venerdì 22 febbraio 2019

Fare Critica: Turi Zinna protagonista con "Il Muro". Presentazione e intervista.

Lamezia Terme, 21 febbraio.
La seconda giornata di Fare Critica, il festival interamente dedicato alla critica teatrale e cinematografica e diretto da Gianlorenzo Franzì, si è conclusa con la performance dell'artista poliedrico Turi Zinna, intitolata Il Muro – Cronachetta drammatronica di una civile apartheid.

Presentato dalla compagnia Retablo, lo spettacolo costituisce un vero e proprio live set multimediale, ove la storia è interpretata come fosse una canzone techno inserita nel contesto multifocale di una sorprendente e innovativa dj performance. È stato Turi Zinna, interprete ed esecutore, a condurre dal palco lo spettacolo e la regia complessiva, processando in live la propria voce e generando, al contempo, una sorta di deformazione dello spazio-tempo della performance. Un'espressione stilistica che Zinna impersona «con amore, gioia e senso civile, cercando di immettere dentro la sua poetica quanti più input legati al rapporto tra drammaturgia e spazio, anche virtuale.»

Zinna si è ispirato, nel contesto simbolico di questo lavoro, alle forme e ai modi della comunicazione contemporanea: si riferisce alla liquidità, dunque, quando parole, suoni e immagini finiscono per fondersi in un flusso caotico e incessante, e in mutazione perpetua. Sulla scia di questa riflessione, l'artista sceglie di rifarsi a un linguaggio frequenziale, con musica live e uso di frammenti video derivanti dai più grandi capolavori “astratti” d'inizio Novecento (da Man Ray a Walter Ruttmann).
Ma Zinna non é solo autore di teatr, avendo curato anche sceneggiature per il cinema. Il suo giudizio in merito a questi due mondi affini é quantomai netto e conciliante: «La scrittura è parte di me e come tale non può prescindere dal mio linguaggio, dalla mia poetica. Il metodo naturalmente cambia a seconda delle esigenze artistiche. La scrittura per queste due forme d'arte è una scrittura di tipo funzionale e non può essere solo letteraria.»

La compagnia Retablo, nata nel 1989 con sede a Catania, ha sviluppato in questi lunghi e proficui anni di lavoro un'attività basata sulla “dissomiglianza”, favorendo dunque la collaborazione tra personalità artistiche indipendenti, caratterizzate tutte da una propria autonomia di visione e linguaggio. Il suo campo d'attenzione privilegiato è basato sui concetti di “situazione” e “spazio” in rapporto alla tecnologia, come ben esemplificato da questa performance.
L'autore si é espresso in merito alla propria formazione, rimarcando con pizzico di emozione ciò che ha acceso il proprio ardore: «Tutte le esperienze fatte a partire dalla formazione al Teatro greco di Siracusa, all'INDA, a cominciare dalla mia compagna MariaPiera Regoli. Da lì ho continuato a esplorare la mia curiosità confrontandomi con i colleghi e arricchendomi. Sono stato attore di compagnia di giro con attori quali Turi Ferro o Piera Degli Esposti, attori per teatri sia pubblico sia ufficiale e privato. Ho fondato Retablo perché avevo bisogno d'immaginare un teatro che rappresentasse il contesto in cui vivevo. La passione per l'avanguardia e la nuova tecnologica e per artisti come Robert Lepage, Giacomo Verde e altri tecnoartisti.»

Ospite a Fare Critica, non poteva mancare una battuta sulla funzionalità della critica, soprattutto al giorno d'oggi, dimostrando di avere le idee chiare su un argomento, avolte, spinoso: «Ho una ottima opinione della "critica web": è l'unica possibilità di autentica testimonianza del nostro lavoro oggi in Italia.»



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