sabato 17 maggio 2025
Oggi a Cannes 2025 - Al Festival l'attesa crisi di coppia fra Jennifer Lawrence e Robert Pattinson
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Deliver Me from Nowhere ha una data di uscita: il biopic su Bruce Springsteen arriverà in autunno
Deliver me from Nowhere ha finalmente una data di uscita, almeno negli States, e cioè il 24 ottobre 2025, il che significa che non manca poi molto, vista la velocità con cui scorre il tempo. Magari in Italia dovremo aspettare un altro po’, anche se solitamente film così attesi tendono ad arrivare in sala più o meno nella stessa settimana, giorno più o giorno meno. Il biopic su Bruce Springsteen con protagonista Jeremy Allen White è diretto da Scott Cooper - a cui dobbiamo, fra gli altri, il western con Christian Bale Hostile - ed è tratto dall'omonimo libro di Warren Zanes incentrato sulla nascita dell'album del 1982 "Nebraska".
Deliver me from Nowhere: l'immensa gioia del cast
Deliver me from Nowhere ha un cast veramente all star. Accanto a Jeremy Allen White recitano infatti Jeremy Strong (nei panni di Jon Landau, storico manager di Springsteen), Stephen Graham (che fa il papà del Boss), Paul Walter Hauser (che interpreta il guitar tech Mike Batlan) e Odessa Young (che impersona Faye, la ragazza di Bruce dell'epoca). A costoro si aggiungono Gaby Hoffmann, David Krumholtz, Marc Maron, Johnny Cannizzaro, Harrison Gilbertson, Chris Jaymes Matthew, Anthony Pellicano.
Inutile dire quanto sia grato al destino Jeremy Allen White per il ruolo di Bruce Springsteen. Il rocker americano lo ha aiutato moltissimo durante le riprese, e non poteva essere altrimenti, dal momento che l’attore canta le canzoni dell'album "Nebraska". Molto contento di poter partecipare al film è anche Jeremy Strong, che tempo fa ha detto a Variety:
Ho trascorso gli ultimi sei mesi nel mondo di Bruce Springsteen e della sua musica. Nessuno come Bruce Springsteen, con la sua discografia e la sua eredità, mi ha trasmesso tanta vita, tanta speranza e tanto amore. Il lavoro che ha fatto Jeremy Allen White è incredibile. Bruce viene spesso sul set e lavoriamo tutti e tre insieme. Il nostro è un vero e proprio sodalizio artistico. Al momento per me niente è più importante del mettermi al servizio di questa storia e del personaggio di Jon Landau. Quando non parlo con voi giornalisti, ascolto i dischi di Bruce.
Ricordiamo che Jon Landau, che non va confuso con il produttore di Titanic, scrisse, nel lontano 1974
Ho visto il futuro del rock'n'roll e il suo nome è Bruce Springsteen.
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John Wick, il regista rivela come Eva Longoria ha salvato il franchise
Anche Eva Longoria ha i suoi superpoteri in quel di Hollywood. Infatti, stando alle recenti dichiarazioni del regista di John Wick Chad Stahelski, è stata proprio l’attrice di Desperate Housewives a salvare il franchise. La storia in questione è stata raccontata durante il documentario Wick Is Pain e il regista ha affrontato questo focus in una recente intervista con ComicBook, parlando di come l’intervento propizio di Eva Longoria abbia salvato John Wick.
John Wick, il regista ricorda quando Eva Longoria ha salvato il franchise
A guardarlo non si direbbe, eppure anche John Wick ha avuto bisogno di aiuto ad un certo punto. Come raccontato nel documentario Wick Is Pain, il franchise ha affrontato diverse difficoltà finanziarie durante la produzione e se non fosse stato per Eva Longoria probabilmente non avrebbe proseguire tanto a lungo. Secondo il regista, l’investimento dell’attrice nella produzione ha permesso al film di vivere ancora per un po’ sul grande schermo e per questo le sarà per sempre riconoscente:
Io e Dave [Leitch] non sapevamo nulla di lei fino a dopo aver terminato le riprese, fino all'uscita del film. Poi [il produttore] Basil [Iwanyk] ci ha detto: 'Ehi, a proposito, avete un pranzo in programma con Eva', e noi abbiamo risposto: 'Oh, fantastico. Ci piacerebbe molto conoscerla, fantastico, perché vuole incontrarci?'. E lui ha risposto: 'No, no, no, le offrirai il pranzo e la ringrazierai per questo'.
Il coinvolgimento di Eva Longoria come produttrice nel franchise è emerso soltanto poco tempo fa. “Nessuno ce l’aveva detto, l’abbiamo saputo soltanto molto tempo dopo. Ci ha detto: ‘Voleva aumentare i suoi investimenti e ha deciso di farlo con i registi e roba simile’. Quando io e Dave siamo andati a pranzo, era ancora tutto fresco nella nostra mente, ci era stato detto solo un giorno o due prima. Così, siamo arrivati e ci siamo seduti per pranzo, e abbiamo pensato, 'Guardate, non ci siamo mai incontrati prima, ma non sappiamo nemmeno cosa dire', eravamo molto imbarazzati”, ha aggiunto Stahelski. Infine il regista ha condiviso: “Avremmo voluto saperlo prima, invece del giorno prima, se ce l’avessero detto quando è successo io e Dave saremmo sicuramente saltati su un aereo da New York per Los Angeles e le avremmo tosato l’erba del prato. Eravamo troppo emozionati e grati, non eravamo tranquilli per niente. Pensavamo: ‘Non potremmo mai ringraziarla abbastanza’, eravamo quasi in lacrime mentre lei era molto tranquilla”.
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venerdì 16 maggio 2025
L'Esorcismo di Emma Schmidt: in anteprima esclusiva il trailer del film con Al Pacino e Dan Stevens tratto da una storia vera
Quella raccontata in L'esorcismo di Emma Schmidt - Il rituale, non è una storia di fantasia delle molte che il cinema ci ha presentato, ispirate a casi di presunta possessione demoniaca, perché racconta il vero esorcismo, durato più anni e culminato nel 1928. di una ragazza dell'Iowa. conosciuta anche con lo pseudonimo di Anna Ecklund. E si tratta di un caso studiato e conosciuto in ogni dettaglio. A condurre l'esorcismo finale furono padre Theophilus Riesinger, interpretato nel film dal premio Oscar Al Pacino, assistito da un sacerdote più giovane, padre Joseph Steoger, che ha il volto del britannico Dan Stevens, l'indimenticato Matthew Crawley di Downton Abbey, visto di recente in Abigail. Il ruolo della povera Emma è stato affidato ad Ashley Greene, David Midell esordisce alla regia con L'esorcismo di Emma Schmidt, dopo l'esperienza come produttore. E adesso che abbiamo ottenuto la vostra attenzione, vi presentiamo in anteprima esclusiva il trailer ufficiale italiano del film, in arrivo al cinema il 29 maggio con Midnight Factory, etichetta di proprietà di Plaion Pictures, che punta a raccogliere il meglio della produzione mondiale del genere horror.
L'esorcismo di Emma Schmidt: la trama
Questa è la trama di L'esorcismo di Emma Schmidt - Il rituale: "Padre Theophilus è un uomo tormentato dai suoi dubbi sulla Fede, un prete che si trova in crisi e in cerca di risposte. Padre Joseph Steiger, d'altra parte, porta con sé il peso di un passato oscuro che lo perseguita, un segreto che ha segnato profondamente la sua vita e che continua a tormentarlo. Emma è vittima di una possessione demoniaca che sembra sfidare tutte le leggi della natura, e solo un intervento estremo potrà salvarla. I due preti si trovano a dover affrontare non solo il demone che possiede la giovane donna, ma anche i propri demoni interiori. La lotta per liberare Emma diventa un viaggio di rivelazione personale per i due sacerdoti, che devono confrontarsi con le loro paure più profonde e con il significato della fede e del perdono. Saranno costretti a fare i conti con le proprie vulnerabilità, mettendo alla prova la loro resistenza psicologica e spirituale in un'esperienza che cambierà per sempre le loro vite.
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Oggi al Festival di Cannes l'esordio di Kristen Stewart e la musica di Bono
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Rambo, in arrivo un prequel ambientato nel Vietnam, scelto il regista
Rambo sta per tornare, non solo sui nostri schermi, ma anche indietro nel tempo: la Millennium Media, già dietro alla saga dei Mercenari, ha infatti presentato al Marché del Festival di Cannes 2025 un prequel della saga, dedicato al traumatico periodo trascorso da John nella guerra del Vietnam. Regista e sceneggiatori sono già al loro posto, e si conta di andare davanti alla macchina da presa già a ottobre. Rimangono due quesiti: chi avrà l'onore di interpretare il giovane Rambo? Sylvester Stallone è d'accordo, farà da consulente? Dopo Rocky, questo è il suo personaggio preferito...
