mercoledì 31 luglio 2024

I migliori film in streaming interpretati da Giancarlo Giannini

Scrivere che Giancarlo Giannini è stato uno dei più grandi attori della storia del cinema italiano non è assolutamente un'esagerazione. Il migliore? probabilmente no. Me se invece osassimo scrivere che è stato quello che ha fornito la singola interpretazione più dolorosa e struggente, ecco che il terreno per un dibattito potrebbe essere piuttosto fertile. Ovviamente il titolo di cui stiamo parlando - non particolarmente amato da Nanni Moretti… - lo trovate nei film in streaming qui sotto scelti per rendergli omaggio nel giorno del suo 82o compleanno. Come sempre buona lettura.

Cinque film in streaming interpretati da Giancarlo Giannini

  • Dramma della gelosia - Tutti i particolari in cronaca
  • Mimì metallurgico ferito nell’onore
  • Film d’amore e d’anarchia
  • Pasqualino Settebellezze
  • Man On Fire - Il fuoco della vendetta

Dramma della gelosia - Tutti i particolari in cronaca (1970)

Dopo alcune prove a supporto la consacrazione per giannini gliela regala Ettore Scola, che lo vuole addirittura accanto a due mostri sacri come Marcello Mastroianni e Monica Vitti in uno dei suoi lungometraggi maggiormente amati. La sceneggiatura di Age e Scarpelli di Dramma della gelosia - Tutti i particolari in cronaca come sempre fonde con pienezza cinema di genere, commedia popolare e popolana e studio attento delle psicologie. Il resto lo fa una regia accurata e a tratti davvero intensa. Mastroianni trionfa a Cannes, per Giannini la conferma come attore in grado di essere al livello dei più grandi della nostra cinematografia. Film di potenza indiscutibile. Disponibile su Apple TV, Rai Play.

Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972)

Il primo film di successo della collaborazione con l'indimenticabile Lina Wertmüller è una satira dell’Italia divisa in regioni, bigotta nella mentalità, provinciale e opportunista. Mimì metallurgico ferito nell’onore ci regala un Giannini che sa perfettamente come muoversi tra macchietta e realismo, creando un “tipo fisso” che saprà variare straordinariamente enel corso dei film e dei lungometraggi con l’autrice. I duetti con Mariangela Melato sono da storia del cinema italiano. Nastro d’Argento come miglior attore, primo riconoscimento per una prova che è entrata nel nostro immaginario. ma il bello deve ancora venire…Disponibile su Rakuten TV, Apple TV.

Film d’amore e d’anarchia (1973)

Palma d’Oro a Cannes come miglior attore per una prova di una ferocia emotiva senza precedenti nella carriera di Giannini. A cura insieme a Mariangela Melato, prostituta dal cuore tenero, l’attore regala al pubblico un personaggio idealista e umanissimo, capace di intenerire e far sorridere. Film d’amore e d’anarchia racconta il fascismo italiano con ironia e senso della tragedia nascosto dietro l'apparente farsa da pochade. Cast di contorno magnifico, regia della Wertmüller accurata su una sceneggiatura piena di inventiva. consacrazione internazionale per Giannini strameritata, si tratta di una prova davvero maiuscola e dolente. Bravissimo. Disponibile su Amazon Prime Video.

Pasqualino Settebellezze (1975)

Secondo noi non esiste prova d’attore nella storia del cinema italiano migliore di quella di Giancarlo Giannini in Pasqualino Settebellezze. E a livello mondiale pochissime le sono pari o superiori. Nomination all’Oscar che sancisce la grandezza dell’attore, così come quella per la regia tributata a Lina Wertmüller, prima nella storia del cinema a una donna. Che altro dire che non abbiamo scritto in passato? La chiave deformante del grottesco adoperata in tutta la sua potenza simbolica. Il film che racconta l’Olocausto dall’interno, arrivando a raccontarne la completa assenza di logica, umanità. Questo è il lungometraggio che arriva al cuore dell’orrore, e lo mette in scena con un coraggio unico. E la sequenza finale è un monito che vale oggi come ieri. Nel cast anche un grandioso Fernando Rey. Capolavoro assoluto, senza se e senza ma, caro Nanni…Disponibile su Amazon Prime Video.

Man On Fire - Il fuoco della vendetta (2004)

Quando Giannini è passato a ruoli di supporto in produzioni internazionali, ha lavorato con registi del calibro di Francis Ford Coppola, Ridley Scott, Guillermo Del Toro e nel caso di Man On Fire - Il fuoco della vendetta Tony Scott. I duetti con Denzel Washington sono eccellenti, il carisma dei due attori crea qualcosa di invidiabile. La sceneggiatura di brian helgeland potente, la messa in scena notevole, si tratta davvero di un revenge-movie di spessore molto superiore ai soliti di questo genere. Con un finale straziante a cui partecipa anche una giovanissima ma bravissima Dakota Fanning. Il cinema di genere hollywoodiano al suo meglio, anche grazie a Giancarlo. Disponibile su Google Play, Apple TV, Amazon Prime Video, Disney +.



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Here After, fra vita e morte, perdono e paura: incontro con il regista Robert Salerno

Una carriera di successi come produttore, con all’attivo titoli come A Single Man o 21 grammi, Animali notturni o il recente thriller horror di successo Smile. Robert Salerno ha deciso ora di passare dietro la macchina da preso con un altro film di genere, fra spaventi ed emozioni, intitolato Here After, appena uscito in sala per Eagle Pictures e girato integralmente in Italia. Protagonista è la veterana Connie Britton, che ricordiamo con grande piacere per la magnifica serie Friday Night Lights, uno dei modi migliori per conoscere l’America profonda, quel Texas lontano dalle metropoli New York o Los Angeles. 

Il film, scritto da Sarah Conradt, racconta di una ragazza, Robin (Freya Hannan-Mills), talentuosa pianista e figlia adolescente di Claire (Connie Britton), che, dopo essere sopravvissuta miracolosamente a un'esperienza di pre-morte, comincia a manifestare comportamenti sempre più inquietanti e pericolosi. Preoccupata per la figlia, Claire si trova a dover riaffrontare un segreto nascosto per molto tempo, frutto di una dolorosa esperienza che ha segnato il passato suo e di Robin.

Abbiamo incontrato Robert Salerno a Piazza Farnese, proprio nel cuore di quella Roma in cui ha con piacere girato il film.

Cosa l’ha convinta a esordire alla regia con questa storia?

Ho una lunga carriera come produttore in film apprezzati dalla critica, e più recentemente con lavori di genere. L’idea era proprio quella di cimentarmi con il genere in un film che avesse però anche uno spessore critico. Era quello che cercavo, qualcosa con un significato profondo che potesse però anche intrattenere e coinvolgere un publico vasto. Un racconto emozionalmente rilevante.

Viviamo in un momento in cui il genere si sta cimentando con molte storie fra la trascendenza e il tentativo di cercare un senso esistenziale. Forse per il periodo di crisi che il mondo sta vivendo?

Gli Stati Uniti, ma mi sembra anche il resto del mondo, sono in questo momento un luogo molto polarizzato. Mi sembrava importante l’intrattenimento e la tensione, ma senza dimenticare le sfumature. Nel mio film un tema centrale è la ricerca del perdono, prima di tutto per noi stessi, per farlo uno con l’altro bisogna liberarci dalla rabbia. Bisogna scavare nel nostro passato per liberarci di tanti piccoli o grandi traumi. Preparando, girando e poi montando il film ho cercato un equilibrio fra questi due aspetti apparentemente lontani. Dando la possibilità alla gente di respirare, dopo avergli regalato un momento di tensione e paura.

Parliamo di generi differenti, ma il cuore della storia è legata al potere universale della musica, della possibilità di superare una perdita con l’amore. 

È davvero così, è importante trovare qualcosa che ci unisca. Il motivo per cui ho scelto una storia del genere e non un dramma più “serio”, come molti dei film che ho prodotto, è la ricerca di mistero e di vari piani di lettura. 

Come mai ambientarlo in Italia?

Onestamente era pensato per New York, poi la pandemia è esplosa e l’Italia ha vissuto un momento difficile, per poi superarlo prima di altri. Era sulle prima pagine e mi è venuto in mente come possibile interessante luogo per la mia storia. Invece di far sì che la protagonista fosse semplicemente una donna americana a New York, dove tutti parlano inglese, poteva essere una straniera e quindi essere un po’ più isolata. La religione poi ha un ruolo importante, rendendo perfetto il cattolicesimo con la sua iconografia, così prevalente a Roma. Una città in cui ci troviamo e che mi ha ispirato creativamente come non mai, con la sua storia. Probabilmente il Covid ha allargato la mia idea iniziale, mi ha portato ad amare così tanto la possibilità di girare a Roma che ho rinunciato a New York per venire qui.  

Parlando del suo stile visivo, alterna elementi onirici e trascendenti a riferimenti all’iconografia cattolica. Quali sono stati i suoi riferimenti, immaginandolo?

