giovedì 28 maggio 2020

Codice Magnum: tutti i segreti del film con cui Schwarzenegger imparò a recitare


Nel 1986 gli amici rivali (ma solo sullo schermo) Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger uscivano al cinema con due polizieschi nonché due dei loro film più vituperati. Se il tenente Cobretti del primo, in Cobra, faceva stragi di cattivi senza guardare per il sottile, lo stesso faceva Schwarzy, ancora agli inizi della sua carriera post Conan e Terminator, in Codice Magnum, diretto da John Irvin. Fu un film controverso e stroncato dalla critica senza pietà, a cui lo stesso Schwarzenegger però ha confessato di tenere molto. Ricordiamo insieme il dietro le quinte di quello che qualsiasi appassionato di action polizieschi può senza problemi definire un “guilty pleasure”, perché alla fine c'è Schwarzenegger, ci sono dei caratteristi di provato carisma come Robert Davi e Sam Wanamaker, e tanti di quei dialoghi e di quelle situazioni assurde che ci riportano di botto nei tanto decantati anni Ottanta, che chi li ha vissuti ricorda benissimo.

Codice Magnum: un film nato da un'idea made in Italy

Chi ha visto o vedrà Codice Magnum non potrà fare a meno di notare che la storia, o meglio, il soggetto, sviluppato poi da altri, è attribuito a due dei nostri più noti sceneggiatori italiani, Luciano Vincenzoni e Sergio Donati. Vincenzoni, nato a Treviso e scomparso a Roma nel 2013, è uno dei nostri più celebri “script doctors”. Ha iniziato a lavorare negli anni Cinquanta, con Pietro Germi per Il ferroviere, Sedotta e innamorata, Signore & Signori, e il suo nome per gli appassionati è legato a quello di Sergio Leone, per cui ha scritto Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto, il cattivo, Giù la testa. Anche Sergio Donati ha collaborato con Leone, per cui ha cosceneggiato Giù la testa e scritto C'era una volta il West. Tra gli altri film da lui firmati ricordiamo anche Il mostro, Il giocattolo, Il conte Tacchia e molti originali tv. Entrambi hanno scritto diversi film prodotti da Dino De Laurentiis.

Codice Magnum e il mistero dello sceneggiatore scomparso

C'è un orribile mistero di Hollywood dietro uno degli sceneggiatori di Codice Magnum, Gary De Vore, qua alla sua terza sceneggiatura dopo l'ottimo debutto con I mastini della guerra, sempre diretto da Irvin, con Patrick Swayze. Nel 1989 De Vore scrisse per Dolph Lundgren Giochi pericolosi e nel 1994 un film mai realizzato, Honorable Men. De Vore scomparse nel giugno del 1997, di notte, mentre guidava da Santa Fe nel New Mexico diretto a Santa Barbara in California. Aveva appena terminato la sua nuova sceneggiatura dopo un lungo periodo di crisi creativa. Dopo molte ricerche il suo corpo e la sua macchina vennero ritrovati un anno dopo sotto un ponte sull'acquedotto di Palmdale, in California. In auto c'era quasi tutto, anche il laptop con la sceneggiatura completata, intitolata The Big Steal, ma mancavano la sua pistola e... le sue mani. I rilievi della polizia misero in rilievo varie incongruenze, come il fatto che l'area fosse già stata perlustrata all'epoca e conclusero che si era trattato di un omicidio. Questo scatenò i complottisti del web, convinti che nella sua ultima sceneggiatura ci fosse qualcosa che la CIA non voleva fosse rivelata al pubblico: due di questi personaggi, gli inglesi Matthew Alford e William Westaway, hanno realizzato un documentario, The Writer with No Hands, nel 2017, dedicato al mistero dietro la morte di De Vore.