John Rambo nella guerra del Vietnam, arriva il prequel
Un prequel ambientato nel Vietnam ha perfettamente senso per un'origin story di John Rambo. Il personaggio che è stato portato al cinema in cinque film da Sylvester Stallone è infatti un reduce traumatizzato dalla guerra, che vive e respira, e che rappresenta il suo unico mondo. Stallone fece suo John già a partire dal primo Rambo del 1982, diretto da Ted Kotcheff: era un adattamento del romanzo "First Blood" di David Morell, ma Sly impose un finale in cui il protagonista non si suicidava, dando origine a uno degli eroi d'azione per eccellenza dell'era reaganiana. Il primo capitolo costò sui 15 milioni di dollari e ne portò a casa oltre 160. Il proverbiale sequel Rambo 2 - La vendetta (1985, George Pan Cosmatos) fece di meglio, raccogliendo 300 milioni per un budget di 25: senz'altro fu l'apice commerciale della saga, perché il successivo Rambo III (1988, Peter MacDonald) si accontentò di 189 milioni in giro per il mondo, per un costo però molto più corposo sotto i 60. Stallone, sempre coinvolto non solo da attore ma anche da cosceneggiatore, recuperò il personaggio solo nel 2008, dirigendo di persona John Rambo: non più un blockbuster, ma un cruento film indipendente realizzato con 50 milioni e dal boxoffice sui 113. La saga si è per ora chiusa su una nota calante: Rambo: Last Blood (2019, Adrian Grunberg) ha raccolto a fatica una novantina di milioni, per il solito budget di 50.
Nell'attesa di capire se Sly benedirà o meno l'operazione (per lui c'è un posto disponibile tra i producer), si cerca il giovane attore protagonista. Dirigerà il lungometraggio il finlandese Jalmari Helander, su sceneggiatura di Rory Haines & Sohrab Noshirvani, già sul copione di Black Adam. Le riprese dovrebbero partire in Thailandia a ottobre. Leggi anche Rambo: il finale originale del film avrebbe distrutto l'intero franchise con Sylvester Stallone!
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giovedì 15 maggio 2025
Final Destination: Bloodlines, torna al cinema la saga in cui la Morte presenta il conto con creatività e sarcasmo
L’anno era il 2000. Il che vuol dire che da un lato si erano chiusi gli anni Novanta, quel decennio così denso e intenso, che aveva dovuto fare i conti con le eredità più ingombranti degli Ottanta così edonisti e incoscienti, con l’economia che iniziava a scricchiolare, con l’AIDS che continuava a galoppare, il crollo dei muri e delle ideologie, con l’avvento di trasformazioni epocali come quelle di internet e dei telefonini. Gli anni Novanta dei tormenti - e delle morti - del grunge, e dello sfacciato ma ombroso menefreghismo del brit pop. Gli anni Novanta di Quentin Tarantino e David Fincher, di Pulp Fiction e Fight Club, di Assassini nati, Il grande Lebowski e I soliti sospetti. Dall’altro, si era entrati nel nuovo Millennio, e chi c’era ricorderà il mix di entusiasmo e timori, col Millennium Bug che sintetizzava millenaristicamente l’affacciarsi su un mondo che sapevamo tutti non sarebbe stato più lo stesso, ma chissà però come sarebbe stato.
E allora, rielaborando la lezione dell’unico horror di un certo rilievo di 90, ovvero Scream, ecco che uno sceneggiatore abbastanza sconosciuto di nome Jeffrey Reddick se ne esce con un’idea che, con l’aiuto di un altro sceneggiatore e di un regista che venivano dalla serie X-Files, tali Glen Morgan e James Wong, divenne un film di grandissimo successo: Final Destination.
Il concept, poi seguito pedissequamente dai quattro sequel arrivati in sala fino a questo momento, era semplice e apparentemente banale: un gruppo di ragazzi e un killer che li fa fuori uno a uno. Solo che quel killer era la Morte stessa, e i modi in cui i protagonisti vengono eliminati fantasiosi e sanguinolenti, spesso complessi e elaborati per il gusto di esserlo come tante macchine di Rube Goldberg. Lo schema è sempre stato lo stesso: qualcuno all’inizio del film ha una visione, una premonizione che lo avverte della morte imminente sua e dei suoi amici, agisce perché quella premonizione non diventi realtà e così facendo, salvando sé stesso e gli altri dalla fredda mano del Tristo Mietitore, lo fa arrabbiare e lo costringe a prendersi chi voleva per altre vie. Vie che dimostrano una certa qual invidiabile creatività, appunto.
Quel primo Final Destination è stato un successo clamoroso: 113 milioni di dollari incassati in tutto il mondo, a fronte di un budget di 23. Nel complesso, i cinque film della serie usciti finora ne hanno portati a casa 667, facendo di questa la serie horror di maggior successo della New Line dopo quella di The Conjuring e dopo i film di It. Non sorprende quindi che, ancora una volta sulla falsariga dei nuovi film di Scream, anche questa serie torni al cinema dopo 14 anni di assenza, nella speranza di rinverdirne i fasti e di rivitalizzare i botteghini: e per sapere se così sarà manca poco, dato che Final Destination: Bloodlines, sesto film del franchise, debutta in sala il 15 maggio con Warner Bros. Pictures.
Final Destination: Bloodlines, il trailer del film
La formula di Bloodlines è ovviamente tale e quale a quella dei film precedenti, e quello che ci si può aspettare è un gioco al rialzo ancora più marcato di quanto non sia stato fatto finora sulle modalità sempre più creative che la Morte metterà in gioco per reclamare ciò che vuole suo.
A naso questo film diretto da Zach Lipovsky & Adam Stein (quelli di Freaks) e scritto da Guy Busick (non a caso sceneggiatore dei due nuovi Scream) e Lori Evans Taylor, anche autori del soggetto assieme a Jon Watts (proprio quello di Spider-Man) non avrà difficoltà a fare meglio degli ultimi due episodi della serie, quelli in 3D, che erano svariati passi indietro rispetto ai primi tre.
Se per caso aveste curiosità, ecco la nostra classifica della serie di Final Destination a oggi:
- Final Destination 2
- Final Destination 3
- Final Destination
- Final Destination 5
- The Final Destination 3D
Che poi, a essere sinceri, anche nei peggiori tra i film della serie c’è sempre almeno un momento, una morte che colpisce per fantasia e irriverenza. Magari saranno anche morti minori in quella che potrebbe essere una classifica complessiva delle migliori della serie (sul podio la scena dei tronchi in autostrada di Final Destination 2, quella del solarium di Final Destination 3 e la morte di Ms. Lewton nel primo film), ma pur sempre memorabili: penso magari alla scena della morte di Olivia con il laser oculistico nel quinto o a quella di Hunt risucchiato nel fondo di una piscina del quarto).
Ma il fatto è che, se la saga di Final Destination ha avuto il successo che ha avuto, non è stato solo per questo, per la creatività e lo splatter. Il fatto, come dicevamo all’inizio, è che è stata una serie che è arrivata e ha detto al suo pubblico di riferimento, smarrito dalla fine dei Novanta e intimorito dall’ingresso negli anni Duemila che sì, le loro ansie erano legittime, perché se le cose possono (o devono) andare male ci andranno, e la morte è inevitabile, ma almeno di ci può andare incontro con un pizzico di ironia e di sarcasmo, e opponendo comunque la resistenza che ognuno è in grado di applicare a quella che possiamo chiamare morte, o destino, o logica conseguenza degli errori di quanti ci hanno preceduto.
E considerato che il panorama di oggi è ancora più incerto e spaventoso di quello di 25 anni fa, sarei pronto a scommettere che Final Destination: Bloodlines sarà un altro grande successo. È destino.
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Festival di Cannes 2025: una giornata fra la violenza della polizia e l'intelligenza artificiale
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mercoledì 14 maggio 2025
Aspettando Mission: Impossible - The Final Reckoning, rendiamo omaggio a Ethan Hunt con i suoi migliori film in streaming
La settimana prossima l’arrivo nelle sale italiane di Mission: Impossible - The Final Reckoning chiude una saga cinematografica iniziata quasi trent’anni fa. A Tom Cruise e al suo divertentissimo, mirabolante e tutto sommato commovente viaggio dentro il personaggio di Ethan hunt vogliamo dedicare oggi i nostri cinque film in streaming, segnalandovi quali sono i capitoli preferiti del franchise. E vi avvertiamo subito: molto probabilmente non sono quelli che vi aspettate…Buona lettura.
