venerdì 17 marzo 2023

Marvel, cosa significa la frenata di Ant-Man and the Wasp Quantumania? La profezia di Avatar

A un mese dall'uscita, il bilancio per Ant-Man and the Wasp: Quantumania non è roseo: non si può parlare di flop, perché 450 milioni di dollari per un budget di 200 mandano il film più o meno in pari (costi di marketing permettendo), ma è una cifra non all'altezza dell'avvio della Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, è inutile girarci intorno. Guardando i numeri, ci è tornata in mente una "profezia" che Jon Landau, producer di Avatar: La via dell'acqua e socio di James Cameron, elaborò al volo durante un incontro stampa dell'anno scorso... Leggi anche X- Men: Kevin Feige rivela: "Sappiamo quando e come introdurli"

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, i Marvel Studios devono preoccuparsi davvero?

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, nonostante abbia incassato in Italia 5.903.600 euro, quindi più dei precedenti Ant-Man (2015) e Ant-Man and the Wasp (2018), nel resto del mondo sta faticando moltissimo... più del previsto. Il primo capitolo partì con 519.300.000 dollari al boxoffice mondiale, il secondo salì a ben 622.670.000, sull'onda di un successo in crescita del Marvel Cinematic Universe, con la bilogia Avengers Infinity War e Avengers Endgame. Questo terzo episodio delle avventure di Scott Lang dopo un mese stenta sui 451.230.000... c'è da preoccuparsi? Ingiusto paragonare risultati pre-pandemici a quelli nel mercato attuale? Non così tanto: come ha dimostrato l'esito di Avatar: La via dell'acqua (2.295.354.000 dollari d'incassi), il pubblico dei blockbuster c'è e alla bisogna si presenta. E d'altra parte anche la Marvel sembrava essersi ripresa.

Certamente i Marvel Studios hanno penato nel 2021, quando la questione pandemia era un problema concreto, e tutto sommato Kevin Feige aveva voluto giustamente puntare su cavalli meno di razza, per allargare la schiera dei supereroi al cinema: i numeri al botteghino per Black Widow (380 milioni), Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli (432) e Eternals (400), bassi se paragonati agli exploit precedenti, erano insomma fisiologici per vari motivi. Il MCU in quel periodo ha retto il colpo grazie all'esplosione delle serie tv su Disney+, come WandaVision e The Falcon and the Winter Soldier.
Il 2022 sembrava aver rimesso il loro cinema in carreggiata, con i 955.775.600 di Doctor Strange nel Multiverso della Follia (sulla scia del trionfo Spider-Man No Way Home, però mezzo Sony), i 760.930.000 di Thor: Love and Thunder e gli 858.800.000 di Black Panther: Wakanda Forever, nonostante un entusiasmo decrescente per le ultime proposte televisive come She-Hulk. Ma cos'è successo tra Wakanda Forever e Quantumania?

L'anno scorso partecipammo a una conferenza col producer Jon Landau, socio di James Cameron per Avatar: La via dell'acqua. Quando Landau vide un giornalista della platea con una maglietta Marvel, non resistette: "Il nostro obiettivo è farti cambiare quella maglietta con una di Avatar" (commento poco aziendale, visto che anche Avatar ormai è nella famiglia Disney). Ora non riusciamo però a scrollarci di dosso la sensazione che potesse essere una profezia. Perché nel 2022 è successo qualcosa di molto importante nel mondo dei blockbuster americani: tra l'esplosione di Avatar 2, a tanti anni di distanza dal precedente, e l'inaspettato trionfo di Tom Cruise con Top Gun: Maverick (1.493.500.000 dollari), gli spettatori dopo anni hanno riscoperto il blockbuster al di là della Marvel. È un dato di fatto. I Marvel Studios non combattono più da soli sul terreno dell'immaginario di massa, e non basta più annunciare la Fase 5 e il nuovo arco narrativo con Kang per chiamare a raccolta l'esercito al completo di chi ama il cinema pop-corn.
Un affetto più moderato e meno a scatola chiusa da parte del grande pubblico equivale a una sconfitta? Siamo lontani da uno scenario così tragico, Guardiani della Galassia Vol.3 in arrivo a maggio dovrebbe far rapidamente dimenticare questa antipatica frenata, però una cosa è certa: proseguendo si potrà rischiare meno e si dovrà ragionare meglio sulle proprie mosse, anche perché ce ne saranno meno a disposizione. Bob Iger, tornato CEO della Disney, sta imponendo infatti una stretta sul numero di serie tv per Disney+.



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