Volevo qualcosa di eterno, ma anche contemporaneo. Era più facile da trovare a Roma, mi piaceva un mondo antico nelle strade e a scuola. Abbiamo lavorato con lo scenografo per creare qualcosa che fosse classico ma non necessariamente datato o riferito a uno specifico periodo. Dal punto di vista stilistico volevo che sembrasse come se ci fosse un’altra entità in azione, con la macchina da presa in movimento come fosse un fantasma.

Come ha lavorato con attori americani e italiani insieme?

Ero un po’ preoccupato all’inizio, ma la maggior parte del cast parlava inglese. Ho imparato un sistema molto diverso lavorando in Italia rispetto a New York. Non dico sia migliore o peggiore. Mi sono adattato a lavorare con quel cast e quella troupe e loro hanno fatto lo stesso. Mi sono visto recentemente con molti di loro per prendere un gelato ed è stato un incontro molto affettuoso, mi hanno detto di aver molto apprezzato l’esperienza. Ho cercato di coinvolgerli chiedendogli cosa pensassero anche dei personaggi e delle loro azioni. Gli attori italiani li ho trovati molto ricettivi e pronti a condividere le loro idee. Molti, anche nei ruoli più piccoli, erano attori di teatro con una lunga carriera, alcuni non parlavano inglese, e io non parlo italiano, ma li ho diretti con l’emozione ed è stato piuttosto facile. Ogni mia preoccupazione iniziale è stata presto superata. Con la sensibilità e alcuni riferimenti si può trovare una lingua comune.

Parlando di comunicazione, la ragazza protagonista ha difficoltà a esprimere il suo dolore, usa la musica per farlo

In una situazione traumatica la musica è per lei un modo per trovare una voce che le è stata tolta da bambina. Esprimere un’emozione è cruciale e mi sembrava interessante incorporare la dinamica nel film. La colonna sonora poi mi è servito per aumentare la gravitas di Roma, grazie a Fabrizio Mancinelli, l’autore delle musiche, che viene proprio da qui.

È un momento in cui a Hollywood non si producono più film dal budget medio, solo grandi blockbuster o piccoli film. Una delle piche eccezioni, è l’horror o il genere, come Smile, che lei ha prodotto ed è stato un grande successo, o i film di Jason Blum. Nel tentativo di avere prodotti finanziariamente sostenibili ma capaci anche di intercettare un prodotto.

Amo l’horror, anche se Smile o Here After non credo lo siano. Sono una versione più sofisticata di quel genere. Il pubblico vuole provare emozioni, saltare sulla sedia e per questo tipo di film l’esperienza della visione in sala è fondamentale, sono film che vanno bene anche grazie all’esperienza di visione collettiva. Siamo così isolati ognuno con il proprio smartphone, in cerca di visioni indipendenti a casa, il che è un’ottima cosa, ma bisogna anche andare al cinema e spaventarci o piangere insieme ad altre persone. Sono contento quando nelle proiezioni del mio film vedo il pubblico commuoversi, con gli occhi lucidi. Provare emozioni in maniera collettiva, suscitare energia, è catartico. Condividiamo questo pianeta ed è importante farlo come comunità e condividere emozioni.



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martedì 30 luglio 2024

A vent'anni dalla scomparsa ricordiamo Laura Betti con cinque dei suoi migliori film in streaming

Nell'anniversario della sua scomparsa all’età di 77 anni, vogliamo ricordare l'attrice Laura Betti, senza dubbio una delle figure maggiormente di spicco del cinema italiano a partire dagli anni 60’ e ‘70. Artista capace di impersonare con verità ed eleganza personaggi personaggi anche non facili, la Betti ha lavorato con molti dei grandi autori della nostra cinematografia, collezionando una carriera straordinaria come dimostrano i cinque film in streaming che abbiamo per lei selezionato. Senza contare che, come doppiatrice, ha scritto la storia del cinema dando voce al demone de L’esorcista (1973) di William Friedkin, con una prova vocale assolutamente all'altezza delle sue migliori. Buona lettura.

Cinque film in streaming interpretati da Laura Betti

  • Nel nome del padre
  • I racconti di Canterbury
  • Fatti di gente perbene
  • Allonsanfan
  • Novecento

Nel nome del padre (1971)

Uno dei lungometraggi maggiormente schierati e potenti del primo Marco Bellocchio, una tempesta che si schiera lancia contro il clericalismo  cieco e radicale, capace di generare piccoli mostri dentro le strutture maggiormente oppressive, ovvero quello che al contrario dovrebbero formare il carattere e l’apertura mentale dei giovi studenti. Nel nome del padre contiene momenti di cinema durissimi, una rigidità di sguardo che diventa subito presa di posizione definita e intransigente, un po’ come le altre opere migliori dell’autore. Nel cast anche un efficacissimo Renato Scarpa. Uno dei titoli migliori e più potenti di una filmografia insuperabile nel nostro cinema. Disponibile su Rai Play.

I racconti di Canterbury (1972)

mancano purtroppo all'appello dello streaming molte delle collaborazioni tra la Betti e Pier Paolo Pasolini. I racconti di Canterbury rappresenta però uno dei loro lungometraggi maggiormente compiuti e stratificati, un viaggio dentro lo stile composito del grande cineasta a cui l'attrice e “musa” partecipa con deliberato istrionismo, un timbro che ne ha spesso contraddistinto le performance. Ispirato dall’opera letteraria di Geoffrey Chaucer, un film a episodi di potenza simbolica indubitabile, come d’altronde tutta l’opera di Pasolini. Ammirevole. Disponibile su Amazon Prime Video.

Fatti di gente perbene (1974)

Uno dei migliori film in costume italiani di quel decennio, un melodramma preciso e perfetto per mettere al servizio dei protagonisti Giancarlo Giannini e Catherine Deneuve personaggi da riempire con corposità, secondo ovviamente le regole del melodramma. Fatti di gente perbene arriva dritto al cuore dello spettatore, e la Betti vi partecipa con una prova accurata e irruenta come al solito. Film non ricordato spesso, di certo non come dovrebbe. Anche un grande Fernando Rey partecipa a uno dei lungometraggi maggiormente riusciti di Mauro Bolognini. Un cineasta che merita sempre il più sincero rispetto. Disponibile su CHILI, Amazon Prime Video.

Allonsanfan (1974)

L’esordio alla regia di Paolo e Vittorio Taviani ci regala un Marcello Mastroianni come sempre vibrante in un ruolo complesso e stracolmo di sottotesti. La storia italiana raccontata con un occhio poetico ma mai qualunquista, attento a mettere in luce anche i risvolti politici e sociali meno edificanti dei nostri anni. La Betti come sempre riesce a trasportare lo spettatore con la sua recitazione appassionante. Allonsanfan ci regala con freschezza uno stile che i due grandi autori svilupperanno nei loro capolavori futuri. Ma la grandezza dei Taviani è già ampiamente contenuta in questo bellissimo primo film. Disponibile su CHILI.

Novecento (1976)

Che dire della prova della betti, quasi sempre affiancata dal terrificante e superbo Donald Sutherland? Una figura in chiaroscuro maligna  e umanissima, contraltare perfetto per le protagoniste positive Dominique Sanda e Stefania Sandrelli. Se Novecento è il capolavoro che tutti conosciamo e dovrebbe venerare, il merito è anche, anzi forse soprattutto, delle sequenze maggiormente orribili come quelle interpretate dalla Betti. Film di confine ancora insuperato, epopea storia e morale/emotiva di rara potenza. Da rivedere per conoscere, amare, soffrire, anche giudicare. Come soltanto il grande cinema sa fare. Disponibile su Amazon Prime Video. 



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Intervista a Max Viale dei Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo: quando la musica è cuore e condivisione

 Al regista e direttore di Creuza de Mà Gianfranco Cabiddu, che per 18 edizioni ha organizzato a Carloforte, sull'Isola di San Pietro, un festival dedicato alla musica per il cinema, sta molto a cuore il CAMPUS Musica e Suono per cinema, un progetto di alta formazione sulla Composizione Musicale e Suono per il cinema.
Cabiddu insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e agli studenti di regia della scuola che ha sede a pochi passi da Cinecittà offre la possibilità di imparare dai grandi autori di colonne sonore come musicare i loro cortometraggi. Ciò significa che, anno dopo anno, artisti come Pivio, Pasquale Catalano e altri mettono il loro sapere al servizio dei filmmaker di domani. Fra i "docenti" dell'edizione 2024 c'era anche Max Viale, che è uno dei musicisti e fondatori della band Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo. Nato nel 1999 a Torino, il gruppo ha collaborato più volte con Susanna Nicchiarelli, aggiudicandosi nel 2021 il David di Donatello per la colonna sonora di Miss Marx.

