Scorsese, promuovendo The Irishman, spiega meglio le sue paure. Il boss Disney Bob Iger si dice "perplesso."
Forse sta per essere messa la parola fine alle polemiche di Martin Scorsese contro i cinecomic, di cui si è avuta eco anche nelle analoghe ma più dure parole di Francis Ford Coppola. Martin è sempre impegnato nella promozione di The Irishman, in uscita limitata in sala il 4-6 novembre, poi su Netflix dal 27. Discutendo con Entertainment Weekly, l'autore ha chiarito meglio la sua posizione.
Uno studio tradizionale è regolato per fare la maggior quantità di soldi possibile, è comprensibile. Penso però che la cosa sia sfuggita di mano. C'è molto poco spazio per film come il mio. Dicono: e tu fai film indipendenti. Ma questo significa mettere la gente ai margini, mettere l'arte ai margini. [...]
I blockbuster, i grossi cinecomic, sono film parchi a tema, indipendentemente da quanto possano essere fatti bene, da ogni punto di vista. E' una diversa forma di cinema o proprio una nuova forma d'arte. Speriamo che rimangano sale disposte a mostrare film diversi. E se non li proietteranno, speriamo che i cineasti abbiano un'altra opportunità con lo streaming, certo è un'esperienza diversa, ma altrimenti in capo a due-tre anni, nessuno farà più altri film.
Abbiamo anche una reazione pubblica di Bob Iger, presidente della Disney, implicitamente additato come il maggiore responsabile della degenerazione di cui parlano Scorsese e Coppola. Prevedibilmente, non ci sta. Ospite della conferenza Tech Live del Wall Street Journal, Iger ha premesso di avere il massimo rispetto per i due autori, ma poi non si è trattenuto...
Quando Francis dice cose come "quei film sono spregevoli", ecco... riserverei una parola del genere a uno stragista. [...] Sono perplesso. Se vogliono lagnarsi dei film hanno ovviamente il diritto di farlo. Sembra però una tale mancanza di rispetto verso tutte quelle persone che lavorano su quei film e che sgobbano tanto quanto la gente che lavora sui loro. Mettono in gioco le loro anime creative così come fanno loro. [...] Mi state dicendo che Ryan Coogler con Black Panther fa qualcosa che in qualche modo è inferiore a quello che Marty Scorsese e Francis Ford Coppola hanno fatto per i loro film? Andiamo.
Sicuramente quest'ultima dichiarazione può attirare prese in giro, all'idea di paragonare Black Panther a capolavori della cinematografia, ma a nostro parere qui Iger sta di fatto paragonando l'impegno e la dignità professionale, non i risultati. Ad ogni modo, abbiamo una voce in equilibrio, che è quella di un attore, Benedict Cumberbatch alias Doctor Strange nel Marvel Cinematic Universe. Ospite dello show di Jenny McCarthy, il buon Cumby ha affrontato la cosa dal proprio punto di vista, provando a calmare gli animi.
So che si è dibattuto molto ultimamente, con autori di grande levatura che sono usciti allo scoperto dicendo che queste saghe stanno travolgendo tutto. Noi attori siamo fortunati a godere di entrambe le cose, ai due poli opposti del budget. Sono d'accordo sul fatto che bisognerebbe evitare assi pigliatutto e monopolii. Si spera che non sarà così, dovremmo davvero impegnarci a sostenere un cinema autoriale a tutti i livelli.
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