domenica 15 giugno 2025

Avatar, James Cameron sui Na'vi: la grazia felpata, la lingua musicale, la danza felina di Zoe Saldana

James Cameron ha dedicato quasi tutta la vita ad Avatar, creando, grazie alla sua fervida immaginazione, un mondo in cui ci siamo rifugiati per scappare dalle asprezze del nostro, proprio come fa nel film capostipite Jake Sully, l'ex marine invalido interpretato da Sam Worthington. Il primo abbozzo di sceneggiatura di Avatar risale alla metà degli anni '90, mentre l’ultimo capitolo della saga, e cioè Avatar 5, arriverà nelle sale il 19 dicembre 2031, quindi i film sono andati di pari passo con le evoluzioni della tecnologia. Il regista ha lavorato alacremente e non si è perso d’animo nemmeno quando imperversava la pandemia di Covid. Grazie agli account social legati al film, abbiamo seguito la lavorazione di Avatar 2 e Avatar 3, e abbiamo visto il cast intento a recitare, riposarsi e cimentarsi in diverse prodezze.

Della passione di James Cameron per Avatar ha parlato lui stesso durante la masterclass che ha tenuto qualche giorno fa in collegamento con il Museo del Cinema di Torino. Il regista doveva venire in Italia a ricevere il Premio Stella della Mole e a visitare la mostra The Art of James Cameron che il museo ospita da febbraio. Gli impegni di lavoro non gli hanno consentito di lasciare la Nuova Zelanda, dove sta girando Avatar 4, ma di buon mattino ha cliccato su un link Zoom ed è apparso sui monitor dei nostri computer. Della masterclass, moderata dal direttore del museo Carlo Chatrian potete leggere qui, mentre oggi abbiamo deciso di soffermarci su Pandora, sull'origine dei Na 'vi e sulla creazione di Neytiri, il personaggio interpretato da Zoe Saldana.

Avatar: l'origine dei Na'vi

Se il primo Avatar è uscito nel dicembre del 2019 (in Italia nel gennaio del 2010), Avatar 2 - La via dell’acqua è arrivato in sala a fine 2023. Avatar - Fuoco e Cenere conquisterà i cinema il 19 dicembre del 2025, Avatar 4 il 21 dicembre 2029 e Avatar 5, come già detto, il 19 dicembre 2031.

L'aspetto dei Na'vi

Quando abbiamo cominciato a pensare a come sarebbero stati i Na'vi, i miei collaboratori hanno iniziato a mostrarmi immagini di rettili, pesci, anfibi, che però mi convincevano fino a un certo punto, anche se poi ho preso ispirazione dalle creature marine e persino dai dinosauri. Un giorno mi sono detto: 'Devo pensare a qualcosa che sia diverso dagli esseri umani ma che in un certo senso li ricordi'. Così ho deciso che i Na'vi dovevano avere gli occhi grandi. Neytiri, se ci pensate, non è bellissima, ma le proporzioni del suo viso sono perfette: la distanza fra gli occhi e fra il naso e la bocca. E tuttavia le dimensioni dei suoi lineamenti sono più grandi di quelle umane, ma non tanto più grandi, perché desideravo che avesse qualcosa di differente da noi che risultasse al contempo molto attraente. Inoltre, la bocca dell'attore doveva essere la bocca del personaggio, anche se la parte superiore del viso era allungata, così come le orecchie e il collo. Se ho scelto Zoe Saldana per il ruolo, è perché è molto felina nei movimenti. Insieme a Zoe abbiamo sviluppato ulteriormente Neytiri, in modo che fosse modellata su di lei.

I movimenti dei Na'vi e di Neytiri

Volevamo che i Na'vi si muovessero in un modo che non fosse totalmente umano, quindi abbiamo sviluppato per Zoe Saldana una postura e una maniera di muoversi molto particolari. Neytiri e gli altri Na'vi non si siedono per terra, se ci fate caso, ma si accovacciano come un gatto. Volevamo avere un repertorio preciso dei loro movimenti ed è stato un lavoro che ha richiesto del tempo, dopodiché abbiamo ideato una lingua e una pronuncia per gli abitanti di Pandora. Zoe Saldana, come sapete, viene da un paese di lingua spagnola, quindi ha dovuto anche imparare l'inglese, e la sua pronuncia è alla base della lingua dei Na'vi. Zoe, inoltre, aveva fatto la ballerina, quindi si muoveva con la grazia di certi felini. Abbiamo fatto tantissime prove, prima di passare al processo di performance capture, perché, quando ci si arriva, tutto dev'essere stato completato: tanto i movimenti del volto quanto del corpo, e quindi la cosa importante è che ci sia una coerenza nei movimenti dell'attore o dell'attrice, che nel nostro caso erano una danza.



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La Pellicola d'Oro: tutti i vincitori della XV edizione del premio agli artigiani del cinema e delle serie TV

Organizzata dall’Associazione Culturale S.A.S. Cinema, presieduta dallo scenografo e regista Enzo De Camillis, la XV edizione de La Pellicola d’Oro ha celebrato ieri l’eccellenza artigiana del cinema italiano nella cornice elegante di Via Veneto a Roma. Dopo la cerimonia delle nomination e dei premi speciali, svoltasi a maggio al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la serata ha visto una platea di professionisti, giornalisti e fotografi di fronte al palco calcatato dai grandi nomi del settore. 

La conduzione di Sabina Stilo e Beppe Convertini ha scandito i riconoscimenti dedicati a mestieri fondamentali dell’audiovisivo. Tra gli ospiti illustri,’Paolo Sorrentino ha ritirato il premio Miglior Film per Parthenope, consegnato da studenti e docenti della scuola CineTv Rossellini e accolto dall’assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio. Applausi anche per Stefania Sandrelli, Enrico Montesano e Armando Grottesi (inventore del Dolly). Il miglior attore è stato assegnato a Tommaso Ragno (Vermiglio) e Carmine Recano (Mare Fuori 4), premiati dall’esperta Cristina Bolla. Tra le attrici la statuetta è andata a Serena Rossi per Il treno dei bambini, mentre la sezione Fiction ha incoronato Lunetta Savino (Libera), premiata da Mariano Angelucci

Ospiti e addetti ai lavori, tra cui Lina Sastri, Nadia Rinaldi, Francesca Via (Presidente Festa del Cinema di Roma), Stefano De Sando e tanti altri, hanno celebrato l’arte degli artigiani del cinema. La banda della Marina ha impreziosito la manifestazione con momenti musicali emozionanti diretti dal Capitano Antonio Barbagallo. L’evento ha visto il sostegno di numerosi enti e partner: MiC, Regione Lazio, Roma Capitale, Cinecittà, Rai Fiction, Rai Cultura e molte realtà industriali e associative del mondo cinematografico.

La Pellicola d'Oro 2025: tutti i vincitori

CAPO MACCHINISTA

Cinema

Fabrizio Diamanti per Conclave

Fiction/Serie

Flaviano Ricci per Il Re 2

 

EFFETTI SPECIALI

Cinema

Fabio Traversari per Parthenope

Fiction/Serie

Pasquale Catalano per Hanno Ucciso l’Uomo Ragno

 

DIRETTORE DI PRODUZIONE

Cinema

Claudia Cravotta per Berlinguer - La grande ambizione

Fiction/Serie

Barbara Busso per Vita da Carlo 3

 

CAPO ELETTRICISTA

Cinema

Roberto Bianchi per Napoli – New York

Fiction/Serie

Daniele Verdenelli per The Decameron

 

ATTRICE PROTAGONISTA

Cinema

Serena Rossi per Il treno dei bambini

Fiction/Serie

Lunetta Savino per Libera

 

STORYBOARD ARTIST

Cinema

Cristiano Donzelli per Conclave

Fiction/Serie

Marco Valerio Gallo per Briganti

 

ATTREZZISTA DI SCENA

Cinema

Stefano Carbonaro per Il Treno dei Bambini

Fiction/Serie

Riccardo Passanisi per Vita da Carlo 3

 

SARTORIA CINETEATRALE

Cinema

Il Costume per Napoli New York

Fiction/Serie

Tirelli per La Legge di Lidia Poet 2

 

MIGLIOR ATTORE

Cinema

Tommaso Ragno per Vermiglio

Fiction/Serie

Carmine Recano per Mare Fuori 4

 

SARTA DI SCENA

Cinema

Alina Pascaru per Il Treno dei Bambini

Fiction/Serie

Antonella Bachini per Citadel: Diana

 

OPERATORE DI MACCHINA

Cinema

Daria D’Antonio per Parthenope

Fiction/Serie

Emiliano Canevari Intoppa per Vita da Carlo 3

 

MAESTRO D’ARMI

Cinema

Franco Maria Salamon per Enea

Fiction/Serie

Diego Guerra per Dostevskij

 

CAPO COSTRUTTORE

Cinema

Simona Balducci per Conclave

Fiction/Serie

Gianluca Franculli per Il Re 2

 

EFFETTI SONORI

Cinema

Tullio Arcangeli per Il Treno dei Bambini

Fiction/Serie

Luca Anzellotti per Citadel: Diana

 

CAPO PITTORE DI SCENA

Cinema

Paola Sforzini per Conclave

Fiction/Serie

Glauco Isidori per The Decameron



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Avengers: Doomsday, il nuovo Falcon anticipa il suo coinvolgimento nel film

Captain America: Brave New World ha introdotto un nuovo Falcon in circolazione. Considerato che in precedenza è stato Sam Wilson ad indossare quel costume e diventato a sua volta il nuovo Captain America, il ruolo di Falcon è stato riassegnato a Joaquin Torres, interpretato da Danny Ramirez. Per l’attore si tratta di una ben gradita novità nell’universo Marvel e, dopo il debutto accanto ad Anthony Mackie, tra non molto il pubblico potrà rivederlo in azione anche in Avengers: Doomsday. In merito al coinvolgimento nel film, l’attore ha anticipato cosa aspettarsi dal suo personaggio.