Incontriamo Max Viale nella hall di un hotel di Carloforte che affaccia sul piccolo porto dell'isola. Fuori il sole è allo zenit e la temperatura percepita sarebbe di 1000 gradi se non fosse per un vento leggero che tuttavia non è il salvifico maestrale. Il festival è cominciato da un paio di giorni e Max ha già avuto modo di incontrare i ragazzi del CSC, felicissimi di trascorrere qualche giorno insieme in un posto bellissimo. Allo stesso modo di tanti loro coetanei, gli allievi si trovano a vivere in un momento storico in cui il verbo condividere sta perdendo di senso perfino in campo musicale, in primis a causa dei progressi tecnologici e quindi della solitudine dell'utente medio del Web. Chiediamo a Max di dirci la sua in proposito. "Alla fine degli anni ’90" - ci spiga - "le band nascevano da un'esigenza di condividere pensieri musicali molto intimi, lasciando al pubblico la libertà di entrare dentro alla loro musica per poi farla propria. Noi, per esempio, abbiamo vissuto il passaggio, dall'analogico al digitale e siamo stati forse gli ultimi che hanno percorso questo ponte. All'epoca c’erano moltissimi luoghi di incontro in più rispetto ad ora, insieme al desiderio delle persone di andarsi a cercare le cose, e siccome Internet non era molto diffuso, l'unico modo che si aveva per ascoltare musica nuova era andare a scovarla girando per locali e lasciandosi così sorprendere anche da gruppi mai sentiti prima. Quindi si partiva, si andava, e c'erano tanti piccoli locali in cui la musica si performava dal vivo. Infine uscivano innumerevoli riviste musicali che potevano darti informazioni utili".

E oggi che sta succedendo?

Oggi gli spazi per l'ascolto sono sempre meno e l'avvento del digitale anche nella distribuzione pone l'ascoltatore nella condizione di essere bombardato da migliaia di proposte musicali, che a un primo sguardo sembrerebbero aver perso i contenuti e la qualità. In realtà non è così, perché, se l'ascoltatore fosse un po’ più curioso, troverebbe lo stesso tessuto musicale dei primissimi anni Duemila, che però in questo momento è meno visibile e meno fruibile. Passando alla cosiddetta musica commerciale, purtroppo i ragazzi non hanno più la possibilità di condividere le esperienze e di fare ciò che una volta si definiva gavetta e che serviva a crearsi un'identità forte. Era facendo gavetta che si creavano dei contenuti. Invece adesso anche da solo e anche a casa puoi avere gli strumenti per realizzare dei prodotti musicali, e capita che la qualità ne risenta.

Il ruolo di giornalista mi impone di domandarti come mai abbiate deciso di chiamarvi i Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo, domanda che vi avranno fatto un numero infinito di volte

Ma lo sai che cambiamo ogni volta la storia perché non ci ricordiamo più? Posso dirti però che il nome del gruppo deriva da un gioco, da uno scherzo. Eravamo tre ragazzi con la passione per la musica e abbiamo cominciato a lavorare a dei brani strumentali per gli amici. Abbiamo inciso un disco artigianale, abbiamo fatto un CD e abbiamo scelto questo nome che ci faceva molto ridere. Abbiamo composto 3 brani ai quali, sempre per scherzo, non abbiamo voluto dare un titolo e li abbiamo regalati a persone che conoscevamo. Allora i dischi si spedivano, e il nostro è arrivato nelle mani di un giornalista ligure, John Vignola, che poi è diventato un critico musicale. Ai tempi aveva un'etichetta indipendente, la Beware Records, e ha trovato i nostri brani bizzarri e molto interessanti, e quindi, siccome sul disco c'era un numero di telefono, si è messo in contatto con me. Già ci conoscevamo, perché lui aveva recensito una mia precedente esperienza musicale, e così mi ha detto: "Guarda, è un progetto interessante, avete altri brani?", e noi: "No, assolutamente no", "Allora fateli che vi voglio pubblicare un disco". Da lì è iniziata un'esperienza che non ci aspettavamo. Il primo album è andato molto bene e quindi abbiamo cominciato con i concerti.

Il grande freddo allude forse all'omonimo film?

"Il grande freddo" non c'entra niente con il film. In realtà era un brano legato a una mia band, in cui cantavo e scrivevo dei testi, e infatti quel brano l'avevo scritto io. L'avevo intitolato "Il grande freddo" perché, in opposizione a ciò che vedevamo guardandoci intorno, desideravamo raggiungere il cuore della musica e quindi fare brani strumentali stando un po’ fuori dai soliti schemi della band: cantante, batterista, eccetera. Noi eravamo 2 chitarre e un basso e abbiamo cominciato a suonare per noi. Poi, evidentemente, questa cosa è arrivata anche al pubblico, insomma siamo piaciuti.

Su Wikipedia, alla voce Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo c'è scritto che siete un gruppo post rock? Ti riconosci in questa definizione?

Noi non sapevamo cosa fosse il post rock, però lo abbiamo conosciuto attraverso la categorizzazione dei giornalisti, della critica. Secondo me non è da interpretare esattamente come un genere, ma è evidente che, a partire da oltreoceano, da aree come Chicago eccetera, nasce questa attitudine a mischiare strumenti acustici con musica elettronica. Tendenzialmente si tratta di musiche strumentali che creano atmosfere estremamente oniriche e suggestive. Sicuramente nella nostra musica si possono riconoscere delle influenze di gruppi come i Mogwai e i Tortoise, ma ci teniamo a mantenere all'interno dei pezzi una storia legata alla melodia anche italiana, e probabilmente questo ci ha resi peculiari, e poi abbiamo avuto la fortuna di essere capitati tra le prime band che proponevano un simile genere. Così in breve tempo siamo passati dalla vendita dei dischi porta a porta al trovare i nostri LP in tutti i negozi di dischi, appunto perché le grandi distribuzioni cominciavano a essere incuriosite da ciò che non era mainstream, e quindi, fortunatamente, siamo diventati una band piuttosto conosciuta.

Avete composto la colonna sonora di diversi film di Susanna Nicchiarelli: Cosmonauta, Nico 1988, Miss Marx. Che regista avete trovato?

Susanna utilizza moltissimo lo strumento sonoro così come si dovrebbe sempre fare, e cioè con la funzione di strumento narrativo, e ciò fa di lei una regista la cui visione cinematografica non può prescindere dalla musica. Inoltre molte sue storie nascono proprio da ascolti di brani. I suoi film sono nati anche da nostre musiche che a lei piacevano particolarmente. L'incontro con lei è stato fondamentale per noi, sia per una crescita sua che per una crescita nostra, perché quando le persone riescono a condividere le passioni e ad aiutarsi a vicenda, i risultati sono sempre ottimi. I film di Susanna sono un'opera di Susanna, ma sono anche un'opera che si realizza coralmente. Lei dà molta importanza all'autorialità dei suoi film e sa che gli autori delle musiche sono una parte fondamentale, perché contribuiscono a trasmettere il messaggio di un film.

Nel 2021 avete vinto il David di Donatello con la colonna sonora di Miss Marx, un film che viene spesso identificato con la sua musica. Com’è stata quell'esperienza?

In Miss Marx abbiamo fatto un lavoro molto originale. Susanna ha avuto la bellissima idea di usare la musica come contrappunto innanzitutto per i tempi in cui il film era ambientato, perché si parla di una delle figlie di Marx e quindi ci troviamo a fine '800. Susanna non usa mai la musica in modo didascalico, quindi come commento. Per lei fa parte comunque di una narrazione che può in qualche modo distaccarsi da quello che avviene sullo schermo per creare un contrasto molto forte. Per questo si è deciso di usare musica punk per sottolineare l'attivismo sociale di Eleonor Marx. Per evidenziare invece una parte più fragile della psicologia di questa donna che ha veramente combattuto per tutta la vita per le fasce deboli della popolazione, abbiamo voluto riadattare delle musiche dell'epoca, e quindi parliamo di grandissimi compositori come Chopin, Liszt. Quando dico "riadattare", intendo secondo la visione sonora di Susanna, e dal momento che lei ritiene che noi la interpretiamo bene, ci ha fatto fare il lavoro "semplicissimo" di mettere mano a questi capolavori assoluti secondo il nostro gusto. E così abbiamo riarrangiato Chopin e Liszt affidandoci a molti interventi di chitarra e più in generale a un sound elettronico, componendo una colonna sonora sicuramente spiazzante. 



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Dave Bautista rivela qual è oggi il suo ruolo da sogno nell'universo DC

Dave Bautista è sempre stato interessato al ruolo di Batman, ma recentemente ha cambiato idea avvicinandosi all'universo di Superman: chi avrebbe voluto interpretare?

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lunedì 29 luglio 2024

I migliori film in streaming diretti da Christopher Nolan

Compie oggi 54 anni l’ultimo premio Oscar per la regia Christopher Nolan. Autore di “giocattoli” cinematografici affascinanti e intricati, il cineasta londinese è diventato col passare dei film uno dei nomi maggiormente importanti dell'odierna cinematografia contemporanea. Ecco i suoi cinque film in streaming che amiamo più degli altri. Buona lettura.

