A 50 anni dal primo piede sul suolo lunare, ricordiamo alcuni titoli "lunari" particolarmente significativi.
È il satellite naturale della Terra in rotazione sincrona che rivolge verso di noi sempre la stessa faccia, condiziona il ciclo produttivo di molte specie viventi, regola le maree e dà stabilità all'asse di inclinazione terrestre. La Luna è lassù a 385 mila km di distanza, da circa 4,5 miliardi di anni. In termini meno scientifici, la Luna esercita anche un certo fascino su di noi e, a seconda di chi siamo, la vediamo in modo diverso. La prima colonia spaziale degli umani? La più vicina di tante stelle incorniciate dalla lente di un canocchiale astronomico? L'elemento fondamentale di una perfetta serata romatica? La ragione per cui ritenete vostro cugino un "lunatico"? La Luna vi guarda e il modo in cui ricambiate lo sguardo dice in un certo senso chi siete. Siete inquieti o in pace con voi stessi? Siete sognatori? Aspiranti astronauti? Scienziati o sentimentali? O forse siete lupi mannari? Era il 20 luglio 1969 quando Neil Armstrong poggiò il primo piede umano sul suolo lunare, cinquanta anni fa, ma la Luna era già nei nostri cuori e nelle nostre storie da parecchio tempo.
Quando i fratelli Lumière presentarono la loro magica invenzione con immagini in movimento mostrando l'arrivo in stazione di un treno, era il 1896. Non si sapeva bene a cosa servisse, quale futuro potesse avere, eppure le potenzialità del cinematografo stimolarono le menti creative quasi subito, soprattutto quella del prestigiatore e illusionista Georges Méliès. È del 1902 lo sperimentale e celeberrimo Viaggio nella Luna, film muto di 15 minuti di cui tutti ricordiamo la navicella/proiettile che si conficca in un occhio del satellite. Méliès non pensa alla Luna per caso, è già parte integrante della sua fantasia grazie a due narratori che prima di lui l'hanno resa protagonista delle loro storie, gli scrittori Jules Vernes in Dalla Terra alla Luna (1865) e in Intorno alla Luna (1870) e H.G. Wells in I primi uomini sulla Luna (1901).
La razza umana fantastica da sempre sull'esplorazione e sulla conquista che non possono avere limiti, in una continua e costante ricerca di risposte alle solite grandi domande. Chi siamo? Dove andiamo? Perché lo facciamo? La Luna offre però qualcosa in più, perché non è qui, non è un'altra isola del tesoro, non è un nuovo abisso marino né un continente nascosto sotto i ghiacchi.
La Luna è fuori dalla porta di casa nostra, ma è in quella palla illuminata dal sole che alzando lo sguardo cerchiamo un riflesso metaforico della Terra. C'è un lato visibile con il suo Mare della Tranquillità (coniato così da due astronomi italiani nel 1965) e c'è un Dark Side of the Moon, come lo sperimentale concept album dei Pink Floyd non a caso chiamato così. La ricerca di un riflesso di noi stessi in un certo senso la fa anche il regista Duncan Jones in Moon del 2009, film low budget con un solo attore (Sam Rockwell) interamente ambientato sul suolo lunare. Un anno prima che l'Apollo 11 atterrasse sulla Luna, ci aveva pensato Stanley Kubrick a portarci in orbita nell'ancora oggi più verosimile, misterioso e introspettivo viaggio cinematografico nello spazio. Nel film gli umani hanno già una base operativa sulla Luna ed è qui che trovano il monolite nero di 2001: Odissea nello spazio, milioni di anni dopo quello degli ominidi.
Apollo 13 del 1995 ricostruisce gli eventi realmente accaduti di una missione andata male ma risoltasi bene, grazie all'idea della circumnavigazione dell'orbita lunare. A proposito invece dei sostenitori della teoria che la NASA in realtà non abbia mai inviato nessuno sul nostro satellite, il James Bond di Sean Connery si imbatte in un set per finti allunaggi nel deserto del Nevada in Una cascata di diamanti del 1971. Tra scienza e fantascienza lo spazio narrativo può essere infinito e in continua espansione, come dimostra la bislacca idea del film finlandese Iron Sky del 2012 in cui si racconta di come i nazisti avessero la tecnologia per volare sulla Luna, costrurci basi segrete e lì attendere un momento più propizio per ritornare sulla Terra.
Quante immagini cinematografiche della Luna avete nella memoria? Più di quanto crediate. E.T. nel cesto della bicicletta, il centro di controllo di Christof in The Truman Show, Simba, Pumbaa e Timon nel loro siparietto musicale de Il Re Leone, Tom Hanks naufrago nella notte in Joe contro il Vulcano, i momenti di mare calmo in Vita di Pi, il covo segreto del Dottor Male nel secondo Austin Powers, il furto di Gru in Cattivissimo Me... o l'inquadratura della Luna piena poco prima che il licantropo David Naughton si scagli a terra tra contorsioni dolorose in Un lupo mannaro americano a Londra. A parte tutti i titoli citati finora, cos'altro si può recuperare? Certamente la spassosa storia di una famiglia siciliana emigrata negli USA in Stregata dalla Luna con Cher e Nicolas Cage, il cortometraggio animato Una fantastica gita con l'imperdibile pic-nic di Wallace & Gromit sulla Luna di formaggio e magari la saga anime di Sailor Moon, un vero fenomeno di importazione giapponese negli anni 90.
Dipende chi siete e cosa volete. E se non lo sapete, alzate lo sguardo al cielo che a volte anche di giorno la si può scorgere, sempre con immenso piacere.
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