Aspettando Mission: Impossible - The Final Reckoning, rendiamo omaggio a Ethan Hunt con i suoi migliori film in streaming
- Mission: Impossible: Fallout
- Mission: Impossible III
- Mission: Impossible - Rogue Nation
- Mission: Impossible - Protocollo fantasma
- Mission: Impossible 2
5 - Mission: Impossible - Fallout (2018)
Sul gradino più basso della nostra Top Five abbiamo inserito il capitolo interpretato da Henry Cavill, che aggiunge senza dubbio presenza scenica, testosterone e una bella scazzottata alla bella maniera con Tom Cruise. Mission: Impossible - Fallout viene diretto da Christopher McQuarrie con mano sicura, e anche se la storia in alcuni momenti perde di intensità, il finale è pirotecnico e avvincente, forse il migliore dell’intera saga quanto a spettacolarità. Gli incassi sono enormi, i migliori a livello internazionale,e tutto sommato meritatamente. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video, NOW, Paramount +.
4 - Mission: Impossible III (2006)
L’episodio che aveva quasi messo fine al percorso cinematografico di Hunt è invece a nostro avviso uno dei suoi migliori, decisamente il più dark e drammatico, a partire dallo scioccante prologo. E poi il villain interpretato da Philip Seymour Hoffman possiede enorme spessore tragico, come dimostra il grande confronto con Cruise dentro la pancia dell’aereo di cargo. J.J. Abrams dirige Mission: Impossible III e lo rende un film che fa soffrire, parteggiare per Ethan e veramente temere per il suo amore Michelle Monaghan. Duro, ma avvincente. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video, NOW, Paramount +.
3 - Mission: Impossible - Rogue Nation (2015)
Il primo film del franchise diretto da Christopher McQuarrie ha due carte in più: prima di tutto l’entrata in scena portentosa di Rebecca Ferguson nel ruolo di Ilsa Faust. In secondo luogo Sean Harris come antagonista è un ottimo personaggio, shakespeariano e ottimamente interpretato dall’attore. Mission: Impossible - Rogue Nation si avvale poi ancora una volta di Jeremy Renner, che il suo lo garantisce sempre. Da molti considerato l’episodio migliore dell’intera saga, e noi capiamo bene il perché. Spericolato, divertente, profondo a tratti e senza dubbio narrativamente molto ben congegnato. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video, NOW, Paramount +.
2 - Mission: Impossible - Protocollo fantasma (2011)
La “rinascita” della serie arriva dal quarto episodio diretto da Brad Bird, che al suo primo film in live-action dopo i capolavori realizzati con la Pixar sforna un film notevolissimo, spigliato, con un ritmo forsennato ma mai eccessivo e delle scene che davvero ti fanno stare col fiato sospeso. Mission: Impossible - Protocollo fantasma vede l’esordio di Jeremy Renner, la partecipazione ottima di Paula Patton e una sequenza con Léa Seydoux davvero portentosa. Il tono è decisamente piú scanzonato del precedente, e il pubblico torna al cinema a frotte. Un toccasana per Cruise e per l’intero universo di Ethan Hunt. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video, NOW, Paramount +.
1 - Mission: Impossible 2 (2000)
Non ce ne vogliate, ma John Woo è e rimarrà sempre John Woo. La sceneggiatura è senza dubbio farraginosa, i personaggi dei cattivi stereotipati quanto volete, ma a livello visivo Mission: Impossible 2 rimane di una bellezza inarrivata. E sì, i rallenty adoperati fino allo stremo sono ancora oggi straordinari, come le colombe. Dall’inizio con la scalata rocciosa a mani nude fino al due finale iperbolico, questo film ti regala emozioni cinematografiche di fattura purissima ed elevata. Forse l'unico vero “film d’autore” del franchise, e si può respirarlo in ogni fotogramma. Film di culto che un mio illustre collega definì a suo tempo “una danza pagana”. Con piena ragione. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video, NOW, Paramount +.
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Billion Dollar Spy: Russell Crowe passa informazioni riservate alla CIA nella prima foto del thriller spionistico
La prima immagine del thriller spionistico Billion Dollar Spy è stata diffusa poche ore fa da Walden Media e da Weed Road Pictures per darci un primissimo assaggio dell'adattamento di un romanzo di David E. Hoffman trasformato in una sceneggiatura da Ben August, a cui dobbiamo il copione di Remember di Atom Egoyan.
Billion Dollar Spy è attualmente in corso di riprese in Ungheria. Non è ancora stata stabilita una data di uscita, ma se non altro conosciamo il cast del film. Accanto al protagonista Russell Crowe recitano Tony Goldwyn, Rufus Sewell e Justin Theroux. Ci sono inoltre Harry Lawtey e Vera Farmiga. La seconda interpreta la moglie del personaggio di Crowe, che impersona un agente della CIA nell'Unione Sovietica della Guerra Fredda, mentre il primo è Tom Lenihan, un giovane reclutatore dell'agenzia di Intelligence. A fare la parte della moglie di quest'ultimo è Willa Fitzgerald.
Billion Dollar Spy: la trama e la prima foto di scena
Billion Dollar Spy racconta la vera storia del russo Adolf Tolkachev, che durante la Guerra Fredda fu una delle più importanti risorse della CIA. Fortemente critico nei confronti del regime sovietico, rischiò la vita passando l'agenzia di spionaggio migliaia di pagine contenenti informazioni preziose sui piani e la politica di Mosca. Nel quartier generale della CIA a Langley c’è ancora una sua fotografia. Si tratta dell'unico ritratto di un agente non americano, primato che dimostra quanto il suo contributo sia stato fondamentale.
Nella prima foto di Billion Dollar Spy si vede Adolf Tolkachev che consegna a Tom Lenihan del materiale scottante. Siamo in Unione Sovietica, come si evince dalla bandiera rossa dietro alla panchina su cui stanno seduti i due personaggi. Ricordiamo che la regia del film è di Amma Asante,
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martedì 13 maggio 2025
Cinque film in streaming interpretati dalla "divina" Cate Blanchett
Compie oggi 56 anni l’attrice australiana Cate Blanchett, colei che possiamo considerare a buon diritto - forse insieme a Kate Winslet - la più grande interprete femminile dei nostri tempi. Lanciata definitivamente nel 1998 da Elizabeth, per cui ha ottenuto la prima delle sue otto candidature agli Oscar, la Blanchett ha ottenuto una serie impressionante di successi sia presso la critica che grazie al grande pubblico, attraversando generi e modi di produzione tra i più disparati. Vogliamo dunque renderle il doveroso omaggio attraverso i consueti cinque film in streaming. Buona lettura.
Cinque film in streaming interpretati da Cate Blanchett
- Il Signore degli Anelli - La compagnia dell’anello
- The Aviator
- Blue Jasmine
- Knight of Cups
- Carol
Il Signore degli Anelli - La compagnia dell’anello (2001)
Scelta da Peter Jackson per il ruolo di Galadriel, la Blanchett gli regala una prova di eleganza e carisma unici, in grado di elevare la sostanza di un film - e di una trilogia - che hanno fatto la storia del cinema, non soltanto del genere fantasy. Ne Il Signore degli Anelli - La compagnia dell’anello l’attrice condivide lo schermo con altri grandi attori come Ian McKellen, Viggo Mortensen. Quattro premi Oscar tecnici, una valanga di candidature tra cui miglior film, regia e sceneggiatura. Anche gli incassi sono da capogiro, per un successo tutto meritato. La Blanchett inserisce nella sua filmografia un capolavoro senza tempo. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video, NOW.
The Aviator (2004)
Nel biopic diretto da Martin Scorsese dedicato alla figura controversa del tycoon Howard Hughes la Blanchett interpreta il ruolo difficilissimo dell’icona Katharine Hepburn. Una parte che l’attrice interpreta con adesione fisica ma soprattutto con un carisma che la rendono comunque personale e vibrante. Leonardo DiCaprio interpreta con grande possanza il protagonista, guidando un cast pazzesco in cui spicca appunto la Blanchett. The Aviator conquista il grande pubblico, sfiora l’Oscar per il miglior film e ne vince cinque tecnici. Messa in scena grandiosa anche se un po’ didascalica, la cosa migliore è senza dubbio la Blanchett che vince la statuetta come miglior non protagonista. Disponibile su Rakuten TV, Google Play.