Cinque film in streaming diretti da Christopher Nolan

  • Memento 
  • Batman Begins 
  • The Prestige
  • Inception 
  • Dunkirk 

Memento (2000)

Il primo rompicapo cinematografico di Nolan a livello narrativo è quello che probabilmente ancora funziona meglio degli altri. Riavvolgendo la storia su se stessa l’autore e  suo fratello Jonathan costruiscono un puzzle temporale ma soprattutto umano davvero indimenticabile. Presentato al Festival di Venezia, Memento si avvale della magnifica prova da protagonista di Guy Pearce e della collaborazione precisa di Carrie-Anne Moss, Joe Pantoliano e Stephen Tobolowsky. Neo-noir di enorme impatto, che lancia la carriera del cineasta conferendogli anche la nomination all’Oscar per il suo adattamento da un precedente cortometraggio. Film di culto assoluto. Disponibile su NOW.

Batman Begins (2005)

A nostro avviso il miglior cinecomic mai realizzato, senza dubbio alcuno il migliore della trilogia di Nolan. Come origin-story Batman Begins funziona meravigliosamente, setta le coordinate psicologiche dell’eroe in maniera perentoria e precisa, offre un paio di villain formidabili dentro un universo coerente e plumbeo, come Gotham City dovrebbe essere. E il finale diventa subito leggenda. Christian Bale alla sua prima prova come Cavaliere Oscuro domina, Cillian Murphy, Liam Neeson, Michael Caine, Tom Wilkinson e tutti gli altri sono perfetti. Nomination all’Oscar per fotografia e scenografie, ne meritava molte altre. Difficile fare meglio dentro la DC/Warner, film che sfiora la perfezione. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video, NOW.

The Prestige (2006)

Questo risulta a mani basse il capolavoro vero diretto da Christopher Nolan, una dissertazione sulla realtà e sull’illusione che diventa tragedia umana, ossessione per ottenere le vette più alte. Ancora Bale offre una performance vibrante, il protagonista Hugh Jackman regala il meglio delle sue doti di attore carismatico, a supporto troviamo Scarlett Johansson, Rebecca Hall, ancora Caine, Andy Serkis e il “Duca Bianco” David Bowie. Che altro chiedere? The Prestige incanta e spezza il cuore in egual misura. Esteticamente raffinato, narrativamente potente. Il miglior film del 2006. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video, NOW.

Inception (2010)

Altra macchina da soldi che rappresenta una delle vette del Nolan architetto di storie e convergenze temporali arzigogolate. Leonardo DiCaprio guida una banda di pirati temporali che contiene anche Tom Hardy, Elliot Page, Joseph Gordon-Levitt. Inception sbanca i botteghini, vince quattro Oscar tecnici e viene candidato anche come miglior film e miglior sceneggiatura originale. Le scene sono spettacolari, gli effetti speciali realistici e allo stesso tempo meravigliosi, la storia si lascia seguire pur nella sua complessità. Film elettrizzante, con una Marion Cotillard da inchino. Grande cinema d’autore fatto con una valanga di soldi. E giustamente. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video, NOW.

Dunkirk (2017)

Il racconto della più grande opera di solidarietà della Seconda Guerra Mondiale diventa un film dalle geometrie estetiche elegantissime, un trattato di cinema di guerra preciso ed avvincente. Nolan mette la sua visione sempre composita al servizio di una storia dove l’umanità dei personaggi conta più di tutto. Ed ecco che allora le figure in chiaroscuro di Kenneth Branagh e ancora Tom Hardy spiccano per bellezza e potenza emotiva in un film bellissimo da guardare. Grazie a Dunkirk Nolan arriva alla sua prima nomination come miglior regista, e forse la statuetta qui l’avrebbe meritata. Anzi, senza forse…Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple itunes, Amazon Prime Video.



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Ghostbusters, Dan Aykroyd difende il reboot al femminile: "Mi piacque, non ho motivo di infangarlo"

Dan Aykroyd non ha voglia di seppellire il reboot al femminile Ghostbusters del 2016: in un'intervista con People spiega che per lui era un buon film e funzionava. E lo accetta nella serie.

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Gwyneth Paltrow reagisce al ritorno di Robert Downey Jr nel MCU

Il ritorno di Robert Downey Jr ha infiammato il web. L’annuncio è arrivato durante il weekend del Comic Con di San Diego 2024: i Marvel Studios hanno riportato uno dei suoi nomi preferiti ancora una volta nell’universo di supereroi, ma per una nuova sfida. Iron Man è stato definitivamente archiviato, a quanto pare, perché Robert Downey Jr si cimenterà nel ruolo di Dottor Destino. Si vociferava da tempo in realtà che l’attore potesse essere nuovamente coinvolto nel MCU con un nuovo ruolo di spicco e quelle voci di corridoio sono diventate realtà. Persino Gwyneth Paltrow ha assimilato la notizia senza trattenere lo stupore, ammettendo di essere un tantino confusa su cosa succederà.

Gwyneth Paltrow reagisce al ritorno di Robert Downey Jr nel MCU senza Iron Man

Gwyneth Paltrow ha deciso di allontanarsi da Hollywood, per cui negli ultimi anni non è apparsa spesso sul grande schermo. Tuttavia ha ammesso che valuterebbe un ritorno nel MCU qualora gli Studios la interpellassero a riguardo. Un riferimento alla sua Pepper è stato inserito anche in Deadpool & Wolverine (fiera sulla copertina di Forbes), ma è apparsa l’ultima volta in Avengers: Endgame e da allora – come Iron Man – anche Pepper ha preferito fare un passo indietro. Sono trascorsi diversi anni da allora e Robert Downey Jr a sorpresa ha raggiunto il palcoscenico del Comin Con di San Diego mostrandosi dietro la maschera di Dottor Destino, iconico villain che farà il suo debutto in Avengers: Doomsday, prendendo quindi il posto di Kang il Conquistatore come villain dei prossimi film corali sugli Avengers.

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Si tratta del quinto film, seguito poi da Avengers: Secret Wars, entrambi diretti dai fratelli Russo che in precedenza hanno già dato un prezioso contributo al MCU guidando la regia di Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Anche in questo caso la conferma dei fratelli Russo ancora una volta al timone Marvel è arrivata durante il Comic Con di San Diego. Ragionando, invece, sul ritorno di Robert Downey Jr, Gwyneth Paltrow ha espresso la sua confusione via Instagram:

Non capisco, adesso sei un cattivo?

Il dubbio è lecito. Non è chiaro se l’attore interpreterà una variante di Tony Stark diventata poi il Dottor Destino nel Multiverso o direttamente il vero Victor von Doom tratto dai fumetti. Il dubbio dell’interprete di Pepper Potts è più che lecito. I due, del resto, sono amici da oltre un decennio dopo aver condiviso più volte la scena nel MCU.



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domenica 28 luglio 2024

I migliori film in streaming di Martin Freeman, protagonista di Miller's Girl

Visto che torna nelle sale italiane grazie all’intrigante Miller’s Girl, dove recita accanto a Jenna Ortega, vogliamo dedicare i nostri soliti cinque film in streaming a uno dei nostri attori preferiti di oggi, ovvero Martin Freeman. Capace di una versatilità dimostrata lavorando a film e generi tra loro molto disparati, l’attore sa sempre regalare profondità e carisma sommesso a personaggi “comuni”, che non hanno nulla di particolare se non la propria volontà. Star di enormi successi di pubblico, Freeman ha dimostrato il meglio delle proprie possibilità in prodotti seriali come Sherlock che lo ha lanciato, la prima stagione di Fargo e soprattutto Breeders, serie a streaming su Disney + che vi consigliamo assolutamente di recuperare. Buona lettura.

Cinque film in streaming interpretati da Martin Freeman, protagonista di Miller’s Girl

  • Guida galattica per autostoppisti
  • Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato
  • Whiskey Tango Foxtrot 
  • Cargo
  • Black Panther

Guida galattica per autostoppisti (2005)

Il primo ruolo da protagonista arriva grazie all’adattamento cinematografico del libro di culto di Douglas Adams. E l’attore ripaga con una prova comica da par suo, ispirata e lievemente folle come del resto è tutto il film. Accanto a lui un cast d’eccezione: Sam Rockwell, Zooey Deschanel, Mos Def, John Malkovich. Guida galattica per autostoppisti regala momenti di ilarità e fantascienza introvabili in altri prodotti. Ci si diverte con le assurdità di situazioni e personaggi, proprio come nel libro. Leggero e stralunato, un film godibile per una serata all’insegna della spensieratezza intelligente e sbarazzina. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes.

Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato (2012)

Chiamato da Peter Jackson nel ruolo di Bilbo Baggins, Freeman risponde con la performance probabilmente migliore della sua carriera, almeno di quella cinematografica. Perché non era assolutamente facile far risaltare il personaggio in mezzo a una simile messa in scena, straordinaria dal punto di vista estetico e potente nella narrazione. Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato ripropone l’universo de Il Signore degli Anelli migliorandone molti aspetti. Anche i due sequel sono all'altezza, in complesso una trilogia grandiosa e troppo sottovalutata, anche dal pubblico. Freeman ne esce meravigliosamente, così come Ian McKellen, sempre magnifico come Gandalf. Da amare senza condizioni. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.

