario di Carlo di Palma in Ombre e nebbia è stata una delle esperienze più gratificanti della mia storia personale. Dalla seconda metà degli anni ‘90 invece è iniziata a mio giudizio una parabola discendente, in cui Allen ha girato troppi film e solo in qualche caso centrato delle vere gemme di cinema. Quando l’ha fatto, ne sono venuti fuori lungometraggi memorabili, questo è un fatto indubitabile.
Negli ultimi tempi la mia ammirazione per Woody Allen si è incrinata, e questo mi crea non pochi problemi. Non ho vent’anni da un pezzo ormai e non penso di potermi più permettere di amare i suoi film incondizionatamente, ovvero senza “filtrarli” attraverso le esperienze fatte, le idee che ho sviluppato e le convinzioni consolidate, soprattutto da quando vivo a New York. Continuerò ad aspettarli, cercarli e vederli perché amo il cinema di Allen e questa è, come scrivevo prima, una contraddizione che ho accettato e che considero almeno in parte salutare. Ci tengo infine a spiegare perché il mio amore per Woody non è più incondizionato: nel 2012 incontrai Denzel Washington al press junket di Safe House e gli chiesi perché negli ultimi anni avesse girato quasi solamente film d’azione. L’attore rispose sorridendo: “Adesso mi offrono soltanto questo. Mi piacerebbe fare altro, recitare in un dramma o in una commedia di Woody Allen. No, aspetta: lui non ne chiama molti, di attori di colore…” Non ho più smesso di pensare a quella battuta: quanti attori neri hanno recitato nelle decine di film che ha diretto? Io ho saputo trovarne soltanto uno - percisamente Chiwetel Ejofor in Melinda e Melinda - e ci ho messo molto tempo. La coscienza continua a sussirami troppo...
Tra i film in streaming diretti da Woody Allen ne mancano purtroppo di bellissimi e fondamentali come ad esempio Zelig, Radio Days o Crimini e misfatti. I cinque selezionati raccontano la sua arte inimitabile. Buona lettura.
Cinque film in streaming per rendere omaggio al genio di Woody Allen
- Io e Annie
- Manhattan
- Ombre e nebbia
- Basta che funzioni
- Blue Jasmine
Io e Annie (1977)
Il film che ha cambiato le regole della commedia romantica: monologhi guardando in camera, salti temporali per costruire un puzzle emotivo e psicologico perfetto, inserti d’animazione, umorismo sofisticato e autoreferenziale. Io e Annie è un film-contenitore dove Allen ha messo il meglio della sua arte e l’ha mescolata ottenendo un cocktail cinematografico dal sapore prelibato, dolceamaro, indimenticabile. Probabilmente la sua commedia maggiormente compiuta, supportata da partner in crime perfetta come Diane Keaton. Quattro premi Oscar: miglior film, regia, attrice e sceneggiatura originale. Disponibile su NOW TV.
Manhattan (1979)
Il tributo d’amore alla sua città si dipana attraverso l’incredibile inizio sulle note altisonanti di George Gershwin e il bianco e nero raffinatissimo di Gordon Willis. Storie d’amore che si intrecciano e si consumano in una metropoli incantata, popolata di personaggi insicuri e nevrotici, eppure impossibili da non amare. Manhattan è il capolavoro visivo del primo Allen, un mix di forma e contenuto espresso al meglio dall’immagine iconica della coppia seduta sulla panchina ad osservare le luci splenditi del ponte. Ah, se ve lo siete mai chiesi, è il Queensboro Bridge nell’Upper East Side. Io ci ho messo settimane per capirlo...Disponibile su Apple Itunes.
Ombre e nebbia (1991)
Uno dei film meno conosciuti di Woody Allen è invece a mio avviso da considerare nella Top5 della produzione dell’autore. Racconto sublime sulla caducità degli affetti e delle sicurezze, Ombre e nebbia è una dissertazione poetica sulla necessità dell’illusione. Il bianco e nero incornicia personaggi che si muovono spaesati in una città europea nebbiosa, inquietante e pronta a condannare il diverso. Omaggio all’Espressionismo degli anni ‘20 che si trasforma in grande espressione visiva. Un film assolutamente da rivedere. Grandi cameo di Donald Pleasance e John Cusack. Disponibile su Apple Itunes.
Basta che funzioni (2009)
L’incontro artistico con l’altro genio comico/drammatico chiamato Larry David genera un ibrido artistico molto interessante: Basta che funzioni fonde con stridente energia l’aura poetica del regista con il cinismo quasi funereo del protagonista. Un film molto più amaro della produzione di Allen di quegli anni, e forse proprio per questo ancor più toccante. Zeppo di battute divertentissime eppure impregnato di un pessimismo quasi soffocante. Forse Allen ha adoperato il suo attore come specchio deformante per mettersi veramente in discussione. Qualunque sia la verità, il risultato è emozionante. Disponibile su Rakuten TV, Chili, Infinity, Netflix.
Blue Jasmine (2013)
Un miracolo cinematografico: Allen trova profonda e ammirevole ispirazione in un cineasta a lui quasi antitetico, John Cassavetes. Il personaggio straordinariamente interpretato da Cate Blanchett è una rivisitazione aggiornata di quelli iconici ritratti dalla grande Gena Rowlands negli anni ‘70. Ma Blue Jasmine non è assolutamente un film derivativo: il ritratto pieno di compassione di una donna che vede il proprio mondo - fisico e psicologico - cadere in frantumi diventa probabilmente il lavoro di introspezione più profondo compiuto dal regista nella sua carriera. Oscar per la miglior attrice sacrosanto. Il vero capolavoro che Woody Allen ha prodotto negli ultimi vent’anni. Disponibile su Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video.
Se siete arrivati alla fine di questo articolo avrete certamente notato la difficoltà che incontro nell’essere coerente quando scrivo di Woody Allen. Torniamo alle contraddizioni di cui parlavo, che continuo a vivere ancora oggi e non credo riuscirò a risolvere. Almeno non in tempi brevi. Voglio comunque chiudere con un’ultima precisazione che ritengo fondamentale: a prescindere sul giudizio che io, voi lettori, gli organi di informazione o addirittura la società stessa possiamo avere su Woody Allen e le sue vicende personali, mai e poi mai mi troverò d’accordo con il censurare o peggio ancora relegare nell’ombra del dimenticatoio la sua filmografia. Sarebbe troppo facile e deleterio. Un artista non dovrebbe essere posto al di sopra o al di fuori delle regole sociali in cui vive e prospera. La sua opera invece merita un altro discorso, anche perché l’arte stessa è lo specchio del tempo in cui è stata creata, che piaccia o meno. Per questo dovrebbe essere problematizzata, non nascosta. Il suo valore può cambiare nel corso dei decenni, ma possiede un suo status che trascende sia l’autore che, a conti fatti, il giudizio del tempo stesso. Ma proprio mentre ne scrivo, mi accorogo che anche quest'idea può essere percepita come contraddittoria...
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