Blue Jasmine (2013)
Oscar come miglior attrice protagonista per la Blanchett, in una performance che ricorda tantissimo la Gena Rowlands di Una moglie, diretto dal marito John Cassavetes. Il che è a nostro avviso un elogio notevolissimo. Woody Allen dirige un melodramma potentissimo, scritto meravigliosamente e diretto con precisione. Alec Baldwin, Sally Hawkins e Michael Stuhlbarg vi partecipano con adesione e ottimi tempi di recitazione. Ma la scena è tutta di Cate, e giustamente. Blue Jasmine possiede un enorme spessore drammatico, feroce e sentito. Uno dei migliori in assoluto per Allen e la Blanchett. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video, NOW.
Knight of Cups (2015)
Abbiamo selezionato questo film diretto da Terrence Malick per due motivi. Prima di tutto Knight of Cups possiede un fascino animista che riporta direttamente ai primi lavori del grande cineasta texano, in secondo luogo perché l’alchimia tra l'attrice e il mastodontico protagonista Christian Bale è davvero superba. Immagini magnifiche, che compongono una sinfonia prima di tutto emotiva di grande presa. Los Angeles come non la si vedeva da molto tempo, tentatrice eppure angelica. Film davvero molto bello nella sua scorrevolezza tutta personale. Da vedere e vivere. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.
Carol (2016)
Chiudiamo con il magnifico adattamento da Patricia Highsmith diretto da Todd Haynes. Ambientato negli anni ‘50 contraddittori e conservatori, Carol vede la Blanchett recitare insieme a un’altrettanto precisa Rooney Mara. Nel cast anche un eccellente Kyle Chandler. Melodramma su una storia d’amore impossibile eppure magnifica, sentita, a tratti commovente. Con un inizio molto emozionante e uno sviluppo narrativo che predilige il rapporto tra le due protagoniste. Svariate candidature all’Oscar tra cui quelle per la Blanchett come protagonista, per la Mara a supporto e alla sceneggiatura. Film di valore e di spessore. necessario. Disponibile su Rakuten TV, CHILI, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video.
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Jamie Lee Curtis affronta Mark Zuckerberg per la rimozione di un suo finto video da Instagram, generato con l'IA
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Barbarella, Sydney Sweeney afferma che varrà la pena aspettare per il remake
È stato reso noto da tempo che Sydney Sweeney avrebbe interpretato la prossima Barbarella sul grande schermo. Remake dell’omonimo film del 1968 con protagonista ai tempi Jane Fonda, Barbarella questa volta tornerà al cinema con Sony Pictures e il supporto di Jane Goldman alla sceneggiatura. La sua protagonista è stata annunciata da tempo, scelta ricaduta sulla star di Euphoria la quale ha anticipato che, nonostante la lunga attesa, varrà la pena aspettare.
Barbarella, Sydney Sweeney promette ai fan che l’attesa varrà la pena
Tratto dall’omonimo fumetto francese di Jean-Claude Forest, Barbarella è definito un cult fantascientifico ambientato in un futuro lontano dove la protagonista ha un obiettivo preciso: trovare lo scienziato malvagio Durand Durand che ha creato un’arma letale in grado di distruggere la razza umana. Il remake ha già scelto Edgar Wright alla regia, così come ha coinvolto Sydney Sweeney come protagonista e produttrice esecutiva, ma da quando è stato annunciato il suo coinvolgimento nessun passo in avanti è stato compiuto ad oggi. Dal 2022, il progetto è ancora chiuso nel suo silenzio ma, nonostante i pochi progressi compiuti, a detta dell’attrice protagonista varrà la pena aspettare. Ai microfoni di Collider, l’attrice ha ammesso: “Ero a Londra poco fa e ho avuto un incontro per discutere della storia e della sceneggiatura. Non posso rivelare troppo, ma tutto prenderà forma in un modo molto divertente e grandioso. È un processo lungo. Non credo che la gente si renda conto di quanto tempo possano richiedere alcune cose, ma varrà la pena aspettare”.
Durante l’intervista, è stato chiesto all’attrice se quindi Barbarella fosse ancora nel proprio mirino e la sua risposta è stata: “Sì, certo! È quello che sto dicendo. Ho trent’anni, devo impegnarmi di più”. Oltre al remake cinematografico, Barbarella avrebbe intrigato anche il piccolo schermo: sarebbe in lavorazione anche una Serie TV diretta da Nicholas Winding Refn, con lo scrittore Blake Northcott alla sceneggiatura.
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lunedì 12 maggio 2025
Ecco per voi alcuni grandi film in streaming interpretati da Harvey Keitel
Che in carriera Harvey Keitel abbia ottenuto una sola nomination all’Oscar, e tra l’altro come non protagonista per un film “minore” quale Bugsy di Barry Levinson, rimane uno dei grandi misteri dell’Academy. All’attore leggendario che compie oggi 86 anni vogliamo dedicare cinque film in streaming che rappresentano altrettante collaborazioni con autori di spicco del cinema contemporaneo. Buona lettura.
Cinque film in streaming interpretati da Harvey Keitel
- Taxi Driver
- I duellanti
- Le iene - Cani da rapina
- Il cattivo tenente
- Lezioni di piano
Taxi Driver (1976)
Dopo essersi affermato grazie a Mean Streets, il trio formato da Martin Scorsese, Robert De Niro e Harvey Keitel realizza il suo capolavoro che trionfa a Cannes. Taxi Driver è improntato su un iperrealismo di impatto cinematografico senza precedenti, un viaggio disperato e violentissimo (soprattutto psicologicamente) insieme a un antieroe che tenta di ripulire una città sull’orlo dell’inferno. A questo incubo metropolitano partecipa anche una Jodie Foster indimenticabile. Nomination all’Oscar per il film, l’attore protagonista, l’attrice non protagonista e la colonna sonora di Bernard Hermann. E a Scorsese? E a Keitel? Misteri irrisolti del cinema contemporaneo…Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Netflix, TIMVision, Amazon Prime Video.
I duellanti (1977)
L’esordio alla regia di Ridley Scott è un film in costume di eleganza visiva incredibile, e non soltanto perché si tratta di un primo lungometraggio. Keitel e David Carradine si sfidano in un duello lunghissimo che si trasforma in viaggio esistenziale dentro un mondo che cambia, che non concede alternative se non la violenza e la sopraffazione. I duellanti vince il premio della Camera d’Or a Cannes e diventa immediatamente un caso cinematografico. L’antagonismo tra i due protagonisti è encomiabile, e conferma quanto Scott fosse anche un grande direttore di attori. Film di culto degli anni ‘70. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Paramount +.
Le iene - Cani da rapina (1992)
Harvey Keitel comanda un cast pazzesco che comprende anche Steve Buscemi, Tim Roth, Michael Madsen in un altro esordio clamoroso, quello di Quentin Tarantino. Le iene - Cani da rapina si rivela un gioco al massacro tra criminali e poliziotti sotto copertura che sprizza sangue a catinelle e un divertimento cinefilo di rarissima potenza e precisione narrativa. Le sequenze di dialogo sono pazzesche, così come la tensione che si sprigiona negli ultimi venti, venticinque minuti. Altro cult-movie generazionale, che porterà ancora Tarantino, Keitel e Roth a collaborare nel successivo Pulp Fiction. Film infuocato e iconoclasta. Disponibile su Amazon Prime Video.
Il cattivo tenente (1992)
Nello stesso anno Keitel si concede un viaggio nell'inferno personale del suo personaggio nel film “maledetto” di Abel Ferrara, un noir livido e notturno in cui un poliziotto cerca la propria redenzione dove nessuno oserebbe cercarla, ovvero nel peccato più estremo. Il cattivo tenente ci regala un protagonista insormontabile, delirante e amorevole, titanico e intimo. Prova d’attore che si tramuta sequenza dopo sequenza in un tour de force estenuante. Ferrara non concede alcuno scampo, non concede nessun sollievo allo spettatore, e questo rende il suo film totalmente ipnotico. La migliore prova di keitel come solista puro. Indimenticabile. Disponibile su Rakuten TV, Apple Itunes, Amazon Prime Video.