Avengers: Doomsday, Danny Ramirez anticipa “la portata e la scala” del prossimo film corale

Guidato ancora una volta da Joe ad Anthony Russo, il prossimo capitolo corale dedicato ai Vendicatori dovrà contare sul supporto di numerosi eroi, incluso il nuovo Falcon di Danny Ramirez. Il suo personaggio, in realtà, è apparso nel MCU per la prima volta in The Falcon and the Winter Soldier, ma è diventato ufficialmente il nuovo Falcon in Captain America: Brave New World distribuito al cinema a febbraio 2025. Ragionando sull’imminente quinto film corale diretto dai fratelli Russo, Ramirez ha raccontato:

Beh, non posso dire nulla al riguardo. Sono solo davvero entusiasta di lavorare con tutti quelli con cui abbiamo la possibilità di collaborare. Credo che sia un momento che manda in pappa il cervello quando mi rendo conto della portata e delle dimensioni di questo film. Mi siedo e penso alla portata e alle dimensioni di Captain America: Brave New World e penso: ‘Mi è sembrato immenso, epico. Abbiamo potuto volare e c’è stato un combattimento aereo dentro e contro i jet. Le scene erano enormi’. Ma poi quando arriviamo a Doomsday penso: ‘Proprio quando pensavo che non potesse essere più magnifico in termini di portata e dimensioni, e di proporzioni epiche…’. Ecco cosa mi entusiasma. E lavorare con alcuni di questi talenti è l'altra cosa che mi fa pensare, forse nel corso della mia intera carriera potrei aver pensato di lavorare con tutte queste persone pazzesche, ma magari soltanto in un film, in questo caso pensare di avere un’intera carriera di star con cui lavorare, artisti incredibili, è uno dei più grandi privilegi in assoluto.

Danny Ramirez ha menzionato ad esempio Ian McKellen, a sua volta nel cast di Avengers: Doomsday, e ha ammesso di essere felicissimo all’idea di condividere il suo stesso set. Ed è proprio questo aspetto, secondo il suo punto di vista, ad aumentare la portata del progetto.



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sabato 14 giugno 2025

Troppo Cattivi 2: A Giffoni l'anteprima del film d'animazione

I Giffoner si preparano a diventare... Troppo Cattivi. Il Giffoni Film Festival, in programma dall 17 al 26 luglio, ospiterà l'anteprima di Troppo Cattivi 2, nuovo capitolo della fortunata saga d'animazione targata DreamWorks. L'appuntamento è fissato precisamente per il 25 luglio, mentre il film uscirà nelle sale cinematografiche italiane dal 20 agosto.

La trama di Troppo Cattivi 2

Troppo Cattivi 2, diretto da Pierre Perifel e JP Sans, vede il ritorno della banda dei Troppo Cattivi, formata da animali criminali, che - dopo aver intrapreso una nuova vita da "bravi ragazzi - tentanto di guadagnare la fiducia e l'attenzione. Il gruppo, però, viene richiamato sul campo per un'ultima missione e questa volta per affrontare una nuova, temibilissima minaccia: una gang criminale tutta al femminile, più furba, più veloce, più spietata.

Leggi anche Giffoni: Presentata l'immagine ufficiale della 55esima edizione del festival, un invito a "diventare umani"

Il cast vocale originale e i doppiatori italiani

Troppo Cattivi 2 è basato sulla serie di libri bestseller del New York Times firmata da Aaron Blabey. La produzione è affidata a Damon Ross, mentre la colonna sonora è ancora una volta firmata dal candidato all’Oscar Daniel Pemberton. Tornano i protagonisti che hanno conquistato il pubblico di tutto il mondo: Mr. Wolf, il carismatico ladro dal cuore incerto, doppiato nella versione originale dal premio Oscar Sam Rockwell e nella versione italiana da Andrea Perroni; Mr. Snake, l'esperto di casseforti, con la voce originale di Marc Maron e quella italiana di Edoardo Ferrario; Mr. Shark, il maestro del travestimento, che prende vita grazie a Craig Robinson e Francesco De Carlo; Mr. Piranha, impulsivo e inarrestabile, con la voce di Anthony Ramos e di Valerio Lundini e Ms. Tarantola, hacker brillante e tagliente, interpretata da Awkwafina e, nella versione italiana, da Margherita Vicario. Accanto a loro, il ritorno di Diane Foxington, doppiata nella versione originale da Zazie Beetz e in quella italiana da Paola Michelini e il Professor Marmellata, interpretato da Richard Ayoade e con la voce italiana di Saverio Raimondo.



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I Fantastici 4: Gli Inizi, Pedro Pascal era scettico all'idea di interpretare Reed Richards: il motivo

Tra non molto lo vedremo in azione con I Fantastici 4: Gli Inizi, ma in un primo momento Pedro Pascal aveva dei dubbi sul ruolo di Reed Richards nel Marvel Cinematic Universe. Con una data d’uscita imminente che riporterà la Prima Famiglia in azione sul grande schermo nel corso dell’estate 2025, Pedro Pascal ha confidato in una recente intervista i propri iniziali dubbi in merito al personaggio assegnatogli.

I Fantastici 4: Gli Inizi, Pedro Pascal non voleva accettare inizialmente il ruolo nel film

Reduce da grandi successi come The Last of Us e The Mandalorian, Pedro Pascal effettuerà finalmente il suo esordio nel MCU interpretando Mr Fantastic, uno degli eroi più amati dei fumetti e di ritorno al cinema il 23 luglio 2025 con un nuovo capitolo ambientato in una linea temporale parallela a quella del classico MCU, ma il cui compito sarà quello di introdurre nuovi personaggi, tra eroi e villain, da poter utilizzare anche in futuro. Da quanto emerso finora nei trailer, pare che la Prima Famiglia sia l’unica protettrice del proprio mondo; un aspetto che sottolinea ancor di più il ramo universale alternativo in cui si trovano. Il loro, quindi, sarebbe un mondo privo di Vendicatori? Ciò comporta una grandissima responsabilità. Per fortuna Reed Richards non è l’unico a combattere le forze del male: al suo fianco anche la sua dolce metà, la Donna Invisibile, la Torcia Umana e La Cosa. Accettare di interpretare Mr Fantastic ha comportato molta indecisione agli occhi di Pedro Pascal, come ha confessato di recente ad Empire Magazine: “Non ero scettico in merito all’opera in sé, ma piuttosto sulla scelta di Shakman di affidarmi quella parte. Mi chiedevo se sarei riuscito a renderlo al meglio, per come era stato concepito: convincente come astrofisico, come padre, come marito”.

Pare, dunque, che a non convincere Pedro Psacal sia stata la caratterizzazione del suo personaggio, o meglio la resa sul grande schermo da parte sua. Dopo aver incontrato il regista Matt Shakman per pura casualità a New York, ha poi pensato che fosse proprio destino: doveva accettare quella parte e così è stato. I suoi timori sono fondati, perché Reed Richards è uno dei personaggi più amati dal pubblico e quindi comporta una certa responsabilità, soprattutto perché in passato è stato già rappresentato da altri come Ioan Gruffudd. Dalla sua, però, Pedro Pascal ha già avuto modo di interfacciarsi con una figura paterna in The Last of Us e in The Mandalorian.



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venerdì 13 giugno 2025

Buen Camino: annunciato il titolo del nuovo film con Checco Zalone

È stato annunciato il titolo del nuovo e mai così atteso film con Checco Zalone che tornerà a farsi dirigere da Gennaro Nunziante dopo alcuni anni. Buen camino sarà nelle sale nel corso delle prossime festività natalizie distribuito da Medusa Film.

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Tutto in un'estate!: ecco il trailer italiano del film francese in arrivo al cinema

Diretto da Louise Courvoisier, questo insolito racconto di formazione è stato presentato a Cannes ed è stato candidato a quattro premi César. Ecco trailer e trama di Tutto in un'estate!

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Incontro con James Cameron, il regista che rincorre la sua immaginazione

Il più grande dono di James Cameron è l'immaginazione, un'immaginazione che corre veloce proprio come i Direhorse di Avatar: pensieri e visioni da acchiappare per la coda prima che spariscano per lasciare spazio ad altri pensieri e altre visioni. Il regista di Titanic e Terminator disegnava già da bambino, perché disegnando fissava su un foglio di carta le immagini che attraversavano la sua mente in un lampo. Disegnando, inoltre, sfogava rabbia e paure, ad esempio mettendo nero su bianco (o meglio colore su bianco) persone abbandonate su un pianeta sconosciuto o comunque in pericolo. Col passare del tempo, i disegni sono diventati storie, e le storie si sono trasformate in film, film in cui muoversi liberi ma con un obiettivo ben chiaro: trasmettere emozioni.

Forse non stiamo dicendo niente di nuovo su un regista che non è possibile non amare, ma è stato lui stesso a (ri) condurci su questa strada durante una straordinaria masterclass moderata dal direttore del Museo del Cinema di Torino Carlo Chatrian. Cameron sarebbe dovuto volare dalla Nuova Zelanda a Torino, dove avrebbe ricevuto il premio Stella della Mole, ma è rimasto a Wellington, e da Wellington, dove sta girando uno dei suoi Avatar, ha risposto alle domande di Chatrian e a quelle del pubblico. Incontrarlo di persona sarebbe stato bellissimo, ma già ascoltarlo per un’ora è stato un regalo grandissimo, e abbiamo ancora le gote rosse per la gioia infantile che abbiamo provato.

