Era già successo in piena liberazione sessuale, nel 1972, quando Fritz il gatto diretto da Ralph Bakshi e ispirato all'omonimo eroe delle strisce di Robert Crumb, fu il primo film di animazione della storia del cinema a uscire in sala con il divieto ai minori di 18 anni per i suoi espliciti contenuti erotici e ideologici: costato 850 mila dollari ne arrivò ad incassare, nei botteghini del mondo intero, ben 100 milioni, più o meno quanti ne ha già raggranellati in poco più di due mesi, dall'uscita in USA di metà agosto ad oggi, Sausage Party – Vita segreta di una salsiccia, la cui lavorazione è però costata 19 milioni di dollari. Seth Rogen & friends (ovvero, in ordine sparso: Jonah Hill, James Franco, Kirsten Wiig, Michael Cera, Paul Rudd, Salma Hayek, Edward Norton, cancellati nel doppiaggio dalle voci della versione italiana trattandosi di cartoni animati) hanno confezionato, insieme ai due registi Conrad Vernon e Greg Tiernan, un'autentica, irresistibile, geniale, contagiosa bomba comica che da ogni fotogramma sprizza intelligenza e irriverente cattiveria. Scena del dramma è un supermercato della linea “Comprabene” (Shopwell) dove riposti su teche e scansie divise per generi i diversi prodotti alimentari o destinati all'uso domestico sognano di venire scelti e acquistati dai clienti, per uscire finalmente dal perimetro dello Store, e trasferirsi in quell'agognato Oltre, nemmeno troppo sottile metafora di una vita ultraterrena in un Aldilà che ciascuno si è costruito a sua immagine, secondo la propria etnia, cultura e fede religiosa: una confezione di lavash, ad esempio, come ogni vero talebano islamico spera che presto o tardi qualcuno lo compri e faccia di lui bruschette bagnate nell'olio extravergine d'oliva (vi ricorda qualcosa?)… Le fattezze dei prodotti, dalle caramelle al malto ai dadi vegetali, dai barattoli di cipolline al burro di arachidi, dalle ciambelle al cioccolato ai tubetti di maionese, ricordano vividamente i tratti dei personaggi antropomorfi dei cartoon di Max Fleischer, Ub Iwerks, il primissimo Disney e tutti i loro colleghi disegnatori e animatori attivi in America negli anni '30 dello scorso secolo. Ma è passato quasi un secolo, e dopo una seconda guerra mondiale, il '68, l'edonismo reaganiano, il crollo delle Torri Gemelle e la situazione generale di un pianeta allo sbando come il nostro, qualsiasi aspetto consolidato dell'occidente borghese ed evoluto viene bellamente sbertucciato dagli adorabili pupazzetti di Sausage Party senza rispetto per niente e per nessuno, con un implacabile carico di irriverenza e di presa per i fondelli… Non era mai venuto in mente a nessuno, ma un würstel adagiato in mezzo ad un panino all'olio tagliato a metà somiglia tanto ad un… salsicciotto maschile infilato dentro una…panina imbellettata e civettuola come Betty Boop: un giocondo hot-doggie-style liberatorio per scrollarsi di dosso tutte le pastoie che questo nuovo secolo ha già accumulato a metà del suo secondo decennio e di cui bisognerebbe sbarazzarsi con urgenza per tornare a godersi la vita come si deve, nel rispetto dei filosofi, dei pensatori, dei politici e dei veri eroi che hanno sprecato tempo ed energie per prepararci una strada più facile, che invece ci divertiamo a inzaccherare di scemenze come la religione e la politica, con la complicità della mafia e dei poteri forti. E' sufficiente che una mostarda dolce tutta felice di essere stata comprata da una formosa casalinga che ne cercava una piccante esca dal supermercato ed entri in una normale cucina del mondo “di fuori” per accorgersi che il Paradiso, quindi Dio, NON esiste, e che “l'aldilà” è soltanto morte e annichilimento: l'Inferno.
Riportata al supermercato dalla casalinga distratta e sostituita con la mostarda piccante, la mostarda dolce svela la verità all'intero popolo della “merce” stipata nelle corsie e negli scaffali, e in un inedito e intrigante gioco di scambio di ruolo in cui, metaforicamente, il cibo che noi mangiamo diventa l'eroe in cui riconoscerci, esplode la rivoluzione anti-uomo: clienti e gestori del supermercato divengono bersagli e vittime di una guerra senza quartiere dove le armi diventano le salse, gli olii, le polveri detersive, gli sciroppi, gli shampoo e le cremette consapevoli, finalmente, dell'illusorio bisogno di venire “acquistati” per conquistare la libertà. E con la rivoluzione si scardina un intero sistema di pensiero che si divertiva a creare nella comunità dei viventi odio e barriere edificando muri e steccati di natura ideologica, religiosa, sociale e sessuale. In quest'orgia di convenzioni abbattute e messe alla berlina, destra, sinistra, arabi, israeliani, eterosessuali, lesbiche, gay, si lasciano coinvolgere gioiosamente in un trionfo di ludica, sensuale, carnale affermazione del godimento puro, rappresentato in termini di illustrazione animata con inventiva e soluzioni stupefacenti e divertentissime. Dopo This is the End e The Interview, l'umorismo dissacrante della cricca di Seth Rogen, abbondantemente condito di cinismo ebraico, urla che il re è nudo, e ora che ci hanno ridotti tutti a bestie ubbidienti e incapaci di ragionare con la propria testa, è perfettamente inutile pensare ad altre cose che non siano il cibo e il sesso. Non siete d'accordo? E allora Sausage Party non è il vostro film…
(Sausage Party); Regia: Conrad Vernon, Greg Tiernan; sceneggiatura: Kyle Hunter, Ariel Shaffir, Seth Rogen, Evan Goldberg; fotografia: Pawel Edelman; montaggio: Kevin Pavlovic; musica: Alan Menken, Christopher Lennertz; produzione: Annapurna Pictures, Point Grey Pictures, Sony Pictures Entertainment; distribuzione: Warner Bros. origine: USA, 2016; durata: 88'
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