Prato, Contemporanea Festival. La cripta del Teatro Magnolfi ospita nella serata del 30 settembre l'ultima delle quattro conferenze-spettacolo di Claudio Morganti.
Lo spazio della cripta è modesto, in grado di ospitare poco pubblico, come predilige l'artista, poiché quando ci sono più di trenta spettatori, afferma, si perde la possibilità di parlare a tutti.
La scelta di allestire Four Little Packages nasce dalla volontà di riprendere alcune riflessioni che Morganti elaborò con il suo gruppo di studio così da allestire quattro conferenze brevi incastrate tra musica e letteratura, di argomento differente: improvvisazione, territorio, morte e spettatore.
Morganti ritiene che la dimensione creativa dell'attore risiede nello sperimentare in presenza del pubblico e l'escamotage della conferenza permette che ciò si concretizzi.
Ognuno dei quattro allestimenti segue uno schema identico: Concept prog-music + Lecture attempt + Host counseling + Touch-and-go reading, e ospiti delle quattro serate sono rispettivamente: Massimiliano Civica, Piergiorgio Giacché, Enrico Piergiacomi e Attilio Scarpellini.
L'operazione scenica realizzata è riconducibile a quella del canovaccio della commedia dell'arte, ma è lo stesso autore a paragonarlo piuttosto a uno schema jazz, attraverso cui l'interprete si trova nella condizione di uscire dai margini e fare cose mai sperimentate prima. C'è l'intento di far coincidere la prova e l'improvvisazione e poiché sono quattro anni che Morganti non legge Woyzec la sua è stata un'improvvisazione in toto: a fare da padrone è stato il ricordo e non la memoria del testo.
Nella serata conclusiva è stato seguito lo schema delle precedenti e nello specifico è stata svolta in questo modo: cinque minuti di musica del gruppo musicale Il Banco del Mutuo Soccorso, una riflessione sul tema dello spettatore, l'intervento di Attilio Scarpellini (giornalista, saggista e critico teatrale) e per finire la lettura di un passo del Woyzec.
Morganti accoglie lo spettatore in un ambiente ospitale, poche sedie e tavolini con acqua e vino bianco collocati nello spazio antistante la piccola zona deputata allo spettacolo. Dopo aver salutato cortesemente gli astanti introduce i pezzi musicali scelti per dare avvio alla conferenza spettacolo. Il tema portante è “lo spettatore” e pertanto si passa in rassegna, rigorosamente partendo dall'ultima posizione, le quattro ipotetiche categorie: lo spettatore scoinvolto, colui che durante lo spettacolo è coinvolto e lascia il teatro in uno stato di sconvolgimento. Lo spettatore marziano, quello puro, ideale e pertanto non esistente. Lo spettatore pseudo-estetico o criptocratico, colui che giudica ogni cosa a partire dal foyer del teatro ed è privo di alcun dubbio. Infine lo spettatore critico o meglio il critico spettatore, che pensa e riflette anche durante lo spettacolo e matura delle riflessioni.
Conclusa la seconda tappa della conferenza la scena è ora nelle mani di Attilio Scarpellini.
Il critico affascina gli astanti leggendo la sua splendida riflessione sullo spettatore e passando in rassegna diversi aneddoti, sia storici sia contemporanei, di cui riportiamo due esempi significativi.
Un episodio datato marzo 1821 narra come durante una messinscena dell'Otello un soldato abbia sparato alla mano dell'attore protagonista nell'atto di uccidere Desdemona affermando che davanti alla sua persona mai un uomo nero avrebbe strangolato una donna bianca. L'esempio è rappresentativo di uno spettatore non in grado di distinguere la scena dal reale e che reagisce come se ciò che ha visto sul palcoscenico non fosse finzione.
Il secondo episodio risale al 13 novembre 2015 quando Parigi fu sconvolta da diversi attentati terroristici di matrice islamica tra cui quello al teatro Bataclan. Una delle spettatrici sopravvissute racconta di aver creduto che il fumo e gli spari facessero parte dello spettacolo. In questo caso è la realtà ad essere confusa con la finzione; la vita, per un momento di eccezionale illusione, si era fatta scena.
La conferenza-spettacolo si conclude con la lettura del Woyzeck. Pochi minuti in cui Morganti narra la follia del soldato Franz Woyzeck e l'atto scellerato di uccidere la sua compagna Merie. Coinvolgente e commovente l'interpretazione di Morganti che si immedesima in diversi personaggi costringendo lo spettatore a seguirlo ad ogni suo passo.
La lettura emoziona lo spettatore e in questo momento la “conferenza” lascia posto al teatro.
(Four Little Packages); Regia: Claudio Morganti; Interpereti: Claudio Morganti
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