Whiskey Tango Foxtrot (2016)

In questo dramma con momenti più leggeri ambientato in zona di guerra, Freeman offre supporto prezioso e stratificato alle due protagoniste Margot Robbie e soprattutto Tina Fey. John Requa e Glenn Ficarra dirigono Whiskey Tango Foxtrot con mano sicura e occhio preciso alla delineazione dei personaggi. Momenti di buon cinema e un discorso sulla finitezza umana non scontato, tutt’altro. I duetti tra Freeman e la Fey sono senza dubbio la cosa migliore di un film che intrattiene sempre in bilico tra dramma e commedia. Instabile ma fruttuosa per entrare nel cuore dello spettatore. E Freeman conferma di essere anche una spalla sempre affidabile. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video, Paramount +.

Cargo (2017)

Piccolo ma davvero avvincente zombie-movie realizzato per Netflix. Cargo vede protagonista assoluto un Freeman che per salvare una neonata dal contagio si espone al pericolo nella desolazione delle pianure australiane. Cargo prima di tutto è un dramma umano estremamente inteso interpretato con potenza innegabile da un attore davvero in stato di grazia. la storia funziona ottimamente e la regia si rivela efficace, ma senza Martin Freeman al comando questo lungometraggio non sarebbe stato il piccolo gioiello di genere che invece è. la conferma che si tratta di un attore che sa sfruttare il genere per lavorare e scavare nei suoi ruoli. Grande prova, da applausi. Disponibile su Netflix.

Black Panther (2018)

Non potevamo che chiudere con l’enorme successo del cinecomic diretto da Ryan Coogler che conquista addirittura la nomination all’Oscar come  miglior film dell'anno. In mezzo a tanti eroi e super-cattivi come Chadwick Boseman e un carismatico Michael B. Johnson, a Freeman tocca il ruolo del comune agente segreto in grado di spostare le pedine sulla scacchiera. Prova precisa e sofisticata che impreziosisce uno dei migliori prodotti della Disney/Marvel, un ottimo esempio di come, volendo, si possa fare cinema intelligente anche all’interno di produzioni destinate a sbancare i botteghini di tutto il mondo. Peccato la stessa Marvel non abbia seguito l’esempio di Black Panther…Disponibile su Rakuten TV, Apple Itunes, Disney +.



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The Fantastic Four: First Step è il titolo ufficiale del reboot Marvel, le prime immagini e nuovi dettagli svelati al SDCC

Durante il panel sul reboot de I Fantastici 4 nella Sala H al San Diego Comic-Con è stato svelato il titolo ufficiale del reboot, The Fantastic Four: First Step, insieme alle prime immagini delle pre-riprese e nuovi e interessanti dettagli su uno dei prossimi titoli più attesi del Marvel Cinematic Universe che vedrà protagonisti Pedro PascalVanessa KirbyJoseph Quinn Ebon Moss-Bachrach.

The Fantastic Four: First Step, svelati titolo ufficiale del reboot e nuovi interessanti dettagli

Al SDCC, poche ore fa, i Marvel Studios hanno entusiasmato i fan con diversi annunci e anteprime dei prossimi film del MCU: oltre ad aver confermato che Avengers 5 non coinvolgerà più il personaggio di Kang il Conquistatore, dopo le vicende che hanno coinvolto Jonathan Majors, Kevi Feige ha annunciato che i prossimi film sui Vendicatori saranno Avengers: Doomsday Avengers: Secret Wars, in arrivo rispettivamente nel 2026 e 2027 e diretti dai fratelli Anthony e Joe Russo. E, a sorpresa, il CEO dei Marvel Studios ha rivelato, portando sul palco il diretto interessato, che Robert Downey Jr. tornerà nel MCU nel ruolo di Dottor Destino, che apparirà in Avengers: Doomsday.

Oltre alle anteprime di Thunderbolts* e Captatin America: Brave New World, i Marvel Studios hanno anche svelato il titolo ufficiale del reboot sui Fantastici 4 e diversi dettagli sul film alla presenza dei 4 protagonisti. Le riprese della pellicola inizieranno ufficialmente martedì 30 luglio 2024 e al pubblico riunito nella Sala H sono state mostrate diverse immagini delle pre-riprese, filmate nel formato 4:3 e dallo stile retrò

Comicbook, presente al SDCC, ha rivelato il contenuto del filmato, che mostrava brevi scene di Reed Richards e Susan Storm insieme a cena, interpretati da Pedro Pascal e Vanessa Kirby, ma anche Reed e Ben Grimm (Ebon Moss-Bachrach) intenti a scherzare l'uno con l'altro, ancora Reed Richards intento a tenere una lezione sull'esistenza del Multiverso e di realtà parallele alla nostra. Il video si concludeva con il logo ufficiale della pellicola e un'immagine di Galactus (interpretato da Ralph Ineson) che scruta il mondo circostante attraverso le vetrate di un grattacielo. 

Leggi anche Robert Downey Jr. torna nel MCU, sarà Dottor Destino in Avengers: Doomsday

A comporre la colonna sonora del film sarà Michael Giacchino e la Fantasticar potrebbe fare un'apparizione nel reboot, dato che è stata mostrata anche durante il Panel. Come già confermato in precedenza, The Fantastic Four: First Step si svolgerà in una realtà parallela a quella che conosciamo, in una New York City retrò/futuristica degli anni '60, secondo quanto ha raccontato Matt Shakman, presente in sala:

"Stiamo facendo un retro-futuro anni ’60. Syd Mead è stato un’ispirazione. Per me gli anni ’60 sono all’insegna dell’ottimismo. Amo i Fantastici Quattro. Adoro il loro potere. Vogliamo essere fedeli ai fumetti ma anche alla vita"

Inoltre, i quattro protagonisti appariranno anche in Avengers: Doomsday Avengers: Secret Wars. Il cast del reboot comprende anche Julia Garner, nel ruolo della versione femminile di Silver Surfer, Paul Walter Hauser, Natasha Lyonne e John Malkovich, in ruoli non ancora rivelati. The Fantastic Four: First Step arriverà al cinema il 25 luglio 2025.



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Deadpool & Wolverine, Ryan Reynolds ha dovuto incontrare Madonna di persona per usare Like a Prayer

Il primo trailer di Deadpool & Wolverine con protagonista l'X-Men ha introdotto nella colonna sonora uno dei brani più iconici della carriera di Madonna. E pare che, per poterlo utilizzare, Ryan Reynolds abbia dovuto incontrare di persona la popstar. Il brano in questione è Like a Prayer, datato 1989, ed è stato già prontamente utilizzato nel materiale promozionale di Deadpool & Wolverine. Ma perché un incontro di persona con Madonna? A raccontare di più è stato proprio l’interprete dell’antieroe sboccato, che nelle ultime settimane sta girando tutto il mondo per la promozione dell’unico film Marvel atteso al cinema.

Deadpool & Wolverine, Ryan Reynolds ha dovuto incontrare di persona Madonna per usare Like a Prayer

Convincere Madonna ad approvare l’utilizzo di Like a Prayer è stata una vera e propria impresa da supereroe, stando alle parole di Ryan Reynolds. L’attore ha confessato ai microfoni di SiriusXM di Town Hall che insieme al regista Shawn Levy ha dovuto incontrare personalmente Madonna per mostrarle esattamente in che modo avrebbero utilizzato la sua canzone. E non è stato un compito facile, perché a quanto pare la popstar non concede su licenza il suo brano con così tanta facilità.

Abbiamo avuto un incontro personale con Madonna. E premettiamo che non concede la licenza tanto facilmente. Madonna non concede la licenza solo per la canzone e in particolare per quella canzone. Quindi per noi è stata una roba grossa richiederla e sicuramente ancor più grossa poterla utilizzare. L’abbiamo incontrata di persona e le abbiamo mostrato come veniva utilizzava, dove e perché.

Shawn Levy, a sua volta intervistato, ha aggiunto che la percezione avuta in merito all’incontro con la popstar è come quella ottenuta quando si tratta di famiglie reali. Per Ryan Reynolds è stata un’emozione unica. Ha aggiunto con ironia: “Ho persino chiesto a qualcuno che lavorava per lei: ‘Posso chiamarla semplicemente Madonna?’ Quella è stata una delle più grandi emozioni della mia vita". Quell’incontro ha persuaso la popstar, che non solo ha permesso loro di utilizzare Like a Prayer, ma ha anche dispensato consigli su come migliorare la scena in questione. Come ricorda l’interprete di Deadpool:

Ci ha dato un ottimo consiglio. L’ha guardata e, non sto scherzando, ha detto semplicemente: ‘Devi fare questo, questo e questo in questo momento’. E, accidenti, calzava a pennello.

A quanto pare le modifiche suggerite da Madonna sono state prontamente accolte dal duo. Shawn Levy ha ricordato come, dopo quella conversazione, avessero raggiunto la sala di registrazione e apportare quella nota entro 48 ore.



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sabato 27 luglio 2024

Robert Downey Jr. torna nel MCU, sarà Dottor Destino in Avengers: Doomsday

Robert Downey Jr. tornerà nel MCU nel ruolo di Dottor Destino in Avengers: Doomsday, in arrivo nelle sale nel 2026. L'annuncio è arrivato nella Sala H al San Diego Comic-Con nelle scorse ore da Kevin Feige, scatenando l'entusiasmo dei fan che non avevano mai smesso di sperare di poter rivedere Tony Stark/Iron Man ancora una volta, dopo la sua dipartita in Endgame.

