martedì 29 ottobre 2019

MIAC: presentato il Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema che aprirà presto a Cinecittà

Un nuovo museo statale ambizioso, fluido e immersivo, aprirà a Roma nel mese di dicembre.

Nato su iniziativa di cinque anni fa dell’allora ministro Franceschini, il MIAC, sigla altisonante come sembra irrinunciabile oggidì, Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema, è stato presentato oggi, a Cinecittà, dallo stesso politico tornato ministro da poche settimane. Un’opera ambiziosa, un nuovo museo statale dedicato alla settima arte, ma anche in generale all’audiovisivo, al fumetto, al videogame, che si inaugurerà prossimamente nel cuore storico del cinema italiano. Dopo Torino, insomma, città che l’ha vista nascere, un secondo spazio nazionale dedicato alla passione che noi tutti condividiamo.

“Un luogo per ritrovare o scoprire il nostro immaginario collettivo, dove i visitatori italiani e non, possono conoscere e vivere la storia e l’evoluzione dell’arte più potente nata oltre un secolo fa: l’arte delle immagini in movimento, l’Audiovisivo. Il medium che ha determinato il nostro modo di vedere, conoscere e immaginare il mondo, attraverso le lenti del Cinema, della Televisione, fino alla tecnologia digitale della Realtà Virtuale e Aumentata, e del Videogioco. Ma soprattutto un viaggio attraverso la sua crescita tecnologica nel paese, l’Italia, dove da molti secoli l’immagine è al centro dello sviluppo culturale e sociale. Il primo museo multimediale, interattivo e immersivo interamente dedicato al genere nella Capitale.”

Ospitato nell’ex edificio del Laboratorio sviluppo e stampa, il MIAC è costato in tutto, dalla progettazione alla realizzazione, passando per la costosa opera di bonifica e ristrutturazione dell’area, 2 milioni e mezzo di euro. I lavori sono stati realizzati dalla falegnameria e dalle maestranze di Cinecittà. Mentre la cura è stata affidata a Gianni Canova, storico del cinema e docente universitario, Gabriele D’Autilia, storico della fotografia, docente universitario di studi visuali, Enrico Menduni, storico dei mass media, docente universitario, Roland Sejko regista. L’allestimento è ideato, progettato e curato da NONE collective, un gruppo di dodici giovani artisti. Il progetto edilizio è curato dall’architetto Francesco Karrer.

Alla base del Museo c’è naturalmente la materia: centinaia di film e filmati d’archivio (degli immensi fondi dell’Istituto Luce e delle Teche Rai, e degli archivi partner), documenti, fotografie, interviste, sigle, backstage, grafiche, radio. Un patrimonio materiale e immateriale di civiltà visiva lungo 120 anni, ma reso immersivo ed emozionale grazie a installazioni interattive, videoarte, linguaggi transmediali, per sollecitare i sensi e le percezioni del visitatore. Il percorso del MIAC si sviluppa in 12 ambienti principali su un’area di 1650 metri quadri scanditi in aree tematiche. Ogni sala esplora un tema, attraverso i materiali visivi e sonori  accompagnati da apparati testuali, e un’installazione immersiva pensata per approfondire la sfera di senso del tema proposto al visitatore. I temi sono ampi contenitori suggestivi: Potere, Musica, Commedia, Lingua, Eros, Maestri… Un lemmario essenziale per sfogliare l’atlante dell’immaginario. Un prezioso punto di conoscenza sarà poi lo Spazio Lettura Tullio Kezich, che vivrà della biblioteca personale del grande critico cinematografico, con un fondo librario di oltre 5.000 volumi consegnati al MIAC da Alessandra Levantesi Kezich.

Un’esperienza che viene definita fluida, legata all’immaginario, quindi quasi un ossimoro rispetto alla staticità del concetto stesso di museo. Una start up sempre in movimento, in cui verranno cambiato i contenuti mostrati nel corso del tempo, con l’uscita di nuovi film e nuovi temi su cui concentrare l’attenzione. Ce l’auguriamo, visto che sono proprio i contenuti, per ora, limitati a scene di film e proiezioni, pur suggestive, in questo “teaser”, come è stato definito, a sembrarci non ancora al livello delle importanti ambizioni e della parte più ‘emozionale e sensoriale’ dell’allestimento.

Tutto materiale è presentato in versione bilingue, italiano e inglese, mentre è in cantiere l’idea di accompagnare la visita con un’audioguida in varie lingue, probabilmente sotto forma di app per smartphone. Il MIAC farà parte del sistema integrato, insieme a Cinecittà in mostra e alle visite sui set, anche se non si è ancora parlato del costo del biglietto di ingresso. L’appuntamento a dicembre prossimo, vi terremo aggiornati sulla data esatta di apertura.

Foto credits_Cristina Vatielli_NONE collective​



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