domenica 28 ottobre 2018

Marvel's Daredevil (Stagione 3) - Teste di Serie

"Non posso più scegliere di essere ciò che non sono. Sono Daredevil e nemmeno Dio può impedirlo."
- Matt Murdock/Daredevil

The Devil you know

Chi ha detto che il Diavolo non può soffrire? Certo, forse non il caprone cornuto signore degli Inferi biblici, ma Daredevil, il Diavolo di Hell's Kitchen raggiunge la terza stagione del serial a lui dedicato in condizioni davvero pessime. Che non riguardano la messa in scena delle sue gesta, ma il vero e proprio stato psico-fisico con quale Matt Murdock (Charlie Cox) deve fare i conti: fisicamente ridotto a un mucchietto di macerie, addirittura sordo a un orecchio – condizione che lo priva, temporaneamente, delle sue (quasi) innaturali facoltà -, il buon Matt soffre per la perdita dell'amata Elektra (Elodie Yung), in seguito al tragico epilogo dello scontro contro gli assassini-ninja de La Mano e, per di più, non può contare nemmeno sugli amici fidati Foggy Nelson (Elden Henson) e Karen Page (Deborah Ann Woll), che lo credono scomparso o, peggio ancora, morto a sua volta nel crollo del palazzo assieme a Elektra. Matt, tuttavia, é vivo seppure malconcio, ospite delle suore della chiesa di Hell's Kitchen. Ma, come se non bastasse, New York sta per essere messa in ginocchio dalla furia vendicativa del boss del crimine Wilson Fisk (Vincent D'Onofrio, più ingombrante e demoniaco che mai), deciso a riprendersi la “sua” città...

Non vale la pena utilizzare inutili giri di parole: Marvel's Daredevil, dopo ben tre stagioni, resta ancora il miglior prodotto televisivo di matrice supereroistica mai prodotto; affermazione facilmente condivisibile, che potrebbe essere giustificata con immediatezza puntando semplicemente i riflettori sul protagonista della vicenda, uno degli eroi “secondari” di punta dell'universo marvelliano e della capacità del soggetto di attrarre nugoli di spettatori grazie in larga parte al contesto crime-noir in cui si agita il Diavolo di Hell's Kitchen ma, a onor del vero, questa analisi non renderebbe giustizia al minuzioso lavoro di scrittura e di messa in scena che sta alla base della serie ideata per il piccolo schermo da Drew Goddard – ora nei cinema con 7 sconosciuti a El Royale.

Quello che showrunner e sceneggiatori hanno da sempre ricercato – e ottenuto - nella stesura filmica di Marvel's Daredevil é, in verità, l'aspetto di maggior interesse che dovrebbe spingere appassionati del genere e non a prender parte alle avventure di Diavolo: il dramma umano. Come nelle precedenti stagioni, anche in questa Daredevil é alle prese con un avversario apparentemente inscalfibile e inarrivabile, non perché dotato di poteri con i quali é arduo confrontarsi, bensì perché l'antagonista di turno – stavolta ancora Fisk – agisce, interferendo, nel contesto psicologico ed emotivo del protagonista, come un veleno letale, ma a effetto ritardato; il Male non avvelena Daredevil, ma il mondo alla deriva di Matt Murdock – che, difatti, in questa terza stagione non vestirà mai la tuta del diavolo rosso -, costretto a confrontarsi con un passato mai del tutto assimilato e compreso, con un presente vuoto e doloroso e un futuro indecifrabile. Matt Murdock non é più Daredevil, perché ha perduto la sua stessa identità, essendo privo dei perni sui quali quella stessa identità é stata costruita.

Il dramma inscenato da Goddard nasce dalle divagazioni/derive di Foggy e Karen – a loro volta alle prese con patemi personali -, dall'iniziale annullamento empatico tra i due e l'amico Matt, furioso e confuso. Lo stesso Wilson Fisk é un uomo combattuto e prigioniero dell'amore per la sua Vanessa (Ayelet Zurer), così come l'agente dell'FBI Benjamin Pointdexter (interpretato da un arcigno Wilson Bethel) soccombe alla psicosi causata da un dolore mai del tutto lenito: ed ecco che la creatura di Goddard non serve per decantare le imprese acrobatiche dell'ennesimo supereroe senza macchia e senza paura, ma si concentra con metodo sull'uomo e le personalità che spingono l'eroe a lottare – e soccombere? – davanti alla propria umanità, alle proprie imperfezioni, senza le quali non ci sarebbe verosimiglianza, né crescita, né si potrebbe addivenire al compimento dell'eroe stesso, inteso come sublimazione di quei valori morali indispensabili per la prosecuzione di una società retta.

Seguendo questa luminosa linea guida, Marvel's Daredevil assurge a show di pregevole qualità registica, operando per metafore, simbolismi e ricerca e gran cura dei dettagli. Con un pizzico di malizia si può esser parzialmente contrari alla gestione di un personaggio potente e onnipresente come Fisk, che costruisce raccordi narrativi su interventi e azioni inscenati con eccessiva automaticità, come un ripetitivo – e, a tratti, prevedibile – deus ex machina in negativo; tuttavia, sono difetti “di genere”, votati alla spettacolarizzazione di sequenze a effetto, limitatamente introspettive, distribuite col contagocce. Poco male per una serie di alta caratura tecnica.

(Marvel's Daredevil); genere: comic-movie, crime, noir, drammatico, azione; showrunner: Drew Goddard; stagioni: 3 (in attesa di rinnovo); episodi terza stagione: 13; interpreti: Charlie Cox, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Ayelet Zurer, Vincent D'Onofrio, Stephen Rider, Joanne Whalley, Wilson Bethel, Jay Ali; produzione: Marvel Television, ABC Studios, DeKnight Productions, Goddard Textiles; network: Netflix (U.S.A., 19 ottobre 2018), Netflix (Italia, 19 ottobre 2018); origine: U.S.A., 2018; durata: 60' per episodio; episodio cult terza stagione: 1x10 - Karen (1x10 - Karen)



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