Il regista Andrea Trovato dirige, traduce e ci regala un'opera contemporanea che prima d'ora nessuno aveva mai avuto portato in scena. Assistendo alla rappresentazione ne comprendiamo il motivo: profondità dei concetti, evocazioni sul reale significato di memoria intesa come condizionamento delle nostre vite e anime, confronto tra scienza e umanità.
Tutto questo lo troviamo in Incognito dell'inglese Nick Payne, forse un nuovo Harold Pinter, un anglosassone che si occupa di tematiche molto poco frequentate dai nostri drammaturghi, troppo influenzati da concetti intimistici piuttosto che universali.
Il tutto è reso possibile attraverso una drammaturgia in cui si intrecciano ben 24 personaggi: le storie principali sono quella di Henry Molaison, a cui nel 1953 fu rimossa una parte del cervello per eliminare le crisi epilettiche a cui spesso era soggetto, ma che gli causò la perdita della memoria a lungo termine, con l'unica eccezione del ricordo d'amore nei confronti della moglie Margaret, e quella di Thomas Harvey, il patologo che eseguì l'autopsia sul corpo di Einstein e pensò bene di asportare il cervello per sezionarlo ed effettuare degli studi che secondo lui avrebbero portato a straordinarie scoperte.
Intorno a queste due storie principali ne ruotano diverse altre: quella di Martha, una neuropsicologa clinica, separata e madre, che si innamora di Patricia, quella di un uomo in cura da Martha che racconta sempre la stessa storia come un disco rotto, quella di un altro uomo che, sospesi i medicinali per la depressione, aveva ucciso la moglie dimenticando poi completamente l'azione compiuta, e molte altre vicende che rendono evidente il ruolo della mente e dei numerosi effetti che il cervello possa avere nel determinare le nostre vite senza poterle troppo prevedere.
Così il controllo della memoria e dei suoi effetti si trasforma in una ricerca spasmodica di verità intellettuale che gli straordinari attori: Graziano Piazza, Giulio Forges Davanzati, Désiré Giorgetti e Anna Cianca rendono possibile grazie a un importante lavoro di continua trasformazione mimica e interiore dei personaggi, che camminano e si trasformano attraverso spirali simboliche tra uno spazio e l'altro del palcoscenico, rendendo questo testo degno dello stesso sold-out di quello inglese, già protagonista di numerosi riconoscimenti.
Questo spettacolo oltre ad avere dimostrato una grande opera di innovazione e aver rappresentato una ventata di freschezza, induce lo spettatore ad una riflessione sul ruolo della memoria sia come elemento di condizionamento negativo dei nostri sentimenti che come elemento irrinunciabile della nostra stessa personalità, fatta appunto di innumerevoli piccoli ricordi, che seppur personali e intimi, rappresentano l'esistenza stessa e il motivo per cui forse viviamo.
di Nick Payne
con Graziano Piazza, Anna Cianca, Giulio Forges Davanzati, Désirée Giorgetti
regia Andrea Trovato
coproduzione CARMENTALIA e GLI IPOCRITI-Melina Balsamo
disegno luci PIETRO SPERDUTI
musiche originali FABIO ANTONELLI
assistente alla regia MARCELLO PAESANO
fotografie DANIELE BARRACO
progetto grafico CHIARA ANACLIO
partnership HUMAN VALOR
responsabile fundraising ELENA ERIZI
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