Lezioni di piano (1993)
Ed ecco infine il Keitel che non ti aspetti, burbero ma capace di grande romanticismo quando si innamora della pianista muta Holly Hunter. Se Lezioni di piano è il grande film che tutti conosciamo lo si deve alla regia controllata e vibrante di Jane Campion, alle musiche magnifiche di Michael Nyman, alla bellissima fotografia di Stuart Dryburgh ma soprattutto alle prove maiuscole degli attori, a cui aggiungiamo Sam Neill e una giovanissima Anna Paquin. Palma d’Oro a Cannes, svariate nomination all’Oscar e i premi per l’attrice, l’attrice non protagonista e la sceneggiatura originale. Il pianoforte lasciato sulla spiaggia, ad aspettare le onde del mare che lo abbraccino, è un’inquadratura che ha fatto la storia del cinema. Disponibile su NOW.
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Thunderbolts* mantiene la vetta al boxoffice italiano del weekend
Thunderbolts* non fatica a mantenere un primo posto da 982.700 euro al boxoffice italiano del weekend, generalmente piuttosto fiacco e in attesa di qualche nuovo blockbuster (la Cinetel registra un -34% negli incassi generali, rispetto alla scorsa settimana). Il film corale dei Marvel Studios, chiusura della Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, ha raggiunto da noi il totale di 3.888.400, mentre nel mondo intero siamo a quota 272.154.200 dollari (fonte Boxofficemojo): al di là di tutte le narrazioni, è davvero poco per un film che, almeno stando a The Hollywood Reporter, è costato sui 180 milioni. È un flop, anche se la frustrazione di alcune testate come Boxoffice Pro è condivisibile: a differenza di quanto accaduto a Captain America: Brave New World un paio di mesi fa, critica e reazioni del pubblico sono state migliori, spesso davvero buone, eppure sembra che la generale stanchezza verso i cinecomic inizi a mietere anche qualche vittima... "innocente".
Stabile al secondo posto lo spy thiller Black Bag - Doppio gioco di Steven Soderbergh, dove un agente (Michael Fassbender) sospetta che sua moglie (Cate Blanchett) sia colpevole del furto sul quale sta indagando. Il lungometraggio, che vede nel cast anche Marisa Abela, Pierce Brosnan, Tom Burke, Naomie Harris e Regé-Jean Page, raccoglie altri 210.600 euro e tocca perciò i 734.300. Nel mondo il suo budget sui 50 milioni di dollari non è stato giustificato da una performance sui 40.100.000.
Sale dalla quarta alla terza posizione Until Dawn - Fino all'alba di David F. Sandberg, suo ritorno all'horror (dopo i Shazam!) con l'adattamento di un popolare videogioco Sony: un gruppo di ragazzi e ragazze deve sopravvivere a una notte in cui... continuano a morire e risuscitare. Il film, che coinvolge nel cast anche il Peter Stormare che partecipò alla lavorazione del gioco, è arrivato qui da noi a 1.340.800, di cui 153.900 sono stati raccolti nel fine settimana. Il suo budget sui 15 milioni di dollari (fonte Variety) sembra giustificato da un esito mondiale sui 44.300.000.
Entra al quarto posto il claustrofobico thriller a basso costo di Mel Gibson intitolato Flight Risk - Trappola al alta quota: un'agente (Michelle Dockery) deve scortare un testimone (Topher Grace) su un piccolo aereo guidato da un pilota (Mark Wahlberg) che in realtà è un killer assoldato dalla mafia... Qui in Italia parte con 144.200 euro, nel mondo ha raccolto fino a questo momento 44.380.000 dollari. Secondo /Film il suo budget si è aggirato sui 25 milioni, per cui gli manca poco per rientrare nei costi.
Esordio in quinta posizione per la fiaba fantasy un po' cruda, stile anni Ottanta, di The Legend of Ochi di Isaiah Saxon: una ragazzina (Helena Zengel) decide di riportare ai genitori un cucciolo di una razza che le altre persone (suo padre Willem Dafoe, suo fratello Finn Wolfhard) considerano un pericolo. Il visionario film ha raccolto 140.700 euro (145.600, calcolando le anteprime). I suoi costi, secondo Variety sui 10 milioni di dollari, non sono per ora stati coperti da un incasso mondiale sui 3.
Il box office completo del weekend
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Jackie Chan: "Non userò mai la controfigura finché non mi ritirerò. Cioè mai!"
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domenica 11 maggio 2025
I migliori film in streaming interpretati da Rami Malek
Compie oggi 44 anni il premio Oscar Rami Malek, il quale è recentemente tornato nelle nostre sale cinematografiche con il discreto thriller Operazione vendetta, dove recita insieme a Rachel Brosnahan e Jon Bernthal. Ecco i suoi film in streaming che vi consigliamo di vedere o recuperare. Buona lettura.
Cinque film in streaming interpretati da Rami Malek
- Bohemian Rhapsody
- No Time to Die
- Fino all’ultimo indizio
- Amsterdam
- Oppenheimer
Bohemian Rhapsody (2018)
Un po’ a sorpresa arriva per Malek l’Oscar come miglior attore protagonista grazie alla sua interpretazione della leggenda del rock Freddie Mercury. Una prova fisicamente notevole, così come nella mimica. Iniziato da Bryan Singer e finito di girare da altri dopo il suo allontanamento, Bohemian Rhapsody è un biopic piuttosto ben costruito a livello narrativo, ma senza troppi colpi d’ala a livello meramente cinematografico. Arrivano altre tre statuette tecniche e la nomination come miglior film dell’anno. Insomma un grande successo, anche al botteghino. La consacrazione di Malek, anche piuttosto meritata. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video, Disney +.
No Time to Die (2021)
Chiamato a interpretare il villain dell'ultimo James Bond interpretato da Daniel Craig, Malek risponde con una prova che mette in risalto il lato umano e vulnerabile del suo personaggio. È probabilmente lui la cosa maggiormente interessante di No Time to Die, che il regista Cary Fukunaga tenta di mettere insieme sfruttando una sceneggiatura fin troppo scollacciata. E poi il finale contraddice tutto quanto costruito dalla leggenda dell’agente segreto 007. Il pubblico accorre, alcune sequenze sono davvero spettacolari, ma siamo molto lontani dai tempi di Casino Royale e soprattutto Skyfall. Craig poteva dire addio in modo migliore…Disponibile su Rakuten TV, CHILI, Google Play, Apple Itunes.
Fino all’ultimo indizio (2021)
Un thriller d’altri tempi, dove l’atmosfera e la possanza dei personaggi conta più dell’azione e addirittura della scoperta della verità. Poliziotti che sentono fin troppo il peso del loro lavoro, un sospetto che sprigiona colpevolezza da ogni poro, le sensazioni corrotte di una città notturna e malata. John Lee Hancock fa de Fino all’ultimo indizio un film che sembra uscito dagli anni ‘70, complesso e corposo, lento nella narrazione ma forte nella capacità di trascinare lo spettatore dentro il suo inferno filmico. Denzel Washington come protagonista è sempre carismatico, Malek a supporto funziona, Jared Leto come assassino presunto proprio non funziona. Ma tant’è, il film rimane davvero interessante proprio perché fuori tempo massimo. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, TIMVision.
Amsterdam (2022)
David O. Russell ha avuto negli scorsi anni film troppo celebrati, mentre il suo ultimo Amsterdam meritava al contrario una migliore fortuna. Il triangolo amoroso ed emotivo composto da Christian Bale, Margot Robbie e John David Washington è esemplare, il tono della storia poetico e sottile, la messa in scena del tutto azzeccata. Amsterdam non è un film perfetto, tutt’altro, eppure è ispirato e romantico, deciso a raccontare il lato oscuro dell'America. Quella di serie come di oggi. Malek in una parte di contorno fondamentale funziona, soprattutto nei suoi duetti con Anya Taylor-Joy. Cast stellare a cui si aggiunge Robert De Niro. Per noi un film assolutamente da rivalutare. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video.
Oppenheimer (2023)
Chiudiamo con il film dei sette premi Oscar, a cui Malek partecipa ancora una volta con un ruolo minimo che l’attore riempie in maniera del tutto efficace. Cillian Murphy conduce Oppenheimer nel tour de force visivo e narrativo che Christopher Nolan ha organizzato per lui. Robert Downey Jr., Emily Blunt, Florence Pugh e tutti gli altri vi partecipano con grande adesione ai rispettivi personaggi. Visivamente è portentoso, tecnicamente perfetto, a livello di ideologia però possiamo discuterne, e molto. Oltre ai premi arriva quasi un miliardo di dollari d'incasso in tutto il mondo, un miracolo che solo Nolan poteva fare. Bravissimo a vendersi. Disponibile su Google Play, Apple Itunes, Netflix, Amazon Prime Video.
