venerdì 21 giugno 2019

Beautiful Boy

Ci sono film che ti sconvolgono e ti spezzano il cuore; rimanendo, irrimediabilmente, impressi nella tua memoria. Beautiful Boy , di Felix van Groeningen, è uno di questi. Tratto dalle memorie di David e Nic Sheff – intitolate, rispettivamente Beautiful Boy e Tweak – e presentato, lo scorso anno, al Toronto Film Festival e alla Festa del Cinema di Roma, il sesto lungometraggio dell'autore di Alabama Monroe – Una Storia d'Amore – candidato all'Oscar, come Miglior Film Straniero, nel 2014 – è un sublime pugno nello stomaco e un requiem sulla droga e le sue vittime. A dicembre 2018, avevamo già apprezzato, nelle sale, un'altra pellicola sulla stessa tematica – Ben is Back , di Peter Hedges – ma, in questo caso, ci troviamo di fronte a un prodotto ancor più incisivo e superiore.

Cosa gli sta facendo la droga e come posso aiutarlo?”, si chiede il giornalista David, riferendosi al figlio diciottenne Nic. Lui – studente modello, appassionato di letteratura, teatro ed arte – ha iniziato a sperimentare sostanze stupefacenti a soli 12 anni e, dal canto suo, afferma, invece, che – grazie alla metamfetamina – “Il mondo è, improvvisamente, passato dal bianco e nero al Technicolor”. Il film è tutto giocato sul loro intensissimo e quasi simbiotico rapporto; con una complicità così forte e consolidata, da spingere il padre a provare la stessa droga del figlio – dopo aver fatto, anch'egli, uso di narcotici, da giovane – pur di provare le sue stesse sensazioni, sentirlo vicino e capire come lui si possa sentire. Beautiful Boy ruba il titolo alla famosa e omonima canzone di John Lennon; la quale, non viene solo menzionata nei due libri originari e cantata, come ninna nanna, da David a un Nic ancora bambino, ma ha anche un significato particolare per il vero David Sheff; che ha intervistato, all'inizio della sua carriera, il leggendario cantautore e artista dei The Beatles. Ma questa è solo una delle molte citazioni musicali e letterarie del film: si va, infatti, da Belli e Dannati di Fitzgerald – uno dei tanti “scrittori seriamente depressi” apprezzati da Nic – a Charles Bukowski – omaggiato con la poesia Let It Enfold You , recitata da Timothée Chalamet in una scena e nei titoli di coda – passando per un brano ( Svefn-g-englar ) dei Sigur Rós – inserito, perfettamente, in una sequenza in cui vediamo Nic sotto assuefazione. Il cineasta belga non rinuncia, poi, a scene forti – dalla prima volta in cui osserviamo Nic bucarsi con una siringa a quando lo troviamo a rifarlo con la fidanzata, in un momento triste e commovente che culmina in un sofferto atto sessuale – e, al tempo stesso, non si preoccupa, affatto, di rendere la sua opera troppo disturbante per lo spettatore; optando per una messa in scena viscerale e straziante, ma sempre coraggiosa e veritiera. Lo script firmato dallo stesso van Groeningen con Luke Davies – sceneggiatore australiano, nominato all'Oscar per l'adattamento di Lion – La Strada Verso Casa e anch'esso vittima della tossicodipendenza – testimonia sia l'affetto contrastato ma indistruttibile tra David e Nic – facendo uso di continui flashback tra passato e presente e seguendo linee parallele che alternano i loro due punti di vista – e pure quanto la dipendenza da tali sostanze sia una vera e propria piaga per i giovani statunitensi; al punto da classificare l'overdose come una delle prime cause di morte negli USA, per individui al di sotto dei 50 anni. Oltre al copione, la regia e la fotografia sono due punti fortissimi della pellicola; così come lo sono, ovviamente, i due interpreti principali: uno Steve Carell con la sofferenza negli occhi – e in quella che potrebbe essere la sua miglior performance, finora – e il giovane prodigio di Chiamami Col Tuo Nome , Timothée Chalamet; che, con la sua pazzesca mimica facciale ed espressività, offre un'interpretazione ancora più impressiva, se possibile, rispetto a quella del dramma sentimentale di Luca Guadagnino.

Beautiful Boy – privo di colonna sonora originale, ma infuso di una variegata e memorabile soundtrack; selezionata, accuratamente, dall'autore – è un crescendo di emozioni, che culmina in una parte finale magistrale e al cardiopalma. Con il sottofondo musicale di una potentissima sinfonia di Henryk Górecki – utilizzata, in parte, da Terrence Malick, nel suo capolavoro The Tree of Life – arriviamo al devastante epilogo – segnato dall'addio e la commemorazione di una madre verso la figlia defunta – di un film profondamente drammatico e, a tratti, inquietante; ma pieno di sentimento e umanità. A produrre un lungometraggio da inserire, senza dubbio, tra i migliori titoli in lingua inglese usciti quest'anno – e, ingiustamente, snobbato agli ultimi Academy Awards – sono, non a caso, i pluripremiati Brad Pitt ( 12 Anni Schiavo ), Jeremy Kleiner ( Moonlight ) e Dede Gardner ( The Tree of Life ).

(Titolo originale) Beautiful Boy; Regia: Felix van Groeningen; sceneggiatura: Luke Davies, Felix van Groeningen; fotografia: Ruben Impens; montaggio: Nico Leunen; musica: John Lennon, Sigur Rós, Henryk Górecki e altri; interpreti: Steve Carell, Timothée Chalamet, Maura Tierney, Amy Ryan; produzione: Amazon Studios, Big Indie Pictures, Plan B Entertainment; distribuzione: 01 Distribution; origine: USA, 2018; durata: 120'; webinfo: Sito Ufficiale



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