Sono tanti gli argomenti che ha toccato James Cameron, a cominciare dalla sopracitata libertà di pensiero, conditio sine qua non, insieme alla leggerezza come la intendeva Italo Calvino, per poter inventare un mondo: "Insieme alla parola leggerezza mi piace utilizzare il termine 'intimità', nel senso che, quando costruisci un universo, hai la precisa responsabilità di cercare di capire come sarà esattamente quell’universo e come saranno i suoi personaggi. Devi rimanere fedele a quei personaggi, per fare in modo che il pubblico sia in grado di identificarsi con loro, e proprio questo è il lavoro che faccio con gli artisti che lavorano con me. Adesso ci stiamo occupando degli effetti visivi di Avatar 4 e siamo tanti, ma c’è un’equipe base di 3 o 4 persone che seguono fin dall'inizio il flusso delle mie idee: production designer, scenografi, il direttore della fotografia. Poi ci sono gli attori. Ci deve essere tra tutti noi una specie di intimità mentale ed emotiva. Gli attori devono riuscire a capire i loro personaggi: cosa sentono e anche cosa sento io, ed è per questo che essere uno scrittore è importante, perché non può esserci una rappresentazione visiva senza una storia che supporti l'immagine. Queste immagini, che si possono sviluppare e che sono funzionali alla storia, sono un ponte fra l’immaginazione e il prodotto finale. In questo caso stiamo parlando di finzione, di narrativa, e anche se siamo su un pianeta estraneo con personaggi strani, questi personaggi si comportano come esseri umani suscettibili di essere compresi dal pubblico di tutto il pianeta. Proprio per questo credo sia molto importante riuscire a capire cosa c’è dentro di noi: la paura, l'odio, l'amore per la nostra famiglia e così via. Siamo tutti accomunati da simili cose, e questo è il grande potere dell’arte, che prende un’esperienza e la riversa all’esterno, in modo tale che tutti vi si riconoscano".

A Torino James Cameron avrebbe anche dovuto vedere la mostra a lui dedicata e ospitata proprio dal Museo del Cinema (all'interno della Mole Antonelliana). Intitolata The Art of James Cameron, offre ai visitatori un viaggio avvincente nel percorso creativo del regista. I sei decenni di espressione artistica di Cameron vengono raccontati attraverso una straordinaria selezione di opere rare, tratte dall'archivio del filmmaker. Sono molti i disegni presenti, fra cui il ritratto di Rose nuda fatto da Jack Dawson. Ovviamente stiamo parlando di Titanic, e Cameron ci svela qualcosa che non sapevamo: "Nel film, quando vediamo Leonardo DiCaprio che disegna, vediamo la sua mano destra. Ora, Leonardo non è capace di disegnare, quindi ho fatto io il disegno. Naturalmente Kate Winslet non posava nuda. Mi sono detto: 'Userò l'immaginazione', e sono rimasto serio per tutto il tempo. Però c’era un problema, perché, quando ho disegnato, ho usato la mano sinistra, Leo invece doveva disegnare con la destra. Io non so disegnare con la mano destra, quindi nel film la mia mano sinistra era al posto della mano destra di Leonardo. Quando si disegna, è importante il movimento del polso, e, quando fai il chiaroscuro, disegni una specie di arco, ma noi non potevamo far vedere questo movimento, e perciò ho utilizzato soltanto movimenti limitati, tracciando linee ma non facendo le ombre. Ho cercato di non pensare. Devo essere distratto per disegnare bene, non devo essere totalmente consapevole di quello che faccio. Nel disegno di Rose c'è un uso della luce alla Caravaggio, alla Rembrandt. Jack è una specie di osservatore dell'anima delle persone e volevo che si vedessero le sue mani mentre disegnava, perché le mani sono molto importanti, rappresentano l’anima della persona. Lui si focalizza su Rose e la mostra esattamente com'è, per questo è nuda. Volevo che Rose apparisse la persona che era, in modo tale che ci potesse essere una connessione emotiva anche con il pubblico".

Sempre partendo dalla mostra, Carlo Chatrian fa un salto all'indietro nel tempo e chiede a James Cameron di raccontargli di quando apparteneva alla factory di Roger Corman e della sua collaborazione con John Carpenter per 1997: Fuga da New York, per cui lavorò sui fondali e sulle scenografie: "Eravamo giovani, i miei collaboratori ed io, dei ventenni ambiziosi. Avevamo tante idee e tanta energia, potevamo lavorare giorno e notte senza fermarci ed eravamo 'a servizio' di Roger Corman. Avevo lavorato per I magnifici sette nello spazio, creando un'infrastruttura con il motion control eccetera, con me c’erano delle persone stupende. Il progetto a un certo punto finì e mi ricordo che ero a una festa e venni presentato al production designer di 1997: Fuga da New York, che mi disse: 'Non abbiamo soldi', 'Ma noi possiamo fare per voi quello che voi non potete fare' - risposi, e praticamente ci siamo accordati lì semplicemente con una stretta di mano e ho lavorato al film di John Carpenter, che è stato una specie di matrimonio fra due culture low budget. John Carpenter era famoso, però continuava a disporre di budget piuttosto limitati, e noi eravamo degli esperti di effetti visivi che non vedevamo l'ora di metterci all'opera, quindi ci siamo trovati. Non avevo davanti Spielberg e Kubrick, ma John Carpenter per me era comunque un modello, perché era arrivato dal nulla. Ha fatto tantissimo con pochissimo denaro. Era il mio punto di riferimento".

1997: Fuga da New York è del 1981. Nel 1994 James Cameron ha diretto Terminator. Anche qui tutto è partito da disegni, e il regista si trovava a Roma: "Per la macchina ho pensato a un sogno che avevo fatto in cui c'era uno scheletro cromato che usciva dalle fiamme. Quando ho cominciato a disegnarlo ero a Roma. Ero completamente al verde. Dormivo in una piccola pensione ed ero in ritardo col pagamento della stanza. Mi è venuta in mente questa immagine e ho pensato: benissimo, Terminator è stato danneggiato, spezzato in 2, ma non si ferma. Così ho fatto lo sketch che vedete nella mostra. Ho impiegato parecchio tempo a trovare i soldi per il film e, mentre aspettavo, ho fatto molti disegni tecnici".

Nel 1993, insieme a Scott Ross e Stan Winston, James Cameron ha fondato la Digital Domain e ha ripensato a Xenogenesis, un corto del 1978 di cui The Art of James Cameron mette in mostra un disegno: "Fondammo la Digital Domain perché volevamo sviluppare nuovi modi per creare personaggi e ambienti utilizzando la computer animation. Ho ritrovato i disegni di Xanogenesis e ho deciso di disegnare una storia diversa incorporando quegli elementi: la bioluminescenza, le creature strane, cose che ho riportato in vita e inserito in Avatar. All'epoca ero estremamente ambizioso, e mi ricordo che disegnavo tantissimo per Xenogenesis, e tutto si è modificato per Avatar quasi 20 anni dopo. Poi ci sono voluti ulteriori 10 anni per sviluppare la tecnologia che avrebbe creato il vero Avatar, e quindi eccomi qui che lavoro ancora su Avatar, su Pandora. Sono passati molti anni, in pratica è un progetto che ha preso tutta la mia vita. Molti mi dicono: 'Ma come fai a esser soddisfatto a lavorare su un'unica tipologia di film?'. A me piace, è un mondo così ampio che le cose da descrivere sono infinite, è un universo ricchissimo, esattamente come il mondo in cui viviamo. La terra ha molti biomi, diverse culture, diversi climi e così via. Ciò che mi interessa è che Pandora rispecchi in modo divertente il nostro mondo".

L'ultima parte della masterclass di James Cameron è dedicata alle domande del pubblico. Un signore chiede al regista quali film lo abbiano stregato quando era ragazzo e lui risponde: "I film che all'epoca andavano per la maggiore e che adoravano erano L'isola misteriosa e Il 7° viaggio di Sinbad, in cui c'erano delle creature pazzesche. Mi hanno stimolato tantissimo, facendomi capire che desideravo fare il regista. Poi ho visto 2001: Odissea nello spazio e mi sono chiesto: 'Come sono riusciti a fare tutto questo?' Volevo scoprirlo, avevo 14 anni e volevo sapere come avevano realizzato quel film che era magia pura. C'era un librone che raccontava com'era stato fatto e che mi ha aiutato a formare la mia mente. Ovviamente ora guardo un film lo in maniera completamente diversa perché sono un regista anche io e ho un mio stile, e devo ammettere che ora trovo 2001: Odissea nello spazio molto freddo, privo di passione, però la visione di Stanley Kubrick è grande, magnifica e ambiziosa, e i suoi spazi sono veramente senza tempo e lo saranno ancora per mille anni. Dopodiché è arrivato Guerre stellari, e non voglio dire che ho fatto qualcosa per contribuire al successo di Guerre stellari, ma che avevo delle idee e, andando al cinema, non riuscivo a trovare niente di simile. Poi ho visto quel film e il mio cervello è esploso. Ho detto: 'Benissimo, se questo può essere il film più di successo del mondo, allora posso mettere la mia immaginazione all'opera e creare qualcosa di simile, magari qualcosa di più piccolo. Penso che Guerre stellari mi abbia permesso di fare sogni in grande. Non sapevo come avrei fatto ma ero sicuro di volerlo scoprire".

La domanda di chiusura è sui cinecomic, che Cameron apprezza, pur trovandoli solo di intrattenimento: "Il mio punto di vista non è così diverso dal vostro, perché anche io ero un fan dell'universo DC, dell'universo Marvel, e amavo Batman, Superman, Spider-Man, Hulk. Erano tutti outsider e anche io ero un outsider negli anni '60, ero molto anti establishment, e quindi questi tizi super patriottici con la pistola in mano pronti a fare qualsiasi cosa mi piacevano moltissimo. Oggi fanno parte di un'industria enorme e sono il nostro nuovo pantheon, i nostri dei, e sono un po’ come gli Dei dell'Antica Grecia, che devono mostrare di avere gli stessi difetti che abbiamo noi. Però la domanda che sorge spontanea è: quanto dovremmo sentirci intrattenuti da persone che passano attraverso i muri, volano alla velocità della luce ma hanno ben poco di umano e quindi il pubblico non riesce a riconoscersi in loro? Per me è difficile sviluppare un attaccamento a questi personaggi. Non voglio dire che io faccio film migliori dei cinecomic, però tento di costruire personaggi umani, affinché alla gente interessi se qualcuno muore, se qualcuno prova un'angoscia molto profonda, eccetera, e penso che lo scarto tra i fumetti e il mondo cinematografico dei fumetti stia proprio in questa differenza di profondità dei personaggi. Se pensiamo a I Guardiani della Galassia, sicuramente c'è molto humor, che però crea distanza tra te e le emozioni dei personaggi. Guillermo del Toro mi dice che non ho nessuna ironia e io gli rispondo: 'Grazie, lo so, ma cerco di essere molto onesto'. Io voglio stimolare il pubblico. Voglio che qualcuno pianga! Non so se si piange a vedere un film Marvel. Magari una lacrimuccia ti scende, però non è quell'emozione forte che creo io e che deve veramente entrarti dentro. Non sto sminuendo in alcun modo i cinecomic. Mi piacciono tantissimo, vado sempre a vederli quando ne esce uno nuovo, perché da adolescente ero un grande fan dei supereroi, soprattutto di Spider-Man".