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Essere gentili non costa nulla: cosa vuole dirci Kinds of Kindness
Dopo Povere Creature!, Yorgos Lanthimos ha presentato alla scorsa edizione del Festival di Cannes Kinds of Kindness, un’opera coraggiosa e disturbante, composta da tre atti distinti ma legati da un filo comune: la fragilità dell’identità umana e la violenza dei rapporti di potere.
Non è un film pensato per mettere d’accordo il pubblico, anzi: divide, respinge, interroga.
Girato con un budget limitato durante la post-produzione di Povere Creature!, Kinds of Kindness rappresenta un ritorno al Lanthimos più sperimentale. I tre episodi non sono collegati narrativamente, ma sono uniti da una riflessione comune: cosa succede quando rinunciamo alla nostra identità per amore, per obbedienza, per fede?
Il regista greco lavora su una struttura a incastro, affidando gli stessi a ruoli diversi in ogni atto, accentuando lo straniamento dello spettatore e suggerendo che l’identità è un costrutto instabile, pronto a crollare a ogni variazione di contesto.
Durante la conferenza stampa a Cannes, Lanthimos ha dichiarato: “C’è qualcosa di profondamente sbagliato nel mondo ed è spesso più inquietante di qualsiasi film che possiamo inventare.” Kinds of Kindness non vuole spiegare né rassicurare, ma turbare. Ci riesce perfettamente.
Per capire davvero la forza di Kinds of Kindness, bisogna entrare nella struttura che lo definisce.
Tre atti separati, tre micro-universi con gli stessi attori ma ruoli diversi, che raccontano in modi nuovi il bisogno umano di controllo, fede e liberazione.
1. Primo atto: La morte di RMF
Un uomo vive sottomesso al suo capo in un rapporto di potere malato, controllato nei minimi dettagli: ogni sua azione è pre-approvata, ogni passo è dettato da qualcun altro. Quando prova a ribellarsi e a prendere una decisione autonoma, il sistema gli crolla addosso. Questo primo segmento è forse il più forte dei tre: è quello che funziona meglio a livello narrativo e visivo, con l’estetica gelida che accompagna perfettamente l’assenza di volontà del protagonista. È una riflessione sull’identità perduta, sulla dipendenza psicologica e sull’illusione del libero arbitrio.
2. Secondo atto: RMF vola
Jesse Plemons torna nei panni di un altro uomo, Daniel, che ritrova la moglie, interpretata da Emma Stone, dopo un incidente in mare. Ma qualcosa non torna: è davvero lei? O è una perfetta sconosciuta che finge? In questo secondo segmento, Lanthimos gioca con l’ambiguità identitaria e l’ossessione del controllo anche all’interno dei legami più intimi. È forse il meno incisivo dei tre, ma solleva una domanda potente: quando non possiamo più fidarci di chi amiamo, che cosa resta? Il dubbio diventa più forte dell’amore, più reale della realtà stessa.
3. Terzo atto: RMF mangia un sandwich
L’ultima storia ha come protagonista Emily, un’adepta di una setta misteriosa incaricata di trovare una persona con il potere di riportare in vita i morti. È l’episodio più inquietante e allucinato. Qui il tema del controllo si sposta sul piano spirituale: l’identità viene assorbita da un’ideologia collettiva, la libertà viene sacrificata in nome di una fede cieca. L’estetica è volutamente disturbante, l’atmosfera rarefatta e la recitazione di Emma Stone, magnetica e disturbata, regge l’intero segmento.
In attesa di scoprire quale sarà il prossimo colpo di scena firmato Lanthimos, questo film resta uno dei lavori più radicali e coraggiosi del cinema recente. Un’opera che sfida lo spettatore e lo costringe a porsi domande scomode: fino a che punto siamo disposti a rinunciare a noi stessi pur di essere accettati?
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Stasera in TV: Film da vedere Domenica 11 Maggio, in prima serata
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Uncanny Valley, Natasha Lyonne sul suo debutto alla regia con l'IA: "Nuoto controcorrente"
Natasha Lyonne si cimenterà molto presto in una nuova realtà artistica. Soltanto poche settimane fa è stato annunciato il nuovo progetto cinematografico che la coinvolgerà non soltanto come attrice protagonista, ma anche come regista. Si tratta della sua opera prima e, per l’occasione, l’attrice verrà affiancata dall’intelligenza artificiale. Il film in questione si intitola Uncanny Valley ed è il primo progetto della casa di produzione Asteria di cui Natasha Lyonne fa parte. Ragionando sul suo prossimo film, ha ammesso di essere elettrizzata all’idea di “nuotare controcorrente”.
Uncanny Valley, Natasha Lyonne affronta l’utilizzo dell’IA: “Il film è scritto da persone vere”
Si è dibattuto a lungo sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’industria dell’intrattenimento e Natasha Lyonne fa parte di quella fazione che vorrebbe trarne vantaggio in modo consapevole. Attrice nota per Poker Face e Russian Doll, tra non molto guiderà la regia di Uncanny Valley, uno studio di animazione e cinema “basato sull’intelligenza artificiale generativa guidato da artisti”. Ai microfoni di Collider, ha espresso il proprio entusiasmo:
L'argomento non è poi così sconosciuto. Ci sono molte informazioni al riguardo. Jaron Lanier è un uomo filosofico ed etico. L'idea del film che Brit [Marling] e io abbiamo scritto riguarda proprio queste minacce e domande esistenziali. In nessun punto direi che siete soli, e io sto andando controcorrente, davvero. Credo che forse si tratti di un fraintendimento dei dettagli.
Natasha Lyonne sta anche lavorando alla sceneggiatura del film insieme a Brit Marling, star di The OA a sua volta coinvolta nello studio e nel film come co-protagonista. Al tempo stesso ha precisato che dietro al film ci sono sempre “persone reali”, artisti come “direttori della fotografia, scenografi e via dicendo”: “Uncanny Valley è la storia di una ragazza che si perde in un videogioco open world in realtà aumentata. Il film è scritto da persone vere, e credo di essere una di loro. E avremo capi reparto, direttori della fotografia, scenografi, concept artist e tutto il resto, è un film vero quello che stiamo girando”, ha precisato. In merito all’utilizzo dell’intelligenza artificiale in questo film, Lyonne ha voluto precisare: “Ma l'estensione e la costruzione del set si basano su un modello fondativo semplice, senza violazioni del copyright. Abbiamo lavorato ad Asteria con gli ingegneri di Moonvalley, che hanno abbandonato Deepmind proprio per le stesse ragioni. L'intera operazione è determinata a raggiungere proprio questo obiettivo. Per Brit e me, come registe, significa che due donne a cui normalmente non verrebbe affidato il compito di creare questo secondo spazio di un videogioco che somigli a un film da 50 milioni di dollari, avranno l'opportunità di svilupparlo con un team di persone in carne e ossa come strumento. Green screen o CGI sarebbero più appropriati”. Infine ha ammesso di essere consapevole dei rischi: “L'IA è una minaccia esistenziale globale per noi, come specie umana. Ritengo che sia qualcosa su cui dovremmo essere molto attenti, ed è per questo che sono così entusiasta di potermi dedicare al lavoro di Uncanny Valley e che il pubblico possa vederlo”.
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Florence Pugh anticipa il prossimo capitolo di Yelena in Avengers: Doomsday dopo il finale di Thunderbolts*
Thunderbolts* rappresenta la conclusione della Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, ma Yelena Belova non ha di certo esaurito il proprio contributo all’interno del vasto universo di eroi, non ora che è entrata a far parte dei New Avengers. Distribuito in sala dal 30 aprile 2025, Thunderbolts* ha introdotto un team di antieroi dalla dubbia morale costretti a collaborare tra loro per contrastare Valentina Allegra de Fontaine ed una minaccia ancora più grande che potrebbe distruggere la Terra e non solo. Insieme a Red Guardian, Ghost, Soldato d’Inverno e US Agent, Yelena ha dovuto tener testa a Bob, o meglio Sentry, un eroe nato in laboratorio con un letale alter ego, Void. Avendo dimostrato il proprio valore, i Thunderbolts* sono ora riconosciuti come New Avengers e dovranno contrastare una nuova minaccia in futuro, come anticipato da Florence Pugh. Yelena, infatti, tornerà insieme ai suoi compagni di squadra in Avengers: Doomsday e dovrà vedersela con Dottor Destino.
