sabato 24 aprile 2021

Oscar 2021: i cinque migliori registi che si contenderanno la statuetta

Saltiamo tutta quella parte in cui si spiegano i motivi per i quali questa cerimonia degli Oscar sarà diversa. Ormai abbiamo capito che la pandemia ha cambiato regole e carte in tavola anche per i più prestigiosi premi cinematografici mondiali, a cominciare criteri di ammissibilità dei film fino ai due mesi di ritardo rispetto all'abituale febbraio. Non tutti i nominati saranno fisicamente presenti a Los Angeles dove si svolgerà la serata, in due luoghi: al Dolby Theater e alla Union Station. È molto probabile che vedremo connesso virtualmente chi non risiede negli Stati Uniti, ma lo potremo scoprire soltanto vedendo la premiazione. Con questo articolo andiamo a presentare i registi candidati ai premi Oscar 2021, un elenco in cui troviamo grandi novità rispetto alla cinquina di soli uomini dell'anno scorso.

Questi sono i cinque filmmaker che si contenderanno la statuetta per la migliore regia ai 93esimi premi Oscar, domenica 25 aprile 2021.

David Fincher per la regia di Mank

Questa è la terza nomination personale per David Fincher, uno dei maggiori filmmaker americani contemporanei. Le due precedenti candidature che non si sono trasformate in vittorie, risalgono al 2008 e al 2010, rispettivamente per i film Il curioso caso di Benjamin Button e The Social Network. Il suo Mank è l'opera che ha più nomination all'Oscar quest'anno, per un totale di 10 categorie candidate. Il film è ambientato negli anni 30 e racconta uno stralcio di vita dello sceneggiatore Herman J. Mankiewicz, interpretato da Gary Oldman, in quel perido in cui era impegnato a scrivere il copione di Quarto Potere insieme a Orson Welles. La sceneggiatura di Mank porta la firma di Jack Fincher, padre del regista deceduto a 72 anni nel 2003. Sarebbe giusto se vincesse David Fincher, per l'alto valore artistico di Mank e in generale per l'altissima caratura dei titoli che ha firmato, ma ad oggi non è più il favorito.

 

Chloé Zhao per la regia di Nomadland

È lei la favorita, la regista cinese Chloé Zhao. Nata a Pechino nel 1982, è stata inviata a studiare in un college britannico all'età di 15 anni, per poi finire gli studi a Los Angeles e proseguire con altre specializzazioni, tra cui una scuola di arti cinematografiche a New York. Dal 2014 a oggi ha diretto quattro film, uno dei quali è Gli Eterni della Marvel, che vedremo in autunno. Con Nomadland ha ottenuto quattro candidature all'Oscar personali sulle sei totali ricevute dal film. La Zhao è nominata per la migliore regia, la migliore sceneggiatura (adattamento), il miglior montaggio e come produttrice per il miglior film. La regista ha gia vinto il Golden Globe e il BAFTA Award ed è dunque a meno di un passo dall'Academy Award

 

Lee Isaac Chung per la regia di Minari

Sono 6 le candidature anche per Minari, tra cui quella per regia di Lee Isaac Chung. Nato nel 1978 a Denver da una famiglia sudcoreana, Chung ha abbandonato gli studi di medicina per inseguire la carriera cinematografica all'Università di Salt Lake City. Con Minari, per cui ha ricevuto la nomination all'Oscar anche come sceneggiatore, racconta la storia di una famiglia sudcoreana che negli anni 80 si trasferisce in Arkansas per avviare una fattoria. Il suo prossimo progetto è nientemeno che il remake in live-action dell'anime Your Name, un grande successo del 2016.

 

Emerald Fennell per la regia di Una donna promettente

È uno straordinario risultato la nomination per la britannica Emerald Fennell che con Una donna promettente esordisce dietro la macchina da presa. La regista è già molto apprezzata per i suoi ruoli da attrice, in film e serie TV, tra cui la celebrata serie The Crown in cui interpreta Camilla Parker Bowles. Non solo, la Fennell è anche una scrittrice e, oltre a aver pubblicato tre romanzi fantasy per giovani lettori, è anche tra le sceneggiatrici della serie Killing Eve. Non vincerà l'Oscar per la regia, ma ha una possibilità concreta si accaparrarsi quello per la sceneggiatura, essendo nominata anche in questa categoria (e come produttrice).

 

Thomas Vinterberg per la regia di Un altro giro

Anche questa è una nomination che fa piacere vedere, la prima per il regista danese Thomas Vinterberg. L'apprezzato filmmaker aggiunge questo riconoscimento ai suoi trent'anni di carriera, ma il film Un altro giro ha per lui un significato molto personale. Si tratta della storia di un uomo che adotta la teoria secondo la quale, mantenendo un costante tasso alcolico nel sangue, la vita verrebbe apprezzata meglio. Basato su un testo teatrale di Vinterberg, l'idea del film è stata supportata dalla figlia Ida che avrebbe dovuto avere un ruolo nel film. Dopo quattro giorni dall'inizio delle riprese, Ida ha perso la vita in un incidente automobilistico. Un altro giro, candidato all'Oscar anche come miglior film straniero, è a lei dedicato.



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