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giovedì 12 giugno 2025

Quasimodo, Vincent Cassel protagonista del nuovo live action Netflix

Vincent Cassel interpreterà Quasimodo nel prossimo adattamento cinematografico di Netflix che racconterà dell'uomo che si dice abbia ispirato il romanzo di Victor Hugo.

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Da John Wick a Ballerina: Keanu Reeves passa il testimone a Ana De Armas

È lo sceneggiatore Derek Kolstad che bisogna ringraziare se esiste l'universo cinematografico di John Wick, ma è il destino ad aver fatto recapitare nelle mani dei due veterani stuntman coordinator David Leitch e Chad Stahelski il copione del primo film. A rendere unica questa saga è stato proprio l’approccio artigianale all’azione che i due registi hanno voluto usare per garantire il massimo realismo di combattimenti, inseguimenti e sparatorie. Insieme al loro team di tecnici e stuntman hanno ridefinito lo standard delle coreografie nei film d’azione americani. I quattro capitoli della saga mostrano un’evoluzione continua nella regia, firmata soltanto da Stahelski dal secondo film in poi (che compare come unico regista anche sul primo per una questione legata al sindacato americano dei registi che ha concesso solo a uno dei due di essere accreditato). Le scene acrobatiche si sono fatte sempre più ambiziose, girate spesso con lunghi piani sequenza e il coinvolgimento diretto di Keanu Reeves nelle coreografie, riducendo al minimo l’uso di controfigure.

John Wick: la rinascita artistica di Keanu Reeves

Il primo film del 2014 ha introdotto il personaggio di John Wick, un ex sicario ritiratosi dalla scena criminale, costretto a tornare in azione dopo che un gangster uccide il suo cane, ultimo regalo della defunta moglie. Questo pretesto, che cataloga di fatto la storia nel sottogenere del "revenge movie", ci permette di conoscere un mondo criminale strutturato, con regole rigide, in cui esiste una mitologia su tribù e sette di assassini di diverse fazioni e una catena di hotel usata come zona neutrale. Il successo inaspettato del film ha dato vita a un franchise che ha riportato riacceso la passione per l'action fatto di coreografie e realismo, con un limitato uso di CGI.

Al contempo, Keanu Reeves ha conosciuto una vera e propria rinascita artistica. Dopo anni di ruoli meno interessanti, rispetto al picco raggiunto con il personaggio di Neo in Matrix, l’attore ha trovato nel personaggio di John Wick una nuova identità rinvigorendo la sua figura di eroe del cinema d'azione. Abbiamo visto nel film la sua dedizione al ruolo e i video con gli estenuanti allenamenti per riprendere confidenza con le armi da fuoco, le arti marziali e la guida sportiva. Il suo impegno ha restituito credibilità e fisicità al personaggio, diventando la chiave di volta della saga. Il viso silenzioso e sofferente di John Wick, un personaggio intenso ma di poche parole, è diventato istantaneamente parte della nuova iconografia del cinema del XXI secolo.

Dalla quadrilogia di John Wick nasce lo spin-off Ballerina

Dieci anni e quattro film dopo, la saga si espande andando a cercare una versione femminile di John Wick. A parte la serie prequel The Continental che con tre episodi ha cercato di raccontare le origini dell'hotel per assassini, il primo spin-off cinematografico è Ballerina, dal 12 giugno nei cinema italiani, con 01Distribution. L'attrice Ana de Armas assume le sembianze della giovane killer Eve Macarro, cresciuta all’interno della stessa "accademia" che si intravede nei film precedenti. L'addestramento alle letali tradizioni della Ruska Roma la prepara per soddisfare la sua, ovviamente personale, sete di vendetta legata a un trauma infantile. Il progetto, diretto da Len Wiseman, stringe un patto virtuale con i fan della di John Wick promettendo di mantenere intatto lo stesso stile visivo e coreografico.

La storia di Ballerina si inserisce a livello narrativo tra gli eventi di John Wick 3 - Parabellum e John Wick 4. Il personaggio di Eve Macarro faceva in effetti un'apparizione nel terzo film, ma era interpretato dalla ballerina di danza classica Unity Phelan. Oltre a Keanu Reeves, che ritorna con un spazio minore, giusto per fare gli onori di casa, il film riporta sullo schermo Ian McShane, nei panni di Winston, il carismatico direttore del Continental di New York, una figura spesso in bilico tra alleato e antagonista. Al suo fianco troviamo il compianto Lance Reddick, scomparso nel 2023 a 60 anni, l'elegante e affabile concierge Caronte. Rivedremo anche Anjelica Huston nel ruolo di direttrice della scuola di ballerine/assassine. Per i nuovi ruoli, Ballerina si concede anche il lusso di ingaggiare attori di chiara fama ed esperienza come Norman Reedus, Gabriel Byrne e Anne Parillaud.

Qui sotto il trailer di Ballerina.



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Alexander Payne riceverà dal Locarno Film Festival il Pardo d'onore

L'indipendenza per lui è sempre stato un punto di partenza cruciale per raccontare le sue storie, in una carriera all'insegna di storie di marginalità messe in primo piano e raccontate con ironia ma empatia. Alexander Payne è uno dei grandi autori del cinema indie americano degli ultimi trent'anni e riceverà il Pardo d'Onore alla 78esima edizione del Locarno Film Festival, prima di presiedere la giuria del prossimo Festival di Venezia. Il regista sarà premiato proprio la sera di Ferragosto, in Piazza Grande, presentando poi anche due dei nove film da lui diretti, Paradiso amaro (2011) e Nebraska (2013)

"Voce dall’umorismo asciutto e inconfondibile dietro grandi classici moderni, Alexander Payne, regista e sceneggiatore, si è certamente assicurato un posto tra i cineasti che hanno definito il cinema americano del 21esimo secolo". I suoi film, tra cui Election (1999), A proposito di Schmidt (2002), Sideways – In viaggio con Jack (2004), Nebraska (2013) e l’ultimo, acclamato, The Holdovers – Lezioni di vita (2023), hanno vinto complessivamente tre Academy Award, tre BAFTA e otto Golden Globe in diverse categorie. "Nel corso della sua carriera, Payne ha dimostrato la volontà di dedicarsi al cinema mid-budget per adulti, forma artistica mai abbastanza tutelata".

Nato in Nebraska nel 1961, con i suoi lavori attira l’attenzione di Hollywood mentre ancora studia regia all’UCLA. Nel 1996 ha già scritto e diretto Citizen Ruth – Donna americana (1996), ingegnosa commedia a sfondo politico con protagonista Laura Dern: dopo la première al Sundance, il film ottiene il plauso della critica. Da allora Payne ha realizzato sette ulteriori lungometraggi, ciascuno contraddistinto da costruzione elegante e umorismo caustico, con indimenticabili performance tragicomiche di grandi interpreti del grande schermo.

Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival, commenta così il riconoscimento: “Alexander Payne è un autore colto, dalla cinefilia enciclopedica. Dotato di un infallibile senso della commedia umana, è un cineasta dalla sensibilità squisitamente classica e moderna al tempo stesso. Regista impeccabile, ha lavorato con nomi come Jack Nicholson, George Clooney, Reese Witherspoon, Laura Dern, Matt Damon, Bruce Dern e Paul Giamatti. In Payne si uniscono la conoscenza del saper fare del cinema hollywoodiano e l’unicità della sua poesia. È autore di una filmografia unica, nella quale ha affrontato sempre le complessità della condizione umana con il sorriso e in un dialogo instancabile con il pubblico.”

Dal 2017 il Pardo d’Onore, nel corso degli anni il premio è stato assegnato a personalità del mondo del cinema come Manoel de Oliveira, Bernardo Bertolucci, Ken Loach, Jean-Luc Godard, Abbas Kiarostami, Terry Gilliam, Aleksandr Sokurov, William Friedkin, Alain Tanner, Jia Zhang-ke, Leos Carax, Werner Herzog, Agnès Varda, Michael Cimino, Marco Bellocchio, Alejandro Jodorowsky, Jean-Marie Straub, Todd Haynes, Bruno Dumont, John Waters, John Landis, Kelly Reichardt, Harmony Korine, e Jane Campion.

La 78esima edizione del Locarno Film Festival si svolgerà dal 6 al 16 agosto 2025.



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mercoledì 11 giugno 2025

Gli Incredibili 3 ha scelto un nuovo regista

Disney Pixar ha apportato una modifica importante a Gli Incredibili 3, quantomeno dietro le quinte. Secondo quanto riferito da The Hollywood Reporter, non sarà più Brad Bird ad occuparsi della regia del progetto, come già accaduto per i precedenti. Il testimone questa volta è passato nelle mani di Peter Sohn, il cui nome è già noto agli appassionati d’animazione poiché è lo stesso regista di Il viaggio di Arlo ed Elemental.

Gli Incredibili 3 ha trovato un nuovo regista: ecco chi sostituirà Brad Bird

Secondo quanto riferito da The Hollywood Reporter, la scelta di un nuovo regista è avvenuta per mano diretta del precedente. È stato proprio Brad Bird a reclutare Peter Sohn, insieme al CCO Pixar Pete Docter. Pur avendo diretto Gli Incredibili nel 2004 e nel rispettivo sequel distribuito al cinema nel 2018, per il terzo film Bird ha ceduto la sedia a Peter Sohn ma non sarà completamente escluso dal progetto: infatti figura come sceneggiatore.

