mercoledì 16 febbraio 2022

Io sono Vera: l'insolito film tra fiaba e fantascienza al cinema dal 17 febbraio

Io sono Vera, che arriva al cinema il 17 febbraio distribuito da No.Mad Entertainment, è uno di quei film che escono in sala dopo un ampio giro nel circuito dei festival mondiali. Si tratta del debutto cinematografico di Beniamino Catena, un esordiente per modo di dire, visto che ha alle spalle molti video per i Marlene Kuntz, che hanno scritto le musiche per il film, e la regia di moltissime fiction e serie tv, da Squadra Antimafia a Rosy Abbate all'attuale Doc – Nelle tue mani. Ma per il suo primo film per il cinema Catena ha scelto una storia a metà tra la fiaba e la fantascienza, dalle atmosfere rarefatte, raccontata più per immagini che con le parole. Io sono Vera (una coproduzione italo-cilena) vede l'incrociarsi letterale, nello spazio astrale, delle vite di una bambina appassionata di astronomia, che vive in Liguria e durante un'escursione con un insegnante scompare nel nulla, e di Elias, un operaio cileno che si occupa della manutenzione delle enormi parabole dell'osservatorio astronomico Alma. Nel momento in cui Vera scompare, l'uomo torna in vita dopo un infarto che lo ha lasciato clinicamente morto. Ma i misteri non sono finiti e all'improvviso torna a casa dei genitori della bambina una donna che dice di essere lei...

Io sono Vera: ce ne parlano regista e interpreti

Catena da sempre si dichiara grande amante della fantascienza, e ha spiegato in questo modo cosa lo ha indotto a scegliere un tema tanto insolito:

Dopo tanta fiction seriale volevo fare un film che rispecchiasse le mie passioni. Ho scelto di gestire la storia in modo iperrealistico, mi interessavano più le reazioni emotive dei personaggi rispetto al fantastico e l'ho realizzato quasi come un documentario, con una piccola troupe ma con una libertà produttiva e creativa assoluta. Ho voluto porre delle domande senza dare troppe spiegazioni. Essendomi fatto le ossa con 80 film per la tv non avevo paura di affrontare un film ambizioso con temi difficili ma gestiti nell’ambito di una fiaba, di un’avventura fantascientifica. Volevo girare in Cile perché è il luogo migliore per osservare le stelle e lì il realismo magico è la quotidianità, tanto che la storia ha trovato subito una produzione locale e tutto è stato reso possibile in pochissimo tempo. Le condizioni di lavoro a volte sono state estreme, giravamo a 5000 metri di altezza con la bombola di ossigeno in spalla. È stata una grandissima avventura cerare di raccontare qualcosa di non prettamente visibile. Vera come Alice va dall’altra parte e ritorna da adulta, con la consapevolezza che l'avventura durerà ancora per poco. Ho affrontato il genere con umiltà e delicatezza, raccontando un fenomeno fantastico vissuto nel realismo dei sentimenti della famiglia e del professore.

A incarnare Vera tornata da questo viaggio tanto cambiata, ormai adulta e non più bambina così attratta dalle stelle al punto da venirne risucchiata, è Marta Gastini, un'attrice che ci ha colpito fin dalla prima volta in cui l'abbiamo vista, nel ruolo della giovane indemoniata de Il rito, proprio per la sua capacità di lavorare col corpo, di rendersi eterea, androgina, rinata come in questo film, dove emerge nuda dalle acque e sembra quasi una creatura aliena, contaminata e divorata dall'esperienza che ha vissuto:

Per me – ha detto l'attrice – è stata una sfida importante e molto bella, con un genere e un personaggio che non avevo ancora avuto modo di indagare. Abbiamo lavorato molto su una costruzione a più livelli, sul corpo e sull'immagine, decidendo che Vera fin da subito avrebbe avuto un’immagine forte e d’impatto, da qui il taglio corto dei capelli e il lavoro sul corpo per renderlo ibrido. Dal punto di vista interpretativo è un personaggio che in se stesso ne racchiude diversi: è una bambina, una donna e ha l'identità di Elias, ha un aspetto magico. È un film che solleva moltissime domande e vuole offrire spunti più che risposte, con l'idea di ricondurre tutto al concreto e alla realtà dei sentimenti e delle emozioni.

