Keys, Florida. Eravamo rimasti con John Rayburn solo, seduto sul lembo di spiaggia in cui aveva ucciso suo fratello Danny. Un omicidio prevedibile, anche se non all'inizio: i Rayburn erano una bella e luccicante famiglia americana, quattro figli, di cui uno poliziotto ed un'altra avvocato, un'attività creata dal nulla ed una posizione da mantenere e rispettare. Almeno finché non arriva Danny, la pecora nera, il figlio esiliato perché colpevole, agli occhi del padre, dell'incidente mortale accaduto ad una quinta figlia, Sarah, morta da bambina. Danny, che con la sua sola presenza fa riaffiorare tutto quello che i Rayburn devono tenere sotto chiave, sepolto, insabbiato, come se invece di una persona in carne ed ossa fosse la personificazione della coscienza collettiva, che accantonare quanto vuoi, far finta che non esista, allontanare migliaia di anni luce ma che poi inevitabilmente ritorna a sbattere in faccia tutto, ad incrinare quell'edificio di apparente benessere e stabilità sul quale avevano basato la loro esistenza, creando pian piano una sensazione intollerabile, finché John non decide di mettere a tacere tutto per sempre. O almeno così credeva lui.
Bloodline, creata da Todd A. Kessler, Daniel Zelman e Glenn Kessler (gli stessi di Damages) per Netflix, voleva essere il racconto di una famiglia attraverso l'esplorazione delle sue dinamiche interne, e si nota immediatamente il contrasto insito in quella dei Rayburn: il loro compito, il loro lavoro, è quello di accogliere le persone in una sorta di paradiso, quello delle Keys per l'appunto, ma appena sotto ai loro piedi scorrono correnti oscure dirompenti, pronte ad esplodere da un momento all'altro – un qualcosa che, tra l'altro, si riscontra anche a livello topografico, perché quella zona aveva parti paludosi e presenze di squali, proprio a voler sottolineare ulteriormente come il pericolo possa essere dappertutto.
Come accaduto in Damages, gli ideatori hanno deciso di rapportare l'idea del personaggio in base a quella dello spettatore, mettendone però in discussione le azioni rispetto alle idee, perché spesso l'intenzione non corrisponde al fatto compiuto: l'esempio lampante è John (Kyle Chandler), resosi colpevole dell'omicidio del fratello, che in questa seconda stagione prova ad eludere questo massimo senso di colpa candidandosi a sceriffo per insabbiare l'indagine, dal momento che non è riuscito a chiuderla. Mentre Meg e Kevin, che lo hanno aiutato nel post-omicidio, affrontano a livello personale le conseguenze del fatto (Meg viene licenziata dallo studio di avvocati di New York e Kevin quasi perde la sua attività al molo, consolandosi con alcol e droga), arrivando a chiamarsene fuori e a voler confessare tutto, John è pronto a mentire alla madre, al neo arrivato nipote (anche Danny, da buon Rayburn, aveva qualcosa da tenere nascosto), alla sua famiglia e a far arrestare qualcun altro al suo posto, mentre si manifesta alle persone come la scelta migliore per il nuovo sceriffo – chi meglio di lui a mantenere l'ordine ed un assoluto senso di sicurezza? Quello che, in fin dei conti, professava anche Twin Peaks: tutti nascondono qualcosa, niente è come sembra, Laura non era la santarellina che tutti immaginavano fosse così come non lo è John e non lo era Danny. Il principio, comunque, rimane sempre lo stesso: i panni sporchi si lavano in famiglia, o in questo caso nell'oceano.
(Bloodline); genere: drama, thriller; sceneggiatura: Todd A. Kessler, Daniel Zelman, Glenn Kessler; stagioni: 2 (IN CORSO); episodi seconda stagione: 10; interpreti: Kyle Chandler, Linda Cardellini, Norbert Leo Butz, Jacinda Barrett, Jamie McShane, Enrique Murciano, Sissy Spacek, Ben Mendelsohn, Taylor Rouviere, Katie Finneran, Owen Teague, Chloë Sevigny, Glenn Morshower, John Leguizamo, Andrea Riseborough, David Zayas, Beau Bridges; produzione: KZK Productions, Sony Pictures Television; network: NETFLIX (U.S.A., 27 maggio 2016); origine: U.S.A., 2015; durata: 60' per episodio; episodio cult seconda stagione: 02x08
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