Molti personaggi per altrettanti capitoli scanditi da titoletti non sempre pertinenti (Malick docet), un profluvuio di immagini spesso di grande bellezza e di imponente grandiosità, dialoghi non sempre adatti e/o interessanti, un enorme struttura di ferro, ultimo trend in fatto di architettura contemporanea ma già antica nel suo abbandono, alla cui ombra tutti i personaggi sono destinati alla fine ad incontrarsi. “Ambizioso” è di certo l'aggettivo che viene subito alla mente nell'assistere ai (...) -Berlino 2015
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