Thunderbolts*, Florence Pugh sul destino di Yelena in Avengers: Doomsday: “Spero che ora sia felice”
La Fase 6 del MCU inizierà con I Fantastici 4: Gli Inizi, a loro volta collegati ad Avengers: Doomsday. Ma cosa ne sarà di Yelena? Ad affrontare il suo futuro è stata proprio Florence Pugh in una recente intervista con Variety. Non molto tempo fa, prima del lancio dei Thunderbolts* al cinema, i Marvel Studios hanno condiviso attraverso una lunghissima live streaming i nomi del cast di Avengers: Doomsday includendo a sorpresa anche alcune star degli X-Men come Patrick Stewart e Ian McKellan, così come tutti i membri dei Thunderbolts*. Florence Pugh ha condiviso il proprio entusiasmo: “Oddio, ci sono così tante persone tra cui scegliere. Pedro Pascal, ovviamente, sempre e comunque. Paul Rudd, sì, è davvero divertente. Davvero, l’idea che tutte quelle persone siano nello stesso film è una follia”.
Avengers: Doomsday è attualmente in fase di produzione e potrebbe coinvolgere più eroi di quelli annunciati finora, o quantomeno è quanto suggerito dal presidente dei Marvel Studios Kevin Feige. Florence Pugh riprenderà quindi il ruolo di Yelena: “Spero che ora sia felice. Spero che si senta realizzata, come se avesse uno scopo. E spero che potremo rivedere un po' della sua luce, del suo fascino e del suo colore, perché mi piaceva molto interpretarlo prima”. L’attrice si riferisce alla personalità solare di Yelena in Black Widow, prima della morte di Natasha Romanoff. In Thunderbolts*, infatti, Yelena è estremamente cupa e affronta la vita con inerzia, annoiata dal loop che l’ha imprigionata dopo la morte di sua sorella. Attraverso il suo ultimo film, Yelena sembrerebbe essersi sbloccata, avendo trovato un nuovo obiettivo.
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sabato 10 maggio 2025
Stasera in TV: Film da vedere Sabato 10 Maggio, in prima serata
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Thunderbolts*, Wilson Fisk è il sindaco di New York nel film?
Anche Thunderbolts* è ambientato perlopiù a New York, una città che il più delle volte è diventato il ring preferito delle battaglie tra eroi e minacce. E Thunderbolts* ha preferito non voltare le spalle a quella che sembra essere ormai diventata una sorta di tradizione del MCU. Peccato, però, che scegliendo New York Thunderbolts* avrebbe dovuto tenere conto di qualcosa che è accaduto in Daredevil: Rinascita e che avrebbe per forza di cose un impatto anche sul grande schermo.
Thunderbolts*, Wilson Fisk è il sindaco di New York anche nel film come in Daredevil: Rinascita?
In Daredevil: Rinascita, Wilson Fisk conosciuto anche come Kingpin è diventato sindaco di New York e fin qui non ci sarebbe nulla di anomalo. Il finale della prima stagione, però, ha fatto sì che il potere di Fisk aumentasse sempre più, spingendolo ad istituire la legge marziale in città con il coprifuoco e un vero e proprio rifiuto nei confronti dei vigilanti di ogni sorta. Il suo obiettivo è contrastare chiunque indossi una maschera andando oltre la legge per quella che si considera essere la giustizia. E se Daredevil dalla sua ha sicuramente un grosso ostacolo da superare, Wilson Fisk è diventato in realtà un problema comune a molti, a partire da Spider-Man per arrivare anche ai Thunderbolts*. Quando Void ha avvolto la città nell’oscurità, dov’era Fisk? Per rispondere a questa domanda è importante comprendere la cronologia degli eventi. Thunderbolts* segue quanto accaduto in Captain America: Brave New World, la cui storia si svolge ad aprile 2027. Daredevil: Rinascita è ambientato nello stesso anno, quando Fisk s’insedia come sindaco durante il giorno di Capodanno 2027.
È quindi possibile che, durante la disavventura dei Thunderbolts, Fisk fosse ancora impegnato come sindaco della città, ma tutto dipenderà da cosa accadrà nel corso della seconda stagione di Daredevil: Rinascita. Impossibile pensare ad una città importante come New York senza collegare gli eventi che accadono per le sue strade. Vincent D’Onofrio tempo fa ha confessato che il suo personaggio è limitato al piccolo schermo per una questione di diritti, ma è possibile che più avanti i Marvel Studios riescano a sciogliere questo nodo e coinvolgere in modo diretto anche Kingpin sul grande schermo, ora che è sindaco di un campo di battaglia prezioso agli occhi degli Avengers.
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Final Destination: creatività genialmente macabra per la promozione del nuovo film Bloodlines
Una premessa tanto semplice con un potenziale pienamente messo a frutto per il divertimento degli spettatori, tanto da essere diventata cult. La saga di Final Destination ritorna dopo 14 anni di assenza con il nuovo e sesto capitolo intitolato Bloodlines, per la gioia di chi è cresciuto con questo filone horror in cui la Morte non è personificata in un tristo mietitore, ma è un'entità invisibile travestita da destino infausto.
Parte della campagna promozionale per il Final Destination: Bloodlines, che esce in Italia il 15 maggio e il giorno successivo nel Nord America, ha permesso al reparto marketing di azzardare un po' sulla creatività. Nella foto in alto si vede montato sopra una casa un gigantesco cartellone pubblicitario incompleto, perché tragici eventi sono capitati agli "addetti" ancora appesi ai cavi. Qui sotto, invece, l'imponente e insanguinato tir che trasporta tronchi in legno è stato avvistato a Toronto, Canada, ci riporta alla memoria una delle scene più memorabili della saga in cui un autoarticolato simili iniziava a perdere il carico scatenando una scia di incidenti mortali. In questo caso il film era Final Destination 2.
Final Destination Bloodlines è diretto da Adam Stein e Zach Lipovsky su uno script firmato da Guy Busick (sceneggiatore dei due nuovi Scream e di Abigail) e Lori Evans Taylor, anche autori del soggetto assieme al produttore Jon Watts (che è il regista dell'ultima trilogia di Spider-Man). Fanno parte del cast Kaitlyn Santa Juana, Teo Briones, Richard Harmon, Owen Patrick Joyner, Anna Lore, Rya Kihlstedt, Brec Bassinger e Tony Todd, quest'ultimo tornato nei ricorrenti panni del becchino, ma morto lo scorso novembre perché già malato durante le riprese del film.
Final Destination: Bloodlines, trama e trailer del film
La storia del film segue una studentessa universitaria di nome Stefani vive un incubo ricorrente e violento. Disperata e angosciata, la ragazza decide di tornare a casa dal college, convinta che solo una persona possa aiutarla a fermare il ciclo mortale che minaccia di distruggere tutta la sua famiglia. Durante la sua ricerca, scopre che questi incubi non sono semplici sogni, ma una premonizione che ha ereditato da sua nonna. Quest'ultima, proprio negli anni 60, aveva previsto il crollo dell'edificio e, grazie alla sua visione, aveva salvato un gruppo di persone ingannando la morte. Mentre Stefani combatte contro la crescente paura, inizia ad avere visioni spaventose dei suoi familiari destinati a morire in modo tragico uno dopo l’altro.
Qui sotto il trailer di la Final Destination Bloodlines.
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venerdì 9 maggio 2025
The Conjuring - Il rito finale: il primo trailer italiano dell'ultimo caso dei Warren!
Arriverò al cinema con Warner Bros. il prossimo 4 giugno The Conjuring - Il rito finale, quarto film (su 9 con gli spin-off) della serie madre relativa agli incontri col soprannaturale dei coniugi Ed e Lorraine Warren, celebri demonologi americani, interpretati nei film da Patrick Wilson e Vera Farmiga. La saga ispirata ai "veri" casi della coppia ha avuto un grandissimo successo, incassando in totale oltre 2 miliardi di dollari di incasso al box office mondiale. Per ingannare l'attesa, è stato diffuso il primo teaser trailer italiano, che vi presentiamo.