Pur non avendo condiviso motivazioni specifiche dietro la decisione di un cambio regista, The Hollywood Reporter sottolinea che Bird al momento ha diversi impegni in agenda: ha due progetti in fase di sviluppo, da Ray Gunn a 1906 per Disney, per cui potrebbe aver preferito cedere il ruolo. Gli Incredibili 3 è stato già annunciato da tempo e, durante il D23 2024, era stato rivelato che Bird fosse impegnato con lo sviluppo del film senza precisarne il ruolo specifico. Il progetto d’animazione non ha ancora annunciato la sua data d’uscita, così come non ha rivelato la potenziale trama, ma è certo che la famiglia protagonista guidata da Bob e Helen Parr tornerà in azione. Il primo film, del resto, ha introdotto questa famiglia di eroi che cerca di condurre una vita tranquilla, con scarsi risultati.



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Wonder Woman, un nuovo film è in fase di lavorazione secondo James Gunn

Gal Gadot è stata l’ultima ad interpretare Wonder Woman sul grande schermo ancor prima dell’arrivo di James Gunn e Peter Safran alla presidenza dei DC Studios ma, stando alle recenti novità, la principessa delle amazzoni tra non molto tornerà in azione, perché un nuovo film dedicato a Wonder Woman è in fase di realizzazione. A confermarlo è stato proprio James Gunn.

Wonder Woman, James Gunn conferma che un nuovo film è in fase di stesura

La Wonder Woman di Gal Gadot ha intrattenuto il pubblico con due film per poi cestinare il terzo. Molti dei personaggi del DCEU hanno seguito lo stesso destino, da Superman ad Aquaman, ma con il nuovo ruolo di James Gunn alla guida creativa dei DC Studios molti di quegli eroi sono di ritorno sullo schermo seppur con diverse fattezze. Avendo quindi riavviato la partita, in molti si interrogano sul futuro di Wonder Woman e finalmente James Gunn ha offerto ai suoi fan una conferma.

Dopo Superman e Supergirl, è la volta di Wonder Woman. Ai microfoni di Entertainment Weekly, il regista ha confermato che un nuovo film dedicato all’eroina è in fase di scrittura. Ha precisato che il progetto ad oggi è ancora sprovvisto di titolo ed è separato dal progetto già annunciato Paradise Lost, una Serie TV d’animazione di HBO Max che racconta di vari personaggi sull’isola di Themyscira. Pur avendo confermato l’intenzione di riportare Wonder Woman sullo schermo, James Gunn non ha rivelato chi si sta attualmente occupando della sceneggiatura ma ha precisato che questo personaggio sarà fondamentale per il suo universo. Anche il presidente della Warner Bros. David Zaslav ha confermato di recente che Superman, Supergirl, Batman e Wonder Woman saranno personaggi cruciali per il nuovo DCU e James Gunn è d’accordo con questa visione: “Credo che l'abbia capito da qualcosa che ho detto. Non direi solo quei quattro personaggi, ma direi che quei quattro personaggi sono incredibilmente importanti per noi. In questo momento, sono soddisfatto della posizione di due di quei personaggi, e poi ci occuperemo degli altri due”. Ad oggi non è chiaro chi si occuperà del prossimo film di Wonder Woman e, soprattutto, non è stato rivelato chi la interpreterà.



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Tutti tranne te, non c'è stato niente tra Glen Powell e Sydney Sweeney, ma l'ex di lui non poteva dirlo: non conveniva

La strategia è piuttosto nota: ci si casca facilmente, perché tutti vogliamo credere a una magia del cinema che possa esondare nella vita vera. Nel caso delle commedie romantiche, spesso la tecnica hollywoodiana prevede un gossip ambiguo, che alimenta una vera presunta intesa sentimentale / sessuale tra i protagonisti. È capitato anche a due star come Glen Powell e Sydney Sweeney, che peraltro hanno poi confermato il gioco degli ammiccamenti per il pubblico. La storia di vita vera, ma vera sul serio, l'ha raccontata l'ex di Powell, Gigi Paris, che ha dovuto subire in silenzio per non sporcare il quadro. Leggi anche Tutti tranne te, Sydney Sweeney torna ancora una volta sul sequel: "Non è un no"

Gigi Paris, ex di Glen Powell, si sfoga sull' "intesa ambigua" di Tutti tranne te

La modella Gigi Paris ha lasciato Glen Powell nell'aprile 2023, ma al podcast Too Much ha denunciato - senza fare nomi ma lasciando poco spazio a dubbi - la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il problema è stato il film Tutti tranne te, che Powell ha interpretato con Sydney Sweeney, mettendo in scena un'intesa vincente al boxoffice mondiale (220 milioni di dollari, per 25 di budget, fonte The Numbers). Ora, questo non è un gossip classico: non si tratta di semplice gelosia o di una tipica storia di tradimenti. Powell e Sweeney non sono mai stati ufficialmente insieme, ma ci hanno giocato perché conveniva. Ma cosa succede ai partner reali, in una situazione del genere? Se il lavoro viene prima, ma si viene etichettati come gli amori traditi? Magari lo si diventa sul serio. Se siete curiosi, ecco un punto di vista esasperato, testimonianza di Paris:

Volevo solo rispetto, specialmente in una situazione pubblica. [...] Cioè, non farmi fare la figura della cretina. Non devi far apparire tonta una con cui sei stato insieme e hai parlato per tre anni. Un po' di decenza, no? Alla fine della storia, la questione era: il lavoro prima di tutto. E se quello è il ragionamento, fai pure, la tua priorità è quella. Io me ne vado. Mi ha fatto schifo com'è stata gestita la cosa. Mi è sembrato di essere data in pasto ai cani. Non sto dicendo di essere stata manipolata, la questione era: "Devo farlo per il mio lavoro". [...]
[Stavo per partire per andare in Australia sul set], lui mi chiamò e mi disse: "I produttori e io ne abbiamo discusso e penso che sia meglio se tu non vieni in visita sul set." E allora riattaccai. Mi dissi: "Questo grandissimo figlio di puttana con me ha chiuso". Quella telefonata mi ha davvero distrutto. Speravo che magari, quando fossi arrivata lì, le cose sarebbero migliorate. Ma dopo quella telefonata, ho capito che era tutto finito. Quella persona non era più quella che amavo.


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martedì 10 giugno 2025

Sydney Sweeney ingrassa di quasi 14 chili per interpretare la boxer Christy Martin: "Mi sentivo fortissima!"

Si fa una certa fatica a inseguire gli impegni di Sydney Sweeney, una delle attrici più lanciate nel firmamento hollywoodiano negli ultimi tempi: la rivedremo tra qualche giorno in Echo Valley (in basso il trailer), nella terza stagione di Euphoria, in The Housemaid di Paul Feig, in Americana con Paul Walter Houser e nel remake di Barbarella, mentre valuta di interpretare una delle due protagoniste nell'adattamento del videogioco Split Fiction. Contemporaneamente, ha trovato il tempo per ingrassare e allenarsi non poco, per interpretare il film biografico dedicato a Christy Martin, star della boxe femminile tra gli anni Novanta e Duemila. Un processo fisicamente impegnativo che ha raccontato a W Magazine.
[Foto di Christy Martin a cura di DONKINGBOX, da Wikimedia Commons] Leggi anche Euphoria 3, Sydney Sweeney commenta quel dettaglio trapelato sul futuro di Cassie

Sydney Sweeney per diventare la boxer Christy Martin: "Non entravo più nei miei vestiti!"

Sydney Sweeney, classe 1997, non ha esattamente un fisico possente, ma quando ha accettato di portare sullo schermo la storia della pugile Christy Martin, ha dovuto intraprendere un percorso di dieta e allenamenti molto impegnativo. Christy Martin, ora cinquantaseienne, ha vinto 49 incontri sui 59 disputati (32 per KO, con 3 pari) tra il 1989 e il 2012, ed è stata inserita nell'International Boxing Hall of Fame nel 2020. La sua è una storia di resistenza fisica a tutto tondo, visto che nel 2010 fu la vittima di un tentato omicidio, per mano del suo allora marito, ingelosito dalla bisessualità di Christy (attualmente sposata con l'ex-rivale Lisa Holewyne: suo marito è deceduto in galera, dove stava scontando venticinque anni per il reato).
Il film, girato l'anno scorso tra settembre e ottobre, è diretto da David Michôd, che ha commentato così la dedizione di Sweeney: "Il nostro film miscela una storia sportiva di riscatto con una vicenda personale. Sydney si è ammazzata per interpretarlo. Il bello di Sydney è che si presentava al lavoro ogni giorno scodinzolando, pronta a partire. Non importa quanto fosse impegnativo, era sempre un raggio di sole." E il raggio di sole commenta così l'esperienza:

È stato bellissimo. Ho accettato di interpretare Christy e avevo a disposizione circa tre mesi e mezzo di allenamento. Ho cominciato a mangiare. Facevo pesi al mattino per un'ora, kickboxing a metà giornata per due ore e poi pesi ancora di sera, per un'ora. [...] Il mio corpo era completamente diverso. Non entravo più nei miei vestiti. Di solito porto 23 di jeans e dovevo mettere una 27. Le tette sono diventate più grosse. Il mio culo è diventato enorme. Una cosa folle! Mi sono detta: "Oh mio Dio!" Ma è stato fantastico: mi sentivo fortissima, forte da pazzi.[...]
[Sui social ha scritto, ndr:] Mi sono allenata per raccontare la storia di una donna incredibile, una vera campionessa che ha combattuto battaglie dentro e fuori dal ring. Il suo è un viaggio di resilienza, forza e speranza, sono onorata di incarnarla e condividere con tutti voi la sua potente vicenda.


