domenica 23 giugno 2019

Black mirror (Stagione 5) - Teste di Serie

Dipendenze

Alla sua quinta stagione – dopo il deludente e deprimente esperimento virtuale di Bandersnatch, disponibile su Netflix dallo scorso 28 dicembre – Black mirror cambia decisamente rotta, presentando davanti all'affamato spettatore tre episodi costruiti seguendo una rotta speculare a tutti i precedenti visti fino a ora. In questo caso, purtroppo, mancando il colpaccio.

La serie antologica ideata da Charlie Brooker e distribuita da Netflix prova a rinnovarsi, cambiando il focus narrativo, da un'ambientazione futuristica e chiaramente distopica, per concentrarsi su un presente decisamente più alla portata di un ideale – e ideologia – tecnologica contemporanea: se nel primo episodio, Striking vipers, i due protagonisti si immergono coscienza e corpo in un videogioco picchiaduro, nel quale finiscono per amarsi fisicamente, provando emozioni sconosciute alla realtà fisica, nel secondo, dal titolo Smithereens, un uomo che ha perso la sua amata in un incidente stradale, causato da negligenza per aver utilizzato il cellullare mentre egli era alla guida, cerca di zittire il proprio senso di colpa, prendendo in ostaggio un innocente; così, nel terzo e conclusivo Rachel, Jack and Ashley Too, due sorelle collaborano con una bambola in cui trova rifugio la coscienza di una popstar, intenzionata a svelare le torbidi malefatte del suo entourage.

Dipendenza dalla realtà virtuale, disaffezione sentimentale e il lato oscuro dello showbusiness: sono questi i temi centrali della quinta stagione di Black mirror, già utilizzati nel corso delle precedenti stagioni, certo, ma non per questo motivo inutili nella loro riproposizione; semmai gli intoppi riscontrabili in questi tre episodi, sono legati non a una mediocre brillantezza in fase di scrittura – eccezion fatta per il terzo episodio, del tutto privo di quella tensione drammatica che contraddistingue da sempre la serie e così banale e scontato nel suo svolgimento -, ma alla capacità di saper analizzare il presente, riuscendo a guardare avanti nel futuro.

Se nelle precedenti stagioni, Brooker era riuscito ad architettare degli episodi – certo, nella stragrande maggioranza dei casi – critici e, allo stesso tempo, profetici nella loro brutale ricerca di inviare un monito allo spettatore in merito all'evoluzione della società digitale da cui nessuno di noi può più fuggire, ma solo adeguarvisi, stavolta i tre episodi proposti appaiono più come intermezzi fugaci, storie grigie costruite sull'insoddisfazione e la necessità di redenzione.

Questa quinta stagione è comunque piacevole da metabolizzare, sia perché Striking vipers opera per allegoria, proponendo un concept davvero originale e intrigante, tessuto seguendo diversi sottotesti – l'affezione alla quotidianità adolescenziale, la dipendenza da realtà virtuale e la crescita come prigione identitaria -, sia perché Smithereens è così vicino nella sua concezione a ognuno di noi, che è impossibile non instaurare un filo empatico con il protagonista sconfitto dalla tragedia che egli stesso ha procurato; discorso a parte per Rachel, Jack and Ashley Too, adatto forse solo a un pubblico adolescenziale e lontano anni luce dal tetro lucore a cui Black mirror ci ha abituati – e non si salva nemmeno Miley Cyrus nella parte della popstar Ashley O, in un'interpretazione senza mordente.

Non c'è più l'atroce presenza del dubbio, nessun nuvolone tempestoso all'orizzonte della civiltà, ma solo un tentativo di guardare nello specchio della nostra quotidianità (più o meno) plausibile, soffermandosi al semplice giudizio. Stavolta in Black mirror manca quell'impulso di guardare oltre, l'ambizione di prevedere, nel tentativo di giudicare; così come è venuto meno il coraggio di addensare diversi generi – si resta avvinghiati nel dramma individuale -, nonostante il dispendio di un cast di buona qualità. Restano solo un pugno di buone idee, per fortuna. Ma dopo il pessimo Bandersnatch, forse si è scelto di navigare in acque placide, quando invece si sarebbe potuto e dovuto osare di più.

(Black mirror); genere: fantascienza, drammatico; showrunner: Charlie Brooker; stagioni: 5 (in sospeso); episodi quinta stagione: 3; interpreti: Anthony Mackie, Yahya Abdul-Mateen II, Andrew Scott, Topher Grace, Miley Cyrus, Angourie Rice, Madison Davenport, Susan Pourfar; produzione: Endemol; network: Netflix (U.S.A., 5 giugno 2019), Netflix (Italia, 5 giugno 2019); origine: U.S.A., 2019; durata: 60' per episodio; episodio cult quinta stagione: 5x01 - Striking vipers (5x01 - Striking vipers)



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