Anita Caprioli interpreta la madre di Vera, che, ancora alle prese con la rielaborazione del lutto per la sua scomparsa, a differenza del padre (Paolo Pierobon) la riconosce subito, nonostante abbia perso una bambina e ritrovi un'adulta:

Già in scrittura veniva raccontata una donna che nonostante la diversità del corpo che si trova davanti riesce ad accettare questo primo limite esteriore e ad affidarsi al pensiero profondo, non razionale. È tipico della maternità, ha a che fare con qualcosa di ancestrale ed è l’elemento che amo di questo personaggio, una donna che si affida s un pensiero diverso che è estremamente lontano dal pensiero razionale del padre e di altri intorno a lei e si mette in connessione con il racconto del film, è il personaggio che avalla il racconto del cosmo sopra di noi.

Il cinema italiano, da tempo lontano dal genere, sembra riscoprirlo ultimamente attraverso autori più giovani come Gabriele Mainetti, ma Catena non ha avuto modelli simili per Io sono Vera:

Adoro Freaks Out, un film bellissimo che guarda al cinema americano, io però volevo fare una cosa completamente distante, mi interessava più il fantastico interiore, temi come l'anima, l'universo e l'ignoto: la nuova fisica sta aprendo delle porte straordinarie sul vuoto quantistico che è pieno di energia e dà molte più risposte di quante ne abbia date la religione. Il film è stato premiato nei festival di fantascienza ed è questo che ci ha convinto a dargli questa definizione. Ma lo definirei più una storia quantistica veicolata dai sentimenti dei personaggi. E poi c'è il tema della famiglia che è un grosso blocco centrale del film, che in fondo è un dramma famigliare. Vediamo la ripercussione e la reazione sulla vita quotidiana, su una famiglia che ha perso qualcuno, che è la parte più emotiva e sentimentale del film dove dal deserto si passa a un interno borghese.

Quanto alla conoscenza dei temi del film, Anita Caprioli rivela di non aver avuto esperienze dirette o indirette di fenomeni extracorporei o simili a quelli che racconta, ma di aver letto molti libri di Margherita Hack e non solo “sulla formazione dell’universo, dei pianeti. La materia vivente arriva dalle stelle, questa energia è qualcosa che ci appartiene, la nostra percezione potrebbe portarci a sentire molto di più rispetto a quello che pensiamo oggi, coinvolti come siamo nelle nostre vite e nella nostra routine". Da questa esperienza, decisamente insolita, l'attrice si augura: “un'apertura nel nostro paese anche a dei film diversi perché è importante che ci si apra diversificazione dei linguaggi, alla possibilità di raccontare storie inconsuete. Io da sempre sono molto affascinata dal cinema che sperimenta in direzioni diverse, sia in termini di linguaggio, che di scrittura e contenuto. Per questo ho fatto tante opere prime diverse che mi hanno permesso di sperimentare racconti particolari e inaspettati".

Se l'universo con i suoi misteri vi affascina da sempre e siete curiosi di vedere Io sono Vera, potrete trovarlo al cinema dal 17 febbraio. Ma non è tutto: in alcune città ci saranno delle anteprime speciali: a Torino mercoledì 16 febbraio alle ore 20.30 presso il Cinema Massimo (sala Rondolino), alla presenza del regista, del cast del film e dei Marlene Kuntz, autori della colonna sonora.  Il regista e il cast del film saranno poi a Milano giovedì 17 febbraio per salutare il pubblico in sala per una proiezione speciale presso Anteo CityLife (ore 20.00, sala Mignon), a Roma venerdì 18 febbraio per un evento ad inviti presso il Cinema Troisi e a Pietra Ligure giovedì 24 febbraio, per rendere omaggio alla città che ha ospitato le riprese del film. 

(foto di Francesco Baudo)



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