Robert Downey Jr. tornerà nel MCU nel ruolo di Dottor Destino in Avengers: Doomsday

Anche se non potremo più rivedere RDJ nel ruolo di Iron Man, i fan sono ora in trepidante attesa di vedere come sarà il suo Dottor Destino. Nei fumetti Marvel il personaggio di Victor Von Doom è uno dei villain più temuti dell'Universo Marvel, ma il Dottor Destino interpretato da Robert Downey Jr. potrebbe essere una variante diversa da quella che i fan già conoscono. La 

A suggerirlo è stato un rumor di Jeff Sneider, che ha anticipato il ritorno di RDJ nel MCU, svelando che il suo Dottor Destino non sarà Victor Von Doom, ma una "variante impazzita" di Tony Stark che diventerà successivamente Dottor Destino. Il personaggio è destinato a comparire in Avengers: Doosmday, in arrivo nelle sale a maggio 2026, e che vedrà i fratelli Anthony e Joe Russo ancora una volta alla regia. 

Sui social, RDJ ha postato una serie di scatti con la tunica verde e la maschera del personaggio, entrambi indossati durante il suo arrivo a sorpresa nella Sala H e ha così commentato il suo tanto atteso ritorno nell'Universo Marvel:

"Nuova maschera. Stessa missione."

Da anni, i fan speravano in un ritorno di RDJ nel MCU e lo stesso attore non ha mai nascosto di essere profondamente legato all'universo creato dai Marvel Studios e di cui ha fatto parte fin dal primo Iron Man (2008). Di recente, in occasione della sua vittoria agli Oscar come Miglior attore non protagonista con il ruolo di Lewis Strauss in Oppenheimer, aveva dichiarato:

"È una parte troppo integrante del mio DNA. Quel ruolo mi ha scelto. E guarda, dico sempre, ‘Non scommettere mai e poi mai contro Kevin Feige’. È una scommessa persa. Lui vincerà sempre"


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Deadpool & Wolverine senza censure? Novità per il Marvel Cinematic Universe, non per la Disney

Come ormai è chiaro, Deadpool & Wolverine rappresenta un caso unico (forse non il primo) nella storia dei Marvel Studios targati Disney: non ha subito infatti interventi di censura preventiva, rompendo il tabù del "Restricted", cioè del divieto ai 17 anni negli USA, dal quale il Marvel Cinematic Universe si era accuratamente tenuto lontano, puntando al "PG-13" per famiglie. È uno shock proprio per la Disney come azienda? In realtà no, e non lo è più da quarant'anni, ma proviamo a mettere un po' d'ordine nella questione, per capire dove sono i veri tabù e in cosa consistano.

La Disney vietata ai minori esiste... ma non si fa chiamare "Disney"

Non era mai successo che un film del Marvel Cinematic Universe come Deadpool & Wolverine uscisse negli USA e in altre parti del mondo con barriere suggerite per le fasce di pubblico più giovani: nel caso del Nord America si parla addirittura del divieto ai 17 anni, il famigerato "R - Restricted". Ma non è una novità per la Disney come multinazionale. La svolta verso contenuti non propriamente "per tutti e per famiglie" avvenne nei primi anni Ottanta, quando il genero di Walt Disney, l'allora CEO Ron Miller, decise di creare la sottoetichetta Touchstone Pictures per poter finanziare anche contenuti non in linea con quella storica firma-marchio... senza sporcarla. Si discusse molto del nudo di Daryl Hannah in Splash - Una sirena a Manhattan (1984), primo segno di questa pragmatica disinvoltura commerciale. Semplicemente il mercato più adulto era troppo lucrativo per poter essere ignorato dall'azienda, che tra la fine dei Settanta e i primi Ottanta era in difficoltà economiche. La mossa fu tra quelle che fecero inviperire Roy Disney Jr., nipote di Walt: cominciò a far guerra a Miller in quel periodo, ma questa è un'altra storia.
Fatto sta che da allora questa disinvoltura del gruppo Disney nel finanziare contenuti non propriamente "disneyani" non ha fatto che aumentare, specie da quando sono aumentate le acquisizioni, culminate con l'arrivo in casa di tutti gli asset della fu-20th Century Fox, nel 2019. Nella sezione STAR di Disney+ (in America è Hulu) trovate la spintissima serie Pam & Tommy, mentre al cinema è passata poco fa la disinibita Emma Stone del provocatorio Povere creature! di Yorgos Lanthimos. Il capitale è sempre Disney, ma queste non sono di opere per famiglie: i più piccoli tuttavia non possono accedere alla sezione STAR, e Povere Creature! porta etichetta Searchlight Pictures, ex-divisione della Fox. Il tabù per i contenuti politicamente scorretti esiste, ma è limitato solo alla sacralità della Walt Disney Pictures, di quel logo garanzia di innocenza, del castello della Bella Addormentata con le note di "When You Wish Upon a Star". Se però quello manca perché il prodotto in questione arriva dalle aziende acquisite... non ci sono obblighi morali. Sulla carta, questo varrebbe anche per Marvel e Lucasfilm, che hanno i loro "loghi scudo". Ma allora perché...? Leggi anche Indiana Jones e il tempio maledetto, la nascita della categoria PG-13 nella censura americana

Deapool & Wolverine senza freni, svolta commerciale più che artistica

Ci sono però convenzioni economiche... e nel caso dei cinecomic dei Marvel Studios, parte del Marvel Cinematic Universe, si parla di opere molto costose, piene di postproduzione digitale, in media con budget di 200 milioni di dollari in su (!). Un divieto restrittivo significa ridurre in automatico una buona parte dei possibili incassi, senza contare che lasciar fuori adolescenti, bambini e bambine, significa ridurre lo sfruttamento anche del merchandising e della popolarità dei beniamini nei parchi a tema. Finora il più alto incasso della storia per un film Restricted è stato quello del Joker di Joaquin Phoenix targato Warner Bros., e si parla di "appena" 1 miliardo di dollari raccolti nel mondo, contro le cifre ben più alte che il MCU ha saputo raggiungere nel suo momento d'oro, terminato cinque anni or sono con Endgame.
Non è un mistero che la pandemia e l'improvvida gestione di Disney+ da parte del licenziato CEO Bob Chapek ha messo nei guai la Disney negli ultimi quattro anni. Allo stesso tempo, la presa automatica del MCU sul grande pubblico è venuta meno, con un 2023 in evidente affanno finanziario. A questo punto qualsiasi approccio fresco è ben accetto, e le preghiere di Ryan Reynolds sono state accolte appena in tempo. Tramite i suoi due precedenti Deadpool, realizzati presso la Fox buonanima, ha dimostrato col loro successo di pubblico, insieme a quello del Joker warneriano, che il vecchio taglio "alla Kevin Feige" non era l'unico a disposizione per il genere cinecomic. Con il logo "Marvel" il tabù corretto e innocuo dei contenuti "Walt Disney Pictures" non c'era mai stato, ma era silenziosamente accettato per convenienza economica. In passato Kevin Feige, boss dei Marvel Studios, aveva detto che non si precludeva a priori l'idea, ma fino a quel momento non avevano mai ritenuto "necessario" superare la barriera del PG-13. Evidentemente, tra il bisogno di freschezza e il dovere di non compromettere Deadpool così come il pubblico lo conosceva, quella necessità è alla fine arrivata. Leggi anche Blade, Kevin Feige medita sul divieto ai minori e spiega i ritardi



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Superman, anche il regista di Twisters approva David Corenswet come scelta

Con il debutto di Twisters al cinema, il regista Lee Isaac Chung si è concesso numerose interviste poiché impegnato con il press tour promozionale del film ambientato nello stesso universo del precedente Twister, ma con nuovi personaggi cacciatori di tornadi. Riflettendo, però, sui titoli più attesi e in uscita prossimamente, Lee Isaac Chung ha colto l’occasione per esprimere la sua approvazione nei confronti della scelta di James Gunn, che ha voluto David Corenswet come prossimo interprete di Superman.

Twisters, anche Lee Isaac Chung è felice che James Gunn abbia scelto David Corenswet per Superman

Prima ancora della conferma ufficiale, si vociferava da settimane il coinvolgimento di David Corenswet con indosso il mantello rosso di Superman. Poi, via Threads, il regista e sceneggiatore ha confermato le voci di corridoio, una scelta apprezzata anche da Lee Isaac Chung. Il regista di Twisters ha avuto modo di collaborare seppur brevemente con Corenswet, che nel disaster movie è stato coinvolto come membro del team di Javi. E, durante un’intervista con il podcast Inside Total Film, ha spiegato perché secondo suo modesto parere David Corenswet è la scelta giusta per un personaggio tanto amato come Clark Kent:

Ha una presenza così imponente, grande e straordinaria, ma c'è inoltre questa purezza genuina in lui, in un modo strano, che sembra davvero adatta a Superman. Mi ricordo quando è tornato dalle audizioni che ha fatto a Los Angeles [per il ruolo, ndr]. È tornato sul set e dava l’idea di non aver ancora abbandonato le vesti di Superman. È quel genere d’attore che non riesce a sbarazzarsi subito del ruolo. Non sto dicendo che segue il metodo, ma prende un po' il sopravvento.