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The End, dalle antiche miniere di sale in Sicilia all’apertura del Biografilm Festival

Un luogo unico, un rifugio per un pugno di umani rimasti in vita in un mondo in attesa della fine. Una famiglia allargata che sintetizza bene le contraddizioni e le colpe della nostra amata e discussa specie, in una miniera di sale unica in Italia, e non solo, nella profondità di una montagna, con più di 80 chilometri di tunnel, nel cuore delle Madonie.

A un’ora e mezza da Palermo si è avventurato in cerca di uno scenario da fine del mondo, Joshua Oppenheimer, documentarista che ha sfiorato l’Oscar per film dolorosi sulle storture di cui è capace l’uomo, nello specifico dal punto di osservazione del regime indonesiano degli anni ’60, come The Act of Killing e The Look of Silence. È sceso fino alle profondità della montagna a Petralia Soprana per il suo esordio nel cinema di finzione, The End, presentato a Telluride e Toronto, in arrivo nei cinema il 3 luglio per I Wonder Pictures. Proprio la società di distribuzione ha organizzato un’inconsueta e affascinante presentazione in anteprima del film, proiettandolo proprio all’interno della miniera di sale, un luogo di fascino ancestrale in cui è stato girato in larga parte questo inconsueto musical politico, in cui Oppenheimer ha riversato riflessioni filosofiche e politiche, con al centro l’animo umano e le sue meravigliose contraddizioni.

Scritto e diretto da Oppenheimer insieme a Rasmus Heisterberg, è interpretato da George MacKay, presente in Sicilia insieme al regista, e prossimamente protagonista di un’intervista su queste pagine, oltre a Tilda Swinton, Michael Shannon e Moses Ingram.

The End racconta di una famiglia ricca costretta a vivere in un bunker sotterraneo all’indomani di un'apocalisse ambientale, ma senza rinunciare a lusso e bellezza. Dopo decenni di solitudine, il gruppo entra in contatto con una ragazza che riesce a intrufolarsi in questo piccolo universo, proveniente dal mondo esterno. Un avvenimento che sconvolge la routine della famiglia e rimette in questione le loro gigantesche ipocrisie e un evidente senso di colpa che li avvolge, anche solo per essere lì loro, e non altre persone care. Un viaggio nell’animo umano e nella violenza, sicuramente meno esibita rispetto ai lavori precedenti di Oppenheimer, ma non meno inquietante. Il tutto sottolineato dalle canzoni, scritte dal compositore Joshua Schmidt per la musica e dal regista stesso per i testi, che rendono questo curioso collage un musical a tutti gli effetti.

Dopo la presentazione per la stampa in Sicilia, il film è stato presentato al Biografilm Festival di Bologna, evento in cui Oppenheimer è di casa. Presente anche Tom Quinn, a capo di Neon, casa di produzione e distribuzione americana in grande spolvero, capace di conquistare ben sei palme d’oro consecutive a Cannes, Parasite, Titane, Triangle of Sadness, Anatomy of a Fall, Anora e It’s Just an Accident, che ha anche prodotto The End. Nella cornice dell’evento Bio to B - Industry Days Doc, Tom Quinn ha ricevuto il Make It Real Award, un premio riservato ai grandi talenti del cinema internazionale, assegnato quest’anno a lui che, attraverso Neon, ha portato al pubblico americano, e agli Oscar, opere come Parasite e Anora, “capaci di coniugare intrattenimento e cinema d'autore".



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lunedì 9 giugno 2025

Lilo & Stitch primo al boxoffice italiano dell'anno solare, Dragon Trainer incombe nel weekend

Alla fine, risultati dell'ultimo boxoffice italiano del weekend alla mano, il remake di Lilo & Stitch è riuscito nell'impresa di scalzare FolleMente come più alto incasso dell'anno solare nel nostro paese: con un altro 1.475.200 di euro raccolti, raggiunge infatti il totale qui da noi di 18.123.600 (l'opera di Genovese si era fermata a 17.572.000). Al film Disney diretto da Dean Fleischer Camp, remake dell'originale animato del 2002 firmato dai Walt Disney Animation Studios, va ancora meglio nel mondo intero: si parla di circa 772.600.000 dollari (fonte Boxofficemojo), a fronte di un budget vociferato sui 100 milioni (fonte Deadline). Per la major è un gran colpo, assimilabile a quello di Oceania 2, come questo film inizialmente destinato direttamente allo streaming di Disney+, ma poi saggiamente dirottato in sala, per il bene loro e degli esercenti!

Stitch però ha il fiato sul collo, MOLTO caldo, di un certo Sdentato, che come lui gioca sul terreno del remake facile e nostalgico: anche se il rifacimento dal vero di Dragon Trainer, sempre diretto da Dean DeBlois, avrà la sua distribuzione nazionale ufficiale solo dal 13 giugno, domenica 8 ha visto delle anteprime che da sole hanno già fruttato 485.500 euro: le avventure di Hiccup (Mason Thames) e del suo drago hanno quindi conquistato una seconda posizione con un solo giorno a disposizione!

Una nuova entrata anche al terzo posto: si tratta di Karate Kid: Legends, dove un giovane pechinese a New York viene allenato contemporaneamente a kung-fu e karate da Jackie Chan e Ralph Macchio. Una combo per tenere in vita un marchio che dagli anni Ottanta è sinonimo di divertimento per famiglie, a base di sana competizione sportiva, motivazione personale e crescita. Da noi parte con 409.400 euro, mentre nel mondo ha registrato finora poco più di 74 milioni di dollari. Deadline parla di un budget sui 45, per cui al momento il lungometraggio non è ancora in pari.
Casca dalla seconda alla quarta posizione il Tom Cruise / Ethan Hunt di Mission: Impossible - The Final Reckoning, al momento un incasso da 3.720.100 euro nel nostro paese (341.000 nel fine settimana). L'ottavo capitolo della saga sta guadagnando i suoi estimatori, ma il suo esito globale da 450.420.000 dollari non giustifica di certo l'esborso Paramount tra i 300 e i 400 milioni, come riportato da Deadline e Hollywood Reporter. D'altronde, già prima dell'uscita si era parlato di un lavoro che, a causa dei suoi costi stratosferici, sarebbe andato in rosso a prescindere dalla sua qualità e dal gradimento del pubblico.
Scivolata anche per La trama fenicia di Wes Anderson, dal terzo al quinto posto: il difficile rapporto tra un imprenditore (Benicio del Toro) e sua figlia (Mia Threapleton) viene raccontato con lo stile bizzarro del regista, intrecciandosi con una vicenda di spionaggio. Rastrellando altri 153.500 euro, il film tocca da noi i 741.400. Nel mondo si deve accontentare di 18 milioni di dollari, comunque pochi per recupare il budget sui 30 riportato da Thought Catalog.

Il box office completo del weekend



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Olga Kurylenko nel trailer dell'horror O.T.H.E.R

Ex Bond Girl, ex eroina del cinema d'azione, l'attrice ucraina è la protagonista assoluta di questo film diretto dal francese David Moreau. Ecco trailer e trama di O.T.H.E.R.

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Dancer in the Dark: torna al cinema l'anti-musical di Lars Von Trier con Bjork, Palma d'Oro a Cannes 2000

Torna al cinema per tre giorni, grazie a Movies Inspired, dal 9 all'11 giugno, un altro grande film di Lars Von Trier, Dancer in the Dark, che ci rubò letteralmente l'anima quando, nel 2000, lo vedemmo in quel tempio del cinema che è la Salle Lumière del festival di Cannes e ne uscimmo sconvolti, col (facile) pronostico che avrebbe vinto la Palma d'Oro, come di fatto avvenne. Alla fine della proiezione, tutti avevano gli occhi lucidi, e anche se qualcuno come al solito accusò il geniale regista danese di manipolare le emozioni del pubblico (ma cos'altro fa o deve fare il grande cinema?) fu enorme l'impatto che ebbe su tutti coloro che lo videro. Protagonista straordinaria, per la prima volta, impegnata in una lavorazione che soffrì molto, la cantante e compositrice islandese Bjork (premiata come miglior attrice a Cannes),offrì un'eccezionale performance, vocale e recitativa, in quello che lo stesso Von Trier definì un anti-musical, visto che in questo caso si rovescia completamente il clima gioioso e spensierato del genere. Girato con la macchina a mano e con straordinarie scene di ballo, è un film che colpisce per lo stile e la tematica. Al fianco di Bjork, brillano Catherine Deneuve, Peter Stormare e - in un eccellente ruolo di cattivo - il caratterista David Morse. Oltre a vincere la Palma d'Oro, Dancer in the Dark è stato candidato all'Oscar per la miglior canzone, ha vinto il Premio per il miglior film straniero agli Independent Spirit Awards e il premio come miglior film e miglior attrice a Bjork agli European Film Awards. Non perdete l'occasione di vederlo sul grande schermo, dove Dancer in the Dark tornerà dal 9 all'11 giugno. Ecco il trailer italiano della versione restaurata in 4k.

Dancer in the Dark: la trama

Selma (Björk) è un'emigrante che vive nello Stato di Washington nel 1964. È una ragazza madre che lavora in una fabbrica nella campagna americana e vive con il figlio dodicenne Gene in una roulotte affittata dal poliziotto Bill Houston (David Morse) e da sua moglie Linda (Cara Seymour). La sua grande passione per la musica, specialmente per i numeri cantati e ballati dei più famosi musical di Hollywood, la aiuta a sopportare il suo grande dolore che nasconde a tutti: sta perdendo la vista a causa di una malattia genetica degenerativa, la stessa che colpirà anche suo figlio se non si sottoporrà a un costoso intervento chirurgico. Selma ha lasciato la Cecoslovacchia proprio per offrire a Gene un futuro diverso. Lavorando duramente e facendo enormi sacrifici, riesce a mettere da parte i soldi necessari all'operazione, aiutata dalla sua amica Kathy (Catherine Deneuve) e sostenuta, a distanza, dal timido collega Jeff (Peter Stormare), che le è affezionato nonostante i suoi continui rifiuti. La sua immaginazione le permette di evadere da una realtà sempre più cupa: nei suoi sogni a occhi aperti, le persone intorno a lei diventano personaggi di brillanti coreografie musicali. Un giorno, Bill, disperato per i debiti accumulati dalla moglie, scopre il segreto di Selma e la deruba dei suoi risparmi. Quando lei, ormai quasi cieca, si rende conto dell'accaduto, tenta di recuperare il denaro ma viene accusata ingiustamente di furto e manipolazione. Questo scatenerà una spirale drammatica che cambierà radicalmente la sua vita e quella di chi le sta intorno.