The Cojuring - L'ultimo rito: il cast e il nuovo caso
The Conjuring - L'ultimo rito è diretto dal veterano del franchise Michael Chaves e prodotto dagli ideatori della saga James Wan e Peter Safran. Vera Farmiga e Patrick Wilson tornano per affrontare un ultimo caso nei panni dei celebri investigatori del paranormale Ed e Lorraine Warren, in un agghiacciante e potente nuovo atto della saga che ha conquistato il botteghino globale. Accanto a Farmiga e Wilson, nel cast troviamo Mia Tomlinson e Ben Hardy nei ruoli di Judy Warren, figlia di Ed e Lorraine, e del suo fidanzato Tony Spera, oltre a Steve Coulter, che torna nei panni di Padre Gordon, e Rebecca Calder, Elliot Cowan, Kíla Lord Cassidy, Beau Gadsdon, John Brotherton e Shannon Kook. Il caso di cui si occupano stavolta i Warren riguarda la famiglia Smurl, residente negli anni Settanta in Pennsylvania, la cui casa, a loro dire, era infestata dai demoni. Com'è noto, tutti i casi raccontati nella serie sono "veri" (almeno per chi ci crede), nel senso che i popolarissimi demonologi - la vera Lorraine Warren era ancora viva all'inizio della saga - hanno davvero indagato su questi fenomeni.
Leggi anche The Conjuring - Il rito finale, tutti i dettagli sulla trama: l'ultimo caso dei Warren è da brividi!from ComingSoon.it - Le notizie sui film e le star https://ift.tt/FyeHCLh
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giovedì 8 maggio 2025
The Old Guard 2: il trailer italiano ufficiale del film con Charlize Theron
Æon Flux, Atomica Bionda, ovviamente Mad Max Fury Road e la saga di Fast & Furious: Charlize Theron non è affatto nuova a ruoli dove la sua recitazione e il suo corpo atletico sono al servizio dell'azione. Per cui non è stata affatto una sorpresa quando nel 2020 è diventata la protagonista di The Old Guard, film Netflix tratto dall'omonimo fumetto scritto da Greg Rucka e illustrato da Leandro Fernandez in cui interpretava Andy, ovvero Andromaca di Scizia, guerriera secolare e immortale diventata mercenaria assieme ai suoi amici di lunga, lunghissima data.
Il 2 luglio sulla piattaforma debutta il sequel di quel film, The Old Guard 2, che conferma nel cast ovviamente Theron, ma anche KiKi Layne, Marwan Kenzari, Luca Marinelli, Matthias Schoenaerts, Chiwetel Ejiofor e Henry Golding, con l'aggiunta di Vân Veronica Ngô e Uma Thurman.
Il film debutta in streaming con un certo ritardo rispetto a quanto inizialmente previsto, ma le riprese, che si sono tenute anche a Roma durante una torrida estate, sono state rallentate dal Covid e da altri imprevisti.
Questa la trama ufficiale:
Andy (Charlize Theron) e la sua squadra di guerrieri immortali tornano con una rinnovata determinazione nella loro missione per proteggere il mondo. Mentre Booker (Matthias Schoenaerts) è ancora in esilio dopo il suo tradimento e Quynh (Veronica Ngô) in cerca di vendetta dopo essere fuggita dalla sua prigione sottomarina, Andy è alle prese con la sua ritrovata mortalità quando emerge una misteriosa minaccia che potrebbe mettere a repentaglio tutto ciò per cui ha lavorato per migliaia di anni. Andy, Nile (KiKi Layne), Joe (Marwan Kenzari), Nicky (Luca Marinelli) e James Copley (Chiwetel Ejiofor) chiedono l'aiuto di Tuah (Henry Golding), un vecchio amico che potrebbe fornire la chiave per svelare il mistero dell'esistenza immortale. Diretto da Victoria Mahoney e interpretato tra gli altri da Uma Thurman, The Old Guard 2 è un sequel emozionante e adrenalinico, tratto dal mondo creato da Greg Rucka e dall'illustratore Leandro Fernandez.
The Old Guard 2 è stato scritto da Sarah L. Walker e Greg Rucka, mentre questa volta dietro la macchinda da presa, al posto di Gina Prince-Bythewood (comunque coinvolta come produttrice), c'è Victoria Mahoney.
The Old Guard 2: il trailer italiano ufficiale
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The Conjuring - Il rito finale, tutti i dettagli sulla trama: l'ultimo caso dei Warren è da brividi!
In che periodo i coniugi Warren vivranno la loro ultima avventura cinematografica? L'attesa per The Conjuring: Last Rites è febbrile e, sino ad ora, James Wan ha centellinato le informazioni sul prossimo capitolo del cosiddetto The Conjuring Universe. Il co-produttore e ideatore della saga horror miliardaria è tornato dietro alla macchina da presa per dirigere i veterani protagonisti Patrick Wilson e Vera Farmiga e, per citare le sue parole, Last Rites segnerà 'la fine di un'era'.
La data di uscita del film diretto da Michael Chaves è fissata per il 5 settembre 2025, ma quale sarà la trama del sequel? Le sorti degli investigatori del paranormale Ed e Lorraine Warren s'incroceranno con quelle di nuovi personaggi: al cast, infatti, si sono uniti Mia Tomlinson (Judy Warren, ormai ventenne) e Ben Hardy (Tony, il fidanzato di Judy). Grazie a Entertainment Weekly, sappiamo che Last Rites è ambientato nel 1986, cinque anni dopo gli eventi di The Conjuring: Per ordine del Diavolo (2021). I Warren si sono ritirati dall'attività di esorcisti, in gran parte a causa dell'infarto che ha colpito Ed durante gli eventi demoniaci del terzo film. La coppia continua a tenere conferenze frequentare l'ambiente universitario, ma le opportunità di lavoro cominciano a scarseggiare.
"Ed è stato piuttosto malconcio nel terzo film - ha dichiarato Patrick Wilson - quindi sinceramente non volevo rischiare di morire per questo film. Prima di tutto, non ce n'è motivo: ha vissuto altri 25 anni [Ed Warren è morto nel 2006, ndr]. Ma il pensionamento mi interessava. Era importante mostrare gli scettici. Non siamo nel bel mezzo di Amityville, quando i fantasmi erano ovunque. Che succede quando non si esibiscono davanti a un pubblico numeroso? Che effetto ha su di loro?".
Di cosa parla The Conjuring: Last Rites?
La saga, com'è noto, si basa su fascicoli dei casi realmente esaminati dai Warren. Il caso trattato nel quarto ed ultimo capitolo della serie è uno dei più famosi nella loro carriera: l'infestazione della famiglia Smurl. La New England Society of Psychic Research – l'organizzazione investigativa dell'occulto ora gestita da Judy e Tony Spera, ovvero la figlia e il genero di Ed e Lorraine – afferma che Janet e Jack Smurl, negli Anni Settanta, si trasferirono con la famiglia in un duplex in Chase Street a West Pittston, Pennsylvania.
Negli anni successivi, gli Smurl al completo apparvero in vari show televisivi, affermando di aver sperimentato fenomeni soprannaturali che andavano da strani odori e voci fino a infestazioni da parte di spettri. Diventarono molto popolari, ma alimentarono anche le chiacchiere degli scettici, che li accusavano di essers venduti per i riflettori. La vicenda è narrata nel dettaglio nel libro The Haunted: One Family's Nightmare (1986) e anche in un film per la TV del 1991 con protagonista Sally Kirkland.
In The Conjuring: Last Rites, gli attori Rebecca Calder ed Elliot Cowan interpreteranno Janet e Jack Smurl. Il resto della famiglia avrà i volti di Kíla Lord Cassidy (Heather), Beau Gadsdon (Dawn), Tilly Walker (Carin), Molly Cartwright (Shannon), Peter Wight (nonno Smurl) e Kate Fahy (nonna Smurl).
Come si accennava, si tratta del caso più noto indagato dai Warren, dunque non è difficile reperire informazioni online. "Per noi era proprio perfetto poter puntare su qualcosa che il pubblico potesse cercare su Google dopo il film - ha ammesso il regista - 'Oh! Gli Smurl avevano davvero così tanti figli!' 'Oh! Avevano davvero questa età, e i nonni erano davvero lì!' Tutte queste cose hanno sempre avuto un significato per noi". Vera Farmiga, riferendosi al pubblico, ha aggiunto: "Assisteranno a un momento davvero profondo nella vita dei Warren. È un momento che ferma il tempo. Questo è diverso dagli altri. Gli altri tre film parlavano di fantasmi, e questo, in un certo senso, di resa dei conti".
La sceneggiatura di Last Rites porta la firma di Ian Goldberg, Richard Naing e David Leslie Johnson-McGoldrick. Quest'ultimo già autore di The Conjuring 2 - Il caso Enfield (2016) e The Conjuring: per Ordine del Diavolo (2021). Il regista Michael Chaves ha diretto anche lo spin-off La Llorona - Le lacrime del male (2019), The Conjuring - Per ordine del diavolo e The Nun II (2023). James Wan tornerà in veste di produttore insieme a Peter Safran.
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