Una volta riapparso sul set di Twisters, a Lee Isaac Chung è parso abbastanza chiaro: avrebbe ottenuto la parte, era soltanto questione di tempo. “Avevo una strana sensazione, per me era perfetto per la parte, davvero perfetto”, ha aggiunto. Ha poi precisato che Corenswet è “una vera scoperta e sarà grandioso”, complimentandosi con James Gunn per averlo scelto.



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venerdì 26 luglio 2024

Deadpool & Wolverine 'doveva uscire come Alpha Cop e sembrare un film orribile', la trovata geniale di Ryan Reynolds

Ryan Reynolds e Hugh Jackman, proprio come Wade Wilson e Logan, sono un duo vulcanico e traboccante d'idee brillanti. La loro alchimia ha trasformato Deadpool & Wolverine in un cult mesi prima che il cinecomic Marvel approdasse nelle sale. Tuttavia, in pochi sanno che il piano iniziale per il film di Shawn Levy era ancora più folle.

Il divo canadese, ospite di Hot Ones, ha svelato che, all'inizio della produzione, è stato brevemente preso in considerazione un piano tanto assurdo quanto geniale. Vale a dire, pubblicizzare un film con protagonista la coppia Reynolds/Jackman ma... completamente diverso e distante dall'universo Marvel. E brutto, molto brutto. La pellicola doveva sembrare talmente scadente da attirare in sala una manciata di persone.

Questi ultimi sarebbero stati i fortunati che, dopo pochi minuti di proiezione, avrebbero visto comparire sullo schermo il logo Marvel e scoperto a quale film stavano davvero per assistere: Deadpool & Wolverine. Una sorpresa clamorosa e spiazzante, oltre ad una mossa di marketing acuta e senza precedenti,. Peccato che, al tavolo delle trattative, la lista dei 'contro' ha finito per avere la meglio.

Tanto per cominciare, la verità sulla pellicola si sarebbe diffuso a macchia d'olio fin da subito, grazie alla capillarità e all'immediatezza dei social network. Impossibile mantenere un segreto tanto eclatante, complice l'entusiasmo straripante. Da non sottovalutare, poi, il fattore economico: la produzione, di fatto, avrebbe investito una cifra esorbitante per una gag che si sarebbe esaurita nell'arco di 24 ore a dir tanto. La Disney, infine, difficilmente avrebbe rinunciato a pubblicizzare in grande stile il terzo film del franchise di Deadpool.

In Deadpool & Wolverine, ad ogni modo, le sorprese non mancano e alcune sono davvero da perdere la testa. A tal proposito, Reynolds ha ammesso che non sperava che i camei e i colpi di scena sarebbero rimasti avvolti dal mistero fino al debutto del film al cinema. Quanto all'idea del finto film, quest'ultimo aveva anche un titolo: Alpha Cop!

L'idea originale di questo film era di girare un finto film chiamato Alpha Cop, che era intenzionalmente pessimo... Riguardava due ragazzi che condividevano un cervello e, insieme, formavano il poliziotto perfetto. Il manifesto dice Alpha Cop: due poliziotti, un cervello, tutte palle. E doveva essere orribile. Circa dieci persone in America andavano a vedere questo film nel weekend di apertura e, cinque minuti dopo l'inizio del film, il logo della Marvel saltava fuori e in realtà erano Deadpool e Wolverine.

Non si può negare che sarebbe stata una trovata pazzesca, sebbene difficilmente realizzabile.

Nel cast del cinecomic diretto da Shawn Levy ci sono anche Matthew Macfadyen nel ruolo di Mr. Paradox ed Emma Corrin in quello di Cassandra Nova. Tra le vecchie conoscenze della saga, ritroviamo, tra gli altri, Morena Baccarin, Leslie Uggams, Karan Soni, Brianna Hildebrand e Rob Delaney. Deadpool & Wolverine - scritto da Ryan Reynolds, Rhett Reese, Paul Wernick, Zeb Wells e Shawn Levy - vi aspetta al cinema dal 24 luglio.



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A Giffoni 2024 The Jackal, Romana Maggiora Vergano e Il magico mondo di Harold: Gli ospiti e il programma del 26 luglio

A Giffoni 2024 c'è ancora voglia di confronto, sorrisi e incontri con star del cinema, personaggi del mondo della politica, dello sport e delle istituzioni. Nell'ottava giornata di festival i giovani jurors potranno incontrare The Jackal al completo, con Ciro Priello, Gianluca Fru, Aurora Leone e Fabio Balsamo che sfileranno sul blue carpet. Le giurie, inoltre, avranno il piacere di conoscere Romana Maggiora Vergano, attrice la cui notorietà è esplosa grazie all'interpretazione di Marcella nel fenomeno cinematografico di Paola Cortellesi C’è ancora domani ma che abbiamo visto di recente anche nella serie internazionale Those About To Die su Prime Video. Sono attesi anche i giovanissimi Chiara e Mattia Fabiano, i due fratelli doppiatori, ormai star sui social che, nonostante la loro giovanissima età, hanno prestato la voce a personaggi famosissimi di alcuni del film o delle serie tv più note (Chiara, per esempio, è la voce di Millie Bobby Brown in Stranger Things e di Jenna Ortega in Mercoledì).

Giffoni 2024: Le anteprime, gli eventi e gli altri ospiti del 26 luglio

L'anteprima più attesa della giornata è sicuramente quella de Il magico mondo di Harold, il nuovo film di Carlos Saldanha (regista di Rio e L'era glaciale). A metà tra il live-action family adventure e la comedy, arriverà nelle sale italiane il 12 settembre, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures. Ci sarà poi anche l’evento speciale di presentazione della serie tv Never too late, coproduzione Rai Fiction con Propaganda Italia. Diretta da Lorenzo Vignolo e Salvatore de Chirico, la serie è ambientata nel 2046, in un mondo dove l'aria è diventata irrespirabile e il pianeta soffre per la mancanza di ossigeno. Saranno presenti i registi De Chirico e Vignolo e i protagonisti Luna Di Giacomo e Manuel Rossi. Ci sarà spazio anche per l'approfondimento dei diversi mestieri con Guido Michelotti, direttore della fotografia (L'ultima notte di Amore, L'immortale), e Monica Rametta, sceneggiatrice per il cinema e per la televisione (le serie Tutti pazzi per amore, Una grande famiglia, È arrivata la felicità, La vita che volevi). 

Il Giffoni Film Festival si conferma un luogo al centro del dibattito pubblico: la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e il Presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte arriveranno al festival per un dibattito con i giurati. Attesi anche il Fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi, il giornalista Gaetano Pecoraro, Ermete Realacci, Presidente di Fondazione Symbola, e padre Enzo Fortunato, Direttore della Rivista San Francesco a nome dei promotori del Manifesto di Assisi, ma anche la scrittrice e autrice teatrale Viola Ardone. E per Giffoni Sport, l'ex rugbista Andrea Lo Cicero e l’ex calciatrice Katia Serra incontreranno i ragazzi. 



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Deadpool & Wolverine, la spiegazione di tutti quei cameo nel film

Deadpool & Wolverine l’aveva già anticipato tempo fa, che questo film non avrebbe rinunciato ai cameo. Ma la loro natura è stata ben protetta e rivelata soltanto sul grande schermo, come da prassi nell’universo Marvel. L’elenco è particolarmente ghiotto in questo caso. Ryan Reynolds e Hugh Jackman non sono le uniche grandi rivelazioni a questo giro, perché Deadpool & Wolverine ha coinvolto numerosi personaggi, nomi del passato che s’introducono a loro volta nel MCU attraverso un importante escamotage che ha reso possibile tutto questo. A seguire faremo riferimento a quanto accaduto nel film, per cui chi desidera evitare spoiler dovrebbe salvare questo articolo e leggerlo in un secondo momento. Fan avvisato…

Deadpool & Wolverine, tutti i cameo presenti nel film spiegati

Jon Favreau: torna Happy Hogan. Fedelissimo a Tony Stark e poi devoto anche a Peter Parker in Spider-Man, Happy riappare in Deadpool & Wolverine, questa volta in un ruolo di spicco. Interagisce direttamente con Wade Wilson, quando quest’ultimo gli chiede di entrare a far parte degli Avengers, come un vero e proprio colloquio di lavoro. Wade indossa persino un completo elegante per l’occasione, ma Happy non è convinto che quel lavoro faccia al caso suo. All’interno dell’ufficio dove si svolge il colloquio in questione, appaiono diversi easter egg come lo scudo di Captain America, i caschi di Iron Man e persino una rivista di Forbes con Pepper in copertina.

