giovedì 27 giugno 2019

Wolf Call - Minaccia in Alto Mare

Cinema francese e action movie non sono un binomio così tanto comune sul grande schermo. Wolf Call – Minaccia in Alto Mare – opera prima di Antonin Baudry, già co-autore dell'adattamento di Quai d'Orsay , di Bertrand Tavernier – ne è un esempio valido, pregevole e ben rappresentativo. Da questo weekend nelle sale italiane, il film – ambientato in epoca contemporanea – è una vera e propria battaglia navale che vede i membri dell'equipaggio di un sottomarino franco impegnati in una missione dai rischi e dalle conseguenze imprevedibili.

Il Canto del Lupo – che ha ispirato il titolo originale della pellicola – è, in gergo, il segnale acustico di un sonar mandato da un altro sommergibile che si propaga contro il proprio e, al tempo stesso, viene utilizzato in Wolf Call come simbolo di una guerra acustica e subacquea. Baudry inscena, infatti, un conflitto internazionale fittizio – causato dai mediorientali – nel quale Chanteraide – interpretato da François Civil – ha il ruolo chiave di Orecchio d'Oro: un'analista e classificatore di suoni per altri impercettibili, che ha il compito di consigliare il comandante in merito a obiettivi da colpire o possibili minacce, gestibili, unicamente, attraverso un rumore. L'ottimo sonoro – sviluppato, in post-produzione da Skywalker Sound Studios e Lucasfilm – è, quindi, parte integrante della narrazione; oltre ad essere uno degli elementi principali in grado di trasmettere appieno allo spettatore la sensazione di trovarsi sott'acqua. Il film funziona, anche e soprattutto, per una regia capace di creare angoscia, tensione e adrenalina; dando la giusta epicità a quest'avventura e mantenendo, allo stesso modo, una dimensione più intima per le vicende personali del protagonista – ripreso, molto spesso, con primi piani e dettagli degli occhi. Da menzionare, sono, poi, la fotografia di Pierre Cottereau – che contrasta il rosso accesso degli interni del sottomarino al blu cobalto dei fondali marini – e la colonna sonora di tomandandy – il cui tema principale è stato partorito dal compositore hollywoodiano Marc Streitenfeld. Il solo vero tallone d'Achille di questo debutto cinematografico è la storia d'amore tra Chanteraide e Diane – unico personaggio femminile rilevante – abbozzata e concepita superficialmente; al punto da sembrare sconnessa e, del tutto, fuori contesto rispetto al plot. Se il cast maschile – impreziosito da attori abbastanza popolari, a livello europeo, come Omar Sy, Mathieu Kassovitz e Reda Kateb – fa il suo, la talentuosa Paula Beer – che avevamo scoperto nello struggente Frantz , di François Ozon – si ritrova – ancora una volta, dopo il sopravvalutato Opera Senza Autore – a coprire il ruolo marginale, svalorizzante e poco utile – perlopiù, in lungometraggi di tal genere – della dolce e sensibile donzella della situazione.

Pur avvicinandosi allo stile americano di prodotti come Dunkirk – per citarne uno – di Christopher Nolan, Wolf Call s'ispira a ciò che Baudry ha visto e vissuto in prima persona, nella sua esperienza di diplomatico e rispetto alle sue conoscenze geopolitiche; anche se lui stesso ha ammesso di aver amato pellicole similari quali U-Boot 96 e Caccia a Ottobre Rosso . Il suo film punta molto sull'azione e la spettacolarità; ma non trascura, però, temi attualissimi come il terrorismo e la minaccia del nucleare. Come recita la citazione d'apertura di Aristotele (“Ci sono tre tipi di uomini: i vivi, i morti e coloro che vanno per mare”), il mondo acquatico che fa da sfondo alla storia non è altro che un claustrofobico limbo, costantemente e sottilmente sospeso tra la vita e la morte.

(Le Chant du Loup / The Wolf's Call); Regia: Antonin Baudry; sceneggiatura: Antonin Baudry; fotografia: Pierre Cottereau; montaggio: Nassim Gordji Tehrani, Saar Klein; musica: tomandandy, Marc Streitenfeld; interpreti: François Civil, Omar Sy, Mathieu Kassovitz, Reda Kateb, Paula Beer; produzione: Pathé, Chi-Fou-Mi Productions, Les Productions du Trésor, Jouror Productions, SofiTVciné 5, Indéfilms 6, Cofimage 29, Cofinova 14, Canal+, Ciné+, Centre National de la Cinématographie (CNC); distribuzione: Adler Entertainment; origine: Francia, 2019; durata: 115'; webinfo: Sito



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