Fin dall'epoca del muto il taxi è un luogo - Bachtin lo chiamerebbe un cronotopo - privilegiato al cinema. E lo è per almeno due ragioni: sul piano tecnico rappresenta una sfida, quello che in inglese si definisce un self-constraint, ossia una limitazione obbligata nelle inquadrature, nelle prospettive, nei movimenti di macchina; sul piano antropologico rappresenta un luogo in cui viene a sfilare un vasto e variegato campionario di umanità, un luogo insomma in cui è possibile raffigurare la (...) -Berlino 2015
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