lunedì 30 maggio 2022

Bo Hopkins: addio al caratterista americano amato da Peckinpah e icona di American Graffiti

Dopo l'inattesa, scioccante scomparsa di Ray Liotta, che tanto cordoglio sta ancora suscitando, nel fine settimana, per la precisione sabato 28 maggio, un altro lutto ha colpito la storica comunità degli attori di Hollywood. All'età di 84 anni è morto uno dei caratteristi più famosi del cinema americano, Bo Hopkins, che era in ospedale dopo esser stato vittima di un infarto il 9 maggio.

La carriera di Bo Hopkins

Se il nome non vi dice molto, sicuramente vi ricorderete la sua faccia se siete cultori dei film di Sam Peckinpah, per cui è stato il Crazy Joe del Mucchio selvaggio (che finiva crivellato di colpi), il rapinatore tradito (e anche qua ammazzato in malo modo) di Getaway! e il co-protagonista, con James Caan, di Killer Elite. O se anche per voi American Graffiti è uno dei film del cuore, lo ricorderete sicuramente nel ruolo di Joe, il capo della gang dei Pharaohs che coinvolge il Curt di Richard Dreyfuss in un rituale di iniziazione. In quel memorabile film di George Lucas c'era anche Ron Howard, che è stato l'ultimo ad avere diretto Bo Hopkins in Elegia americana, del 2020, dove l'attore era Papaw, il nonno del giovane protagonista, marito della Mamaw di Glenn Close, e che gli ha dedicato queste parole su Twitter:

RIP Bo Hoskins. Ho recitato con Bo e l'ho anche diretto. Era un attore onesto e autentico, e, cosa ancora più importante, un uomo fantastico che diceva la verità con gentilezza e onestà. Quelli di noi che hanno conosciuto Bo possono considerarsi fortunati.

Bo Hopkins era nato il 2 febbraio 1938 a Grenville, in South Carolina, ed era stato cresciuto per un periodo dai nonni (scoprirà in seguito di esser stato adottato e si rimetterà in contatto con la madre biologica e i fratellastri). Giovanissimo, era finito in riformatorio per una tentata rapina e prima dei 17 anni si era arruolato nell'esercito. Finito il servizio in Corea e tornato a casa inizia la carriera di attore a teatro, fino a che, dopo la metà degli anni Sessanta, inizia ad apparire in show televisivi, soprattutto western: Il virginiano, Gunsmoke, Selvaggio West, The Andy Griffith Show, Il Grande teatro del West, Bonanza e moltissimi altri.

Al cinema arriva nel 1968 con un piccolissimo ruolo ne I diavoli di Dayton, cui segue quello più cospicuo nel capolavoro di Sam Peckinpah Il mucchio selvaggio. Tra gli altri film da lui interpretati tra i Settanta e gli Ottanta ricordiamo Il ponte di Remagen, Fango, sudore e polvere da sparo, L'uomo che amò Gatta Danzante, McKlusky, Il giorno della locusta, I giustizieri del West, Tentacoli, Fuga di mezzanotte, American Graffiti 2. Nel 1987 interpreta Matthew Blaisdel in 18 episodi di Dynasty.  Lavora in U-Turn di Oliver Stone e, visto che Tarantino non poteva non amarlo, in Dal tramonto all'alba 2. All'attivo nella sua filmografia ha più di 130 titoli, tra cinema e tv. Di sicuro il suo è uno di quei volti che restano impressi nella memoria degli appassionati di cinema e che gli sono grati per il suo lavoro, perché spesso sono gli attori come lui, i cosiddetti caratteristi, ad arricchire il lavoro dei registi e dei protagonisti, interpretando le loro scene in modo memorabile.



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