venerdì 17 marzo 2023

"Non sono più film, non li chiamate così", lo dice il pluri candidato all'Oscar John Boorman

A 90 anni ha preso l'ideale carta e penna e ha scritto un editoriale per il quotidiano britannico The Guardian, in cui dice che non dobbiamo più parlare di film, perché non lo sono più. In che senso? Diciamo che coinvolge i termini "film" e "movie" utilizzati nella lingua inglese per indicare un film.

Cominciamo dall'autorevolezza di chi lo ha detto, John Boorman, un britannico che aveva il cinema nel destino, oltre che nel sangue, essendo nato in quella Shepperton, poco lontano da Londra, che ospita degli studi in cui sono stati girati tanti film immortali come Blade Runner e Star Wars, e vennero inaugurati nel 1931, appena due anni prima della nascita del novantenne regista. Boorman è stato premiato in carriera a Cannes e con cinque nomination all'Oscar, girando film come Senza un attimo di tregua, Duello nel Pacifico, Un tranquillo weekend di paura e Il sarto di Panama.

Insomma, le sue parole possono sembrare amareggiate e dure, ma vanno ascoltate, vista la sua autorevolezza. "Per oltre 100 anni i film sono stati fatti di pellicola (film). Ora, invece di inserire una bobina all'interno della macchina da presa, si usa una card che registra elettronicamente quello che vede. Sono fatti così, oggi, la maggior parte dei 'film', senza che sia usata della pellicola, né durante le riprese, né al montaggio o nella proiezione. Per cui non possono - o non dovrebbero - essere chiamati film".

Una considerazione inappellabile, quasi ovvia, che nasconde sicuramente l'amarezza della fine di un'era, ricordando come solo Stefen Spielberg usi ancora la cellulloide, sempre più difficile da trovare, mentre i laboratori di sviluppo stanno chiudendo per mancanza di lavoro. "Usare l'elettronica permette di girare virtualmente senza costi. Chi come noi ha usato pellicola per tutta la vita riesce a distinguere se è girato un film in pellicola o meno, ma il pubblico non ha mai azzardato una protesta. Qualcuno potrebbe pensare che sto spaccando il capello in quattro, noi vecchi che ci aggrappiamo alla pellicola stiamo morendo. I montatori non vedranno mai un foro in una ruota dentata nelle loro vite. La pellicola è più morbida e umana, mentre i film fatti in digitale sono più duri e sembrano meccanici".

Poi ha chiuso con una annotazione terminologica buona per la lingua inglese. "Il cambiamento è inevitabile, anche se spiacevole. Ma non c'è motivo per cui il linguaggio debba rimanere indietro. A meno che non sia effettivamente fatto di pellicola, non dovrebbe essere chiamato film. Dovrebbe essere chiamato 'movie'"



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