E se Wolverine fosse… Henry Cavill? Ebbene sì. Durante la sua ricerca spasmodica per individuare il perfetto Logan da riportare nel suo universo, Deadpool si imbatte persino in Henry Cavill, colui che in precedenza ha interpretato Superman nel DCEU. Negli anni i fan hanno più volte sognato Cavill come interprete di Wolverine e quel desiderio, seppur parzialmente, ha preso vita in Deadpool & Wolverine. E Deadpool non ha perso tempo, lanciando una frecciatina anche ai DC Studios impegnati ad oggi con un altro Superman.

Perché Thor piange per Deadpool? Portato alla TVA contro la sua volontà, Wade Wilson scopre che esistono numerosi universi e, in uno di questi, Thor stringe Deadpool tra le braccia in lacrime. Quella scena risale a Thor: The Dark World e tra le braccia di Thor ci sarebbe Loki. Il mercenario dalla lingua tagliente ha più volte tirato in ballo le lacrime di Thor durante il film: che sia una sorta di anticipazione di cosa accadrà in futuro per Wade Wilson, ora che fa parte ufficialmente del MCU?

Chris Evans è di nuovo nel MCU, ma non è Cap. Anche Chris Evans ha guadagnato un cameo in Deadpool & Wolverine, ma non ha riportato il suo Captain America sul grande schermo. Anche Wade Wilson è stato ingannato dalla foga del momento, ma quello rappresentato da Evans è in realtà il suo Johnny Storm, ovvero Torcia Umana interpretato nei precedenti film sui Fantastici 4. Un personaggio decisamente diverso e più adatto ad interagire con Deadpool e Wolverine nel Vuoto e che non durerà troppo a lungo in loro presenza.

L’unione fa la forza con Blade, Elektra, Gambit e X-23. Nel Vuoto, Wade e Logan si ritrovano a stringere un’alleanza con alcuni superstiti dimenticati nel Vuoto. In Deadpool & Wolverine riappare il primo Blade, interpretato da Wesley Snipes ancora una volta e che rappresenta una sorta di reunion con Ryan Reynolds, apparso in Blade Trinity. Jennifer Garner, invece, riprende il ruolo di Elektra dopo aver condiviso la scena in Daredevil con Ben Affleck. Channing Tatum, invece, è Gambit, il cui film non è mai stato realizzato finora. Dafne Keen è forse l’unica sorpresa rivelata ufficialmente, poiché X-23 appare anche nel trailer di Deadpool & Wolverine, riprendendo il suo ruolo nella vita di Logan.

Hulk e gli X-Men: ad un certo punto, durante la ricerca di Wolverine, Deadpool s’imbatte brevemente anche in Hulk. L’Avenger in questione, però, non viene inquadrato di faccia. Nel film appaiono anche altri mutanti come Sabretooth e Toad, al servizio di Cassandra Nova (Emma Corrin). Piccola apparizione anche per altri personaggi degli X-Men come Lady Deathstrike, X2 e Azazel, precedentemente confermati in un trailer. Spazio anche a Pyro di Aaron Stanford, che remerà contro Cassandra Nova conducendo un pericoloso doppio gioco. Ed infine anche Hunter B-15 di Loki tornerà alla guida della TVA.

Ma Blake Lively c’è o non c’è? Una delle domande più gettonate dei fan riguarda Blake Lively (e in realtà anche Taylor Swift). Mentre la popstar non è stata coinvolta nel film, a quanto pare la moglie di Ryan Reynolds è presente, seppur in maschera. Pare, infatti, che abbia prestato la sua voce a Lady Deadpool!



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giovedì 25 luglio 2024

A Giffoni 2024 è il giorno di Alessandro Borghi e Lea Gavino: Gli ospiti e il programma del 25 luglio

Nel corso del settimo giorno della 54esima edizione del Giffoni Film Festival, il 25 luglio, i juror chiamati in sala per vedere e valutare i film in concorso, avranno modo di scoprire nuove storie che lasceranno il segno e incontrare amati personaggi del mondo dello spettacolo. Tra gli ospiti attesi ci sono Alessandro Borghi, amatissimo attore reduce dal successo della serie Supersex di Netflix e Lea Gavino, che subito si è fatta amare nel ruolo di Viola nella serie SKAM Italia e che abbiamo potuto apprezzare recentemente anche nel film Una storia nera di Leonardo D'Agostini. Gli eventi speciali da non perdere sono invece le proiezioni di Linda e il Pollo di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach e Incanto di Paolo Paganelli.

Tra gli eventi speciali, nella sezione Parental Experience, segnaliamo inoltre la proiezione di Linea 7, il docufilm del regista Guglielmo Magagna, realizzato dai ragazzi di ABF GlobaLab, il progetto formativo della Andrea Bocelli Foundation – Ente Filantropico rivolto a ragazzi e ragazze dai 16 ai 19 anni. Ospiti personalità di spicco del mondo del cinema, terranno dei workshop Daniele Orazi (agente cinematografico), Federico Mauro (creative director) e Jonathan Wand (produttore premio Oscar). Incontreranno in Sala Blu i ragazzi di Giffoni Impact, tra gli altri, i cantanti Signor D, Maninni e Moreno, il direttore di La Repubblica Maurizio Molinari e il ristoratore e personaggio televisivo Francesco Panella. Gli ambassador di Giffoni Sport incontreranno, tra gli altri, l'ex atleta di volley Valerio Verimiglio e l'ex radiocronista RAI Riccardo Cucchi. Nell'ambito di Giffoni Sport ci sarà il convegno “Lo sport attraverso le immagini”  con Maurizio Milan, Amministratore Delegato US Salernitana 1919.

Giffoni 2024: I film in concorso nella settima giornata di festival

Continuano, infine, le proiezioni dei film in concorso per le diverse giurie del festival. Tra i film che vedranno oggi ci sono Silent Roar di Johnny Barrington (UK, 2023, 90'), When We Lost To the Germans di Guido van Driel (Netherlands, 2023, 86'), The Book of Everything di Ineke Houtman (Netherlands, 2023, 90'), Totto Chan: The Little Girl at the Window di Shinnosuke Yakuwa (Japan, 2023, 114') e per la sezione Gex Doc Nights Gone By di Alberto Martín Menacho (Switzerland/Spain, 2023, 106').



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Deadpool & Wolverine, 2 milioni di euro al primo giorno, ma quanto avevano incassato in tutto i precedenti?

Deadpool & Wolverine, stando ai dati Cinetel, è partito molto bene al botteghino italiano, con 2.100.000 euro totalizzati in un giorno solo: è un numero vicino a quello di Barbie dell'anno scorso (2.140.300), però inferiore a quello di Inside Out 2 (2.961.882, tenendo presente che quest'ultimo è un film più per famiglie). Diamo un'occhiata alle cifre incassate dai precedenti Deadpool in Italia, facilmente superabili da un Deadpool 3 che arriva caricato di un significato diverso, per la prima volta nell'MCU. Leggi anche Deadpool & Wolverine, la recensione del delirante Deadpool 3

Deadpool & Wolverine schiaccerà gli incassi dei capitoli precedenti?

Ricordandovi che Deadpool (2016) e Deadpool 2 (2018) erano dell'allora viva 20th Century Fox, prima che venisse acquisita dalla Disney nel 2019, in Italia i due precedenti lungometraggi con Ryan Reynolds incassarono rispettivamente 7.411.4007.107.000 euro, quindi parliamo di risultati solidi ma non esplosivi. All'epoca comunque il personaggio non faceva parte del Marvel Cinematic Universe, godeva di una promozione meno potente di quella dei Marvel Studios / Disney, ed era solo un "piccolo" curioso fenomeno, considerando che nella maggior parte del mondo (ma non da noi) era un prodotto vietato ai minori. Alla fine della loro corsa, i due film portarono a casa nel mondo rispettivamente 781.948.000786.362.400 dollari (fonte Boxofficemojo), rimanendo per uno-due anni in cima agli incassi più alti della storia per film "Restricted", cioè vietati negli USA ai minori di 17 anni. Questo almeno finché Joker (2019) e Oppenheimer (2023) hanno sparigliato le carte e hanno occupato le prime due posizioni di quella classifica, con 1.064.085.200 e 976.968.200 dollari, spingendoli al terzo e quarto posto.
Ora Deadpool & Wolverine potrebbe prendersi la sua rivincita: i suoi 2.100.000 raccolti in Italia in un solo giorno fanno pensare che i 7 milioni dei due capitoli precedenti saranno superati già entro lunedì, quando sapremo anche com'è andato il suo esordio negli USA. Lì gli analisti prevedono una partenza record per un film Restricted, con 160-170 milioni di dollari al primo weekend. Per quanto riguarda il budget, stando a Variety viaggiamo sui 200 milioni di dollari, una zona lontana dai costi più controllati dei due precedenti, realizzati per 58 e 110 milioni: d'altronde questa volta si parla della Disney e dei Marvel Studios, che stanno puntando molto su un film che faccia dimenticare i flop del Marvel Cinematic Universe dell'anno passato (Ant-Man and the Wasp: Quantumania e The Marvels, con l'eccezione del buon successo di Guardiani della Galassia vol. 3). 



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