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domenica 8 giugno 2025

John Cena vuole fare un film horror: "Sono disponibile, chiamatemi"

John Cena non ha iniziato come attore. La sua carriera è partita dapprima nella WWE con wrestler, ma si è poi andata sempre più affinando nel mondo dello spettacolo trasformandosi. Oggi, infatti, John Cena è un nome molto gettonato in quel di Hollywood coinvolto in numerosi film di successo Come la saga di Fast & Furious, Argylle – La super spia, Jackpot – Se vinci ti uccido ed è protagonista di Peacemaker. Finora ha sperimentato numerosi generi, ma uno manca all’appello e desidera assolutamente colmare questo vuoto.

John Cena desidera recitare in un film horror

John Cena vorrebbe recitare molto presto in un film horror. Seppur noto per i suoi ruoli d’azione e comici, ha confessato che gli piacerebbe recitare in un film horror e poco importa se si tratti della vittima o del carnefice. Attualmente impegnato con la realizzazione della seconda stagione di Peacemaker per l’universo DC, è apparso ad un panel del Fan Expo di Philadelphia e un fan gli ha chiesto: “Se dovessi recitare in un film horror, vorresti essere il cattivo o un cittadino che viene ucciso”. La sua risposta in un primo momento è stata semplicemente questa: “Sì”. Ma, rendendosi conto di non aver risposto affatto alla domanda in questione, ha aggiunto: “La mia risposta è sì, perché non ho mai recitato in un film horror quindi mi piacerebbe farlo. Chiunque stia ascoltando, sappiate che sono disponibile, chiamatemi”.

Non sarebbe il primo wrestler, del resto, a recitare in un film horror: a precederlo ci hanno pensato Tor Johnson, Roddy Piper, Jesse Ventura, Bill Goldberg, CM Punk. Per questo motivo, la candidatura spontanea di John Cena potrebbe andare a buon fine: tutto dipenderà dal progetto in questione. Ma chi potrebbe interpretare? Vittima o carnefice?



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Breakthrough: Dwayne Johnson sul suo nuovo film: "Ho sempre desiderato questo tipo di sfida"

Dwayne Johnson interpreterà un guru motivazionale estremamente manipolatore in Breakthrough e non vede l'ora di cimentarsi nel ruolo, come ammesso via social.

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sabato 7 giugno 2025

Ischia Film Festival 2025: annunciato il Focus Location Negata, che comprende sette corti e sette lungometraggi

Dal 28 giugno al 5 luglio, il  Castello Aragonese di Ischia ospiterà la ventitreesima edizione dell'Ischia Film Festival. Il direttore Michelangelo Messina è lieto di annunciare la presenza del Focus Location Negata., che, come lui stesso ci ha tenuto a spiegare, "non è soltanto una sezione collaterale della nostra rassegna ma è un vero e proprio incubatore di sguardi altri, rivolti a spazi che troppo spesso rimangono privi di attenzione mediatica".

Del Focus Location Negata fanno parte sette cortometraggi e sette lungometraggi, che affrontano l'urgenza dei diritti umani e la riscoperta dei luoghi dimenticati. Più precisamente, i sette corti sono accomunati da "una particolare attenzione al fuoricampo dell'infanzia e dell'adolescenza, dove l'essere al mondo coincide con incertezze e angosce quotidiane, e i luoghi circostanti diventano parte integrante delle immaginazioni e delle esistenze".
I sette lungometraggi affiancano all’impegno civile la ricerca stilistica, "delineando non solo mondi e storie, ma anche memorie storiche e nuovi scenari, sospesi tra politica e realtà".

Ecco i titoli dei 7 film:

  • A Man Fell di Giovanni C. Lorusso
  • Spiaggia di vetro di Will Geiger
  • Silent Trees di Agnieszka Zwiefka
  • Oceania - Journey to the Center di Natalie Zimmerman
  • Obraz di Nikola Vukcevic
  • Prison Beauty Contest di Sdran Sarenac
  • Por tu bien, di Axel Monsù

L'edizione 2025 dell'Ischia Film Festival è sostenuta da: MiC - Direzione Generale Cinema e audiovisivo, Regione Campania - Film Commission Regione Campania, BONACINA, BPER Banca, TRECCANI Esperienze, ViVeTech.



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Trailers FilmFest, nuovi direttori per l’evento dedicato alla promozione cinematografica

Il cuore di ogni strategia di lancio di un film è costituito, da sempre e probabilmente per sempre, nonostante le evoluzioni tecnologiche, dal trailer. Quell’assaggio di film, confezionato in maniera più golosa possibile, per i palati in cerca di novità. Il regno del trailer è da anni il festival dedicato alla promozione cinematografica, il Trailers FilmFest, che si presenta per l’edizione 2025 con una nuova direzione e una nuova squadra, “sempre più con l’obiettivo di celebrare e premiare la creatività”.

Sj terrà a Roma, dal 19 al 21 novembre, la XXIII edizione del Trailers FilmFest, l’unico evento italiano che celebra, premia e condivide il mondo e le dinamiche della promozione cinematografica. Trailer, manifesto, spot, campagna promozionale, contenuti dei creator: nel corso degli anni il lancio di un film si è arricchito di elementi, e di pari passo è andato il festival, fondato da Stefania Bianchi e Orlando Costa e diretto per ventidue edizioni dalla stessa Bianchi, che ha deciso passare il testimone affidando la direzione artistica a Francesca Sofia Allegra e Alessandro De Simone.

Saranno loro a portare il Trailers FilmFest in una nuova fase, proiettata verso le nuove tecnologie e le sue applicazioni nell’industria dell’audiovisivo, e su tutto ciò che di innovativo può essere usato nella promozione del cinema e della serialità televisiva. Allegra e De Simone sono già al lavoro per sull’edizione 2025, che sarà all’insegna della continuità, ma comprenderà anche significative novità che saranno comunicate nelle prossime settimane.

“Sono felice di passare il testimone del Trailers FilmFest a Francesca Sofia Allegra e Alessandro De Simone”, ha dichiarato Stefania Bianchi. “Francesca Sofia è nata con questo festival e sono certa che insieme porteranno avanti la sua storia con passione, energia e visione. A loro il mio più sincero augurio per un’edizione di grande successo”.

Per Francesca Sofia Allegra è un ritorno a casa: “Stefania Bianchi e Orlando Costa sono stati la famiglia dove ho imparato cosa significasse lavorare e dove ho scoperto che il cinema è fatto anche di altro, oltre il set e la post produzione. È fatto di professionisti straordinari, addetti marketing e creativi, che alimentano le dinamiche della distribuzione cinematografica a molti sconosciute. Il Trailers FilmFest mi ha formata e messo in contatto con persone meravigliose con cui non vediamo l'ora di collaborare, e sono grata all'Associazione Culturale Seven di averci posti davanti alla grande ed entusiasmante sfida di poter continuare a portare avanti questo straordinario progetto”.

Per Alessandro De Simone si tratta di una nuova avventura in due campi che conosce bene: “Ho lavorato fianco a fianco al mondo della distribuzione per molti anni, così come in quello dei festival. Prendere in mano, insieme a Francesca Sofia Allegra, il Trailers FilmFest, che li fonde in unico evento, ci offre la possibilità di costruire un laboratorio permanente sulla promozione cinematografica, in cui coinvolgere tutti i professionisti del settore in un momento estremamente delicato per l’industria italiana, sia a livello produttivo che distributivo. Vogliamo che il Trailers FilmFest diventi un bacino di idee da trasformare in fatti e numeri”.

Anche la squadra del festival vedrà coinvolte nuove figure e realtà che in questi anni hanno dato uno slancio alla promozione del prodotto audiovisivo attraverso l’utilizzo di nuovi concept e media. Ha immediatamente abbracciato il progetto AKA LAB, la neonata agenzia fondata da Francesco Marchetti e Andrea Vailati, che supporterà la direzione nella realizzazione dell’evento.

Il Trailers FilmFest sarà basato, da questa edizione in poi, sulla sinergia e sulle idee, da condividere con l’industria (dalla produzione alla distribuzione, comprese le piattaforme streaming), con il pubblico, e con gli studenti dei suoi workshop, trasformandosi in un laboratorio permanente aperto dodici mesi l’anno sullo stato e le prospettive della promozione cinematografica, in Italia e nel mondo.

”Con grande piacere”, aggiunge la direzione, “annunciamo anche la prima casa dell’edizione 2025. Si tratta di The Cineclub, locale ideato e diretto dal direttore della fotografia Davide Manca che in pochi mesi è diventato un punto di riferimento e d’incontro per la giovane industria cinematografica a Roma. Qui si svolgeranno le prime due serate del Trailers FilmFest 2025, il 19 e 20 novembre”.



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venerdì 6 giugno 2025

Orsetti del Cuore, in preparazione un nuovo film alla Warner Bros.