Gli attori di Codice Magnum: Sam Wanamaker e gli altri

Se avete visto C'era una volta... a Hollywood, ricorderete senz'altro il regista di Lancer, Sam Wanamaker. In realtà di Lancer ha diretto un solo episodio, quello nell'immaginazione di Tarantino interpretato dal Rick Dalton di Leonardo DiCaprio, ma ha firmato molti altri telefilm, tra cui Colombo e Hawk l'indiano. Era però principalmente un attore e qua lo troviamo nel ruolo dell'italo americano Luigi Patrovita, il boss mafioso nella cui organizzazione si infiltra in una missione privata di vendetta il poliziotto ed ex agente FBI interpretato da Schwarzenegger. Ricorderete che nel film di Tarantino Wanamaker insiste sulla recitazione shakespeariana: c'è un motivo ben preciso. Trasferitosi in Inghilterra negli anni Cinquanta per recitare a teatro, restaurò il Globe Theatre di Londra, al cui esterno è affissa una targa in suo onore. Personaggio eclettico e poliedrico, nel 1980 ha diretto anche l'Aida di Giuseppe Verdi con Luciano Pavarotti a San Francisco. Nel ruolo del suo braccio destro in Codice Magnum troviamo Robert Davi, il duro dalla faccia segnata che ricordiamo in decine di film, da I Goonies, a Trappola di cristallo, la serie di Maniac Cop, Predator 2 e molti altri. Lui è un vero italo americano newyorkese, figlio di un siciliano originario di Torretta e di una donna originaria di Nusco in Campania. Tra gli altri volti noti di caratteristi presenti in questo film, tra cui ricordiamo Ed Lauter e Darren McGavin, un ricordo particolare va al bravissimo Paul Shenar, che interpreta Paul Rocca, il socio di Patrovita che gli presenta Schwarzenegger sotto le finte vesti di aspirante picciotto. Apparso in tantissimi telefilm e spettacoli teatrali, è purtroppo scomparso prematuramente nel 1989, per le conseguenze dell'Aids, a 53 anni.

Le esitazioni di Schwarzenegger e gli strani casi del destino

Codice Magnum è l'ultimo film interpretato da Arnold Schwarzenegger per Dino De Laurentiis, con cui aveva girato i due film di Conan il barbaro, Commando e Yado. L'attore era restio ad accettare un ruolo per cui non si sentiva ancora pronto (soprattutto per la mole di dialoghi, abbastanza difficile per uno che non aveva ancora padronanza della lingua). Avrebbe preferito interpretare Atto di forza, i cui diritti erano in mano al produttore italiano, che aveva però scelto Patrick Swayze ritenendo l'ex body builder non adatto per il ruolo. Alla fine, il fiasco di Codice Magnum causò la bancarotta della società di produzione di De Laurentiis, che cedette i diritti di Total Recall alla Carolco e l'attore lo interpretò diretto da Paul Verhoeven. Tra le battute che sadicamente gli sceneggiatori mettono in bocca al suo personaggio nel film, se lo vedete in lingua originale, ce n'è una particolarmente ostica, quando parla di una bambina “Molested, mutilated and murdered” e si può anche immaginare, da come lo dice, quanti ciak gli ci siano voluti per pronunciarla in modo decente. Nonostante tutto però, Schwarzenegger è molto legato a Codice Magnum e attribuisce al regista John Irvin il fatto di aver imparato a recitare.

Il regista John Irvin e la critica del film

Il regista di Codice Magnum, John Irvin, è inglese, ma ha diretto in America i suoi film di maggior successo, dopo gli inizi da documentarista e nella tv britannica. Tra i suoi successi televisivi ricordiamo la miniserie La talpa, da John Le Carré, nel 1979, e tra i suoi film di maggior successo il citato I mastini della guerra, Storie di fantasmi, il Vietnam movie Hamburger Hill e Robin Hood – la leggenda con Patrick Bergin e Uma Thurman. Il suo ultimo film, del 2016, è il biografico Mandela's Gun, interamente girato in Sudafrica. Codice Magnum all'uscita venne letteralmente massacrato dalla critica, in genere molto benevola coi suoi film. I critici va detto a sua discolpa, se la presero però soprattutto con la sceneggiatura. Tra i più caustici ci fu Roger Ebert, che scrisse: “La storia è così semplice ed è stata raccontata così tante volte che forse il risultato più sorprendente di Codice Magnum è la sua capacità di incasinarla. Questo film non è semplicemente un pasticcio, ma i realizzatori hanno dovuto lavorarci sodo per renderlo così confuso”. La severissima Pauline Kael del New Yorker invece lo definì: “riprovevole e gradevole, il tipo di film che dopo due minuti ti causa la morte cerebrale, dopo di che sei pronto a ridere con questa mescolanza di spazzatura, violenza e umorismo sorprendentemente sciocco e primitivo”.



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