venerdì 21 giugno 2019

Catch-22 (Miniserie) - Teste di Serie

«Sono tutte puttanate, signore!»
(John “Yo-yo” Yossarian)

Il soldato Yo-Yo va in guerra

Nel romanzo Catch-22 scritto da Joseph Heller, viene formulato il paradossale comma 22, il quale recita: «Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo».

Sembra un gioco di parole, quasi uno scherzo. Per George Clooney forse lo è davvero, ma talmente contraddittorio e ricco di spunti da portare sul piccolo schermo un riadattamento del romanzo di Heller: Catch-22 è una miniserie prodotta da Hulu e distribuita in Italia su Sky Atlantic, incentrata sulle peripezie di John “Yo-yo” Yossarian (interpretato da un Christopher Abbott ispirato e divertente nel suo tergiversare), soldato svogliato ma efficiente sul campo, che ne inventa di tutte i colori, pur di ricevere il congedo e tornarsene a casa. Yo-yo non lo fa per una qualche condizione esistenziale o sbocco di coscienza, ma per semplice paura: è un pilota di bombardieri e rischia la vita sganciando bombe sui diversi obiettivi assegnatigli, che non ama la guerra, né riesce a farsela piacere seguendo istinti patriottici o simili; a Yo-Yo la guerra non va proprio giù ed è consapevole che potrebbe lasciarci le penne da un momento all'altro. Ma sulla strada per il congedo verso casa si ergono lo scorbutico colonnello Cathcart (un Kyle Chandler in una versione grottesca del sergente Hartman) e l'intransigente generale Scheisskopf (George Clooney, sempre tirato a lucido) che renderà la vita di Yo-Yo una missione impossibile, soprattutto per essere stato l'amante della moglie Marion (Julie Ann Emery).

Catch-22 è un altro tassello riconoscibile all'interno dell'ormai lunga cinematografia del Clooney-regista/ideatore/produttore: la miniserie è ideata da Luke Davies e e David Michôd, mentre Clooney siede dietro la macchina da presa, insieme a Grant Heslov ed Ellen Kuras, ma lo stile coincidente con la black-comedy a metà tra il serio e il faceto, dramma e allegoria, evince quanto lo zampino di Clooeny sia evidente soprattutto in fase di messa in scena, lui erede spirituale del cinema dei fratelli Cohen.

E proprio come in un film dei Cohen, Catch-22 si sviluppa attraverso un susseguirsi di eventi più o meno paradossali e divertenti – così come paradossali appaiono i profili dei comandanti in capo, tiranni-fanciulli dalle dubbie capacità, e c'è anche Hugh Laurie – per poi lasciare che il dramma della guerra e i fallimenti dei giovani soldati mai del tutto pronti alle atrocità di un conflitto infinitamente più grande di loro, si riversino sulla commedia degli equivoci, disintegrandola come una colata di acido. Catch-22 cavalca questo equilibrio mai precario, tenuto saldamente da una regia asciutta e facilitata dai primi piani sui volti da guasconi dei protagonisti, alternando momenti che ammiccano al grande cinema di guerra, senza che venga mostrata alcuna sequenza altisonante, soffermandosi solo alle azioni svolte dai caccia-bombardieri degli americani.

Perché la missione degli showrunner e dei produttori é quella di mostrare come la guerra non è mai un gioco da affrontare con noncuranza, ma un rito nero reiterato e reiterabile, in cui non conta se sei un novellino o un ufficiale pluridecorato: se la morte non viene a prenderti oggi, lo farà domani o, nel migliore dei casi fortunati, resterai in vita ancora a lungo, tanto da perdere più di qualche rotella.

Allora Catch-22 affonda il coltello nella piaga di quel pensiero americano conservatore e repubblicano, per il quale l'onore della patria conta più della vita di giovani ragazzi impauriti o destinati a un roseo futuro, perché dotati di talento – e la figura del soldato Milo Minderbinder, interpretato da uno spassoso e affilato Daniel David Stewart, abile a costruirsi una rete di commercio davvero efficiente, solo per scampare alle missioni assegnategli, è un esempio più che dovuto – o mai pronti per affrontare un conflitto, anche se addestrati.

La dualità di tono, che bilancia con efficacia il dramma con lo humor nero - ma sarebbe preferibile affermare il contrario – permette a Catch-22 di svilupparsi come una commedia, rinvigorita e subordinata dall'inserimento di un contesto ed episodi da war-movie classico, sfruttati con accuratezza per realizzare colpi di scena o, più propriamente, alimentando la curiosità dello spettatore che, altresì, rischierebbe di cedere al mellifluo tono canzonatorio.

Affidandosi a un cast sorprendente, nel quale figura perfino Giancarlo Giannini nel ruolo di un pappone proprietario di un bordello a Roma, Catch-22 si colloca tra il più brutale e cinico Band of brothers – Fratelli al fronte (2001) e quel diamantino pezzo di cinema simil-demenziale che è M*A*S*H* di Robert Altman (1970), strizzando l'occhio più a quest'ultimo, in un processo irreversibile di decostruzione e smitizzazione del prode soldato americano.

E il paradosso del sucitato comma 22 sembra proprio riferirsi senza mezzi termini a queste scellerate politiche guerrafondaie, perché solo i pazzi combattono le guerre, mentre i sani di mente fanno di tutto per evitare di combattere; purtroppo coloro che impazziscono a causa della guerra e delle sue orripilanti storture, non vengono riconosciuti come tali nemmeno dai diretti ufficiali. Altrimenti chi sarebbe così pazzo da continuare a partecipare a una guerra?

(Catch-22); genere: commedia, drammatico, guerra; showrunner: Luke Davies, David Michôd; stagioni: 1 (Miniserie); episodi prima stagione: 6; interpreti: Christopher Abbott, Kyle Chandler, Hugh Laurie, George Clooney, Daniel David Stewart, Austin Stowell, Rafi Gavron, Graham Patrick Martin, Pico Alexander, Jon Rudnitsky, Gerran Howell, Lewis Pullman, Tessa Ferrer, Grant Heslov, Jay Paulson, Giancarlo Giannini, Harrison Osterfield, Josh Bolt, Julie Ann Emery; produzione: Lakeside Ultraviolet Yoki Inc., Smokehouse Pictures, Anonymous Content, Paramount Television; network: Hulu (U.S.A., 17 maggio 2019), Sky Atlantic (Italia, 21 maggio-4 giugno 2019); origine: U.S.A., 2019; durata: 45' per episodio; episodio cult prima stagione: 1x05 - Episode 5 (1x05 - Episodio 5)



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