Ricordate Gli Orsetti del Cuore, cartone animato tra i più caratterizzanti degli anni Ottanta? Dovreste, se avete più di quarant'anni, anche se magari all'epoca legittimamente trovavate molto più poetiche le mosse fatali dell'Uomo Tigre sul ring. La Warner Bros., sempre più a caccia di marchi che si vendono da soli, comportandosi come si comporta ormai la maggior parte di Hollywood, ha messo in cantiere un film dedicato agli ultrateneri orsacchiotti fatati, affidandolo alle cure del regista Josh Greenbaum. Ma non è la prima volta che questi orsetti hanno messo piede in una sala cinematografica... Leggi anche Masters of the Universe, le nuove foto dal set mostrano la coraggiosa Teela di Camila Mendes

Un nuovo film è in arrivo per gli Orsetti del Cuore

C'è anche lo zampino alla produzione di Jonathan Goldstein & John Francis Daley (autori del sottovalutato ultimo Dungeons & Dragons), in questo progetto che riporterà al cinema gli Orsetti del Cuore, in inglese Care Bears. Non si hanno ancora dettagli chiari sul film, se non che sarà diretto dal duttile Josh Greenbaum, autore del documentario Will & Harper, così come regista del prossimo Balle spaziali: un curriculum variegato che non ci permette di immaginare molto, suggerendo che Josh sia soprattutto un professionista che possa portare a casa il risultato voluto dalla Warner, cioè rilanciare un marchio nato negli anni Ottanta e subito rivelatosi un grande successo.
Creati nel 1981 dall'artista Elena Kucharik per dei biglietti di auguri dell'American Greetings, i protagonisti sono orsetti magici, ciascuno di diverso colore e ciascuno caratterizzato sulla pancia da un'immagine che suggerisce la sua attitudine magica o personalità. Già dal 1983 furono i mattatori di due special televisivi a cura della canadese Atkinson Film-Arts, per poi avere una serie animata tutta per loro (1985-1988), prodotta dalla DiC Entertainment e dalla Nelvana, diretta da Jean Chalopin (L'ispettore Gadget). Naturalmente sbarcò anche in Italia su Euro Tv e poi Mediaset (con immancabile sigla cantata da Cristina D'Avena), dilagando poi in antologie su VHS prima e DVD dopo. Sono stati inoltre realizzati diversi film di animazione, rispondenti ai diversi reboot che i personaggi hanno vissuto nel corso dei decenni: si cominciò con Gli Orsetti del Cuore - Il Film (1985), proseguendo in sala con Gli Orsetti del Cuore 2 - La nuova generazione (1986), Gli Orsetti del Cuore: Nel paese delle meraviglie (1987). Naturalmente negli anni Novanta e Duemila non sono mancati lungometraggi realizzati direttamente per il mercato home video / digitale.



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Street Fighter, Walton Goggins in trattative per un ruolo di spicco

Anche Walton Goggins darà il suo contributo al film live action di Street Fighter. Dopo il successo riscosso in Fallout, Serie TV distribuita in streaming su Prime Video in cui ha interpretato il Ghoul, nel prossimo adattamento estrapolato dall’omonimo videogame a Walton Goggins toccherà interpretare l’antagonista.

Street Fighter, dopo Fallout Walton Goggins sarebbe in trattative per recitare nel film live action: chi interpreterà?

Secondo quanto spifferato dal noto insider Jeff Sneider, Walton Goggins sarebbe coinvolto nel nuovo adattamento di Legendary Pictures. Si vocifera che l’attore di Fallout sia vicino ad un accordo per interpretare l’iconico M. Bison, potente tiranno e notoriamente interpretato nel film di Street Fighter del 1994 da Raúl Juliá. Al momento si tratta di voci di corridoio non ancora confermate dai diretti interessati: “Mi è stato detto che Goggins sta per concludere un accordo per interpretare M. Bison, il principale antagonista del film, che supervisiona il torneo” si legge nella nota di Sneider che prosegue con altre informazioni sul cast: “Il compianto e grande Raúl Juliá ha interpretato il personaggio nel film Street Fighter del 1994 con Jean-Claude Van Damme. Nel frattempo, Orville Peck è in trattative per interpretare Vega, un lottatore mascherato che utilizza una combinazione di ninjutsu giapponese e corrida spagnola per sconfiggere i suoi avversari. André è in lizza per interpretare l'annunciatore sul ring dalla parlantina sciolta che infiamma il pubblico. Non è del tutto sorprendente, visto che ha lavorato con il regista Sakurai alla commedia con telecamera nascosta del 2021 Bad Trip. Noah Centineo interpreterà l'amico e rivale di Ryu, Ken Masters, che si è allenato con Ryu fin da giovane. Reigns è pronto a interpretare Akuma, il fratello minore di Gouken, il maestro di Ryu e Ken”.

Sneider fa riferimento ai precedenti attori associati al progetto, ma ne avrebbe rivelato i potenziali ruoli. Il cast è guidato da Jason Momoa, ma accompagnato da Roman Reigns, Noah Centineo e Andrew Koji. Ad occuparsi della regia, dopo l’uscita di scena di Danny e Michael Philippou, ci pensa Kitao Sakurai. Il film in principio era stato inserito in calendario da Sony Pictures per marzo 2026, ma è stato successivamente rimosso, per cui non è chiaro quando arriverà al cinema. Il progetto, intanto, è in fase di sviluppo.



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giovedì 5 giugno 2025

Ma, il sequel horror con Octavia Spencer in lavorazione

Sue Ann Ellington sta per tornare. Secondo quanto riferito da Entertainment Weekly, il sequel tanto atteso di Ma con protagonista Octavia Spencer è diventato formalmente realtà. Una rappresentante dell’attrice premio Oscar ha riferito a EW che Octavia Spencer non rinuncerà a questa seconda occasione per cui sarà parte attiva del film horror.

Ma, il sequel con Octavia Spencer in fase di sviluppo

Pur non avendo rivelato dettagli significativi in merito alla rama, il sequel riporterà la sinistra Sue Ann nuovamente al centro della scena. Il primo film, distribuito nel 2019, racconta la storia di Sue, detta anche Ma, una donna sulla cinquantina che vive per conto proprio in campagna e stringe un’improbabile amicizia con un gruppo di adolescenti. Da quell’inaspettato legame, la donna offre ai ragazzi la possibilità di trascorrere del tempo nel suo seminterrato di casa, offrendo loro uno spazio sicuro dove poter fare le classiche bravate da ragazzi. Nonostante Ma appaia generosa oltre ogni limite, la donna ha imposto delle regole: uno di loro dovrà chiamarla sempre Ma. E quello che inizialmente è iniziato come un gioco per i ragazzi, si trasforma rapidamente in un incubo perché Sue Ann Ellington diventa sempre più ossessiva e manipolatrice rendendo quello spazio ospitale in una trappola.

La casa di produzione Blumhouse ha affrontato il sequel in lavorazione spiegando: “Fan, amanti e sostenitori di Ma, questa è per voi. Non fatela bere da sola questa volta”. Nel 2021, il regista Tate Taylor che ha lavorato al primo film aveva già affrontato il potenziale sequel ai microfoni di Entertainment Weekly e ammesso di star valutando l’idea: “La mia idea è che si sia trasferita in un'altra città, organizzi delle case aperte in un'altra città e uccida la gente durante le visite. Penso che farebbe l'agente immobiliare nel Pacifico nord-occidentale e ucciderebbe i bianchi che guardano le McMansion. Non sono arrivato a questo punto”. Non è chiara quale strada seguirà questa volta Ma; tuttavia il pubblico potrà (e dovrà) sicuramente aspettarsi il peggio.



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Superman, James Gunn: "Non me l'hanno fatto tagliare" e conferma ufficialmente la durata del film

Minimo contrordine: il Superman di James Gunn non dura 122 minuti come trapelato la settimana scorsa, ma appena di più. Nulla di corposo, comunque, il film rimane relativamente corto: la durata ha già preoccupato alcuni fan, che temono un evento non abbastanza epocale e non all'altezza delle aspettative. Che la Warner Bros. abbia chiesto sul serio a Gunn di accorciare il film, al cinema dal 9 luglio, per evitare mattoni? Il regista e sceneggiatore non è il tipo da lasciar correre queste voci, e provvede a rettificarle di persona su Threads, risponendo direttamente all'esercito di appassionati. Rivendica la sua ultima parola sul progetto.

Superman con David Corenswet dura sette minuti in più del previsto

Per raccontare nuovamente il Superman / Clark Kent (David Corenswet), diviso tra l'affetto per gli esseri umani e la tensione verso le proprie radici kryptoniane, il regista James Gunn ha avuto bisogno di 129 minuti. La durata, questa volta ufficialissima, è stata confermata da lui stesso sui social, quindi ci sono 7 minuti in più rispetto al minutaggio trapelato la settimana scorsa. Rimane in piedi l'articolo che scrivemmo e che vi linkiamo qui in basso, perché questo nuovo Superman, il via al reboot del DC Universe a cura dei DC Studios gestiti proprio da Gunn e Peter Safran, è il più breve tra i lungometraggi moderni dedicati al capostipite di tutti i supereroi. 129 minuti non sono di certo una passeggiata: potenzialmente contengono già abbastanza scene per sviluppare in modo efficace una narrazione, però gli amanti del cinecomic si erano abituati ai "grandi eventi" sulle due ore e mezza o addirittura tre, dimenticando quell'epoca in cui si prediligevano i 100/110 minuti e nessuno soffriva troppo (anzi). Siccome anche per questo lavoro si sono puntualmente diffuse voci su reshoot, panico della dirigenza, proiezioni di prova tese, paura per i risultati al boxoffice, qualcuno ha suggerito che sia stata proprio la Warner Bros. a spingere Gunn verso qualcosa di più snello, stroncando qualcosa. James smentisce categoricamente: "Contando titoli di coda e scena post-credits sono 2 ore e 9 minuti. Non mi hanno costretto a farlo più corto: falsità totale. E non avrebbero potuto nemmeno se l'avessero voluto. È un film DC Studios." Non siamo così convinti che i DC Studios abbiano tutta quest'autonomia decisionale al 100% dalla casa madre (che dopotutto ha stroncato l'intero DC Extended Universe quando è cambiata la dirigenza), però viene spontaneo credere a Gunn, se non altro in nome dell'entusiasmo e della franchezza che ha sempre mostrato. Leggi anche Superman, svelata la durata del nuovo film di James Gunn: è il più corto tra le proposte moderne sul personaggio



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